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Autore: gegatina    11/10/2011    4 recensioni
Ti guardo… quando so che tu non stai guardando.
Ti guardo… quando so che nessuno mi sta osservando.
Ti osservo immagazzinando ogni tuo dettaglio.
Ti guardo.
Ti osservo.
Sempre.
Sono brava con i dettagli, ai miei occhi non sfugge quasi nulla,
mia madre da quando ero piccola mi diceva che dal mio guardare attentamente la gente,
ne avevo fatto un arte…”l’arte della guardona”, appunto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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Ciao a tutti.
Questa è la mia prima fic quindi per favore siate clementi.
In realtà questa storia è stata un idea della mia fantastica e meravigliosa…
…diciamo quasi sorella, Rebe.
Quando ho letto la bozza mi sono innamorata ma lei non ha intenzione di continuarla e così… per sua concessione mi trovo a pubblicarla e finirla io. Spero che piace.
Approfitto anche per fare un po’ di pubblicità alla sua splendida storia  Animedi rebecca73
Buona lettura.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo 1   TI GUARDO
 
 
 
Ti guardo… quando so che tu non stai guardando.
 
Ti guardo… quando so che nessuno mi sta osservando.
 
Ti osservo immagazzinando ogni tuo dettaglio.
 
Ti guardo.
 
Ti osservo.
 
Sempre.
 
Sono mesi che ti sogno, che ti desidero, anche solo starti un po’ vicino, il mio cuore piange perché sa che non sarai mai mio.
Dolce strana creatura, che colpa ne ho se mi sono innamorata proprio di te, che sei così lontano
dal mondo che mi appartiene.
Dolce perché vedo come guardi i tuoi fratelli, con occhi di chi ama ed è amato dalla sua famiglia. Strano perché il tuo sorriso  non raggiunge mai gli occhi, quegli occhi tristi avvolti in una strana solitudine.
Creatura perché non so ancora cosa sei, cosa siete.
Sono brava con i dettagli, ai miei occhi non sfugge quasi nulla, mia madre da quando ero piccola mi diceva che dal mio guardare attentamente la gente, ne avevo fatto un arte…”l’arte della guardona”, appunto.
Forse  avevo sviluppato questa per compensare la mia timidezza, incapace di stare con la gente, ma a me andava bene così.
Almeno cosi mi lascavano in pace ad esercitare la mia arte..a guardare loro ….  lui.
“Bella! Allora cosa ne pensi? Mi stai sentendo? ecco  come non detto c’era sempre qualcuno che non si arrendeva con me, la voce squillante di Jessica sovrastava  il rumore della mensa, che noia. “Si ?” rispondo con la speranza di capire qualcosa di quello che vuole.
“Ho detto, secondo te Mike mi inviterà al ballo?”
Già Mike, un altro che non si arrende sprecando il suo tempo a ronzarmi in torno, ma perché non gli mette un bel guinzaglio e se lo tiene vicino, così lei è felice ed io pure.
”Non so Jess perche non lo inviti te?” 
”Be, c’ho pensato, ma…“ la sua voce fastidiosa mi giungeva ormai ovattata, la mia mente e il mio sguardo era di nuovo rivolto al loro tavolo, a quelle cinque perfezioni fatte persone…
I Cullen… e al mio Edward.
La sua bocca mi attraeva come una calamita peccato che ci potevo posare solo gli occhi…
* ah! Bella smettila stai peggiorando fino a qualche tempo fa il tuo pudore non ti permetteva neanche di ammettere che ti piaceva e ora da brava spudorata ti fai i film *
Sono cambiata.
Ammetto un'altra cosa a me stessa.
Lui mi hai cambiata.
Jessica continua il  suo monologo, tanto so già che sono fatti l’uno per l’altra quei due, da come si guardano e si atteggiano l’unico problema è che a Mike piace stare con i piedi in più staffe. 
 “Jess andiamo voglio ripassare biologia così mi preparo per la lezione” la mia voce sembra zittirla, ma solo per poco.
 “E perché ? Oggi il prof deve fare un nuovo argomento, non c’è bisogno di ripassare! “ 
 “Non si sa mai!” rispondo cercando di essere convincente, ma con lei è tempo perso, io so per certo che ci sarà un compito a sorpresa, prima in corridoio  ho visto il professore abbastanza nervoso e questo vuol dire: *non disturbatemi e beccatevi questo compito*  
Mi alzo, con un ultimo sguardo su di lui, la mia meta e la nostra aula, anche sua, perché è il mio compagno di banco e questo fa increspare un sorriso sulla mia bocca, sospirando penso a quanto sono malata, malata d’amore.
Lui è già lì, ma non mi guarda quando arrivo, io ho fatto tardi, colpa di * brutta- civetta- Jess *  fa finta di non vedermi, so anche questo, a lui non sfugge niente quasi quanto a me o forse di più, infatti si è preparato già il foglio come faccio io del resto, ma fosse abbiamo commesso un errore entrambi perché ci guardiamo nello stesso tempo.
I nostri sguardi si intrecciano, i suoi sono freddi ma dentro io ci vedo curiosità e frustrazione, i miei colgono l’attimo per contemplarlo, sono un fuoco dentro e la gola secca, potrei morire ora e sarei comunque felice con i suoi occhi su di me, ma  nascondo tutto dietro una maschera di indifferenza. Sono cambiata anche in questo. 
Sto diventando una brava bugiarda.
Non diciamo niente, raramente parliamo ma l’aria tra noi è pura elettricità.
Pura ed eccitante elettricità.
 
La lezione va avanti, così come la giornata ed io mi ritrovo nel mio pick-up  che mi porta a casa. Charlie non c’è quasi mai, ma il nostro è un rapporto fatto di silenzi, siamo molto simili e da buon padre mi lascia in pace con i miei pensieri.
Arrivo  e mentre mi cambio penso a cosa preparare per cena e anche alle occhiate che mi lanciava Alice nel ora di ginnastica.
Lei e l’unica dei Cullen  che mi lancia qualche sguardo, sempre con discrezione.
Ma oggi si comportava strano.
Più stranamente del solito, almeno.
Continuava a guardarmi, ed era nervosa, strano per lei, per loro, che con la calma che si ritrovano sfigura persino un nobile inglese, in ogni loro elegante movimento.
Passo in cucina ed inizio a preparare.
Sbuffo, quante ore mancano fino a domani? Fino a lui ?
*Bella ma sei scema* ah, ecco perfino la  vocetta della mia mente ci si mette.
*Zitta tu vocina malefica *
Sarà una lunga notte. Non riesco a dormire.
Sono mesi che non dormo bene, da quando mi sono trasferita qui.
Con mia madre a Phoenix era tutto più semplice.
Ma l’amore non è mai semplice.
Se poi è un amore disperato, senza speranza come il mio …. * hai  dimenticato malato * oh!, vocina ma sei ancora qui? va a dormire al posto mio che ci guadagno di salute!
E’ quasi l’alba quando stanca di questo dormiveglia decido di alzarmi dal letto e fare una colazione decente.
Di fianco, sul muro, il grande specchio riflette la mia immagine.
Sono inguardabile. I capelli sono un nido enorme d’un colore scuro come i miei occhi, sotto di esse due occhiaie nere da far paura.
Come potrebbe mai guardarmi Edward? ammesso che guardi una ragazza terrestre o umana che sia, io sarei l’ultima della lista.
Sbuffo, possibile che lui sia il mio primo pensiero la mattina? Sì.
Colazione, bagno, tutto di fretta ho perso tempo a raccogliere i pezzi di me dopo la solita caduta giù per le scale ed eccomi qui nel parcheggio della scuola.
Mi prendo i miei cinque minuti per controllare in giro, come faccio sempre.
L’insegnante  di trigonometria mentre passa l’ingresso della scuola è tutto denti, cercando in vano di far colpo sulla Cope, ma lei non lo degna di no sguardo, probabilmente è innamorata anche lei di Edward Cullen come ogni femmina di Forks.
Dio perche sono cosi sfortunata? Perche ho donato il mio cuore al unico che non lo vuole?
E sarà suo per sempre.
E’ una certezza.
Mio padre si è innamorato della mamma, giovanissimo e i suoi occhi dicono che lo ama ancora, non a importanza il tempo che li ha separati, il suo cuore non è cambiato... 
Il  tempo non cambierà il mio cuore.
Amerò per sempre lui.  
Il prof di biologia mi passa da vicino imprecando, mi dissesta… Merda! È ancora nervoso.
Sarà un altro compito.
Alzo lo sguardo e lo cerco, ed eccolo lì il mio miracolo, è bellissimo, qualcosa di selvaggio lo accompagna nei movimenti ed io ho i brividi lungo tutta la schiena, dovrei avere paura ma non posso fare a meno di ammirarlo, sembra un dio pagano sceso sulla terra.
Il mio Dio.
Beh! Cosa volete? Mi chiamo Isabella di cui macabro significato è: “devota a Dio”.
Ecco sono devota al mio Dio!
Il cuore mi scoppia, spero che lui non se ne accorga, devo farcela.
Mi avvio nella scuola sorpassando i suoi fratelli, sento addosso gli occhi di Alice, sta cercando di dirmi qualcosa, ma cosa? non leggo mica nel pensiero…*Starò attenta, Alice, sarò attenta.*
Il professore entra in classe, mentre io sistemo le mie cose sul banco, è ancora nervoso.
Edward di fianco a me ha un respiro sottile quasi inesistente.
Jess, qualche banco più dietro sta facendo gli occhi dolci a Mike.
Disgustoso, perché lui,  invece, li fa a me.
 “Ragazzi un attimo di silenzio!“ ma la classe più che rumorosa sembra assorta, quasi indifferente alle parole del prof.
Il suo sguardo vaga stizzito per la classe, ma poi  una luce gli s’accende dentro.
Sta cambiando idea. Meglio, niente compito .
“Bene. Data la vostra attenzione… penso che sareste felici di passare direttamente alla pratica. Dovevamo farla settimana prossima. Ma oggi mi sembra più opportuno, cosi starete buoni e concentrati. “ Fa un respiro profondo e continua  “ Non indugiate, l’attrezzatura  è  già sul banco, quindi date inizio al affascinante  modo di distinguere i gruppi sanguinei “ 
 “Ma … “ 
“Niente  ma, siete tutti presenti ed è una cosa che abbiamo lavorato anche l’anno scorso “
Le sue parole non ammetono repliche, e  qualcuno è già al lavoro.
Merda!
E’ anche peggio del compito.
Io il sangue non lo sopporto. Il suo odore mi nausea.
Devo scappare alla svelta, se non  voglio vomitare, svenire o Dio solo sa cos’alto, addosso ad Edward. 
In quell’istante mi rendo conto che sembra una statua di fianco a me.
Non respira nemmeno.
La preoccupazione  per lui è più forte della nausea che sento salire, l’odore del sangue  arriva a me inevitabilmente.
Che devo fare?
Devo aiutare me, devo aiutare lui per qualunque cosa lo abbia reso così.
“ Professore  non mi sento tanto bene ... “
La mia voce è un soffio, sembra uscita da un film sui fantasmi,  il mio colorito pallido aiuta.
* io vedo la gente morta … * vocina proprio ora ti ci metti, non siamo nel “Sesto senso”,è una cosa seria…
 “ Va bene Sig.na  Swan  si faccia accompagnare in infermeria.”
 “  Edward “  dico con un altro soffio, anticipando la voce di Mike, che sbuffa e si rimette seduto.
Ci alziamo insieme, io barcollando, perché sono imbranata di natura, non per altro, a lui  la natura gli ha dato molto, con grazia mi viene vicino, i suoi occhi sono più scuri del solito ambra, sembra grato di questo imprevisto.
Uscire dall’aula è una liberazione.
Come respirare. Edward sembra d’accordo  con i miei pensieri, i suoi muscoli sono meno tesi, il viso rilassato. 
E’ bellissimo…
So di non essere degna di te, ma.. Ti prego guardami. E lui, stranamente, lo fa.
“ Bella  … “  la sua voce   mi giunge come  un balsamo, morbida.
“ Stai bene? Vuoi che ti porto in braccio? “ 
Ma mi vuoi morta?
“ N -no  “  * brava balbetta pure *
“ No, non stai bene”
“Oh no, sto bene camino da sola “
Sembra divertito, non lo mai sentito così, quel mezzo sorriso lo illumina ed io ne sono abbagliata, sono cotta e stracotta, innamorata persa.
La sua camminata è leggera, nel corridoio deserto sento solo i miei passi.
“ Sto b –bene. Tu stai bene? prima mi sembravi teso “
Si rabbuia  all’istante, la sua postura diventa rigida, ma perchè, non sto zitta mi dico.
Stupida, eppure sapevo che reagiva così era logico.
“ Sì tranquilla “ annuisce, siamo quasi fuori dal edificio 
“ Ti porto in infermeria “   
Apro la porta dell’ingresso,il cielo e grigio, ma almeno non piove.
“  No ” sospiro profondamente in cerca di aria    
“ Mi basta stare un po’ a l’aria, l’odore del sangue mi nausea “
Lui mi guarda con un’espressioneincredula e scuote la testa.
Mi siedo su una panchina nel cortile e lui con me.
Starei così in eterno.
Ho desiderato così tanto stargli così vicina senza nessun’altro intorno.
Il mio amore malato si accontenta anche solo di questo.
Ti prego permettimi  di starti così … Vicina.  
Sento il suo sguardo e non posso fare a meno di abbassare gli occhi che prima contemplavano il cielo, per farlo su di lui.
Il cuore mi scoppia nel petto, e so per certo che lui lo sente, che vergogna, ma lui sembra sereno e questo mi fa sorridere.
Un sorriso sghembo gli si disegna sul viso. Non ho mai visto niente di più bello .
Lui è il mio tutto. Io sono sua.
“ Sei una  strana ragazza “    Mai quanto te.
“Silenziosa “                         Mai quanto te.
 “ Grazie. Lo prendo come un complimento. Per me è reciproco. “
L’aria si riempie della sua risata, non potrebbe essere più bello di cosi. Sono sconvolta.
In sei mesi che affino la mia arte su di lui non l’ho mai visto ridere, un angelo non sarebbe altrettanto bello.
La sua risata mi contagia.
Si passa nervoso la mano nei capelli ramati, sembrano così morbidi, quanto vorrei accarezzarli.
“ Come mai stai sempre per conto tuo? non è normale alla tua età?”  E’ imbarazzato, ma anche curioso.
 “ Non  mi interessa socializzare, se è questo che intendi “  annuisce ed io vado avanti
“ Sono un “adolescente antica” come mi definisce mia madre, la quale sostiene che sono nata vecchia tanto da essere ora decrepita “  ride di gusto, come se le mie parole per lui avessero un significato ancora più profondo… Sta a significareche è vecchio pure lui? non mi sorprenderebbe.
Cerco di ingoiare un po’ di saliva, ho la gola secca e scaccio l’ansia, stiamo facendo una vera conversazione, non voglio rovinare tutto.
Voglio godermi questo momento.
“Però mi piace guardare la gente.“ dico sincera ed ora ho paura
“Davvero? E cosa ci vedi o meglio, cosa ti interessa“
“Beh, la gente esprime con il corpo molto più di quanto facciano con le parole, con le parole possono mentire, ma i loro gesti li tradiscono“ dare voce  ai miei pensieri non è facile, ma lui sembra affascinato dalle mie parole.
Mi guada serio, non c'è più ombra del sorriso, ma i suoi lineamenti perfetti  sono rilassati, non è arrabbiato.
Meno male!  L’ultima cosa che voglio è essere giudicata da lui.  * potevi startene zitta allora * mmh !
 “Capisco“ dice  “ E’ un po’ come leggere nel pensiero;  Ma… un po’ meno fastidioso“
“Grazie“  sussurro con un sospiro di  sollievo.
“Per cosa?“ increspa le labbra sorpreso… no, non fare così. E’ troppo sexy.
“Per non avermi preso per una matta apatica“  Mi sorride ancora, il suo sguardo è dolce ed è rivolto a me.
Di tutti i giorni questo è il più bello.
“Bella sei assurda“  sulla bocca ora si disegna un sorriso sghembo…
Cuore ti prego non molarmi adesso. Sembra impazzito.  *assurda ?* cos’è? Un complimento? Un insulto… qualcosa da mangiare? Spiegami! Non  leggo ancora nel pensiero.
“Stai meglio? Vuoi che rientriamo, non vorrei che prendessi freddo” lo dice alludendo alla mia giacca leggera.
“No, sto bene  e poi  il freddo mi piace … ora “ * sì, dopo che l’hai toccato, hai sentito la sua pelle fredda, imbrogliona *
“Non capisco“  dice  “Ma penso che sia difficile per una persona abituata al sole“
“Sì, è stata dura, ma ho imparato ad amare questo posto“  faccio una pausa 
“Ha i suoi vantaggi, niente ragazze in gonnelle troppo striminzite, niente concorrenza sleale “  cerco di dare un tono scherzoso alla mia stupida battuta.  Lui per un attimo sembra ribattere, ma poi con una leggera risata si alza.            
“Rientriamo, la seconda ora  sta per iniziare, a meno che non ti fai giustificare in infermeria... “
Scuoto il capo  negando, mi alzo e gli cammino a fianco. 
Stare in sua compagnia è ancora più bello di come lo immaginavo.
Poterlo gustare così da vicino senza nascondermi. Non voglio separarmi da lui ed è incerto anche lui.
Ma è inevitabile. Con un flebile “ciao “ ci separiamo appena varcato l’ingresso.
Ecco! decreto la fine della mia giornata più bella.
 
 
 
                                   ***      ***    ***    ***     ***    ***    ***
 
 
 
 
 
 
Sono in questo stupido supermarket, l’unico che dispone Forks, da più di mezzora, sto combattendo con il banco frigo.
Ma perchè le cose che ti servono sono sempre nel l’ultimo scafale in alto?
Ed è anche tardi. Dovevo essere a casa già da un po’ e con le lasagne belle e pronte nel forno.
Se quella pettegola  * brutta – civetta – Jess * non mi avesse tenuta al telefono tutto quel tempo.
A scuola sono riuscita a schivarla ma appena arrivata a casa mi ha incastrata al telefono.
Certo passare un’ora in compagnia di Edward Cullen è un pettegolezzo ghiotto, ma ad arrivare a chiedermi se ci siamo baciati mi sa di psicopatica.
* Come se non ti piacerebbe * zitta vocina che mi hai seccata tutto il giorno.
Finalmente arrivo a quella scatola di soffritto,  controllo se ho preso tutto e mi avvio alle casse.
Fuori il sole sta tramontando, se sole si può chiamare quel misero pallore giallino che si vede appena tra le nuvole, ma il crepuscolo ha comunque il suo fascino.
Il  parcheggio è quasi deserto, oltre al  mio pick-up ci sono due macchine, forse dei commessi, non ho visto altri clienti dentro.
Faccio una fatica tremenda ad arrivare alle chiavi, il sacchetto della spesa oltre ad essere pesante  è anche ingombrante e non riesco ad infilarle in questa malefica serratura, quando penso di avercela fatta  un soffio freddo arrivato alle mie spalle, mi spaventa.
C’è qualcuno dietro di me… vorrei  girarmi, ma un tocco inquietante, ghiacciato, mi sfiora il collo.  
La paura si impossessa  di me, la spesa cade rovesciandosi per terra, questo mi dissesta, riesco appena a girare la testa, incontro subito gli occhi di fuoco del mio aggressore.
E vicino, troppo vicino, non ho mai visto niente di più spaventoso ed agghiacciante.
Le sue ditta ghiacciate continuano a sfiorarmi il mio collo, anche il suo respiro è gelido.
I suoi denti mi terrorizzano fino alle ossa. 
“Hai un buonissimo odore, da tempo non ne incontravo uno così  “ mi alita in faccia.
Non riesco a muovere un muscolo.
Dio, perche sono cosi sfortunata.
Che modo ingrato  di morire, così giovane in questo schifo di parcheggio.
Per mano poi di questo demone, creatura del inferno, qualunque cosa sia ha deciso la mia sorte. Chiudo gli occhi, quasi accettando il mio beffardo destino.
Addio vita. Addio Edward, angelo mio.
 “ Hai visto oggi la Sig.ra Reamer come era… Signorina va tutto bene?“
La voce del commesso mi scuote. Si avvicina lentamente. 
Occhi rossi sembra incerto sul da fare, ma poi una luce appare in quel liquido carminio, spero solo  che non abbia deciso di ucciderci tutti. 
Prende un lungo inspiro, quasi ad inebriarsi con il mio odore.
“Aspettare renderà la cosa più divertente per una caccia così deliziosa. Il tuo sangue sarà mio… Presto!“
In un soffio, così come è arrivato, sparisce, come se non fosse mai apparso, ma la mia paura è rimasta e mi conferma che è tutto vero.
Le gambe mi cedono, le voci dei due commessi che si avvicinano ancora, le sento appena perché ormai vedo solo buio.
 
 
Grazie per aver letto.
Se c’e qualcuno che mi vuole dare una mano a betare, io sarei super felice.
Così evito di farvi leggere dei obbrobri.
Mi inchino al vostro giudizio. ^^
gegatina  
  
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