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Autore: _BlueLady_    13/10/2011    5 recensioni
[ Dal Prologo]
Tutti lo chiamavano Eclipse, perché proprio come un’eclissi era in grado di nascondersi alla luce del sole, per poi fare la sua ricomparsa di notte, nelle vie buie delle città più conosciute, alla ricerca di non si sa quali preziosi tesori.
Le prime pagine dei giornali erano piene delle sue immagini, i gendarmi di ogni città gli davano la caccia, nella speranza di catturarlo e finalmente infliggergli la punizione che meritava per tutti i furti commessi in passato.
Non c’era traccia di scovarlo, tuttavia.
Così come appariva, altrettanto misteriosamente scompariva, lasciando dietro di sé solo un cumulo di mormorii perplessi ed impauriti.
Attenzione: leggermente OOC, la lettura potrebbe risultare un pò pesante.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rein, Shade, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6 ~
 
Il continuo ticchettio proveniente dal grande orologio a pendolo posto accanto al divano dell’immenso salotto contribuiva a scandire i minuti di silenzio imbarazzante che si erano venuti a creare tra loro.
Rein, rannicchiata tutta su sé stessa nel tentativo di celare la tensione che si agitava per tutte le membra, si limitava ad osservare le lancette dell’orologio che seguivano lente il loro corso.
Il visconte, seduto più distante, leggeva un libro con estrema tranquillità, per nulla turbato dalla presenza della turchina al suo fianco.
Voltava le pagine con cura, gettando ogni tanto uno sguardo furtivo alla ragazza sedutagli accanto.
Il pendolo non cessava di scandire quei secondi interminabili di silenzio.
Rein continuava imperterrita ad osservare il grande orologio, sentendosi fastidiosamente trafiggere nel petto ogni volta che il visconte le lanciava una delle sue occhiate glaciali.
Non aveva dimenticato le parole pronunciate da lui la sera in cui si erano visti per la prima volta. Ne era ancora profondamente ferita.
Oltretutto, averlo accanto in quel momento risvegliava in lei tutta l’ammirazione e tutto il fascino per quegli occhi glaciali ai quali aveva creduto di essere divenuta immune.
Cercò di intimidirlo a sua volta, rivolgendogli la più spregevole occhiata di disprezzo che fosse riuscita a fare.
Non ottenne il risultato sperato.
Il visconte, accortosi dello sguardo severo della ragazza, si limitò a nascondere il velo di un sorriso comparsogli sulle labbra.
Rein tornò a fissare l’orologio indispettita.
Il pendolo continuava a tormentarla con il suo interminabile ticchettio.
- Osservare in continuazione le lancette dell’orologio a pendolo non aiuterà a far trascorrere il tempo più velocemente - esordì d’un tratto la calda voce del visconte alle sue spalle.
A Rein parve si venisse improvvisamente a creare un vuoto nello stomaco.
Si voltò cautamente verso di lui, nascondendo il meglio possibile l’espressione incredula che le si era dipinta in volto. In un primo momento non seppe cosa rispondere, rapita da quello sguardo magnetico che pareva volesse strapparle il cuore dal petto.
Poi, desiderosa di prendersi la sua rivincita, esclamò con tono fintamente stupito:- La lettura vi ha annoiato a tal punto, visconte, da sentirvi in dovere di rivolgermi la parola?-
Il visconte sorrise.
- Credete davvero che io abbia una così bassa considerazione di voi, signorina Sunrise?-
Rein sostenne il suo sguardo con fierezza.
- Perché vi sareste dato la pena di parlarmi, altrimenti?-
- Perché mi do la pena di rispondervi anche adesso?- fu la risposta.
Seguì un attimo di silenzio, riempito solamente dal ticchettio del pendolo che pareva volesse ristabilire la quiete nel luogo.
- Dunque, desiderate davvero instaurare una conversazione con me –
- Siete voi che state insinuando ciò, io non ho espresso alcun parere a riguardo.- rispose lui, con la più naturale tranquillità.
- Se siete così desideroso di parlare, perché non proponete un argomento di cui discutere, allora?-
- L’ho già fatto ponendovi l’osservazione riguardo voi e l’orologio-
- Non credevo fosse questo il vostro motivo di conversazione -
- Lo avete detto voi stessa poco fa: la lettura aveva cominciato a farsi noiosa, così ho preferito trovare un argomento con il quale discorrere con voi, e l’orologio è stata la prima cosa che mi è venuta in mente-
Era irritante quanto bastava da poter far scaturire in lei un certo interesse.
- Adesso sta a voi - proseguì il visconte, facendole un cenno col capo – Io ho proposto l’argomento, a voi spetta il compito di continuare da dove ho incominciato - e sorrise come se volesse incitarla a cogliere la sua provocazione.
Rein accettò la sfida di buon grado: senza volerlo, lui le aveva offerto su un piatto d’argento la giusta occasione per vendicarsi del piccolo torto subito in precedenza.
- Il Tempo è crudele - esordì tutt’a un tratto come riscuotendosi da una profonda riflessione - quando si desidera assaporare più a lungo una gioia, un divertimento, un semplice momento fuori dal comune che valga la pena di vivere con tutti sé stessi il tempo corre veloce, non concede nemmeno la possibilità di imprimersi nella mente l’immagine o il sapore del ricordo. Al contrario, quando si desidera semplicemente la fine di una giornata noiosa,  piena di angosce o di dolori, il tempo si fa più molesto: scandisce inesorabilmente le ore, i minuti, i secondi, quasi voglia permetterci di studiare ogni singola sfumatura della nostra angoscia per poi non dimenticarla più. Se ci fate caso, i momenti angosciosi sono proprio quelli che ricordiamo più dettagliatamente, quelli che sono meglio riusciti a depositarsi nella nostra mente e nel nostro cuore.-
- Quale sconforto devono essere per voi questi brevi istanti che vi tengono separata da vostra sorella, allora…- osservò il visconte fingendo un rammarico che in realtà non provava.
Rein rise.
- L’unico modo per sfuggire allo sconforto dell’attesa è contare i minuti che mi separano dal rivederla e rendermi conto che, in fondo, non si tratta di un periodo così tanto lungo come invece mi sono creata nella mia immaginazione - rispose.
- Così facendo, anche l’attesa più snervante risulta essere un piacevole passatempo - osservò ancora con interesse, stupito della risposta di lei.
Rein annuì:- L’attesa è sempre piacevole, quando si tratta di ricongiungersi con una persona a noi cara -
Un sorriso le illuminò gli occhi tersi e limpidi; al visconte parve invece che il respiro gli venisse meno per un istante. Stava iniziando a prenderci gusto nel parlare con quella leggiadra fanciulla che acquistava sempre più interesse ai suoi occhi man mano che la conversazione procedeva oltre.
Gli pareva quasi di vederla l’Impazienza di lei agitarsi per le membra del suo esile corpo nel tentativo di liberarsi da spesse catene con cui il Buon Senso e il Giudizio la tenevano saldamente immobile.
Anche la sua Impazienza fremeva: fremeva nell’aspettare il giorno in cui sarebbe stato ripagato dei torti subiti in passato, il giorno in cui chi doveva essere punito avrebbe sofferto le sue stesse pene, se non peggio.
L’unica differenza che intercorreva tra lui e Rein era che, al posto del Buon Senso e del Giudizio, c’erano il Rancore e il Desiderio di Vendetta a chetare la sua Impazienza e impedire che quell’ultima balzasse fuori come una furia e lo facesse agire d’istinto.
In una situazione delicata come la sua occorrevano calma e sangue freddo, l’impulsività non sarebbe stata di alcun aiuto.
- Mai parole furono più vere di queste.- mormorò  a voce troppo alta dopo la sua lunga e contorta riflessione, ri soffermandosi sulle parole della fanciulla.
- Da ciò che mi dite, devo intuire che vogliate molto bene a vostra sorella - esclamò poi, tentando di cambiare argomento.
- E’ la persona a me più cara - rispose Rein con fermezza.
- Immagino la preoccupazione che dovete aver provato nell’apprendere il suo stato di salute…- continuò, senza distogliere lo sguardo da quello di lei.
La fanciulla sorrise, illuminandosi in volto: - Nulla che una breve visita di cortesia nella stanza in cui alloggia non possa risolvere- rispose.
Altro attimo di silenzio.
- E’ bello qui - osservò Rein, liberandosi improvvisamente da quelle catene invisibili che la tenevano legata a lui per dirigersi verso l’ampia vetrata che dava sul giardino - I fiori brillano di colori così intensi e vivaci da creare l’illusione di essere in primavera anche a inverno inoltrato.-
Il visconte la seguì con lo sguardo: - La duchessa dedica gran parte del suo tempo alla cura delle sue rose - rispose, senza cessare di ammirarla.
Il sole che filtrava dalla finestra illuminava la sala, e i suoi raggi parevano adagiarsi delicatamente sull’esile corpo di lei, quasi come se volessero sfiorare la sua pelle candida con un bacio a loro proibito.
Shade non era mai rimasto così affascinato da una donna come in quel momento.
Incapace di sottrarre i suoi occhi bui da quella visione luminosa, si limitò ad osservarne l’andatura composta ed elegante che sfilava incurante davanti a lui.
Quando Rein si accorse dell’attenzione del visconte rivolta verso di lei – Perdonatemi - disse, assumendo un’espressione colpevole - vi ho distratto a lungo dalla vostra occupazione…-
- Al contrario, trovo che questa conversazione sia molto stimolante.- rispose quello con assoluta pacatezza mentre lei ritornava a sederglisi accanto – Non c’è nulla che potrebbe dissuadermi dalla lettura, se l’ho fatto è perché avevo piacere di parlare con voi.-
Gli occhi di Rein brillarono di soddisfazione per un istante.
- Non mi avete considerata, dunque, come una spiacevole distrazione?- domandò, mentre la sua mentre gridava vittoria per il passo appena compiuto.
In un primo momento il silenzio che tornò ad aleggiare nella stanza lasciò di stucco sia lei che lui.
Solo dopo pochi secondi il visconte apprese a fondo ciò che Rein gli aveva domandato, e per la prima volta nella sua vita si ritrovò senza parole con cui rispondere ad un attacco diretto nei confronti della sua persona.
- Cosa succede, visconte? Bastano così poche parole a mettervi in crisi?- lo provocò lei, sfoggiando il suo orgoglio che pareva crogiolarsi nella gloria ricevuta da quel silenzio prolungato.
Riconoscendo la sua sconfitta, Shade si limitò a rispondere in un sorriso compiaciuto e divertito al tempo stesso:- Toh, che coincidenza: il libro pare essersi fatto nuovamente interessante.- e lasciò morire la conversazione in quel punto.
Dopo una manciata di minuti la duchessa, che era accorsa dal fratello per annunciare la visita della sorella di Fine in pena per le sue condizioni, entrò nella stanza dicendo a Rein che poteva ora essere ricevuta.
Si offrì nel farle da guida per condurla dalla gemella.
Nel vedere il Principe stranamente turbato e pensieroso, e preoccupata di lasciarlo dal solo in quello stato, la duchessa gli domandò se volesse venire anche lui.
Rispose di no, annunciando che si sarebbe invece diretto nelle sue stanze a comporre alcune importanti lettere d’affari per il giorno seguente.
Non appena chiusero la porta dietro di loro, Shade si ritrovò da solo nella sala a contemplare il silenzio attorno a sé.
Tirò fuori dalla tasca il prezioso gioiello che secondo Bright sarebbe dovuto andare in custodia a Fine, e prese ad osservarlo attentamente, studiandone i bordi finemente modellati.
Sapeva che, se c’era una persona degna di portare con sé il peso di quell’oggetto, questa non era certamente Fine come tutti e due avevano creduto.
 

¤¤¤¤¤¤
 

 

Il rumore di un pugno deciso che si abbatteva con decisione sulla porta lo distrasse dai suoi mille pensieri.
- Avanti - mormorò, mettendosi a sedere sul letto.
Dalla fessura della porta sbucò nientedimeno che il volto del duca, parzialmente illuminato dalla luce proveniente dall’esterno.
- Shade, ti disturbo?- domando titubante, aspettando l’invito di quello ad entrare.
- No, entra pure- mormorò quello posandosi una mano sulla fronte con espressione sofferente.
Bright entrò, avvicinandosi al suo letto.
- Fine sta meglio, ha deciso di tornare a casa con Rein questo stesso pomeriggio - mormorò.
Shade lo osservò con noncuranza negli occhi.
- Se vuoi che le affidi il gioiello devi consegnarmelo subito…- continuò quello, tendendo una mano nella sua direzione.
Shade sorrise alzandosi cautamente dal letto – Non ce n’è più bisogno - sussurrò, mentre afferrava uno scuro mantello e se lo poneva sulle spalle - Ho cambiato idea riguardo l’Occhio della Notte…-
- Questo vuol dire che non cercherai di nasconderlo? E come farai con coloro che vogliono sottrartelo?- domandò preoccupato Bright.
- Al contrario, sono sempre deciso nel volerlo affidare a qualcuno, solo che quel qualcuno non è la tua Fine - rispose l’altro con pacatezza.
Il duca si irrigidì improvvisamente.
- E allora a chi vorresti affidarlo?-
Shade sorrise, sfilando dalla tasca il ciondolo blu notte che scintillò al contatto con la luce.
- La persona a cui voglio affidare il gioiello… è Rein Sunrise.- 



Angolo Autrice:

Ooooh, finalmente riesco ad aggiornare!
Non sapete che incubo è stata questa settimana, davvero, tra impegni vari e connessione internet che non andava è stato un disastro completo!
Il capitolo era già pronto da domenica, ma solo oggi sono riuscita finalmente a postare...
Dico subito ai miei lettori che non so se riuscirò ad aggiornare puntualmente ogni settimana, perchè ho dei seri problemi con la connessione ultimamente, ma farò di tutto perchè possiate continuare a leggere la fic.
Mi scuso del ritardo di questo capitolo, e anticipatamente anche di eventuali ritardi futuri.
Detto questo, passiamo alla storia.
Rein e Shade hanno avuto una piccola discussione, a quanto pare, e sembra che la nostra turchina riesca a dare parecchio filo da torcere al nosto bel visconte... anzi, gli da talmente tanto filo da torcere, da essere riuscita a convincerlo, seppur involontariamente, di affidare il misterioso gioiello a lei, e non a sua sorella Fine.
Il problema, ora, rimane come consegnarglielo: farlo passare per un pegno d'amore è estremamente eccessivo, dato che Shade presume di non essere per nulla attratto da Rein...
Dunque, cosa succederà?
Vi ringrazio tutti delle splendide recensioni, del sostegno che mi date, della pazienza nel leggere la fic e sopportare i ritardi di aggiornamento.
Nel prossimo capitolo, come al solito, altri dettagli.
Un bacio a tutti

_BlueLady_

  
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