“basta ti prego, queste scarpe mi stanno uccidendo!” gli dico con gli occhi imploranti dopo non so quanto tempo è che stiamo ballando insieme.
Mi lascio cadere sul divanetto davanti a noi e subito dopo mi segue anche lui.
La musica continua ad andare ma la serata ormai è giunta al termine: il volume si è abbassato e le canzoni che il dj passa sono decisamente più soft.
“io comunque sono Marco.” mi dice dopo un po’ che ne stiamo seduti in silenzio.
“piacere, Francesca.” gli rispondo porgendogli la mano.
Iniziamo a parlare del più e del meno e scopro che parlare con lui è davvero piacevole!
Mi dice che i tizi che hanno “assediato” le mie amiche sono amici suoi, che fa l’avvocato ma che vorrebbe mollare tutto e girare il mondo, che, come me, è rimasto affascinato da Berlino e vorrebbe tornarci..
“ti giuro Berlino io l’ho amata alla follia! È una città che o la ami o la odi, ti lascia quel senso di irrisolto addosso..” gli dico.
“calcola mi hai tolto le parole di bocca.. Ho avute esattamente la stessa sensazione quando ci sono stato!” mi fa lu
Poi gli parlo del mio recente viaggio a New York, dei progetti per le vacanze estive, dei posti che abbiamo visitato e di quelli che vorremmo vedere..
“me sa tanto che ce stanno a caccià” ci interrompe il suo amico a un certo punto.
Butto un occhio alla pista centrale e la vedo completamente deserta e anche nel privè ormai siamo rimasti noi 6 e si e no altre 4-5 persone.
“e me sa tanto che c’hai ragione!” gli risponde Marco.
“ma che ore sono?” chiede Ottavia
“quasi le 5.” risponde il ragazzo seduto accanto a lei.
“ammazza, così tardi?” fa Cecilia.
“il tempo vola quando stai bene!” dice Marco guardandomi.
Le mie amiche si alzano dai divanetti e si rimpossessano delle loro borse, dai quali estraggono i bigliettini del guardaroba.
“date, ci penso io, tanto devo prendere la mia giacca..” dice il ragazzo coi mocassini prendendoglieli dalle mani.
“grazie!” dicono in coro Ce e Ottavia.
Quando torna ci alziamo e ci dirigiamo insieme verso l’uscita.
“aspetta, mettiti questo” mi dice Marco passandomi il suo veglioncino.
Provo a convincerlo che non è necessario ma insiste, così lo ringrazio e lo indosso.
Ha un buon profumo, se non sbaglio è di Calvin Klein.
Mentre scendiamo al parcheggio vedo Marco e i suoi amici borbottare qualcosa.
Ci scortano fino alla macchina e quando arriviamo faccio per levarmi il suo maglione ma lui mi ferma.
“dovete per forza rientrare o possiamo offrirvi la colazione?” parla l’uomo in mocassini(ormai lo abbiamo rinominato così xD)
Io e le mie amiche ci guardiamo.
“non abbiamo nessun coprifuoco, visto che dormiamo da me e i miei sono fuori. E io ad una colazione a scrocco non so dire di no xD” risponde Ce per tutte.
“perfetto. Ci vediamo al Gianicolo?”
“ok” rispondo.
“non è che me dai buca e scappi col maglione mio?” mi dice ridendo Marco.
“uomo di poca fede!” gli rispondo io.
“ma ci sai arrivare al Gianicolo? Non è che ti perdi?” continua sempre con lo stesso tono.
“ma ti pare?” gli dico.
“sai com’è.. Hai il mio maglione in ostaggio, mi preoccupo per lui..” sì.. Si sta proprio divertendo a prendermi in giro.
“ci vediamo al faro, uomo di poca fede che non sei altro..” gli dico prima di salire in macchina.
Avvio il motore e mi dirigo verso l’uscita del parcheggio con il sorriso sulle labbra e le mie amiche che mi prendono in giro.


Non sono per niente convinta di questo capitolo.
A dire il vero non sono più convinta della storia in se,ma visto che ho finito di scriverla continuo a postarla..
Se vi va fatemi sapere che ne pensate ;)
..Fra..