Ehilà
a tutti! Salve qualche mosca al naso, è di nuovo un periodo ispirato e
positivo, sia per le fanfic che per i disegni! Riguardo quest’ultimo punto,
sappiate che ho disegnato la scena chiave del capitolo precedente (molto
piaciuto, ne sono felice ^__^), e che forse in futuro sarà postata su
Deviantart nel mio account, che dopo vi linkerò.
Fateci
un giro ogni tanto! ^__^
Questa
storia potrebbe essere considerata la più triste e tragica delle sette. Il
personaggio di Droy finora mi era sembrato alquanto anonimo, ma quando l’ho
visto dopo il salto temporale l’ho rivalutato: né in bene né in male, ma dal
punto di vista puramente umano.
Perché
rappresenta veramente tante persone, quelle che si lasciano andare, e
“trasformare” dal proprio dolore… Persone a cui spetta tutta la nostra
comprensione e il nostro aiuto.
Buona
lettura.
PS:
NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPPS: Link di Deviantart: http://tonycocchi.deviantart.com/
“CHE DIREBBE SE FOSSE QUI?”
I
primi giorni furono i peggiori.
La
frammentarietà della notizia, l’incredulità davanti a qualcosa di così assurdo,
la speranza di ritrovarli ancora vivi, impedirono al dolore e alla disperazione
di esplodere tutti in una volta, e per bene.
Invece,
lo shock si protrasse per giorni e giorni, man mano che si capiva cosa
significassero quelle notizie da Tenrou, man mano che le speranze di riaverli
indietro sparivano del tutto.
Per
giorni, le urla e i pianti risuonarono tra le mura della gilda, soffocando le
persone al suo interno con una cappa di speranze deluse, impotenza, rabbia, e
dolore, tantissimo dolore.
Il
mondo parlava di come Fairy Tail fosse stata spazzata via, di come tutti gli
elementi degni di nota fossero stati annientati in un secondo, di quanto era
stata drasticamente ridotta la sua potenza.
Per
anni si sarebbe detto che Fairy Tail era diventata una gilda da pochissimo
conto, stupendosi al confronto col radioso passato, commiserando o deridendone
la potenza divenuta miserevole.
Per
anni si sarebbe continuato solo a dire che, senza i suoi maghi più forti, Fairy
Tail non era nulla.
Mai
simili pensieri sfiorarono i suoi membri.
A
nessuno importava di quanto fossero divenuti deboli.
Non
avevano perso i loro “elementi forti”; avevano perduto i loro amici, le loro
amiche, i loro compagni, persone tanto amate, che mai più avrebbero rivisto.
Nei
primi giorni, i peggiori, ciascuno cercò di resistere, per non impazzire dal
dolore. Ognuno cercò di assimilare e di risollevarsi, cercando disperatamente
un appoggio, come sempre fanno gli esseri umani quando sono colpiti da un
dolore insopportabile.
Assimilare
il dolore, e risollevarsi: il naturale corso delle cose.
Ci
fu chi, come Jet, non si lasciò travolgere dagli eventi, e, dopo aver pianto
quante lacrime aveva da parte, si fece stoico, e coraggioso, per sé stesso e
per gli altri che come lui soffrivano.
Ma
altri, come Droy, non ci riuscirono.
Altri,
come lui, si rifiutarono di accettare, di sopportare, e mancò loro la forza per
andare avanti.
“LASCIAMI!”
“NO!”
“ANDRÒ
IO A CERCARLA! ANDRÒ IO!”
“CHE PUOI FARE TU? NIENTE, ECCO COSA!”
“LASCIAMI ANDARE! IO RITROVERÒ LEVI!”
“DROY,
SMETTILA!”
Lo
colpì forte, al volto, con tutte le sue forze, sbattendolo letteralmente contro
il muro.
Per
fortuna lì fuori non c’era nessun altro a vederli.
Droy
fece per alzarsi, ma il dolore alla guancia, ancora vivo, lo fece ricascare a
terra.
Jet
riprendeva fiato, e nel mentre gli sembrava di sentire i denti dell’amico
stringersi, raschiare, pronti a creparsi. Le dita artigliavano il terreno, e
tutta la mano, e il braccio vibravano con loro, per quanta forza ci metteva.
Droy
urlò forte, ma era tutta scena: la sua voce si piegò, riducendosi lentamente a
un verso sofferente, come un lieve scricchiolio.
“Droy,
riprenditi…” ansimò Jet, vedendolo ricominciare a singhiozzare.
Ma
sordo, il suo amico continuava a digrignare i denti e a guardare il cielo,
accecato dalle sue stesse lacrime.
“Perché?
Perché ci siamo fatti superare?”
“Che stai dicendo?”
“Noi siamo uomini no? Siamo gli uomini del team Shadow Gear, giusto? Levi… è
una ragazza… E il master ha scelto lei anziché noi! Ha scelto lei!”
“Droy,
che cazzo stai dicendo?”
Batté
il pugno per terra, i singhiozzi lo fermarono per qualche attimo: “Se solo mi
fossi impegnato di più! Se solo fossi stato più forte! Se lo fossi stato il
master avrebbe chiamato me per l’esame, e ci sarei morto io su quella fottuta
isola! CI SAREI MORTO IO!”
“ZITTO!”
-urlò Jet, sul punto di dargli un altro pugno- “Pensi sarebbe stato meglio? Eh?
Pensi sarebbe stato meglio? Pensi che io ti avrei pianto di meno? Che Levi non
ti avrebbe pianto come la stai piangendo tu adesso? Allora?”
Riprese
fiato: “Non dire mai più che saresti voluto morire al suo posto! Così offendi
la sua memoria!”
Droy
sussultò: “La sua memoria… Non dire così! Lei è…”
“LEI NON TORNERÀ PIÙ!”
Gli
fece tanta paura da costringerlo a rintanarsi nuovamente contro il muro.
Jet
tirò su col naso: “Non tornerà… Mi hai capito? Non tornerà.”
Tirò
di nuovo su: “Fattene una ragione!”
Jet
andò via. Ma Droy non fece come aveva detto. Se ne restò lì, avvinto tra i
ceppi del suo dolore, che quelle parole crudeli ma vere avevano solo appesantito
anziché sciogliere.
Gli
girava la testa, e ad ogni giro rivedeva Levi e i momenti passati con lei, e i
momenti con sé stesso, a sperare che lei ricambiasse il suo amore. Li rivedeva
e se ne stava lì, a piagnucolare, singhiozzare, gemere.
Restò
lì più di un’ora.
Non
tutti sono forti. Non tutti assimilano il dolore; non nel modo giusto almeno.
Alcuni preferiscono nasconderlo, altri scelgono l’ancora sbagliata a cui
affidarsi.
E
Droy rifiutò la forza che il suo migliore amico cercò di infondergli.
Come
anche oggi accade ad altri, trovò la consolazione nell’oblio.
E
il suo oblio, fu il cibo.
Lui
che era sempre stato magro, che mai si era dimostrato goloso, iniziò a
mangiare, ogni giorno come per due, e se all’esterno le ferite del suo animo sembravano
guarire, che peggiorassero invece era sotto gli occhi di tutti, man mano che,
col passare dei mesi, si faceva più grosso, più pesante, più rotondo,
irriconoscibile.
Col
tempo smise di pensare a Levi, apparentemente, ricominciò ad andare in missione
e a mettercela tutta per Fairy Tail, e continuò a mangiare e mangiare.
“La
pianti?”
Andò
avanti così anche alla nuova gilda. C’era meno roba da mangiare e di minore
qualità, ma lui non si faceva mancare mai niente, anche a costo di portarsi il
cibo da casa.
“Se
ne vuoi un po’ basta chiedere.” fece Droy, allungandogli il piatto col pollo
arrosto.
Jet
scosse il capo. Voleva bene e disprezzava al contempo quella palla di lardo che
stava diventando il suo migliore amico.
Lo
capiva, ma lui mica aveva fatto tante scene. Aveva amato Levi, ma per lei non
si era ridotto ad affogare in una maniera tanto ridicola.
Ma
sapeva anche, che non tutte le persone sono uguali. C’è chi ce la fa, e chi non
ce la fa.
“Droy,
tra poco non entrerai più dalla porta!”
“Umpf, ma non dire idiozie!” rispose lui come di buon umore, tra un morso e l’altro.
Jet
sbuffò: “Lo sai che direbbe Levi se ti vedesse ora?”
“Sta
zitto…”
“Direbbe che stai diventando un brutto ciccione lardoso!”
Il
ciccione picchiò i pugni sul tavolo: “NON METTERE IN MEZZO LEVI!”
Le
poche paia di occhi rimasti andarono tutte su di lui. Il master e gli altri
avevano tentato all’inizio di fermarlo, ma ben presto era stato chiaro a tutti
che, se non ci riusciva il suo migliore amico, nessuno ci sarebbe riuscito.
“Lei
non tornerà, non è vero? L’hai detto tu stesso! Quindi non rompere, mi rovini l’appetito.”
Fu
il colmo per lui. Jet si vide costretto a stringere i denti ed annuire.
“Bene!”
Si
risedette e tornò a mangiare; il suo compagno, allontanandosi a testa bassa,
capì che, se non voleva perdere anche lui, non gli restava che accettarlo anche
così, in quella maniera tanto pietosa.
Forse
era meglio così, che si sfogasse su qualcosa di materiale, invece che soffrire
ogni giorno per un caro ricordo andato.
Droy
tornò a casa di cattivo umore e con una grande fame.
“Che
rottura che è Jet! Io faccio quello che mi pare!
Richiuse
la porta e andò subito in cucina: aveva voglia di un po’ di pane e marmellata.
Un bel po’ di pane e marmellata.
Preparò
tutto l’occorrente e si sedette a tavola.
“Mica
siamo tutti bravi come lui a dimenticare!”
Spalmava
le fette fino a colorarle tutte, e poi le mandava giù una dopo l’altra come
patatine.
“Che
gliene frega a lui poi? Non è mica mia madre!”
Buttò
giù e subito se ne preparò un’altra, continuando a bofonchiare tra sé e sé
quelle ridicolaggini.
“Io
mica mangio per Levi, mangio perché ho fame!”
Si
pulì con un fazzoletto e intinse di nuovo il coltello nel barattolo.
“Se Levi fosse qui… Bah! Se Levi fosse qui di certo non mi direbbe che sono un
ciccione! Lei era così dolce. Figurarsi se direbbe proprio così! Umpf!”
Spalmò.
“Se
Levi fosse qui…”
“Se
Levi fosse qui direbbe…”
<<
Droy, ti prego, smettila. Non voglio che
tu soffra così tanto per me… Ti prego! >>
“……”
Si,
avrebbe detto esattamente così.
Si
sentì mancare le forze. Cadde in avanti, sul tavolo: la guancia gonfia di largo
attutì la caduta.
Rimase
fermo in quella scomoda posizione, col muso attaccato al tavolo, a fissare una
macchia di marmellata di lamponi mista a lacrime che stava a un palmo dal suo
naso.
La
fissò a lungo, diluendola pian piano.
<<
Non voglio che tu soffra così tanto per
me… >>
Si
sollevò dal tavolo. Prese la macchia col dito e lo leccò.
Per
il resto di quel giorno, almeno, non mandò giù nemmeno un altro boccone.
Un
amore non corrisposto può distruggere un uomo.
Un
amore sparito nel nulla può essere anche peggio.
Esistono
persone a questo mondo che, subito un colpo, si lasciano vincere da esso. Droy,
a mio avviso, è una di queste. Sia Jet che Droy adoravano Levi, ma solo quest’ultimo
è diventato un ciccione nei 7 anni della scomparsa della loro amata compagna;
può voler dire che Jet forse amava di meno Levi rispetto a Droy, forse che Droy
è meno forte psicologicamente rispetto a Droy, sicuramente che ognuno affronta
la sofferenza a modo proprio.
E
certi tipi di sofferenza non lasciano scampo, e tutto ciò che un buon amico può
fare è comprendere e restare vicino.
La
prossima storia, anch’essa un po’ nostalgica, ma credo meno malinconica,
tratterà di Reedus, il mago pittore, i cui ritratti conservano e conserveranno
per sempre i volti amici di un tempo. Non ci sono molte fic su di lui, forse
nessuna, quindi non perdetevela! ^__^
Alla prossima!