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Autore: TonyCocchi    14/10/2011    2 recensioni
Raccolta di one-shot di vario genere riguardanti i 7 anni del salto temporale di Fairy Tail (SPOILER); eventi che forse sono accaduti, magari vorreste vedere, ma che forse non vedrete nel manga, proposti da me.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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fairy tail 7 anni

Ehilà a tutti! Salve qualche mosca al naso, è di nuovo un periodo ispirato e positivo, sia per le fanfic che per i disegni! Riguardo quest’ultimo punto, sappiate che ho disegnato la scena chiave del capitolo precedente (molto piaciuto, ne sono felice ^__^), e che forse in futuro sarà postata su Deviantart nel mio account, che dopo vi linkerò.

Fateci un giro ogni tanto! ^__^

Questa storia potrebbe essere considerata la più triste e tragica delle sette. Il personaggio di Droy finora mi era sembrato alquanto anonimo, ma quando l’ho visto dopo il salto temporale l’ho rivalutato: né in bene né in male, ma dal punto di vista puramente umano.

Perché rappresenta veramente tante persone, quelle che si lasciano andare, e “trasformare” dal proprio dolore… Persone a cui spetta tutta la nostra comprensione e il nostro aiuto.

Buona lettura.

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!

PPPS: Link di Deviantart: http://tonycocchi.deviantart.com/

 

 

 

“CHE DIREBBE SE FOSSE QUI?”

 

 

I primi giorni furono i peggiori.

La frammentarietà della notizia, l’incredulità davanti a qualcosa di così assurdo, la speranza di ritrovarli ancora vivi, impedirono al dolore e alla disperazione di esplodere tutti in una volta, e per bene.

Invece, lo shock si protrasse per giorni e giorni, man mano che si capiva cosa significassero quelle notizie da Tenrou, man mano che le speranze di riaverli indietro sparivano del tutto.

Per giorni, le urla e i pianti risuonarono tra le mura della gilda, soffocando le persone al suo interno con una cappa di speranze deluse, impotenza, rabbia, e dolore, tantissimo dolore.

 

Il mondo parlava di come Fairy Tail fosse stata spazzata via, di come tutti gli elementi degni di nota fossero stati annientati in un secondo, di quanto era stata drasticamente ridotta la sua potenza.

Per anni si sarebbe detto che Fairy Tail era diventata una gilda da pochissimo conto, stupendosi al confronto col radioso passato, commiserando o deridendone la potenza divenuta miserevole.

Per anni si sarebbe continuato solo a dire che, senza i suoi maghi più forti, Fairy Tail non era nulla.

Mai simili pensieri sfiorarono i suoi membri.

A nessuno importava di quanto fossero divenuti deboli.

Non avevano perso i loro “elementi forti”; avevano perduto i loro amici, le loro amiche, i loro compagni, persone tanto amate, che mai più avrebbero rivisto.

 

Nei primi giorni, i peggiori, ciascuno cercò di resistere, per non impazzire dal dolore. Ognuno cercò di assimilare e di risollevarsi, cercando disperatamente un appoggio, come sempre fanno gli esseri umani quando sono colpiti da un dolore insopportabile.

Assimilare il dolore, e risollevarsi: il naturale corso delle cose.

Ci fu chi, come Jet, non si lasciò travolgere dagli eventi, e, dopo aver pianto quante lacrime aveva da parte, si fece stoico, e coraggioso, per sé stesso e per gli altri che come lui soffrivano.

Ma altri, come Droy, non ci riuscirono.

Altri, come lui, si rifiutarono di accettare, di sopportare, e mancò loro la forza per andare avanti.

 

“LASCIAMI!”

“NO!”

“ANDRÒ IO A CERCARLA! ANDRÒ IO!”
“CHE PUOI FARE TU? NIENTE, ECCO COSA!”
“LASCIAMI ANDARE! IO RITROVERÒ LEVI!”

“DROY, SMETTILA!”

Lo colpì forte, al volto, con tutte le sue forze, sbattendolo letteralmente contro il muro.

Per fortuna lì fuori non c’era nessun altro a vederli.

Droy fece per alzarsi, ma il dolore alla guancia, ancora vivo, lo fece ricascare a terra.

Jet riprendeva fiato, e nel mentre gli sembrava di sentire i denti dell’amico stringersi, raschiare, pronti a creparsi. Le dita artigliavano il terreno, e tutta la mano, e il braccio vibravano con loro, per quanta forza ci metteva.

Droy urlò forte, ma era tutta scena: la sua voce si piegò, riducendosi lentamente a un verso sofferente, come un lieve scricchiolio.

“Droy, riprenditi…” ansimò Jet, vedendolo ricominciare a singhiozzare.

Ma sordo, il suo amico continuava a digrignare i denti e a guardare il cielo, accecato dalle sue stesse lacrime.

“Perché? Perché ci siamo fatti superare?”
“Che stai dicendo?”
“Noi siamo uomini no? Siamo gli uomini del team Shadow Gear, giusto? Levi… è una ragazza… E il master ha scelto lei anziché noi! Ha scelto lei!”

“Droy, che cazzo stai dicendo?”

Batté il pugno per terra, i singhiozzi lo fermarono per qualche attimo: “Se solo mi fossi impegnato di più! Se solo fossi stato più forte! Se lo fossi stato il master avrebbe chiamato me per l’esame, e ci sarei morto io su quella fottuta isola! CI SAREI MORTO IO!”

“ZITTO!” -urlò Jet, sul punto di dargli un altro pugno- “Pensi sarebbe stato meglio? Eh? Pensi sarebbe stato meglio? Pensi che io ti avrei pianto di meno? Che Levi non ti avrebbe pianto come la stai piangendo tu adesso? Allora?”

Riprese fiato: “Non dire mai più che saresti voluto morire al suo posto! Così offendi la sua memoria!”

Droy sussultò: “La sua memoria… Non dire così! Lei è…”
“LEI NON TORNERÀ PIÙ!”

Gli fece tanta paura da costringerlo a rintanarsi nuovamente contro il muro.

Jet tirò su col naso: “Non tornerà… Mi hai capito? Non tornerà.”

Tirò di nuovo su: “Fattene una ragione!”

Jet andò via. Ma Droy non fece come aveva detto. Se ne restò lì, avvinto tra i ceppi del suo dolore, che quelle parole crudeli ma vere avevano solo appesantito anziché sciogliere.

Gli girava la testa, e ad ogni giro rivedeva Levi e i momenti passati con lei, e i momenti con sé stesso, a sperare che lei ricambiasse il suo amore. Li rivedeva e se ne stava lì, a piagnucolare, singhiozzare, gemere.

Restò lì più di un’ora.

 

Non tutti sono forti. Non tutti assimilano il dolore; non nel modo giusto almeno.
Alcuni preferiscono nasconderlo, altri scelgono l’ancora sbagliata a cui affidarsi.

E Droy rifiutò la forza che il suo migliore amico cercò di infondergli.

Come anche oggi accade ad altri, trovò la consolazione nell’oblio.

E il suo oblio, fu il cibo.

 

Lui che era sempre stato magro, che mai si era dimostrato goloso, iniziò a mangiare, ogni giorno come per due, e se all’esterno le ferite del suo animo sembravano guarire, che peggiorassero invece era sotto gli occhi di tutti, man mano che, col passare dei mesi, si faceva più grosso, più pesante, più rotondo, irriconoscibile.

Col tempo smise di pensare a Levi, apparentemente, ricominciò ad andare in missione e a mettercela tutta per Fairy Tail, e continuò a mangiare e mangiare.

 

“La pianti?”

Andò avanti così anche alla nuova gilda. C’era meno roba da mangiare e di minore qualità, ma lui non si faceva mancare mai niente, anche a costo di portarsi il cibo da casa.

“Se ne vuoi un po’ basta chiedere.” fece Droy, allungandogli il piatto col pollo arrosto.

Jet scosse il capo. Voleva bene e disprezzava al contempo quella palla di lardo che stava diventando il suo migliore amico.

Lo capiva, ma lui mica aveva fatto tante scene. Aveva amato Levi, ma per lei non si era ridotto ad affogare in una maniera tanto ridicola.

Ma sapeva anche, che non tutte le persone sono uguali. C’è chi ce la fa, e chi non ce la fa.

“Droy, tra poco non entrerai più dalla porta!”
“Umpf, ma non dire idiozie!” rispose lui come di buon umore, tra un morso e l’altro.

Jet sbuffò: “Lo sai che direbbe Levi se ti vedesse ora?”

“Sta zitto…”
“Direbbe che stai diventando un brutto ciccione lardoso!”

Il ciccione picchiò i pugni sul tavolo: “NON METTERE IN MEZZO LEVI!”

Le poche paia di occhi rimasti andarono tutte su di lui. Il master e gli altri avevano tentato all’inizio di fermarlo, ma ben presto era stato chiaro a tutti che, se non ci riusciva il suo migliore amico, nessuno ci sarebbe riuscito.

“Lei non tornerà, non è vero? L’hai detto tu stesso! Quindi non rompere, mi rovini l’appetito.”

Fu il colmo per lui. Jet si vide costretto a stringere i denti ed annuire.

“Bene!”

Si risedette e tornò a mangiare; il suo compagno, allontanandosi a testa bassa, capì che, se non voleva perdere anche lui, non gli restava che accettarlo anche così, in quella maniera tanto pietosa.

Forse era meglio così, che si sfogasse su qualcosa di materiale, invece che soffrire ogni giorno per un caro ricordo andato.

 

Droy tornò a casa di cattivo umore e con una grande fame.

“Che rottura che è Jet! Io faccio quello che mi pare!

Richiuse la porta e andò subito in cucina: aveva voglia di un po’ di pane e marmellata. Un bel po’ di pane e marmellata.

Preparò tutto l’occorrente e si sedette a tavola.

“Mica siamo tutti bravi come lui a dimenticare!”

Spalmava le fette fino a colorarle tutte, e poi le mandava giù una dopo l’altra come patatine.

“Che gliene frega a lui poi? Non è mica mia madre!”

Buttò giù e subito se ne preparò un’altra, continuando a bofonchiare tra sé e sé quelle ridicolaggini.

“Io mica mangio per Levi, mangio perché ho fame!”

Si pulì con un fazzoletto e intinse di nuovo il coltello nel barattolo.
“Se Levi fosse qui… Bah! Se Levi fosse qui di certo non mi direbbe che sono un ciccione! Lei era così dolce. Figurarsi se direbbe proprio così! Umpf!”

Spalmò.

“Se Levi fosse qui…”

 

“Se Levi fosse qui direbbe…”

 

<< Droy, ti prego, smettila. Non voglio che tu soffra così tanto per me… Ti prego! >>

 

“……”

Si, avrebbe detto esattamente così.

 

Si sentì mancare le forze. Cadde in avanti, sul tavolo: la guancia gonfia di largo attutì la caduta.

Rimase fermo in quella scomoda posizione, col muso attaccato al tavolo, a fissare una macchia di marmellata di lamponi mista a lacrime che stava a un palmo dal suo naso.

La fissò a lungo, diluendola pian piano.

 

<< Non voglio che tu soffra così tanto per me… >>

 

Si sollevò dal tavolo. Prese la macchia col dito e lo leccò.

Per il resto di quel giorno, almeno, non mandò giù nemmeno un altro boccone.

 

Un amore non corrisposto può distruggere un uomo.

Un amore sparito nel nulla può essere anche peggio.

 

 

 

Esistono persone a questo mondo che, subito un colpo, si lasciano vincere da esso. Droy, a mio avviso, è una di queste. Sia Jet che Droy adoravano Levi, ma solo quest’ultimo è diventato un ciccione nei 7 anni della scomparsa della loro amata compagna; può voler dire che Jet forse amava di meno Levi rispetto a Droy, forse che Droy è meno forte psicologicamente rispetto a Droy, sicuramente che ognuno affronta la sofferenza a modo proprio.

E certi tipi di sofferenza non lasciano scampo, e tutto ciò che un buon amico può fare è comprendere e restare vicino.

La prossima storia, anch’essa un po’ nostalgica, ma credo meno malinconica, tratterà di Reedus, il mago pittore, i cui ritratti conservano e conserveranno per sempre i volti amici di un tempo. Non ci sono molte fic su di lui, forse nessuna, quindi non perdetevela! ^__^


Alla prossima!

  
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