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Autore: _StayStrong    14/10/2011    6 recensioni
DAL SECONDO CAPITOLO:
“Draco, mia sorella non è sempre stata come l’hai conosciuta tu” disse la donna leggendo negli occhi del figlio solo disprezzo, la sua voce era melliflua “Bellatrix finché ebbe la tua età era una ragazza dolce, affidabile, completamente sbagliata per la casa dei Serpeverde. Lei con noi non c’entrava assolutamente nulla con tranelli, cattiverie, dispetti, era sempre stata calma e posata. Cambiò dopo, con l’ascesa di Tom Riddle. Se ne innamorò perdutamente...” disse, i suoi occhi erano acquei mentre pensava a ciò che una volta era stata la sorella, nulla in confronto alla donna tra le sbarre.
“Lei, lei è figlia di Voldemort?” chiese Draco in un misto tra lo schifato e lo spaventato, no, lei non poteva assolutamente essere figlia sua, non aveva nessuna caratteristica dei Riddle
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Erano ancora in biblioteca quando si sentirono, sul pavimento di legno, il ticchettio delle scarpe con il tacco di Minerva Mc. Granitt, che una volta entrata si era diretta a passo spedito verso i cinque ragazzi seduti intorno ad un tavolo rotondo, tra la sezione di Trasfigurazione e quella di Pozioni. La strega alla vista di Malfoy insieme agli altri quattro rabbrividì, ma decise di non lasciarsi prendere dai mille pregiudizi dei Grifondoro verso i Serpeverde, era la Preside, doveva essere superiore a quelle cose; tuttavia non riusciva a capire il perché di quel legame improvviso.

Quando la videro avvicinarsi alzarono la testa e Neville diventò di tutti i colori “Dimmi che non mi ha sentito dire che non sempre ha ragione” disse il ragazzo sussurrando in direzione di Harry che tentò di trattenere una risata.

“Granger, vorrei che tu mi seguissi in Presidenza, subito” disse gentilmente, poi posò gli occhi su Draco “Credo sia opportuno che venga anche lei, Signor Malfoy” aggiunse poi ritornando a guardare Hermione che non sapeva che cosa aspettarsi da una convocazione, con Draco poi.

“Posso chiederle il motivo?” chiese mantenendo il lei date e circostanze, la Mc. Granitt le sorrise un’altra volta e la incitò ad alzarsi con la mano.

“Appena saremo fuori di qui ”rispose, i due ragazzi si alzarono, lasciando lì i libri e seguirono l’anziana ma risoluta strega fino alla Presidenza, camminando senza parlare. Hermione era appena dietro di lei, Draco appena di fianco, lui capiva ancora meno il motivo della convocazione.

“Minerva, mi puoi dire...” incominciò la ragazza una volta che giunsero alle porte dell’ufficio, ma le parole le si smorzarono in bocca nel momento in cui vide Narcissa Malfoy seduta su una delle poltrone e il quadro di Piton sul tavolo. Draco le prese istintivamente la mano, senza pensarci, e la ragazza la strinse.

Proprio non capiva, perché Narcissa era lì?

“Madre?” chiese Draco trascinando Hermione nella stanza, la donna si avvicinò al figlio e lo abbracciò, strappandolo per un attimo alla stretta di Hermione, che dopo un rapido cenno del capo verso Piton e Narcissa si lasciò cadere sulla poltrona di velluto blu scuro.

“Potrei sapere il motivo della convocazione?” chiese la ragazza guardando solamente Piton che aveva l’aria di sapere molte più cose in confronto a Minerva che si era seduta al suo posto, appena dietro la scrivania, alle spalle di Piton.

“Certamente Signorina Granger” rispose Piton con il suo solito tono superiore, macinando ogni parola, Hermione si sporse un po’ di più sulla sedia, sentiva gli occhi di tutti puntati addosso.
Guardò per un attimo Draco e si accorse che stava quasi tremando e che non riusciva a sostenere il suo sguardo, pensò che doveva essere successo qualcosa di grosso “Le spiacerebbe raggiungere il Pensatoio? All’interno ci sono due ricordi uno mio e una della Signora Malfoy, le sarei grato se li guardasse” disse ancora, la ragazza si alzò titubante e andò verso il Pensatoio, che aveva visto forse solo una volta in tutti gli anni in cui era stata ad Hogwarts.

Appoggiò la testa sul velo dell’acqua e subito fu trasportata nei ricordo della nascita di una bambina e in quello di Narcissa e Bellatrix vicino alla serra dei Pavoni bianchi.  Non riusciva a capire, la zia di Draco si stava disperando per una bambina e poi per una ragazza che aveva riconosciuto come sua figlia e che aveva torturato, ma aveva torturato tantissime persone, che poteva saperne lei? Una volta finito di vedere quei ricordi si girò verso le tre persone e il quadro che erano li con lei e alzò le spalle, con gli occhi lucidi, era sicuramente una storia commovente; Bellatrix con istinto materno, non l’avrebbe mai detto.

Poi un momento di lucidità e capì.

Non era più difficile fare due più due, i presenti videro la ragazza sbiancare e poi irrigidirsi.

“Non può essere” disse a bassa voce, Draco si alzò e andò ad abbracciare la ragazza, che però rimase inerme, con le braccia lungo i fianchi e la mente che vagava chissà dove. Il ragazzo, dal canto suo, era rimasto a bocca aperta, sebbene sapesse e ne avesse ormai la conferma ancora non riusciva a credere e collegare tutti i pezzi.

Aveva sperato fino all’ultimo, sperato fosse un errore.

Poi la lasciò andare, restando comunque sempre al suo fianco.

“Erin, andrà tutto bene, vedrai” disse Narcissa Malfoy con dolcezza cercando di avvicinarsi alla nipote ma lei si scostò velocemente, come se tutto d’un tratto avesse paura di tutti loro, il corpo non rispondeva quasi più ai suoi comandi era scossa da piccolo scosse elettriche, era arrabbiata, delusa, non sapeva che cosa pensare, non sapeva più nulla.

“Io mi chiamo Hermione, non Erin” disse guardando la madre di Draco negli occhi e poi spostando lo sguardo verso la Mc. Granitt che ancora non aveva detto nulla.

“Ma sei nata come Erin Lastrange, Hermione” disse la donna, in quello stato confusionale assomigliava in modo impressionante alla madre, Draco non poteva saperlo non aveva mai visto foto della zia quando aveva all’incirca la loro età, ma Narcissa e Piton si.

Hermione si voltò verso Draco e gli puntò il dito contro il petto, oltre tutto si sentiva anche tradita, tradita dal ragazzo al quale aveva cercato di aprire il cuore.

“Tu, tu sapevi tutto, vero? E’ per quello che mi hai avvicinato?” chiese al ragazzo, lui scosse la testa e quando la ragazza si stava per allontanare la prese per un braccio.

“No, non ti ho avvicinato per quello” rispose lui, Narcissa e la Mc. Granitt guardavano quella scena tra i due giovani con una morsa al cuore.

“Lo sapevi?” ripeté ancora Hermione rimarcando la domanda alla quale Draco non aveva ancora risposto, il Serpeverde non sapeva che cosa rispondere.

Sapeva, non sapeva? Aveva trovato dei documenti, aveva trovato il suo nome associato a quello della figlia della zia, aveva parlato con sua madre e lei glielo aveva confermato, ma non ci credeva, pensava in un errore.

Si, Draco sapeva, ma sperava non fosse vero.

“Si, lo sapevo, Erin” rispose a mezza voce abbassando lo sguardo, la ragazza guardò la Preside e poi corse fuori dalla porta, lei ultime parole che sentirono i presenti furono.

“Io sono Hermione”
 
 
  

  
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