Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Miza    15/10/2011    45 recensioni
Scesero dalla carrozza in silenzio.
Poi, ben stretti nei mantelli, alzarono lentamente lo sguardo.
Hogwarts era lì, davanti a loro, ancora una volta.
Si stagliava maestosa contro il cielo trapuntato di stelle, del tutto ignara del forte vento che la sterzava.
Le finestre illuminate brillavano, quasi volessero dar loro il bentornato.
-Cara vecchia Hogwarts- mormorò Ron con affetto.
Non si dissero nulla, ma tutti avevano il cuore gonfio, ed erano sicuri che gli altri si sentissero nello stesso modo.
-------
-Alla luce di quanto è successo ultimamente- continuò la preside -Il Comitato per la cooperazione internazionale tra maghi e l'Ufficio per gli sport e i giochi magici hanno ritenuto una buona, ma che dico, un'ottima idea...-
Fece una pausa in cui tutti la fissarono, attoniti.
-...Proporre nuovamente il Torneo tre maghi!-
Il boato che tuonò dai tavoli fu molto simile ad un'esplosione.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Capitolo Nove:

Danger Granger.






-Ron, vuoi stare fermo?! Stai facendo tremare tutto il tavolo!-
Harry abbassò lo sguardo a fissare la gamba dell'amico: aveva dei piccoli scatti nervosi, che la facevano sbattere contro il tavolo, rischiando di mandare in gloria il loro pranzo.
-Scusami, Harry- borbottò Ron infilzando un fungo arrostito -Sono un po' alterato.-
Dire alterato, pensò Harry, era riduttivo.
Da quando due giorni prima Ginny si era lasciata scappare qualcosa a proposito di una lettera, Ron era fuori di sé.
Trattava Hermione con freddezza, le riservava delle occhiate strane, ed Harry lo aveva sorpreso più di una volta a fissare il vuoto col viso corrucciato, chiaro segno che si stava arrovellando il cervello.
-Smettila di fare così- bisbigliò Harry lanciando un'occhiata furtiva ad Hermione e Ginny, sedute di fronte a loro -O Hermione capirà che non sei così agitato per l'allergia di stagione!-
-L'ha già capito- borbotto Ron -mi conosce troppo bene, Harry. E non ha smesso un solo momento di chiedermi cosa ho!-
Harry sospirò e lasciò correre lo sguardo lungo gli altri tavoli della Sala Grande: invidiò tutti gli studenti che stavano pranzando in tranquillità e allegria.
La sua attenzione fu richiamata da Ron che sbattè la forchetta sul tavolo con un po' troppa energia.
-Anzi, sai che ti dico?- disse alzando la voce -Che ne ho veramente abbastanza!-
Ginny ed Hermione, che stavano chiacchierando tra loro, alzarono lo sguardo verso Ron, perplesse.
-Che succede?- domandò Ginny -Troppo sale nei funghi?-
Ron strinse gli occhi.
-No, Ginny, i funghi sono a posto. Non deludono mai, non ti nascondono nulla. Non sono come le persone.-
La reazione a quella frase fu immediata.
Harry quasi si strozzò col proprio succo di mela; Ginny spalancò gli occhi, in segno d'avvertimento; ed Hermione, sussultando, impallidì come un lenzuolo.
-Ronald- sibilò Ginny, gli occhi lampeggianti -che cosa diavolo stai...-
-Io vado!- la interruppe Hermione. Balzò in piedi, i libri stretti tra le braccia, gli occhi dei tre amici puntati addosso.
-Devo... devo parlare con la McGrannit per la lezione di... insomma, devo andare.-
Lanciò a Ron uno sguardo addolorato, e attraversò velocemente la Sala Grande.
Ginny ripartì subito all'attacco.
-Cavoli, Ron!- abbaiò -Ma che diavolo ti salta in mente?! Vi avevo detto di non dire una sola parola a riguardo, e te ne esci così?!-
Ron serrò la mandibola e si sporse in avanti, a fronteggiare la sorella.
-Parli bene tu!- sbottò -Vorrei vedere te al posto mio! Harry non ti tiene nascosto nulla!-
Ginny sbuffò e sollevò il viso, soffermandosi per qualche istante a fissare il soffitto incantato: quel giorno rifletteva un cielo plumbeo, carico di nubi.
-Ron, ti prego, dimentica tutto eh?- sospirò tornando a guardare il fratello -Non è nulla di terribile, devi...-
-Non mi interessa quanto sia terribile o meno!- sbraitò Ron facendo voltare parecchie teste -Io devo sapere! Fosse anche la lista della spesa, devo sapere! Non puoi farmi questo, Ginny!-
Si passò una mano tra i capelli, infuriato, e Ginny scosse il capo.
-Non posso, Ron. Mi spiace. Non è affar mio, non sono cose di cui devo impicciarmi. Ho parlato fin troppo.-
Si alzò in piedi, sistemando la gonna della divisa.
-Te lo ripeto di nuovo: lascia perdere. Stanne fuori. O finisce veramente male.-
Fece il giro del tavolo, risoluta, e se ne andò.
-Dannazione!- sbottò Ron colpendo il tavolo con un pugno -Quando diavolo la smetterà di fare così?! Non può andarsene tutte le volte!-
Harry si tolse gli occhiali e stropicciò gli occhi, stanco.
-E' una situazione un po' strana, Ron- disse -Forse dovresti davvero lasciar perdere. Insomma, se fosse qualcosa di grave...-
-Harry, parliamoci chiaro.- lo interruppe Ron voltandosi a guardarlo negli occhi -Se tu fossi al posto mio, se Ginny ti stesse nascondendo qualcosa a proposito di una lettera, saresti così tranquillo? Così ragionevole?-
Harry parve riflettere per qualche istante. Poi sospirò.
-No- ammise -Starei esattamente come te. E vorrei scoprire la verità.-
-E allora aiutami!- lo supplicò Ron -Devo sapere, Harry! O impazzirò!-
Aveva un'espressione talmente speranzosa che il ragazzo non ebbe cuore di rifiutarsi.
-E va bene- acconsentì -Ma lascia almeno che prima parli con Hermione... cercherò di convincerla a spiegarti, d'accordo? Se non ci riesco, vedremo cosa fare. Ma, Ron, non aspettarti che mi metta contro di lei. E' anche lei mia amica, non potrei mai schierarmi con uno di voi due.-
Ron valutò la situazione per qualche istante.
Poi annuì con foga.
-D'accordo- esclamò allontanando la propria ciotola di zuppa -Trovala e parlale. Io, intanto, elaboro il piano B, che consisterà nell'arrivare alla lettera...-
Strorse il naso, meditabondo. -Scommetto che la tiene nel "Sacchetto delle cose importanti"!-
-Il sacchetto delle cose importanti?!- domandò Harry spalancando gli occhi -E che diamine è?-
Ron sollevò le sopracciglia, sorpreso.
-Come, non lo sapevi? Hermione ha un sacchetto nel quale custodisce e conserva tutte le proprie cose importanti. Non te lo ha mai detto?-
-No- rispose Harry scuotendo il capo -Evidentemente lo ha confessato solo a te.-
Ron abbassò lo sguardo. Questo pensiero gli aveva aperto una breccia nel petto, e iniziava a sentirsi un po' in colpa per come le cose stavano evolvendo.
-Devo trovare un modo per entrare nel dormitorio femminile- sospirò -Devo avere la lettera.-
-Ron!- protestò Harry -Non vorrai veramente frugare tra le cose di Hermione?! Non ti perdonerebbe mai, lo sai!-
-Non verrà a saperlo- constatò Ron con una scrollata di spalle -Non ce ne sarà bisogno, se tutto va bene.-
Si ripulì le mani dalle briciole ed emise un lungo sospiro.
-Coraggio, Harry- disse -Va a cercare Hermione. Iniziamo questa impresa.-





-Non intendo parlare di Ron, Harry. Perciò se sei qui per questo puoi andar via.-
Dopo averla cercata a lungo, Harry aveva trovato Hermione in biblioteca.
Sedeva tutta sola in un angolo, un mucchio di libri accatastati sul tavolo. Sul viso aveva un'espressione molto tesa.
-Non me ne andrò- disse Harry sedendosi di fronte a lei -Voglio capire che cosa sta succedendo, Hermione.-
La ragazza sollevò gli occhi, esasperata.
-Che cosa sta succedendo?!- esclamò -Assolutamente nulla! Non so cosa prenda a Ron, ma onestamente...-
-Hermione, Ginny ci ha detto della lettera.-
Improvvisamente il viso di Hermione parve esplodere.
Impallidì, avvampò, venne attraversato dalla confusione, dallo stupore, dalla rabbia ed infine dalla paura.
-Vi ha detto della lettera?- balbettò, scossa -Come... come ha potuto? Io non... lei aveva detto...-
-Le è scappato- la interruppe Harry -Ma non sappiamo nulla, solo che a quanto pare c'è una qualche lettera di cui noi non siamo a conoscenza.-
Hermione non parve rincuorata, anzi era sempre più turbata.
Harry la guardò negli occhi.
-Hermione... ti prego. Ron sta impazzendo. Sono certo che non sia nulla di grave, ma potresti parlargli?-
La ragazza abbassò lo sguardo, a disagio. Harry fu certo di aver colpito nel segno.
Ma quando lo guardò di nuovo, per poco non cadde dalla sedia per la sorpresa: Hermione, anzichè mortificata, appariva furiosa.
-Ma come vi permettete di impicciarvi così!?- sbottò -Chi vi autorizza a intomettervi nelle mie cose?!-
Harry battè le palpebre, sconvolto. Era raro vedere Hermione così arrabbiata.
-Ma Hermione, noi...-
-E Ginny!- continuò lei furibonda -Mi aveva promesso di non dire nulla! Scordati che io ti dica anche solo un'altra parola a riguardo, Harry! Questa è la fiducia che posso riporre in voi?! Splendido!-
Harry la osservò con gli occhi spalancati, incredulo.
Lei afferrò un libro, lo aprì con violenza e lo sbattè sul tavolo, sprofondandovi dentro.
Non alzò più lo sguardo dalle pagine e non emise più alcun suono, ma la parte di fronte che emergeva da dietro il tomo era rossa d'indignazione.
Harry attese qualche altro minuto, ma ottenne in risposta solo silenzio e sbuffi d'impazienza.
Ben presto, dovette riconoscere di aver fallito.



Quando raggiunse Ron in Sala Comune, lo trovò più agitato che mai.
Continuava a passarsi la mano tra i capelli spettinati, e lo guardava con occhi spiritati, avido.
-Allora?!- quasi urlò quando lo vide sbucare dal buco del ritratto -Che cosa ha detto? Sei riuscito a estrapolarle qualcosa?-
Harry scosse il capo, mortificato.
-Nulla da fare- disse -Anzi, sì è arrabbiata. Dice che non dobbiamo impicciarci delle sue cose.-
-A-ah!- esclamò Ron raddrizzandosi -Questo è un chiaro segnale che sta davvero nascondendo qualcosa! Dunque, ho pensato...-
-Ron- lo interruppe Harry debolmente -Onestamente, davvero non credo sia una buona idea frugare tra le sue cose. Non è bello.-
Ron gli lanciò un'occhiata sarcastica. -Ah, e invece nascondere le cose al proprio ragazzo lo è?-
-Sai cosa intendo!- esclamò Harry -E poi, davvero, non sappiamo di cosa si tratti! Magari non ti riguarda nemmeno, è una cosa sua personale, e tu non...-
-Appunto, meglio togliersi del tutto il dubbio, no?- disse Ron risoluto.
Harry aprì la bocca per ribattere, ma poi cambiò idea e scosse il capo, rassegnato.
-Dunque- riprese Ron, guardandosi intorno -Ho fatto mente locale, e proprio non c'è modo che un ragazzo entri nel dormitorio femminile. Perciò, devo trovare una delle compagne di stanza di Ginny ed Hermione. Ah, se ci fossero ancora Lavanda e Calì!-
-Non avrebbero mai fatto una cosa del genere- disse Harry con convinzione.
Ron fece spallucce. -Bha, dubito. So essere persuasivo. Ah, eccone lì una!-
Indicò una ragazza mora, i capelli tagliati in un caschetto asimmetrico, intenta a chiacchierare con le sue amiche vicino ad una delle finestre.
-Mi pare si chiami Deena... Ehi, tu, scusa! Tu, col caschetto nero!-
La ragazza e le sue amiche si voltarono in direzione della voce, sorprese.
Ron per un momento parve imbarazzato, ma si riprese subito.
-Scusami, ehm... saresti così gentile da venire qui un istante?- disse facendole cenno di avvicinarsi.
La ragazza si scambiò un'occhiata con le amiche, che ridacchiarono, e si avvicinò a Ron ed Harry con espressione curiosa.
-Ti chiami Deena, giusto?- le sorrise Ron -Posso chiederti un favore?-
-Dana- lo corresse la moretta -E tu sei il fratello di Ginny Weasley, non è vero?-
Ron annuì.
-In persona. Fratello di Ginny e ragazzo di Hermione Granger. E naturalmente conosci già Harry Potter?-
-E chi non ti conosce!- rise lei stringendo la mano che un imbarazzato Harry le tendeva.
-Ti ucciderò- borbottò Harry all'orecchio di Ron, a denti stretti.
-Bene, Dana- riprese Ron, ignorandolo -devo chiederti un grosso favore. Vedi, c'è una lettera che ho scritto ad Hermione, è una specie di sorpresa, e questa mattina gliel'ho consegnata. Il problema è che mi sono accorto di averle dato la brutta copia! Sono certo che l'ha conservata nel suo baule, e io non posso entrare nei vostri dormitori. Ora, prima che la legga, non saresti così gentile da andare a prendermela?-
Harry aveva gli occhi spalancati per la sorpresa: Ron a volte sapeva inventare delle panzane veramente degne di nota.
Voltandosi a guardare la ragazza, si accorse che non era l'unico ad essere esterrefatto: un'espressione stupita aleggiava sul viso di lei.
-Dovrei frugare nel baule di Hermione Granger?- domandò titubante.
Ron si grattò la nuca.
-Be', detto così sembra brutto... ma è per una buona causa, no? E poi, insomma, lei non lo saprà mai!-
Dana si rosicchiò un'unghia, pensierosa.
-Ma non puoi domandare direttamente a lei di ridartela?- osservò.
-E' in biblioteca- ribattè Ron prontamente -quando studia non vuole assolutamente essere disturbata!-
-E tua sorella?- insistette lei -Non puoi chiedere a lei di aiutarti?-
Ron riflettè per qualche istante.
-E' giù al campo di Quidditch- mentì -moriva dalla voglia di svolazzare un po'. Insomma, lo farai?-
La ragazza fissò lui ed Harry in maniera alternata.
Alla fine cedette con una risatina.
-D'accordo!- acconsentì -In fin dei conti non c'è niente di male... Aspettatemi qui, torno tra poco!-
Sparì su per le scale del dormitorio femminile, lasciandosi dietro rumore di passi affrettati.
-Visto?- disse Ron con un sorriso, voltandosi a guardare Harry -E' stato più facile del previsto!-
Harry sospirò e si grattò la fronte.
-Questa cosa finirà male, già lo so. Vado a cercare Ginny, non sa che Hermione è arrabbiata, sarà meglio avvertirla!-

I minuti trascorsi ad aspettare Dana sembrarono non passare mai.
Ron non faceva altro che camminare avanti e indietro e sbirciare la scala, in ansia.
Sembravano trascorse ore quando lei, finalmente, gli sbucò davanti con un sorriso.
-La tua lettera, Ronald Weasley!- annunciò sventolando la busta -E' l'unica che ho trovato nel baule, perciò presumo sia questa, spero che...-
-Grazie mille!- la interruppe Ron un po' troppo impazientemente -Gentilissima!-
Le strappò la busta dalle mani e la fissò, avido.
-Be', ehm... allora io vado.- disse Dana, un po' infastidita.
Ron alzò lo sguardo, maledicendosi per i propri modi bruschi, e si sforzò di sorridere.
-Scusa, Dana. E' che sono agitato perchè è una cosa importante. Grazie davvero, sei stata un angelo!-
Alla ragazza parve bastare, perchè fece un sorrisetto soddisfatto e tornò dalle proprie amiche ridacchianti.
-E che resti tra noi!- le urlò dietro Ron.
La osservò annuire e riunirsi al gruppo, e si ritrovò da solo con quella busta.
Il cuore gli batteva follemente mentre la apriva, e ci mise qualche istante per trovare il coraggio di dispiegare il foglio.
E quando i suoi occhi vi indugiarono, desiderò di non averlo mai fatto.


Cara Hermione,
hai reso me molto felice rispondendo ad ultima lettera.
Io non intendeva scriverti più, ma sento che c'è una cosa che devo dirti, che trattengo da molto tempo.
Mia bella Hermione, non ti ho mai dimenticata.
Non posso dimenticare tuo viso, tuoi baci, tuoi sorrisi, tua brillantezza.
Ci penso continuamente, soprattutto da quando ho rivisto te al matrimonio di Fleur e Weasley.
Io non sapere se tu è fidanzata, adesso, e non volere interferire con tua vita.
Ma doveva dirti questa cosa, perchè per me è importante.
Voglio vederti presto, e spero potremo.
Io sente tantissimo tua mancanza.
Ti saluto con affetto, se tu potesse essere qui ti bacerei.

Victor.


Gli occhi di Ron si annebbiarono per la rabbia.
Le mani gli tremarono violentemente, come poche volte in vita sua.
Non poteva essere vero, eppure era così.
Sentiva la testa vuota e lo stomaco pieno di piombo.
Doveva trovare Hermione.
E doveva trovarla subito.



*





E l'amore sarebbe una cosa delicata?
E' troppo rude, troppo duro, troppo presuntuoso.
E punge come una spina.
Se l'amore è duro con te, sii duro con l'amore.
Pungilo se lui ti punge.
E così lo abbatterai.

-W. Sheakespeare.






Varcò il pesante portone d'ingresso come una furia, marciando verso i giardini.
Non aveva il mantello, non aveva una giacca, il vento gelido si insinuava sotto il maglione e la camicia della divisa.
Ma non gli importava, non se ne accorse nemmeno.
Non sentiva freddo, non sentiva l'aria ghiacciata sferzargli il volto e i capelli.
Non sentiva altro se non il proprio cuore battere nelle orecchie e quella maledetta lettera stretta in mano.
Sorpassò il monumento ai caduti senza degnarlo di un solo sguardo.
Sorpassò qualche studente che rientrava al castello ben imbacuccato nei propri abiti.
Sorpassò Harry e Ginny, stretti in un abbraccio, e quasi non sentì Harry che gli urlò -Allora, che c'è scritto?... Ehi, ma dove vai!?-
Continuò a marciare, i polmoni in fiamme, finchè non giunse nei pressi del piccolo roseto che in primavera esplodeva di colori ed aromi.
Lei era là, avvolta nel proprio cappotto grigio, il cappello bianco all'uncinetto a proteggere il capo dal freddo.
Gironzolava tra i cespugli spogli, un blocchetto per gli appunti e una piuma stretti tra le mani.
Ron si fermò di botto, il cuore in gola, la rabbia che gli graffiava il petto.
-Hermione.- chiamò con disprezzo.
La ragazza alzò lo sguardo dai propri appunti; gli occhi le si spalancarono per la sorpresa.
-Oh... ciao.- disse piano -Prendevo appunti per la ricerca di Erbologia. Come sapevi che ero...-
-Che diavolo significa questa?!?- urlò Ron senza riuscire a trattenersi.
Per un istante, Hermione parve confusa.
Ma quando lui lanciò la lettera appallottolata per terra, un lampo di consapevolezza le attraversò il volto.
Si chinò a raccoglierla, lentamente, e quando alzò di nuovo il viso verso Ron era paonazza.
-Tu... cosa... come l'hai avuta?- domandò con voce tremante.
Ron strinse i pugni.
-Ha importanza?!- sbraitò -Chi se ne frega di come l'ho avuta?! Hermione che cosa diavolo significa quella lettera?!?-
Hermione aveva accartocciato il foglio e lo stringeva in un pugno.
-Come diamine hai fatto ad averla?- ripetè con voce più acuta -Ronald, dimmelo immediatamente!-
-Secondo te?!- rise lui, sarcastico -L'ho cercata, forse!?-
Gli occhi di Hermione si spalancarono e il suo viso sbiancò.
-Hai frugato tra le mie cose?- domandò in un sussurro.
Ron non rispose, ma continuò a guardarla, gli occhi lampeggianti.
-Hai frugato tra le mie cose?!- ripetè lei urlando -Ronald, come hai potuto?!-
-COME HO POTUTO???- sbottò lui -COME HAI POTUTO TU!-
-Non ho fatto nulla di male!- strillò lei in risposta -Non posso impedire alle persone di scrivermi, e non gli ho mai risposto!!!-
-ME LO HAI NASCOSTO!- sbraitò lui -COME HAI POTUTO NASCONDERMI UNA COSA DEL GENERE?!-
Hermione parve vacillare per un momento.
Ma poi il viso le si contrasse per la rabbia, e le guance le divennero rosse.
-E TU COME HAI POTUTO FRUGARE TRA LA MIA ROBA?!- gridò -COME DIAVOLO TI SEI PERMESSO??? TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE HAI FATTO?!-
-MA TE NE RENDI CONTO TU?!- ribattè lui furioso, pestando un piede sul terreno duro -SOLO UN AMICO, EH?! E NON LO SENTIVI DAL MATRIMONIO, NON E' VERO?!-
-Io... tu... NON E' AFFAR TUO!- farfugliò Hermione, livida di rabbia -Come ti sei permesso?!? Poteva esserci scritta qualsiasi cosa! Poteva essere qualcosa di personale!!! COME PUOI ESSERE COSI' EGOISTA DA PENSARE CHE TUTTO RIGUARDI SEMPRE TE?! Avrebbe potuto non riguardarti!!!-
-MA SI DA IL CASO CHE MI RIGUARDI ECCOME!-
-MA AVREBBE POTUTO NON ESSERE COSI'!!!-
Si fissarono in silenzio per qualche istante, i pugni stretti, il vento a scompigliar loro i capelli.
-Avevi detto che ti fidavi di me!- disse Hermione con voce tremante -Me lo avevi promesso!-
-PERCHE' CREDEVO DAVVERO DI POTERLO FARE!- urlò Ron -MI AVEVI DETTO CHE ERA TUTTO A POSTO!-
-MA E' TUTTO A POSTO!- replicò lei con forza -MALEDIZIONE RON, APPENA L'HO VISTO GLI HO SPIEGATO DI NOI DUE, GLI HO PARLATO, GLI HO DETTO DI LASCIAR STARE!-
-Be', non mi pare che il messaggio gli sia arrivato chiaramente!- rise Ron con cattiveria -Non si direbbe proprio che ti lasci in pace!-
-Ma cosa posso farci?!- strillò lei esasperata -Non posso impedirgli di parlarmi Ron, è comunque un mio amico, io...-
-E ALLORA TIENITI IL TUO AMICO!- urlò lui facendola trasalire -TIENITELO, PERCHE' NON HAI IDEA DI QUANTO IO SIA DISGUSTATO!-
Gli occhi di Hermione lampeggiarono pericolosamente, e la ragazza fece un passo avanti.
-Tu sei disgustato?- domandò con rabbia -Tu sei disgustato?!? E IO CHE COSA DOVREI FARE?! HAI FRUGATO TRA LE MIE COSE, RONALD! IO... MA COME TI PERMETTI DI PRENDERTI UNA LIBERTA' DEL GENERE??? NESSUNO SI E' MAI PERMESSO!-
-E NESSUNO SI E' MAI PERMESSO DI NASCONDERMI UNA COSA DEL GENERE!-
-E HO FATTO BENE A FARLO, PERCHE' TU NON TI FIDI DI ME! E QUESTA NE E' STATA LA RIPROVA!!!-
Hermione dovette smettere di urlare, perchè gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime.
-Quante altre cose mi hai nascosto?- domandò Ron con la voce roca per il dolore -Quante sono le cose che hai fatto alle mie spalle?!-
-Non puoi insinuare una cosa del genere!!!- ansimò lei affranta.
-Non posso? DEVO! Hermione, come posso ancora crederti?!? COME HAI POTUTO FARMI QUESTO?!-
-TU COME HAI POTUTO INTROMETTERTI COSI' NELLE MIE COSE?! IN CIO' CHE MI RIGUARDA? NELLA MIA VITA?!?-
Quando vide l'espressione di Ron, Hermione capì subito di aver detto una cosa troppo grossa.
-Pensavo di farne parte, della tua vita- disse lui con voce rotta -e di esserne una parte importante. Ma a quanto pare, mi sbagliavo.-
-Non è vero!- singhiozzò lei -Sai quanto sei importante per me! Sai quanto conti! Ma Ron, ti rendi conto di quanto mi hai ferita?! Di quanto sei stato irrispettoso?-
-LO SONO STATO ALMENO QUANTO TE!- sbraitò lui, esasperato -HERMIONE... NON POSSO CREDERE CHE TU LO ABBIA FATTO! SEI STATA TU A FERIRMI!-
-SPLENDIDO!- gridò lei allargando le braccia -MAGNIFICO, SIAMO ALLE SOLITE! NON FACCIAMO CHE FERIRCI A VICENDA!-
-BE', FORSE ALLORA NON DOVREMMO STARE INSIEME, PERCHE' NON SI COMPORTANO COSI' DUE PERSONE CHE SI VOGLIONO BENE!-
Ron sentiva la testa pulsare orribilmente, un disgustoso sapore metallico in gola, il petto squarciato dal dolore e dalla confusione.
Le lanciò uno sguardo carico di rabbia, di disprezzo, di tristezza.
Uno sguardo che la ghiacciò dentro, molto più del vento che continuava ad investirli.
-Bene- disse lei con freddezza -Bene, allora lasciamoci! COSI' SIA, TANTO MEGLIO, PERCHE' IO NON VOGLIO PIU' AVERE NIENTE A CHE FARE CON TE!!!-
-SPLENDIDO, IL SENTIMENTO E' PIENAMENTE RICAMBIATO!-
Avevano i respiri affanati, le guance in fiamme, le gole raschiate per il troppo urlare.
Gli occhi di Ron erano stretti e lampeggianti, quelli di Hermione spalancati e lucidi.
Si lanciarono un ultimo sguardo astioso, pieno di rabbia e rancore.
Poi Ron fissò con disgusto la lettera stretta nella mano di Hermione, e fece un verso sprezzante.
-Divertiti, con Victor- sibilò con disprezzo -Lui si che è la persona giusta per te.-
Si voltò e se ne andò, il maglione e i capelli strattonati dalle folate fredde.
Hermione rimase lì impalata, la lettera ancora stretta tra le mani.
Cadde in ginocchio, stordita, smarrita.
Tutto il dolore le si era bloccato in gola, insieme alla rabbia e al senso di colpa.
Avrebbe voluto piangere, urlare, far uscire tutto fuori.
Ma sapeva che non ci sarebbe riuscita: un pezzettino di lei si era appena disintegrato, lasciandola scoperta, sola e vulnerabile.
Ron l'aveva lasciata da sola.
Esattamente come aveva fatto in quella notte piovosa tanti mesi prima.











-------------------------------------------------*

Ecco che iniziano ad arrivarmi le minacce di morte.
Già le vedo!
Però, prima di lasciarvi acciecare dall'odio nei miei confronti, tentate di essere un po' ragionevoli.
Anche a me piace tanto vederli dolcini e coccolosi, ma ricordiamoci che stiamo sempre parlando di Hermione e Ron.
Ed Hermione e Ron sono così. Testardi, ottusi, orgogliosi, e alle volte, sul proprio rapporto, anche infantili.
Perciò, io credo che le cose tra loro non siano ancora mature abbastanza per filare lisce come l'olio.
Vogliatemi bene lo stesso, e prima di insultarmi ricordatevi che sono la fan numero uno degli Happy Ending :) E vedrete che ne varrà la pena.
E poi, oh, non è giusto che soffra solo io! Un po' di dolore anche per loro xD
Aspetto con ansia le vostre opinioni.
Spero che, tra un insulto e l'altro, troviate spazio anche per dirmi cosa ve ne è parso del capitolo xD

Un bacino!

Vostra cattivissima Miza <3
   
 
Leggi le 45 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Miza