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Autore: SanjiReachan    13/10/2011    4 recensioni
La mia storia si svolge in una città del Mare Orientale, quando l'era della pirateria è appena iniziata.
Più precisamente in un asilo.
Avete capito bene, la vicenda che ha per protagonisti Zoro e Sanji (insieme al resto dei Mugiwara) sarà un pò diveversa dal solito.
Quali aspetti cambiano dai 19 agli 8 anni??
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ho imparato a guardare:
 

Capitolo 2: Dimmi “buona notte”

La permanenza di Zoro a casa di Sanji durò più del previsto. Anzi… non si poteva nemmeno più chiamare “permanenza” dato che Zeff aveva deciso di usare la stanza vuota dove mettevano le cianfrusaglie come stanzetta provvisoria del piccolo.
L’idea non andò giù a Sanji, che pensava che il suo amico dovesse rimanere con qualcuno la notte dato che soffriva di incubi e si ritrovava perfino a parlare nel sonno.
Una volta mentre i bambini dormivano (ognuno nel proprio letto in camera del cuoco) il piccolo dai capelli verdi lo aveva svegliato mettendosi a urlare come un matto:
-Kuina! Devi credermi! Farò di tutto per mantenere la nostra promessa!-
Ma quando il giorno dopo il biondino provò solamente ad accennare il nome di Kuina, Zoro si era rabbuiato urlando imbarazzato che quelli non erano affari suoi.
E se di solito Sanji rispondeva a tono ogni volta che si accendeva una discussione con l’altro, questa volta corse in silenzio fuori dalla stanza colpito nell’orgoglio.
Non disse nulla nemmeno quando l’amico, parecchie ore dopo, gli chiese scusa per svegliarlo sempre durante la notte.
Non ostante questo, il piccolo cuoco inveì contro Zeff per quasi un’ora e mezza quando quest’ultimo gli propose l’idea delle stanze separate.
-Cerca solo di mantenere la bocca chiusa! Per Zoro deve essere una sorpresa!- gli urlò alla fine uscendo e sbattendo la porta dietro di sé, rimanendo così Zeff da solo.
Non era solo la questione degli incubi a preoccupare il biondino, ma anche perché (e di questo ne era sicuro) gli sarebbe mancato non dormire più con l’amico.
Passarono così anche gli ultimi giorni d’estate, e settembre portò con sé il clima freddo pre-invernale oltre che l’inizio della scuola.
-Vedrai, l’asilo ti piacerà! Ci sono tanti ragazzi simpatici, e anche tanti giochi da fare!- aveva detto un giorno Sanji.
La reazione di Zoro fu quella di pietrificarlo con lo sguardo facendo crollare tutto il suo entusiasmo.
A Zoro non è che eccitasse tanto l’idea di andare in un asilo. A casa di Sanji gli piaceva, stava sempre buttato da qualche parte a dormire, o quando non lo faceva era perché doveva dare una mano a lavare i piatti nel ristorante “Baratie” al piano di sotto (per ordine di Zeff, più che altro) o per uscire e stare un po’ da solo ad allenarsi.
Riusciva anche a sopportare un po’ di più quel rompiscatole del piccolo cuoco così, che oltre a garantirgli vitto e alloggio, quando se ne andava a zonzo da solo poteva tornare a qualunque ora senza che gli dicessero niente.
Zeff sapeva bene che quel bambino era diverso, riusciva badare a sé stesso e anche se non gradiva ancora il fatto che rimanesse a vivere in casa sua, gli piaceva vedere Sanji così felice e sereno. Pregava appunto il piccolo di non chiedere niente, quando Zoro tornava stanco e tutto sporco, reduce da un altro allenamento con la spada. Ormai Sanji si era anche abituato e aveva preso l’abitudine di preparargli qualcosa ogni volta che rincasava.
Non è che Zoro avesse “paura” di andare in un asilo ma per uno come lui, era come mettere un freno alla sua libertà. Non sapeva ancora perché lo stesse facendo, però acconsentì ad andare a vedere di persona di cosa si trattasse.
-Zoro… puoi venire un attimo?-
La voce di Sanji fece svanire in un attimo i pensieri dello spadaccino. Adesso che cosa voleva?
Si alzò un po’ contrariato andando incontro al ragazzo. Quest’ultimo non aspettò e, afferratogli il braccio, lo condusse dietro la porta in fondo al corridoio.
-Ti piace? Sarà la tua stanza.-
Zoro si guardò in torno: al centro della stanza c’era un letto rivestito da una trapunta bianca candida e lungo i muri c’erano varie mensole con sopra alcuni libri e pupazzi, che di certo non avrebbe usato, ma che davano un tocco moderno alle pareti blu. In più, alcune spade di legno erano appoggiate in un angolo della camera, sopra a un vasto tappeto morbido.
In sostanza non era molto grande, ma da come erano stati posti gli oggetti lo sembrava. Quello che attirò di più l’attenzione di Zoro fu una finestra che si affacciava sulla spiaggia da dove si poteva vedere un bellissimo panorama.
-Sanji… ma è per me?-
-Certo! Di chi altro? Allora ti piace?-
Sanji non si sarebbe aspettato nessuna parola di ringraziamento da parte del ragazzo, lo sapeva, ma quando vide lo sguardo che il piccolo gli regalò, fu sicuro che non esisteva ringraziamento migliore.
-Mi dispiace solo che non dormiremo più insieme… Mi raccomando, se volessi un po’ di compagnia, o non riuscissi a dormire, vieni a chiamarmi.- detto questo il piccolo uscì dalla stanza, rimanendo Zoro da solo, a contemplare il suo regalo.
Era notte ormai quando il piccolo spadaccino, seduto sul suo nuovo letto, fissava i raggi di luna che filtravano dalla finestra aperta.
Non riusciva proprio a dormire. Più volte ebbe l’impulso di correre alla porta e chiamare Sanji, ma l’idea si era subito fermata pensando al fastidio che gli avrebbe recato.
All’improvviso un rumore attirò la sua attenzione verso il lato più oscuro della stanza.
-Tu non dovresti dormire? Domani ci aspetta il primo giorno di scuola.-
-Avevi detto che se avresti avuto problemi mi avresti chiamato…- mi rispose il cuoco facendo un passo avanti con aria colpevole.
Zoro tirò un sospiro prima di invitarlo ad entrare.
Sanji saltò sul letto sedendosi accanto allo spadaccino.
-A che pensi?-
-Penso ad un moccioso con la testa gialla di mia conoscenza.-
-Ah-ah, spiritoso!- gli rispose il bambino con una smorfia.
Il piccolo dai capelli verdi gli mostrò un sorriso divertito.
-Non riesci a dormire, eh?-
-Che intuito…-
-Vuol dire che dovrò aiutarti io.-
-Che?!-
Troppo tardi. Sanji si stese di fianco all’amico chiudendo gli occhi.
-Aspetta che fai?- domandò Zoro imbarazzato.
-Faccio compagnia a un amico. Cosa c’è di male, Marimo?-
Lo spadaccino deglutì. Costatando che le intenzioni di Sanji erano serie si arrese e si stese a sua volta dandogli le spalle. Prima di sentirlo aggrapparsi alla schiena ed affacciarsi in modo che potesse guardarlo in faccia.
-Marimo.-
-Che c’è adesso?-
-Io non dormo senza la buona notte.-
-Eh?-
Ma allora non voleva proprio lasciarlo in pace! Quasi un mese a dormire insieme e adesso voleva la buona notte!
-Ma quanti anni hai?-
-Otto, e anche tu se non ricordi. Dai!! Dimmi: Buona notte Sanji! Dimmelo, dimmelo, dimmelo!-
Meglio assecondarlo? Zoro fece un sonoro sbuffo e calò un profondo silenzio.Poi, sperando che l'orgoglio gli perdonasse questo torto, prese coraggio e disse:
-Buona notte cuocastro.-
In risposta ottenne una risata compiaciuta.
-Buona notte testa d’alga..-
E con un ultimo gesto Sanji tornò a stendersi passando un braccio intorno alla schiena dell’amico che gli dava le spalle, per poi cadere tutt’e due in un sonno profondo.







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