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Autore: _helianthus    13/10/2011    5 recensioni
[GazelxAxel]
[Seguito di No Title, leggete, zoticoni! (?)]
Ehi, che novità! :D
Sono tornata, purtroppo D:
Ma lo avevo promesso xD
Il titolo?
Lo sapete che non li so dare xD
...
Il FFI è passato da molti anni, e i nostri amici si sono divisi... Riusciranno a ritrovarsi(e a riamarsi xD) grazie anche alla nuova Raimon? "Lo scopriremo nella prossima puntata/solo vivendo!"
...
Appoggiò la tazza di thè sulla scrivania, sospirando.
Di nuovo troppo zucchero.
Poi bussarono alla porta.
-Endou Mamoru al telefono-
Claude entrò con un'aria arrabbiata, e lanciò il telefono a Byrce.
Dopo qualche minuto, appoggiò il telefono sulla scrivania.
E, ovviamente, volò una porta.
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing, Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Axel/Shuuya, Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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NT Tumore.
In patologia, un tumore è, nella definizione dell'oncologo R.A. Willis, «una massa abnormale di tessuto che cresce in eccesso e in modo scoordinato rispetto ai tessuti normali, e persiste in questo stato dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo»
Mh.
Che schifo.
Morirò davvero per questa cosa?
Fissava con sguardo affranto il dektop, aperto nella pagina "Tumore" su Wikipedia.
-Non sei ancora andato a dormire...?-
Un Axel piuttosto stanco entrò nella sua stanza, strofinandosi gli occhi.
-Sì, sì, ora... Volevo controllare una cosa...-
Chiuse in velocità il portatile di Bryce, per poi sedersi sul letto e fissare con una sorta di dubbio l'albino.
-Ehi, Axel. Tu che sei esperto di medicina, cosa vuol dire cancro, cancro terminale?-
Il ragazzo lo squadrò.
-E' una malattia, delle peggiori. Il cancro è un tumore maligno, ti uccide. Come te lo posso spiegare?-
L'altro rabbrividì e andò alla finestra, fissando la luna quasi piena.
-Tranquillo, ti sei spiegato...-
Axel sospirò scuotendo la testa.
-Lo so, l'ho letta la tua cartella clinica. Sono anche il tuo medico, cosa credi?-
L'altro si girò e sorrise flebilmente.
-Non lo dirai a nessuno, vero?-
-No-
L'albino fece per uscire dalla sua stanza, ma si girò un'ultima volta.
-Anche perchè gli otto anni sono scaduti. E mi dispiace, mi dispiace davvero.-
***
Si girò un'altra volta nel letto, lanciando via le coperte.

 Aprì gli occhi, fissando il soffitto bianco, gli occhi traballavano.
Voltò lo sguardo verso il letto al suo fianco.
I ciuffi rossi si vedevano a malapena, coperti dalle bende.

Che ore erano? Mezzanotte in punto.
Che ore erano là? Otto del mattino, circa...
E perchè era sveglio a quell'ora?
I suoi occhi si posarono infine sul telefono che vibrava silenziosamente sul comodino.

Si alzò con uno scatto dal letto, avvicinandosi al suo compagno.
Accarezzò il suo candido viso, sussurrando il suo nome.
-Sta bene, non si preoccupi. Ha solo preso una bella botta.-

Si svegliò da quello stato di trance, afferrando il cellulare e premendo con una certa foga il pulsante verde, dopo aver visto chi era a chiamare.
-Che vuoi! Ti ho detto di non chiamarmi a queste ore!-
Sbraitò contro l'altro ragazzo infilandosi una felpa e uscendo dalla finestra, dirigendosi verso la spiaggia.

Il suo sguardo si fermò poi sulle cartelline che il medico teneva strette nella mano sinistra.
-Sono le cartelle cliniche?-
Le sue parole erano più che altro un sordo sussurro, quasi non volesse farsi sentire.

-Non gridare! Fai piano, per fortuna ho avuto un attimo per stare da solo... Ti parlo dai bagni dell'aeroporto di
 Tokio, stanno venendo a prenderti-
-C-cosa?-
Si paralizzò con il telefono in mano, che cadde lentamente sulla sabbia.

-Sì-
Sorrise l'altro.
-Se vuole ci può dare un'occhiata, purtroppo quella del tuo compagno non posso fartela vedere-

La chiamata si chiuse nell'esatto momento in cui il telefono cadde a terra.
Il ragazzo scivolò lentamente sulla sabbia, portandosi la testa sulla mano e facendo cadere le prime lacrime.
All'improvviso alzò il capo verso il cielo e gridò, gridò come mai aveva fatto in vita sua.

Si avvicinò lentamente, prendendo la cartellina.
La sfogliò, mentre guardava con occhi vacui la sua mano che spostava fogli su fogli: modificazioni genetiche, incongruenze sanguigne...
E la ferita sul polso si rimarginava, si rimarginava in fretta, troppo in fretta.

La luna era quasi piena, probabilmente in una notte o due sarebbe stata piena.
Piena, bella, luminosa.
Piena, piena di sè, spavalda al centro del cielo.

-Attenzione!-
L'altra cartellina sfuggì dalla mano dell'uomo con il camice bianco.
-L'aiuto a raccogliere i fogli, se vuo-
Fissò la prima pagina, la prima parola della prima pagina.
Un'orribile sensazione gli percorse lo stomaco, la mente e successivamente il petto.
-Come si esce da questo posto?-

E le stelle, nascoste dalle nuvole, tornavano pian piano a farsi vedere.
Stufe, stanche, spente.
Stufe, stufe di essere là, a brillare poco o nulla.
***
-Yeeeee! E segna un altro gooooal!-
Si buttò sull'erba, esausto.
...Anche se dopotutto stava giocando da solo.
Il coach sarebbe partito per un paio di giorni, ma perchè saltare l'allenamento per un motivo così stupido?
-Tenmaaaaaaa!-
Una figura conosciuta venne verso di lui correndo.
-Ho ricevuto una notizia fantastica, Tenma!-
Il piccoletto con la fascia azzurra si buttò per terra ridendo.
-Parteciperemo al Football Frontier International, Tenma, al
Football Frontier International! Non è un sogno che si avvera?-
Per tutta risposta l'altro afferrò il piccoletto per le braccia, facendolo roteare a mezz'aria, per poi lasciare la presa lanciandolo letteralmente in acqua.
Poi andò a ripescarlo in fretta e furia, ridendo con aria demente.
-Perchè lo ha detto a te e non a me?-
Disse poi, quasi deprimendosi con aria melodrammatica.
-...Non rispondevi al cellulare.-
E in quel momento Tenma si ricordò di aver lanciato la felpa della squadra nel fiume qualche ora prima.
E in quel momento Tenma si ricordò che il cellulare era nella tasca della felpa.
E in quel momento Tenma si accorse di aver fatto un'enorme cazzata.
-Shins'ke! Pronto per un'altra immersione?-
***
Guardò ancora una volta fuori dal finestrino, per poi passare lo sguardo sul tulipano che russava profondamente svaccato sul sedile davanti a lui, su Endou che dormiva con la testa appoggiata al finestrino e infine sul bellissimo ragazzo biondo che dormiva con aria serena attaccato al suo braccio.
Per quanto potesse essere silenzioso e tranquillo quel volo -orribili ricordo lo accompagnavano dai viaggi con la Neo Japan, qualcosa di assurdo-, non sopportava di non avere un letto decente per dormire.
Si alzò, avendo cura di non svegliare il biondino.
La sua direzione era il bagno, un po' di acqua forse lo avrebbe aiutato a riprendersi.
Dormivano tutti, nonostante fossero partiti di mattina.
I fusi orari facevano brutti scherzi, soprattutto ad un pigro e indolente come lui.
-Fa caldo-
Si disse, davanti allo specchio.
-Sì, qua dentro fa davvero un caldo invidiabile-
Un albino dai capelli a punta entrò dietro di lui.
-Non riesci a dormire nemmeno tu?-
L'altro scosse la testa.
-No, se poi Bryce si sveglia io non me ne accorgo e sinceramente quella donna mi fa paura se non la controllo-
Hera scoppiò a ridere.
-Perchè tu non conosci Afuro!-
L'albino sorrise di rimando.
-Secondo te come mai le persone si innamorano? Voglio dire, noi stiamo facendo tutto questo per far funzionare una storia d'amore... Ma, parlando da medico, non riesco a trovare una spiegazione logica-
Hera si portò una mano sotto al mento, pensando intensamente.
-Non ne ho idea, ma non penso che sia semplice attrazione... Forse ognuno ha qualcosa che all'altro manca...-
L'albino incrociò le braccia e si appoggiò al muro.
-Ad esempio? Cosa ha Afuro che tu non hai?-
Hera sorrise, avvicinandosi alla porta.
-Lui mi trascina, mi da un po' di vita... Altrimenti sarei inerme, dormirei e basta. E poi lui mi riempie le giornate, mi dona il sorr-
Axel lo interruppe, quasi bruscamente.
-E che hai tu, che lui non ha?-
Hera sembrò paralizzarsi un attimo prima di poggiare la mano sulla maniglia della porta.
Deglutì, non spaventato, ma sorpreso.
Perchè Axel glielo chiedeva?
Glielo chiedeva perchè aveva la risposta.
Doveva solo trovarla.
Passò qualche minuto, in cui Tadashi sudò freddo.
-...come pensavo.-
Axel abbassò lo sguardo, aprendo la porta e uscendo, sempre con quel sorriso inetto.
-Pensaci bene, Tadashikun, potresti modificare il tuo futuro, lo sai?-
______________________________________________________________________
*Angolino dell'autrice la cui madre scambia lo zucchero a velo per il lievito, provocando lo sconforto dell'autrice*
...che nome di merda ° AAA °
....
............
...................
Ma buonaseraaaaaaaaaaa :DDD *schiva una tazzina*
E' da un po' che non mi faccio sentire, eh Dx
E ritorno con sta schifezzuola, direte voi Dx
Ma avete ragione Dx
Non so, è ricominciata la scuola, ma sento che quest'anno è tutto diverso, nonostante non sia cambiato quasi nulla -w-
...qualcuno mi fucili -w- *arriva Hera con una carabina e si avvicina sogghignando*
....DDD:
Devo chiudere, mia madre mi sbrana -w-
Se volete recensite, se non volete non fatelo, a me basta sapere che lo abbiate letto ^ 3 ^
Alla prossima :DD *Hera si butta dall'aereo*
-Kya

P.S.: Per vostra informazione questo capitolo viaggia un po' nel tempo u.u'''
   
 
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