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Autore: SanjiReachan    04/10/2011    6 recensioni
La mia storia si svolge in una città del Mare Orientale, quando l'era della pirateria è appena iniziata.
Più precisamente in un asilo.
Avete capito bene, la vicenda che ha per protagonisti Zoro e Sanji (insieme al resto dei Mugiwara) sarà un pò diveversa dal solito.
Quali aspetti cambiano dai 19 agli 8 anni??
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ho imparato a guardare:
 

 Capitolo 1: Da subito amici

-Ehi vecchio… chi è quello laggiù?- il bambino guardò con occhi curiosi la faccia dell’uomo che gli dava la mano.
Dalla prospettiva in cui si trovava poteva vedere gli enormi baffi di Zeff legati in due lunghe treccine bionde esitare prima di iniziare a muoversi.
-Moccioso… sai che non è mio solito dirti chi frequentare o cosa fare… ma quel bambino è entrato da poco in città e già girano brutte cose sul suo conto.- rispose questi calcando la prima parola della frase, ma poi tornando a parlare in tono normale e serio.
-Ma a me sembra così triste...-
Di tutta risposta Sanji, corse verso il punto in cui lo sguardo dell’anziano chef si era fermato mentre stava parlando.
- E ti pareva, sempre tutto il contrario di quello che gli dico.- Sospirò l’uomo prima di scuotere la testa e riprendere il suo cammino.
Il cuoco stava correndo, col cuore che si faceva sempre più pesante mentre si avvicinava, tra la gente, a quello strano individuo.
Quando la sua testa bionda, finalmente raggiunse il luogo desiderato si fermò ad osservare la scena: un bambino, probabilmente della sua età, era accovacciato sull’estremo del marciapiede, con la schiena appoggiata al muricciolo di pietre e, la cosa più curiosa, aveva una strana spada fatta di legno al suo fianco.
-Ehi!- lo chiamò il biondo.
Quando non ebbe nessuna risposta avvicinò la faccia a quella del ragazzo. Portava degli stranissimi capelli verdi, che lo facevano assomigliare a una strana pianta, questo fu il primo pensiero nella testa del piccolo.
-Ehi…- ripeté a due centimetri dal suo naso.
All’improvviso lo vide: uno sguardo profondo che avrebbe potuto abbattere un recinto tanto che sembrava penetrante.
Il piccolo cuoco saltò letteralmente mettendo un metro di distanza tra lui e quel ragazzo.
Il bambino dai capelli verdi, dal canto suo, continuò a guardarlo, senza batter ciglio.
-Mi hai spaventato!- disse Sanji cadendo in imbarazzo.
-Rispetta i miei spazi.-
“Rispetta i miei spazi”? Ma quanti anni aveva, venti?
-Non dovresti rivolgerti così agli amici, si spaventano!-
-Sei amico mio? Ma se è la prima volta che ti vedo!- ribatté il verde.
-E di amici non ne vedrai mai, se fai così lo scontroso!-
Finalmente l’espressione del bambino variò un poco, alzando un sopracciglio con fare scettico.
Sanji si sedette accanto a lui incrociando le gambe, e continuò a fissarlo.
-Il tuo sguardo… è questo che non va.- mormorò quasi tra sé fissandolo.
-Il mio sguardo non ha niente che non va. Così ho sempre guardato, così mi hanno insegnato a guardare.-
A quel punto il biondo scoppiò in una risata. Ma non era di scherno, al contrario, era dolce e allegra e giunse alle orecchie dell’altro più forte di richiamo.
-Guarda, che non si insegna a guardare, si impara e basta! Un po’ come la cucina. Le prime cose si imparano osservando.-
-Non credo di aver ordinato una guida di “come relazionarsi con gli altri passo per passo”.-
Ancora una volta quelle parole stupirono il piccolo cuoco per quanto elaborate e pungenti che fossero. Ma siamo sicuri che quello lì era un bambino di otto anni?
Il ragazzo dai capelli verdi tornò a chiudere gli occhi, la testa che ricadeva pesantemente sul petto. Quando per più di 2 minuti non sentì il biondo protestare riaprì un solo occhio per vedere quale miracolo fosse accaduto.
Il giovane cuoco era rimasto lì, imperterrito a guardarlo con un broncio da bambino, estremamente azzeccato per la sua età.
-Non ti sarai mica offeso… Sopracciglio?- disse non sapendo in che altro modo chiamarlo.
-Se tu offendi, io mi arrabbio… Marimo- rispose Sanji dicendo la prima cosa che gli era venuta in mente guardando quei capelli.
-E dimmi come ti chiami, altrimenti sarò costretto a darti del Marimo per tutta la vita.-
-Hai intenzione di starmi tra i piedi per così tanto tempo? E comunque non è buona educazione fare un domanda senza prima presentarsi.-
-Hai ragione! Mi chiamo Sanji! E sono uno dei cuochi del ristorante più famoso in questa zona di mare!- disse il ragazzo con un sorriso vivace.
Certo che quando sorrideva… non sembrava più lui, soprattutto mentre parlava del lavoro che faceva.
-Io invece sono Zoro… piacere.-
Un’altra risata, un altro fremito all’altezza del petto.
-Sanji! Muoviti! Tra poco devo essere al ristorante!-
Una voce giunse alle orecchie dei due ragazzi da lontano.
-Uff… proprio adesso? Ti dispiace se porto un amico?-
-Basta che ti sbrighi!-
Un vecchio molto robusto e con dei baffi lunghissimi si avvicinò ai ragazzi.
-Asp… io non…!- cercò di controbattere Zoro, ma ormai era troppo tardi.
Sanji afferrò una delle manine del compagno e vennero trascinati dalla forza delle braccia dell’uomo dall’altro lato della strada.
-Zoro, lui è Zeff… Vecchio, lui è Zoro… un mio nuovo amico.-cercò di dire Sanji con la voce rotta dall’affanno della corsa.
La risposta di Zeff arrivò sotto forma di grugnito mentre faceva oscillare la testa energicamente.
Amico… era così semplice diventare amici?
Zoro guardò ancora una volta la faccia del biondino che gli sorrideva solare, ogni quando riusciva a girare la testa per guardarlo.
Forse, tra loro due era così.

***
Vi piace? Ho preso l'idea da un'immagine, però sembra divertente  :P
Fatemi sapere!!!
à biantot!
By Rea (o Clody =3).
  
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