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Autore: gegatina    14/10/2011    3 recensioni
Ti guardo… quando so che tu non stai guardando.
Ti guardo… quando so che nessuno mi sta osservando.
Ti osservo immagazzinando ogni tuo dettaglio.
Ti guardo.
Ti osservo.
Sempre.
Sono brava con i dettagli, ai miei occhi non sfugge quasi nulla,
mia madre da quando ero piccola mi diceva che dal mio guardare attentamente la gente,
ne avevo fatto un arte…”l’arte della guardona”, appunto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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Ciao a tutti.
 
Ecco il nuovo capitolo.
 
Grazie a quelle anime che hanno commentato la mia storia.
 
Grazie infinite.
 
 
Spero che piaccia.
 
Kiss
gegatina
 
 
 
 
 
 
 
Cap.2        TI PARLO




 
 
Ho gli occhi fissi sul soffitto, distesa sul mio letto sento la fine
di una lunga notte.
Sono stata tutta la notte a ripensare a quello che
era successo.
I suoi occhi rossi, il terrore  del ricordo non mi molla.
Quando ho aperto gli occhi ero in braccio a mio padre, corso appena dopo aver chiamatola polizia, essere lo sceriffo ha i suoi vantaggi.
La parte difficile è stata spiegarli tutto, anche se non sono stata
del tutto sincera con lui.
Come potevo? Quella creatura non era
sicuramente umana, ho avuto tempo per pensare attentamente, ed
analizzare tutti i dettagli che la mia mente è riuscita a percepire.
E non mi piacciono.
Quel essere era freddo, il suo respiro e le sue dita me lo dicono, ma
anche la sua voce per quanto melodiosa era fredda, sicura, tipica di
uno che è capace e può tutto...
Non che io sappia qualcosa di assassini ma su certe cose  si va
d’istinto.
E l’istinto mi dice che quello poteva fare di me una polpetta in un
attimo, ha solo deciso di rimandare.
 In due parole sono spacciata. Morta. Finita. * guarda che si è
capito * senti oggi non sono in vena, quanto vuoi per stare zitta?
Charlie  è convinto di cercare un balordo in cerca di soldi  che
disperato si era lanciato in una rapina sulla figlia sbagliata. La sua.
Lo sta cercando ovunque.
Grazie papà, ma lui non voleva i miei soldi.
No, voleva molto di più. “ Il tuo sangue sarà mio.
Presto “ le sue parole erano state chiare.
Vuole la mia vita. Il sangue.
Un altro brivido mi percuote. Come si fa a combattere una cosa così? Non si può. Sono morta.
Ah, mondo crudele … * e vedi la gente morta … * vocina non vedi che
sono disperata?
non è il momento * ma se fra un pensiero e l’altro sei riuscita a infilarci anche la
fantasia di Edward poco pudica!*
Va bene! Era per sdrammatizzare, non capisci niente di psicologia tu..


Oddio!..  Ho trovato! come non ho fatto a non vederlo subito.
Ho capito!
Dio è così palese, la somiglianza. Pelle bianca,freddo.
Ma lui è diverso.
Il mio Edward  è diverso.
I  suoi occhi sono caldi di un ambra accogliente, piacevole,
rassicurante niente a che vedere con gli occhi infuocati del mio
prossimo carnefice. Da quando sono qui non è mai scomparso nessuno.
Quindi loro sono simili.
Ma non uguali.
Ma a chi voglio darla a bere, per me non cambierebbe niente anche se
scopro che non è Peter Parker ma il fratello cattivo di Venom, che
già quello…  * ma come parli, ti sei sentita? *  sai una cosa ora mi
alzo, mi hai stufata.
Mi affretto giù per le scale, e ovviamente miei piedi mi tradiscono, ruzzolo  giù  come un sacco di patate.
Dio che dolore … * dì la verità che hai deciso di ammazzarti  prima *
 vocina guarda che è colpa tua!


Sono nel parcheggio della scuola, la schiena poggiata  sul  pick-up
con la testa piegata su un libro, in un misero tentativo di camuffare
il mio sguardo.
Edward è arrivato. Non posso altro che essere felice mentre i miei
occhi godono della sua immagine.
E’ un’ora che aspetto, non ce la facevo  più a stare a casa.
 Seguo i suoi movimenti mentre scende dal auto.
Quanto può essere bello un angelo? Lui li batte tutti!
I suoi fratelli sono avanti, con passi armoniosi si dirigono verso la
scuola ma lui sembra indugiare con lo sguardo in cerca di qualcosa.
Quando i suoi occhi incontrano i miei si ferma. Il respiro mi muore in
gola  e spero con tutto il cuore di essere proprio io ciò che cercava.
Ma è solo per un attimo e i suoi occhi sfuggono così come le sue gambe
si allontanano.
Sta scappando da me. Oh Edward, oggi no, non puoi.
La mia decisione l’ho già presa. Ora devo solo mettere in atto il mio proposito.
Accelero il passo lungo il corridoio.
Oggi non bado a nessuno. L’ora di biologia è la mia salvezza e devo
arrivare prima che inizi la lezione.
Mi siedo al mio posto quasi tremando vicino a lui, ora so che cosa è
ed io mi sento ancora più insignificante nei suoi confronti. Il
mormorio dei miei compagni per me è quasi inesistente la mia mente è
occupata solo da lui, dai suoi movimenti aggraziati. L’arrivo del professore
è quasi un insulto alla mia vista.
Mi godo gli ultimi minuti tranquilli mentre cerco con tutte le mie
forze di apparire calma.
Il prof parla mentre io strappo un foglio dal mio quaderno e comincio
a scrivere.
“Ho bisogno di parlarti.” Con la mano tremante gli passo il foglio ad Edward.
Lui è sorpreso mentre legge e con lo stesso  sguardo mi ripassa il foglio
“Per quale motivo “ la sua scrittura è elegante, la mia è un
disastro, come se non avessi già abbastanza motivi di cui vergognarmi.
“E’ personale. Posso parlarti dopo le lezioni?“
“Non credo sia una buona idea“
La sua risposta è una doccia fredda, perché non vuole parlarmi? Gli
faccio cosi schifo?
Mi sento quasi morire dentro. Rifiutata prima ancora di aprire bocca.
Forse la mia faccia lo impietosisce perché molto velocemente mi riscrive
“I tuoi amici non gradiranno vederti ancora in mia compagnia”
Ah, ecco, ha paura delle pettegolezzi. Si vergogna  di me.
“ Potremo vederci dietro la palestra” Spero che non pensi che
voglio dichiararmi, un posto come quello, sembra fatto apposta per
coppiette.  * eccome se non ti piacerebbe, piccola pervertita * beh,
sì, quindi zitta.     
Sembra ancora più sorpreso per la mia
insistenza, non gli posso dare torto, ed è anche indeciso sul da farsi.
Mi affretto a mimare un  “ti prego“ calpestando il mio orgoglio.
Lui, penso abbia scorto la mia disperazione perché mi soffia un “va
bene” ed insieme con lui, oltre al senso di sollievo che provo, arriva anche il suo alito
fresco. Destabilizzante.
Il suo alito profumato mi invade dentro, è  come avere un assaggio
del frutto proibito solo sentendo il suo squisito odore.
* Bella, stai sbavando *
Il cuore mi batte così forte ora, che il dubbio che persino il prof possa
sentirlo è quasi certezza.
Sono felice. Gli parlerò.
Un piccolo sorriso spunta sulle labbra prima di riportare la sua
attenzione alla lezione.
* Bella, stai ancora sbavando *  finiscila!

Sono impaziente, quanto ci vuole ancora? Un’ora?  Due?  Dieci?  E’ un supplizio.
Ogni pensiero diventa una tortura. Cosa farà? Cosa farò? Come la
prenderà? E poi perché dovrebbe interessarlo?
Devo smetterla di pensare  sennò esplodo.
Le ore lontano da lui sono interminabili. Spero che nessuno mi
domandi niente di complicato, oltre al mio nome, perchè oggi sono priva di
risposte, e deve essere proprio la mia giornata fortunata perché me la sto
cavando.



Mentre giro l’angolo della palestra l’agitazione diventa
insopportabile, non sono più così sicura come questa mattina.
Eccolo, la sua figura mi appare imponente d’avanti. Ha fatto prima
di me ad arrivare, mi illudo perché ha fretta di parlare con me, e non
per qualche super velocità * sì,sì, continua a sognare * ma che male
c’è.
Sono così vicina a lui, ora, che potrei affogare nei suoi occhi, da
questa distanza l’ambra sembra liquida..* Bella smettila * sì,
questa volta hai ragione.
“Ciao”
“Dimmi tutto” a fretta di liquidarmi? Bene allora io vado al sodo.
“ Aiutami!”, “ Ti prego, aiutami”
Questo non se lo aspettava. Sono disperata e lui lo sente.
“ Va bene, dimmi quale è il problema” lo dice lasciando un  sospiro,
come rassegnato, ma non so a cosa.
“ Hai sentito della mia piccola disavventura?” lui fa si con la
testa, certo, in questa città si sa tutto, ed io ho evitato tutti oggi
anche per quello.
“ Be non è poi così piccola” lo guardo intensamente, voglio essere
sicura che mi capisca bene.
“ Lui è come te “ ecco lo detto. Non mi uccidere. Non fuggire. Ti prego.
Terrore, ecco cosa c’è sul suo volto. Un ringhio basso esce dalla sua gola.
OH. MIO. DIO.
Posso trovarlo, bello e sexy anche in questo istante? Soprattutto in
questo istante!
Sono eccitata. * Per la miseria! Ma non eri terrorizzata e
prossima a morire? * oh, al diavolo, non posso essere indifferente
mentre Edward fa le fusa a un passo da me. Chi se ne frega ora di
morire.
“ Edward.. contieniti.”  * lui o te?* ti avevo detto che ti pagavo. ZITTA!
La sua faccia non ha parole per descriverlo, ed io non so se
scoppiare a ridere o a piangere.
Sorpreso è dir poco.
“ Cosa intendi?” oh, andiamo..  non voglio giocare.
“ Edward, sarò sincera, in questo momento non potrei altrimenti.
So cosa sei, non voglio sapere altro, per ora, ma quel tizio mi dà la
caccia, voglio sapere se in qualche modo tu mi puoi aiutare? “
Anche se dentro sto tremando, le mie  parole sono ferme.
Mentre i suoi occhi mi scrutano, ho paura, paura del suo rifiuto.
“ Hai paura di me? “ ironia della sorte
“No!”  rispondo decisa.
“ Bene.“ mentre lo dice tira fuori il telefono da dentro la tasca dei jeans.
Ha squillato?
“ Alice, dove?  No! Non se ne parla. Un passo alla volta, Alice... Va
bene.“ E  sbuffa mentre chiude la chiamata.
Ma che razza di telefonata? Più criptico di così. E poi voglio sapere
cosa ha deciso..
“ A quanto pare il destino non si può cambiare” mormora piano, sono
ancora intenta a capirci qualcosa quando lui continua
“ Andiamo, prendiamo il tuo pick-up. Non possiamo lasciarlo qui. La mia famiglia ci aspetta”
Bene facciamo pure un banchetto di Bella.
“ Non volevi il mio aiuto? “ lo dice con il sorriso  sulla bocca,
intimandomi di seguirlo.
Un viaggio in macchina  con lui? non c’è la farò mai. Sverrò al
volante. * ricomponiti !*
“ Le chiavi ?” porge la mano, il suo tono non ammette dinieghi.
Ed io ubbidisco, d'altronde sono consapevole di me stessa.
Il cortile è ormai deserto. Siamo soli.
“ Come fai a sapere, e da quando? “ anche lui va dritto al punto.
“ Da un po’ “ ma  ho avuto la certezza di quello che sei dopo l’aggressione “
Mi guarda alzando un sopraciglio, non ho risposto del tutto. * di che
hai paura?, pensi di essere più strana di lui? *
“ Ti ricordi che mi piace guardare la gente? “ mi fa di sì con la testa
“..Mi piace… guardare anche te. “ Confesso in un mormorio.
Sono rossa in faccia, lo so per certo, sento le guance in fiamme
ancora di più quando sento il suo ridacchiare.
Antipatico. Sbuffo, con aria finta irritata.
Il rumore assordante del pick-up è quasi imbarazzante, così come
vederlo alla guida del mio catorcio.
Avrò qualcosa degno di lui?  Non credo.
“E’ cosa hai visto in me? “ * cavallo curioso!...* ma non era goloso? * Appunto!*
“Ti interessa?”
“No, ma sono curioso” mai quanto me, di te.
“ Io non ho fatto domande, ma data la situazione facciamo uno scambio
equivalente?”
“ D’accordo, inizia tu.” Imbroglione. E la cavalleria?
“ Quanto sincera voi che sia?”
“Del tutto!” dice convinto, poi gira la testa  verso di me
fregandosene della guida
“Per favore”  sussurra piano.
Eh, no, eh! così non vale. Tanto dato le previsioni sarò morta presto,
e per la fortuna che mi perseguita è già tanto essere arrivata a
diciassette anni. Che sia.
“ Non credo che ti piacerà, ma l’hai chiesto tu, quindi..da dove inizio? “
“ Dal inizio.”
“ No, sarebbe noioso ed io non voglio ucciderti con la mia sciocca e
noiosa vita.”
Una risata come mille campanelli risuona nel abitacolo  ed io mi
incanto ancora, come la prima volta quando lo sentito ridere.
Bellissimo.
“ Ridi di me.” Dico  senza nascondere anche il mio sorriso.
“ Credimi, Bella, tu sei tutto tranne che noiosa. Ma continua”
dice cercando di riprendersi.
“Quando ero piccola, oltre ad avere poca coordinazione e un’innata
sfortuna, ero timida e spesso gli altri bambini si approfittavano di me. 
Phoenix è una città in cui devi imparare a vivere in fretta.
Così cercavo sempre di guardare bene le persone in modo da capire le
loro  intenzioni.
Insomma ho sfruttato la timidezza in mia difesa, finché sono diventata
una maestra se così si può dire.”
Ora anche un po’ meno timida. Ma con la stessa sfortuna.
“ Ingegnoso per una bambina. Ma ora dimmi di me. Cosa sai esattamente.”
“ Che non mangi, probabilmente puoi anche non respirare, sei forte,
veloce… i tuoi occhi sono sempre tristi…”
“E sai tutto questo solo guardando?” sembra irritato.
“Ma che mi meraviglio? Sono uno che legge nel pensiero”
“Tu…”  ingoio a fatica “ leggi nella mente?” oh, merda
“Come? Cosa?..Dimmi? Ed io, cosa s-sai?” sono fuori di me
“ No, aspetta “ lo fermo, stava per parlare
“ Lo voglio anch’io! …Sai che risparmio di fatica “
Questa volta ridiamo insieme, mi rendo conto del assurdità della cosa.
Ed è bello sentirmi così complice con lui.
“No, di te non so niente,con te non funziona” continua, sembra più rilassato,ora.
“ E prima che lo chiedi, no, non so perché, ho questo dono da quando
sono un vampiro”
La detto, io non ho avuto il coraggio di dirlo apertamente, quasi
volessi una conferma, e lui la detto con una  leggerezza da far paura.
“perché non hai paura?” lo dice mentre i suoi occhi vogliono leggermi dentro.
“Non lo so” che risposta scema. Perché sono innamorata di te e
l’amore fa fare pazzie.
Sorride, scuotendo il capo alla mia risposta, poi cambia espressione.
“ Siamo quasi arrivati, ma visto che tu sai già di me abbastanza,
tocca ancora a te parlare appena riprenderemo il discorso. Ora ti
presento la famiglia “
“Arrivati?”
Mi guardo in torno spaesata, non mi sono resa conto della strada che
abbiamo fatto.
Davanti a noi, una splendida villa immersa totalmente nella natura.
Intorno, tutto bosco.
E’ bellissima.
Ora sì che ho paura. E poi... la famiglia? Mi ricorda Il Padrino, già
ma al meno loro mangiavano polpette e ragù .
“Pronta?” chiede mentre con la mano  accompagna la mia spalla.
OH. SANTO. CELO .
Neanche se presentasse la sua fidanzata. No, corro troppo con la
fantasia, ma il suo tocco leggero mi manda in fibrillazione, e la
spalla mi brucia anche se la sua mano è fredda.
La sua mano non si sposta ed io sarei disposta ad affrontare dieci di
famiglie pur di non spostare quella mano.
“ No, non sono pronta per niente”
“Prometto che non ti mangeremo” dice sarcastico
Per un attimo sono tentata di  dirgli che lui può anche mangiarmi se lo desidera,
 ma sarebbe troppo sfacciato da parte mia.
E opto per un altrettanto ironico
“ Molto gentile”
Ho la gola secca, sono nervosa ed agitata. Forza Bella, mi incito da
sola mentre saliamo le scale d’ingresso di casa Cullen. 
  
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