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Autore: maryc    14/10/2011    7 recensioni
Tratto dal capitolo 1:
“Ciao.” Ecco qualcuno mi ha tolto dall’imbarazzo. Sposto lo sguardo sul folletto che mi rivolge un sorriso abbagliante. Lei sa, e sa che io so. Almeno io suo sorriso furbo mi conferma tutto. Le sorrido di rimando.
Ora che fa? Saltella sul posto e batte le mani? Per poco non cado a terra. Ma che le prende? È per caso pazza?
Ora la guardo confusa, ma lei saltella ancora di più. Oddio, ma dove sono finita.
Ciao ragazze, una mini ff che avevo in mente in questi giorni e che oggi mi sono decisa a mettere nero su bianco. Spero vi piaccia!
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ricordi

“Ma dai, hai per amici una coppia di vampiri che seguono la dieta classica e non vuoi stare da noi che siamo vegetariani e inoltre la tua famiglia?” Tutti ci fissano confusi e sorpresi.

“Alice, fino ad ora solo in tre eravate a conoscenza della mia esistenza, vorrei che anche gli altri realizzassero ehm...me, e poi sinceramente non credo che mi troverei a mio agio.” Subito Esme abbassa il capo imbarazzata.

“Oh no, non per la vostra natura o per i nostri…trascorsi, ma per il semplice motivo che da quando sono andata a Yale ho sempre vissuto da sola e comunque a casa eravamo in tre, non sono abituata a tutta questa…folla.” Sospirano di sollievo.

“Ora vado.”

Entro in macchina velocemente e riparto con ancor più fretta. Voglio stare un po’ da sola. Devo assimilare tutto ciò che è successo.

 

POV CARLISLE

Guardo l’auto della mia bambina andare via. Stringo tra le mie braccia mia moglie.

“Carl…” Singhiozza sul mio petto. le accarezzo la schiena.

“Abbiamo sbagliato tutto.” Le sussurro e lei annuisce con il capo.

Mi torna in mente quella bambina di sei anni che è stata portata urgentemente in ospedale, appena la vidi il mio cuore si riempì nuovamente di amore, amore paterno. Era piena di lividi, di escoriazioni, la gamba e il braccio destri rotti, il polso sinistro slogato, tre costole rotte e tre incrinate. La schiena era ricoperta di sangue e c’erano schegge di vetro ovunque. La testa era piena di tagli. Era svenuta e non si sapeva se avrebbe superato la notte. Mi dissero subito che i genitori erano morti sul colpo. A quelle parole il mio amore per lei crebbe ancora di più.

L’intervento durò tantissimo, speravo di averla salvata. Restai al suo fianco per tre giorni. Volevo che riaprisse nuovamente gli occhi, volevo vederla ridere, giocare, parlare.

Esme fu al mio fianco in quei tre giorni e nel suo sguardo potevo leggere amore e adorazione per lei e per me. L’avevo chiamata spiegandole la situazione e in breve l’ho avuta al mio fianco.

Al terzo giorno ero solo, Esme doveva sbrigare delle faccende.

Stavo perdendo le speranze, quando il mio udito sviluppato mi avvertì che si sarebbe svegliata a breve. Un sorriso spontaneo e sincero apparve sulle mie labbra.

La bambina aprì gli occhi, erano profondi, bellissimi, del colore del cioccolato.

Si guardava intorno spaesata fino a che il suo sguardo si posò su di me e arrossì. Mi faceva troppo tenerezza e la trovai la bambina più bella del mondo, anche piena di lividi, graffi, escoriazioni. Era semplicemente perfetta.

Mi sorrise, prima timidamente e poi apertamente. Non dimenticherò mai le sue parole.

“Tu sei il principe di Biancaneve!” La guardai prima sconcertato e poi iniziai a ridere.

“No tesoro, sono solo un dottore, e poi il principe di Biancaneve non ha i capelli neri?”

“Hai ragione, tu sei più bello. Allora vuoi essere il mio principe?” Se avessi potuto sarei scoppiato a piangere.

“Ne sarei onorato.”

“Ma lo sai che sei proprio un bel dottore? Di solito sono tutti brutti e vecchi.” Scoppiai a ridere di cuore. Da quel giorno non l’abbandonai mai. L’aiutavo nella riabilitazione, l’aiutavo a mangiare, l’aiutavo in tutto, solo per lavarsi non voleva farsi aiutare, diceva sempre che non era da signorine educate ed io ridacchiavo sempre. Il problema era che non voleva farsi aiutare neanche dalle infermiere, così chiesi ad Esme. Dal suo risveglio non era più venuta, aspettava che fossi io a dirle di venire. Questo perché le persone hanno paura di noi, anche se non sono a conoscenza del nostro segreto, ma lei non ha mai mostrato paura.

“Doc quando divento grande mi sposi?” Mi spiazzava sempre.

“Amore io sono già sposato.”

“Ohh veramente? Me la fai conoscere? Dai ti prego, ti prego, ti prego.”

“Certo Bella, anzi se vuoi sarà Esme ad aiutarti con il bagnetto e il pigiamino.”

“Che bel nome. Quando viene? Dai, dai, dai.” Era una forza della natura, ma mai una volta mi ha parlato dei suoi genitori ed io non sapevo come affrontare l’argomento.

“Veramente è qui fuori, aspetta solo di poter entrare.” Mi guardò allibita e poi si mise ad urlare.

“Falla entrare, chiamala, anzi no aspetta. Come sto?” Sentii Esme sorridere.

“Sei più bella di una principessa.” Stavo per aprire per far entrare Esme quando venni bloccato di nuovo.

“Papà, ma anche se sei sposato, sei sempre il mio principe?” Smisi di respirare e mi paralizzai. Mi aveva chiamato papà. Con gli occhi lucidi corsi ad abbracciarla.

“Certo amore, io sarò sempre il tuo principe e tu la mia principessa.”

“La mamma allora è la regina.” Esme era paralizzata, proprio come me. Lei mi guardava curiosa ma avevo capito che voleva dirmi qualcosa così la incitai con lo sguardo.

“Ma io posso chiamarti papà? L’altro mio papà ora è in cielo, ma tu non mi lasci?”

“No amore, io non ti lascio e sono onorato di essere il tuo papà.”

Dopo un altro caloroso abbraccio finalmente Esme e la mia principessa si incontrarono.

“Ohhh avevo ragione che tu sei il principe, lei è Biancaneve.” Esclamò cercando di sedersi.

“Vuoi essere la mia mamma? Sei bellissima, anzi sei più bella di Biancaneve. Ti posso dare un bacino?” Se mia moglie avesse potuto sarebbe prima scoppiata a piangere e poi sarebbe svenuta dalla felicità. In quel momento, vedendo le mie donne abbracciate seppi cosa fare. Mi scusai e corsi subito da Jasper. Gli spiegai cosa volevo fare e dopo avermi chiesto se ne ero sicuro, corse a fare quanto chiesto.

Tornai in ospedale nel giro di poche ore con tutti i documenti in mano e mi ritrovai una scena dolcissima. Esme si faceva spazzolare i capelli da Bella e ridevano tranquille. Sapevo che Esme mi aveva sentito arrivare.

“Mamma piaceremo a papà?”

“Certo tesoro, ci siamo fatte belle apposta per lui.” Sorrisi a quelle parole e bussai per palesare la mia presenza.

Quando dicemmo a Bella che l’avevamo adottata ed era nostra figlia a tutti gli effetti ha pianto tantissimo di gioia e non smetteva di abbracciarci e baciarci ringraziandoci in continuazione.

È stato l’anno migliore della nostra esistenza, solo che la piccolina purtroppo è dovuta stare molto in ospedale perché ha dovuto fare molta riabilitazione.

Con il passare del tempo le domande sulla nostra pelle fredda e sugli occhi che diventavano neri si facevano frequenti. Edward sentiva i nostri pensieri e Jasper le nostre emozioni e ci proposero di andare via, anche perché era da un po’ che eravamo lì. Non sapevamo come fare con la piccolina, ma l’unica soluzione, la più giusta era quella di lasciarla, ovviamente assicurandole tutto il meglio. Le assicurammo le migliori cure, assumemmo personale affinché fosse stata sempre bene e nominammo un tutore che lei non ha mai visto. Lui ci aggiornava costantemente e le badanti e tutto il resto del personale si rivolgevano direttamente a lui. Sappiamo che a sofferto molto, ma non potevamo portarla con noi, siamo pericolosi e lei è umana.

“Credo sia meglio rientrare e ragionare con calma.” Ecco Jasper, pratico e razionale.

Ci accomodiamo in salotto tutti in silenzio.

“Ci piacerebbe sapere tutto.” dice Rosalie breve e coincisa. Edward ha sempre rispettato la mia privacy ed ha cercato di restare fuori dai nostri pensieri il più possibile, ma anche lui è curioso.

Raccontammo tutto con precisione, senza lasciare alcun particolare o emozione. Ovviamente erano a conoscenza del fatto di avere una sorella umana, ma non li abbiamo mai presentati, anche se erano curiosi, soprattutto Rose ed Alice.

“Bene e questo è tutto.”

“Ora dobbiamo cercare di riprenderci nostra sorella. L’abbiamo fatta soffrire molto, ma lei ci ha cercati e ci sta concedendo un’altra possibilità, non distruggiamola.” Guardiamo sorpresi Rose e lei ci mette a tacere con un gesto secco della mano.

“Anche io sono d’accordo e poi hai visto Rose? Ha veramente gusto, sia nell’abbigliamento che in fatto di auto.” Anche Alice è partita.

“Ha carattere la mia sorellina.” Emmett è con noi.

“Mi ha fronteggiato senza aver paura, anzi si è fatta beffe di me. È una tipa tosta.” Anche Jasper ha acconsentito, manca solo Edward. ci voltiamo verso di lui e sembra assorto nei suoi pensieri.

“E-Edward?” Sussurra Esme. Lui sembra risvegliarsi e noi lo guardiamo stralunati mentre Jasper ridacchia.

“Credo proprio che qualcuno qui si sia preso una cotta per la sorellina.” Lo fissiamo prima sbalorditi, poi Esme si illumina mentre io ringhio.

“Come puoi innamorarti della mia bambina?” Tutti mi fissano sorpresi e Edward si passa una mano tra i capelli imbarazzo e a disagio.

“Non…non l’ho deciso io. È arrivata qui con quel suo odore che subito mi ha ammaliato, poi Carlisle non puoi non ammetterlo è bellissima e i suoi occhi, ohhh che occhi, e le labbra…” Lo blocco con un ringhio.

“Ne riparleremo ma cerca di non parlare di MIA figlia in questi termini, almeno non davanti a me.” Tutti ridacchiano e se potesse, Edward, sarebbe rosso pomodoro. Non ha mai detto nulla del genere su una ragazza. Poi mi blocco e fisso Esme stralunato.

“Ha-ha parlato di primo bacio e di-di p-prima volta? L’ho immaginato vero?” La guardo speranzoso.

“No caro, è tutto vero.” I miei occhi diventano neri e inizio a ringhiare. Nessuno deve toccare la mia bambina.

“Ahio.” Uno scappellotto mi fa riprendere e lo sguardo infuocato di mia moglie placa in parte la mia furia omicida, però un altro ringhio ci sorprende, questa volta è Edward, ed anche lui viene ripreso con uno scappellotto di Emmett.

“Smettetela, con questo comportamento non otterremo nulla. Ricordatevi che l’abbiamo abbandonata e lei ha avuto le sue esperienze. Se ora vai da lei in modalità padre geloso, penso che avrai una porta in faccia ed urla che si sentirebbero in tutta Forks. Edward poi tu devi cercare di conquistarla con la dolcezza e la tua galanteria, non volendo uccidere tutti gli uomini presenti sulla faccia della terra.” Giusto ha ragione.

“Bene, ragioniamo. Innanzitutto ci serve un bel regalo.” Fissiamo Emmett.

“Giusto abbiamo dimenticato che la mia principessa si laurea. Sono emozionato.”

“Papà noi ci siamo laureai tante volte ma non hai mai fatto così?”

“Sei geloso scimmione?” Non li ascolto neanche. Guardo con amore mia moglie, lei è emozionata forse più di me.

Le prendo una mano e la conduco in camera, sa che voglio rivedere tutte le foto che abbiamo della nostra bambina. Passiamo così il pomeriggio ripensando a quell’anno insieme, rivivendo quei momenti e soffrendo per ciò che ha passato a causa nostra.

Ci riscatteremo.

 

POV BELLA

Ancora non mi rendo conto di ciò che ho detto e fatto. Mi sono tolta un peso, un enorme peso. Non avrei retto ancora molto prima di crollare definitivamente. La perdita degli Swan mi ha resa ancora più debole.

Mi squilla il telefono e rispondo senza vedere chi mi chiama.

“Isabella, carissima.” Ecco è lui.

“Ah sei tu.”

“Oh ma come sei gentile. Allora dimmi un po’, li hai trovati?” Sospiro, infondo gli devo qualcosa e il compromesso raggiunto mi sembra la miglior cosa.

“Si.” Dico sospirando.

“Come è andata?”

“Ti interessa veramente?”

“Effettivamente no. Allora ricordi il nostro patto?”

“Come potrei dimenticarlo. Non ho la memoria corta.”

“Bene, ho chiamato solo per accertarmi di questo. A presto carissima.”

Chiudo senza rispondere e mi butto sul letto sospirando.

Già il nostro patto.

Sbuffo e mi accendo una sigaretta, l’ennesima.

“Non hai fumato troppo per oggi?” Non apro gli occhi, aspettavo già da un po’ la loro comparsa.

“Vi aspetto da un po’. potevate venire prima come sostegno morale.”

“Oh dai tesoro, non è andata male.”

“Certo che no Vic, per poco non mi veniva una crisi davanti a loro.”

“Sono la tua famiglia.”

“Famiglia che mi ha abbandonata e prima che tu aggiunga qualcosa, non mi importa perché l’hanno fatto, mi hanno comunque abbandonata.”

“Vic, amore, questa volta Bella ha ragione.”

“James tu e lei vi siete trovati, andate sempre d’accordo.” Si allungano uno alla mia destra e l’altra alla mia sinistra.

“Cosa si prova a fumare?” Corrugo la fronte alla domanda di James, già cosa si priva? Non lo so neanche io, ma mi piace e mi rilassa.

“Non lo so, vuoi provare? Tanto non può accaderti nulla, sei già morto.”

“A volte hai un macabro senso dell’umorismo, cara.”

“Lo prendo come un complimento James.” Accende una sigaretta mentre Vic ci rimprovera per la nostra superficialità.

“Sta arrivando qualcuno, ne sono due, vuoi che andiamo via?”

“Perché? Sanno che ho amici vampiri e sanguinari, sentirebbero il vostro odore e poi diciamo che in un certo senso sono loro gli intrusi, non voi.”

“Ehi da quando ti conosciamo non uccidiamo nessuno, prendiamo il sangue alla banca del sangue.”

“Era solo per fare scena.”

“Ripeto ha un macabro senso dell’umorismo.” Mentre ridacchio vedo entrare dalla finestra Emmett e Jasper. Ci guardano con gli occhi spalancati. Certo non deve essere normale vedere un’umana allungata su un letto tra due vampiri che bevono sangue umano, mentre ridono e fumano tranquilli.

“Oh ciao ragazzi, noi siamo James e Victoria, siamo amici di Bella. Voi siete Emmett e Jasper giusto?” annuiscono incapaci di dire altro.

Credo che ci sarà di divertirsi.

 

Abiti Bella: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=38198422&.locale=it

 

Allora ragazze ecco il secondo capitolo. Come detto non durerà molto, ma ancora non scrivo gli altri capitoli. Cosa ne pensate di quella strana telefonata? Aspetto i vostri commenti, bacio Mary.        

   
 
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