Ehilà
a tutti cari lettori! Lungo questa fic vi ho commosso, intristito e intenerito,
e spero il menù di emozioni offertovi sia stato e continui ad essere di vostro
gradimento!
Nel
frattempo, siamo giunti all’arrivo di un nuovo capitolo del manga: ora che
scopriremo il continuo, spero di non aver sballato alcunché, e che
l’ispirazione mi rimanga per ultimare le ultime storie rimaste… Devo dire che
con questa fic la settimana è trascorsa più in fretta e la sospensione è stata
meno dura!
In
questa quinta storia si parla di Reedus, l’artista della gilda, che tante volte
ha immortalato amici e amiche; potrà farlo ancora dopo ciò che è accaduto?
Vediamo
un po’!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEPRE!
PPPS: Scena del capitolo 3!
http://tonycocchi.deviantart.com/gallery/?catpath=scraps#/d4cstvz
“RICORDA, CARTA BIANCA”
La
risposta al cambiamento è un altro cambiamento.
Le
cose non furono più le stesse dopo la fine di Tenrou e di quella che sarebbe
stata ricordata come l’epoca d’oro. E parimenti, chi si trovava all’interno di
quel vortice, cambiò a sua volta.
Nel
carattere e nelle convinzioni, nei progetti e nelle aspirazioni. Qualcuno non
volle sopportare altri sacrifici e se ne andò, qualcuno si diede la forza
d’animo per poter restare ancora. Qualcun altro ancora mostrò i cambiamenti più
radicali nel suo aspetto esteriore.
“Reedus,
va tutto bene?” –gli chiedevano quando arrivava alla gilda- “Ti vedo un po’
deperito.”
E la sua risposta era sempre quella.
“Sto
benissimo, tranquilli. Prima ero così grosso per via dell’incantesimo del
master. Ora però sembra che stia sparendo pian piano.”
Lo
diceva sempre con una nota di rammarico; di fatto, in quei primi tempi, era
diventato come una prova visibile che Makarov, e gli altri con lui, non c’erano
più.
Nel
vederlo “dimagrire” giorno per giorno, quando in realtà tornava semplicemente
al suo aspetto originario, lui e i suoi amici vedevano allontanarsi e
dissolversi tutto ciò che prima avevano avuto vicino.
In
sostanza, l’arrivo di tempi nuovi,
In
cui Reedus era piccolo e mingherlino, Droy affamato e sovrappeso, Max serioso e
responsabile, Macao severo e burbero, e tutti un po’ diversi in qualcosa di
piccolo o grande.
Passò
parecchio tempo. Reedus si era “sgonfiato” del tutto, al punto da essere
additato da Jet come un esempio per Droy (nessuno era mai dimagrito tanto e con
così pochi sforzi dopotutto…).
Nella
nuova gilda, fuori città, c’erano anche cose che restavano invariate.
La
passione di Reedus per il disegno e la pittura era una di queste.
Grande
o piccolo, era sempre lui l’artista della banda; se all’inizio era stato un simbolo
del loro rimpicciolirsi, adesso per gli altri era bello vedere che, anche così
malandati, il loro amico pel di carota continuava ad essere ispirato e riempire
tela dopo tela, foglio dopo foglio.
Non
aveva un posto fisso per lavorare, ma di solito si metteva vicino una finestra,
in modo da poter copiare i vari paesaggi naturali intorno a loro.
In
effetti, lui era soprattutto un ritrattista: gli riusciva molto bene riportare
ciò che osservava, ma quando si trattava di andar di pennello a mano libera,
notava sempre che la qualità del suo lavoro diminuiva un pochino.
Aveva sempre avuto buon occhio e mano ferma, ma poca fantasia in effetti.
In
tal senso, i suoi disegni riflettevano la realtà in cui si trovavano
esattamente com’era: ciò che c’era era immortalato, ciò che non c’era,
tralasciato.
Fu
così che, una volta, volle provare ad andare di fantasia, e disegnare Natsu.
Diede
fondo ai suoi ricordi, tracciò uno schema, e abbozzò un espressione allegra,
combattiva, decisa, che gli si adattava perfettamente.
Poi
ricordò la sua corporatura, e si sorprese quando, nel ricalcare con
meticolosità il suo primo schema, i dettagli anche piccoli dei suoi vestiti gli
tornavano facili facili, come lo avesse davanti.
Finì
in relativamente poco tempo, e si disse che un po’ di colore ci stava bene.
A
tempo di record, finì il suo Natsu. Ci aveva messo molto meno che in un
ritratto.
Ed
era perfetto.
L’espressione,
i capelli, i vestiti, i tratti del viso, le tonalità dell’abbigliamento…
Reedus
era sbalordito: nessun ritratto era mai venuto così bene!
Preso dall’eccitazione, tracciò altri tre schemi, di cui uno più piccolo.
In
poco meno di un’oretta finì sia Lucy, che Cana ed Happy; e poi, in poco più di
un quarto d’ora, finì un primo piano di Freed, il cui profilo gli era sempre
piaciuto.
Era
stupendo rivederli davanti a sé, e scoprire di ricordarli così bene! Che
memoria!
Avrebbe
continuato così per ore. Avrebbe volentieri disegnato tutti i suoi amici e le
sue amiche scomparse.
Finché
il pennello che prima andava così veloce e lieve prese a rallentare, e la
stanchezza non centrava.
Rivide
ciò che aveva creato.
Stupendi,
bellissimi. Agli altri sarebbero piaciuti un mondo.
Già
se li vedeva, fargli i complimenti, magari commuoversi dicendo “Sembra che
siano ancora qui”…
Quando
invece non lo erano.
Li
accartocciò, uno per uno.
Non
era questo che desiderava. Imbottire sé stesso e i compagni rimasti con quelle
diapositive del passato a loro tanto caro, offrire loro un surrogato, un
farmaco all’amara realtà.
Guardare
e intristire, lasciandosi andare ai ricordi.
Che
sciocchezza.
Accartocciò
per ultimo il Natsu.
Dovevano
pensare a chi era rimasto, a come renderlo felice, non ad assillarlo con ciò
che era ormai storia vecchia.
Makarov,
Natsu, Gray, Lucy, Cana, Gildartz, e Freed col suo bel profilo, non rientravano
più nella realtà di Fairy Tail.
Né
nella sua arte.
Dopotutto,
gli bastava guardare anche un foglio bianco per ricordarseli, esattamente com’erano,
nei loro momenti migliori.
“Umpf!
La
carta muta, disegnata col pensiero, non è seconda a nessuno.
“Reedus,
perché li ha stracciati? Non ti piacevano?” chiese Laki.
“Uffa,
mi sarebbe piaciuto vederli.” si avvicinò Visiter piroettando.
Sorrise:
“Erano solo scarabocchi! Piuttosto, che ne dite se faccio delle caricature di
tutti e scegliamo la più divertente da appendere?”
“Sembra divertente!”
“Comincia da questo caprone bisbetico!” rise Wakaba indicando Macao con la
pipa.
“E
perché non da te, tabagista scioperato che non sei altro!”
“Tsk!
Una volta eri un figo, amico, poi sei diventato master!”
“Sono ancora figo!”
“Ah
ah ah ah!”
Reedus
prese un nuovo foglio e si mise all’opera.
Con
Laki e Visiter dietro le spalle ad ammirarlo all’opera, pensò che il presente è
sempre felice se ti sai concentrare su di esso.
Alla
fine, la più buffa fu proprio quella di Wakaba, e venne tenuta appesa in
bacheca ben dieci giorni.
Finalmente
torna un po’ di allegria!
L’inizio
nemmeno stavolta è stato dei più incoraggianti, ma si sa, i Fairy Tail hanno la
straordinaria capacità di rialzarsi sempre quando cadono, e di cambiare le cose
in meglio. Un atteggiamento utilissimo nella vita!
Un
peccato per disegni così belli finire buttati, ma l’autore con essi deve poter
dire qualcosa, e Reedus ha capito che è meglio per tutti guardare avanti, pur
portando sui fogli bianchi del proprio cuore il ricordo dei cari scomparsi,
piuttosto che restare invischiati nel ricordo stesso, quando la vita va male.
Meditate…
Il
prossimo capitolo avrà come protagonista nientemeno che il mago più pelandrone
della gilda: Nab!
Cosa
potrà mai aver combinato lui in questi anni bui? Venite e leggete!
Un
saluto a tutti!