Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: Adhara92    13/10/2011    4 recensioni
-Shahrazad domandò al Re:
“Mi permettete di raccontarvi una storia?”
“Si” disse il Re
Tutta presa dalla sua gioia segreta Shahrazad si rivolse a lui.
“Ascoltate…”disse.-
Shahrazad racconta la storia di Altair e di Malik e l'intrecciarsi delle loro vite dopo l'arrivo dei fratelli A-Sayf a Masyaf, la nascita di una forte amicizia.
Dal 9°capitolo: “Altair tolse la cappa superiore, poi si spogliò completamente. Mise le mani a coppa e prelevò dell’acqua per lavarsi il viso poi prese un panno e dopo averlo bagnato cominciò a strofinarlo delicatamente sul tutto il corpo, sentiva la stanchezza lentamente defluire dalle spalle, passò il panno sul petto muscoloso,sugli addominali, sulle gambe e sulle braccia cercando di liberarsi dalla polvere del deserto. Piccole gocce d’acqua precipitavano lentamente verso il basso carezzando la pelle brunita dal sole."
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Al Mualim , Altaïr Ibn-La Ahad , Kadar Al-Sayf , Malik Al-Sayf
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le Mille e una Notte cap5 Kadar fissò negli occhi Altair, non era cattivo come dicevano gli altri Assassini; gettandogli le braccia al collo chiese:
“Volete essere, anche voi, mio fratello?” e schioccò un sonoro bacio sulla guancia del ragazzo.
L’Assassino si irrigidì alla richiesta e osservò per qualche istante il bambino che sedeva sulle sue ginocchia, i suoi occhioni blu erano spalancati nell’attesa di una risposta, sentì nel suo animo farsi strada una strana, calda sensazione.  Il viso del bambino si era fatto serio e leggermente triste per la lunga attesa, il cielo delle sue pupille stava per offuscarsi a causa delle lacrime, sospirando Altair posò la mano sui capelli del piccolino e annuì quasi impercettibilmente con la testa. Kadar abbracciò stretto l’Assassino, tenendolo prigioniero di quella morsa delicata e piacevole per qualche minuto, poggiava la testa nell’incavo del collo del ragazzo più grande carezzandogli la pelle esposta con i morbidi capelli castani. Alzò la testa e fissando negli occhi Altair gli accarezzò il volto con la manina e disse: “Ciao fratello Altair!”
Il ragazzo sentì una strana morsa all’altezza dello sterno, era una sensazione di calore e pace che non aveva mai provato prima, accarezzò lievemente i capelli di Kadar. Il piccolino sciolse l’abbraccio e scendendo dalle sue ginocchia si voltò verso Malik che aveva osservato tutta la scena con il sorriso sulle labbra.
“Malik, Malik ora abbiamo un nuovo fratello!”
Malik guardò Altair “fratello vi ringrazio molto, ma ditemi, come sta la vostra ferita?” Altair rimase pensieroso, fissando un punto imprecisato della stanza: i due ragazzi lo avevano chiamato fratello senza pretendere nulla in cambio, senza veramente conoscerlo, ignorando le conseguenze che avrebbe avuto il loro gesto al cospetto degli altri Assassini. Scrutava nel vuoto, perso nei suoi pensieri: la vita di Malik alla fortezza sarebbe stata difficile a causa di quel gesto; sospirò nuovamente.
Malik, preoccupato, si avvicinò ulteriormente, Altair non si accorse del suo movimento repentino e si riscosse solo quando sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla: il ragazzo si trovava davanti a lui e lo osservava serio.
“Altair, cosa vi turba?” la voce lasciava trasparire tutta la preoccupazione del giovane.
I loro sguardi si incrociarono, Malik sostenne la durezza di quegli occhi così tristi, stringendo con forza la spalla dell’Assassino. “Vorrei che vi fidaste di me come ci si fida di un amico. Vorrei poter essere accettato da voi.” Altair abbassò lo sguardo scottato da tutte quelle sensazioni, si sentiva confuso, gli occhi di Malik scrutavano nelle profondità del suo animo mettendo a nudo le debolezze che lo tormentavano.
Una mano gli accarezzava, delicata, la guancia; Kadar aveva avvicinato una sedia e stando in piedi su di essa si affannava per imprimere un contatto sulla pelle del suo nuovo fratello, Altair sovrappose la sua mano a quella morbida e piccola del bambino, Malik sorridendo appoggiò anche la sua mano su quelle dei fratelli e le strinse entrambe. Kadar sorrideva radioso, Altair sentì che qualcosa nel suo animo si stava sciogliendo, le sue labbra si piegarono in un breve ma bellissimo sorriso. Malik abbracciò stretto entrambi i fratelli con il cuore che scoppiava per la felicità, Altair rimaneva rigido sotto il suo tocco ma qualcosa in lui era cambiato, non era più solo.
I tre ragazzi udirono un fruscio che proveniva dalla sala attigua, sollevarono lo sguardo e notarono che il vecchio Abu’l Hasan li stava osservando sulla soglia, l’uomo sorrise loro e si avvicinò portando una cesta coperta da un canovaccio.
“Ormai è quasi ora di mangiare, sarei molto felice se condivideste con me il pasto.” Detto questo appoggiò la cesta su un tavolo che si apprestò a pulire per apparecchiare, poi vi accostò delle sedie e invitò i ragazzi a sedersi. Kadar si precipitò a sedere vicino al suo maestro, Malik sorridendo ad Altair gli fece segno di accomodarsi al suo fianco.
Il vecchio con un lieve gesto della mano scoprì la cesta con il pranzo, conteneva un piccolo paiolo contenente della zuppa di legumi e carote, delle ciotole,alcuni cucchiai, un mestolo e del pane appena sfornato. Versò della zuppa fumante nelle ciotole e le pose di fronte ai ragazzi, poi si servì. Spezzò uno dei pani e ne diede una metà a Kadar, pose il secondo a Malik e disse: “Il Signore della Comprensione, Colui che tutto vede, benedica questo cibo. Ora ragazzi mangiate” Malik e Kadar annuirono e incominciarono a mangiare, Altair rimase in silenzio fissando l’uomo che aiutandosi con il pane mangiava lentamente. Malik smise di mangiare e lo osservò, riusciva a percepire il disagio del ragazzo più grande, gli appoggiò la mano sulla spalla e disse sottovoce: “Il maestro è felice di condividere con noi il pranzo, non essere imbarazzato, mangia o si raffredderà.”
Altair abbassò lo sguardo, messo in soggezione da tante attenzioni e cominciò a mangiare, la zuppa era calda e buonissima, scaldava tutto il suo corpo intorpidito dal freddo a causa dell’allenamento sotto la neve. Malik spezzò in due parti il pane e ne pose una metà fumante ad Altair, il ragazzo più grande prese il pane e timidamente ne assaporò tutta la delicata fragranza, mangiò la zuppa velocemente, con un ultimo pezzo di pane pulì la ciotola, poi si fermò a fissare i due fratelli, Kadar si era sporcato la bocca e rideva spensierato mentre Malik con fare paterno gli asciugava le labbra con un canovaccio. L’uomo anziano osservava i due fratelli con il sorriso sulle labbra.
La pace di quel momento fu turbata dall’arrivo di un novizio che di corsa era entrato spalancando la porta. “Malik Kadar, Al Mualim ha ordinato che vi rechiate nella biblioteca, affrettatevi o il maestro Karim si arrabbierà.” I fratelli si alzarono in piedi e dopo aver ringraziato il maestro Abu’l Hasan uscirono dalle stanze dei guaritori. Altair rimase per qualche minuto seduto fissando il vuoto, si riscosse accorgendosi che il vecchio guaritore stava sparecchiando, accatastando le ciotole in una pila e rimettendo tutto nella cesta, il ragazzo gli passò la sua ciotola e quella di Malik poi prese congedo ringraziandolo sottovoce.
Malik e Kadar si affrettarono a raggiungere la biblioteca dove furono accolti da un giovane maestro.
“Salute e Pace, voi dovreste essere Malik e Kadar. Il mio nome è Karim, il mio compito è di insegnarvi a disegnare e utilizzare le mappe e i documenti, ora sedetevi.” I due fratelli obbedirono all’ordine ricevuto e attesero che il maestro cominciasse a parlare, Karim mise di fronte ai due ragazzi un calamaio pieno d’inchiostro nero e delle penne.
“Sapete leggere e scrivere?” chiese l’uomo
“Io so scrivere, mio fratello invece non ha ancora imparato molto bene, entrambi però sappiamo leggere.” Rispose prontamente Malik.
“Bene, allora tu ragazzo ti occuperai di correggere e ricopiare alcune mappe, dovrai riportare con attenzione le distanze tra un edificio e l’altro, utilizza il compasso da carteggio. Presta attenzione alle correzioni scritte con inchiostro rosso, sono quelle che dovrai riportare sulle tue mappe.” Malik annuì e si mise alacremente al lavoro. “Kadar invece tu ricopierai questi manoscritti, sono molto semplici cerca quindi di essere accurato.” Il bimbo annuì e incominciò a lavorare, il suo visetto era tutto concentrato: le sopracciglia aggrottate nello sforzo e la lingua in mezzo ai denti, il maestro Karim si lasciò sfuggire una risata vedendo la smorfia di impegno sul faccino del bimbo. Lavorarono per due ore, Malik ricopiò una decina di mappe apportando le correzioni necessarie in ognuna, Kadar invece procedette più lentamente, era riuscito a riscrivere poche pagine del manoscritto poiché non padroneggiava ancora perfettamente l’arte della scrittura. Il maestro sollevò lo sguardo dal libro che stava leggendo, osservò attentamente le mappe di Malik e servendosi del compasso controllò che le distanze e gli edifici fossero riportati correttamente. Dopo una lunga e severa osservazione si ritenne soddisfatto del lavoro svolto dal suo allievo e disse “Hai lavorato bene Malik e riportato attentamente tutte le correzioni, c’è solo un piccolo errore in questa mappa della città di Acri ma lo sistemerò io senza che sia necessario dover ricominciare il lavoro o utilizzare l’inchiostro rosso. Ti concedo il resto del pomeriggio libero. Kadar, tu invece rimarrai con me, ci eserciteremo insieme nella scrittura e ti insegnerò la calligrafia corsiva.” Il bambino sorrise.
“Allora prendo congedo maestro, Salute e Pace.” Disse Malik e uscì dalla biblioteca, si guardò intorno, non sapeva infatti in che modo passare il resto del pomeriggio, decise di uscire all’aperto e si diresse verso il cortile di addestramento, lo trovò vuoto. La neve aveva ricominciato a scendere lentamente e gli Assassini rimasti alla fortezza avevano rinunciato agli allenamenti per dedicarsi ai loro compiti di studio. Malik si guardò intorno incerto su cosa fare, si incamminò per il cortile osservando la magnificenza dei bastioni di difesa e delle mura, le sentinelle camminavano scrutando ogni piccolo movimento nelle vicinanze della fortezza, il ragazzo ricordò il giorno in cui il padre li aveva abbandonati affidandoli ad Al Mualim. Non poteva in alcun modo combattere il rancore nei confronti dell’uomo che li aveva generati ma che non era stato in grado di essere per loro un padre. Riscuotendosi da questi tristi pensieri si accorse di essere arrivato nei pressi della grande porta della fortezza, nelle vicinanze intravide una scala a pioli molto alta, incuriosito decise di scalarla e di penetrare nel bastione. Arrivato in cima si trovò in una camera in cui si trovava un’altra scala. Decise di arrampicarsi anche su di essa, salì velocemente e si ritrovò in un’ampia sala, coperta da un tetto, che però non presentava una delle pareti ma tre piattaforme sospese nel vuoto. Lo notò solo dopo qualche attimo, un Assassino era in piedi sull’estremità di una delle piattaforme laterali, doveva essersi accorto della sua presenza perché si voltò.
“Altair…”
 
Nella città di Baghdad sorgeva ormai in tutta la sua potenza e in tutto il suo splendore il sole i cui raggi penetrarono dalle finestre della camera del re Shahriyar e della sua bella sposa.  All’improvviso bussarono alla porta, il Re ordinò che colui che aveva bussato si presentasse in sua udienza. La porta si aprì rivelando il capitano delle guardie del re, l’uomo si inginocchiò ai piedi del suo sovrano e disse:
“Mio signore, sono ormai giorni che siete sposato con quella fanciulla, avete rimandato la sua morte, ora ordinate al vostro servo come deve comportarsi, devo forse portarla al patibolo?”
Il re Shahriyar fissò l’uomo e disse: “Servo fedele, la mia sposa sarà risparmiata per oggi, ordinerò io stesso che sia condotta al patibolo se lo riterrò necessario.”
L’uomo sorpreso chinò ancora di più il viso e pronunciò queste parole “O Emiro dei Credenti mi affido alla vostra infinita saggezza, O Luce splendente dell’Intelletto di Dio, comandate qualsiasi cosa ed io obbedirò. Ora vi chiedo il permesso di potermi congedare da voi Maestà.”
“Andate.” Disse il re, poi salutando la dolce compagna si apprestò uscire dal talamo nuziale per compiere i suoi incarichi di governo. Ricevette diversi funzionari e tre emissari di altri paesi che volevano stipulare trattati di pace duraturi.  Trascorso il giorno il re si diresse verso le sue stanze dove la bella sposa attendeva il suo signore. Entrato si coricò di fianco a Shahrazad e stringendosela al petto disse “Mia dolce compagna, come prosegue la storia?” Shahrazad allora, carezzando dolcemente il volto dello sposo, incominciò a raccontare.
 
“Altair…” disse sottovoce Malik, più per convincere se stesso che per chiamare il ragazzo che lo stava osservando sull’orlo del baratro. Poi si fece coraggio e avanzò verso di lui. Appena uscito dal riparo delle mura fu investito da una ventata di aria fredda mista a neve, procedeva lentamente per paura di precipitare nel vuoto; Altair sembrava invece perfettamente a suo agio in quel luogo, Malik gli si avvicinò ulteriormente rifiutandosi però di avvicinarsi al bordo della piattaforma. Fu sorprendentemente l’Assassino a parlare per primo “vuoi sedere insieme a me?” e porse la mano al ragazzo più giovane per aiutarlo ad avvicinarsi a lui. Malik titubante afferrò quella mano ruvida e forte e si avvicinò al bordo della piattaforma, Altair lo aiutò a sedersi e si accomodò al suo fianco lasciando penzolare le gambe nel vuoto. Non lasciò andare però la mano del ragazzo più piccolo poiché sentiva che il suo terrore di cadere era forte infatti le dita di Malik stringevano in modo spasmodico la sua mano.
“Altair perché rimanete qui da solo?”
“Conosci qualcuno che abbia voglia di restare in compagnia di un bastardo figlio di cagna? Tu e tuo fratello non vi rendete minimamente conto di che persona orribile io sia.” rispose senza astio né rabbia, come costatando una verità immutabile, un dogma.
E Malik…
 
 
 
 
 
 
Cosa risponderà Malik? Quale sarà la sua reazione alle parole così dure di Altair?
Ciao a tutti, sono tornata dopo una lunga pausa, mi scuso per l’attesa ma ho avuto i test di ammissione all’Università (ho una buona notizia: mi hanno accettato all’Accademia di belle arti di Brera!!!)
Dedico questo capitolo a tutti voi che credete in questa storia e alla mia amica Benedetta che ieri ha compiuto gli anni (Auguri, questa è la seconda parte del tuo regalo!)
Ho realizzato tre disegni per questa fanfiction che presto caricherò sul mio account di DeviantArt (quando sua maestà il PC si deciderà a collaborare!) comunque questa è la mia pagina ->  http://adhara92.deviantart.com/

Grazie a tutti per l’affetto e l’attenzione, un grosso abbraccio.
 
                                                                                                                                                                                                                                               Adhara92
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: Adhara92