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Autore: _StayStrong    15/10/2011    5 recensioni
DAL SECONDO CAPITOLO:
“Draco, mia sorella non è sempre stata come l’hai conosciuta tu” disse la donna leggendo negli occhi del figlio solo disprezzo, la sua voce era melliflua “Bellatrix finché ebbe la tua età era una ragazza dolce, affidabile, completamente sbagliata per la casa dei Serpeverde. Lei con noi non c’entrava assolutamente nulla con tranelli, cattiverie, dispetti, era sempre stata calma e posata. Cambiò dopo, con l’ascesa di Tom Riddle. Se ne innamorò perdutamente...” disse, i suoi occhi erano acquei mentre pensava a ciò che una volta era stata la sorella, nulla in confronto alla donna tra le sbarre.
“Lei, lei è figlia di Voldemort?” chiese Draco in un misto tra lo schifato e lo spaventato, no, lei non poteva assolutamente essere figlia sua, non aveva nessuna caratteristica dei Riddle
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hermione andò dritta nella gufiera, dove pensava che nessuno l’avesse trovata e si sedette con i piedi a penzoloni sul muretto che divideva il balconcino che circondava il perimetro della stanza con il vuoto. Sentì dei passi venire verso di lei, ma non fece neppure una piega, finché non si accorse che l’anziana strega che l’aveva raggiunta si era seduta di fianco a lei e le aveva messo un braccio amorevolmente intorno alle spalle. La ragazza si fiondò in quella stretta nascondendo il viso bagnato dalle lacrime sulla camicia della donna.

“Dimmi che non è vero, Minerva, ti prego” disse Hermione scossa dai singhiozzi, la donna la strinse ancora più forte a se e ricacciò indietro le lacrime provocate dalla disperazione della ragazza, disperazione che avrebbe voluto trovare un modo di evitare.

“Purtroppo è vero, l’ho saputo anche io da poco” rispose la donna mentre la Grifona alzava la testa dal petto dell’altra tirando su con il naso e asciugandosi gli occhi con la manica del suo golfino grigio perla, parte della divisa scolastica.

“E i miei genitori?” chiese Hermione lasciando perdere per un attimo il suo sguardo nel vuoto, oltre la Foresta Proibita e persino l’orizzonte.

“Cosa vuoi sapere?” chiese la Mc Granitt guardando il profilo della ragazza, lei scosse un attimo la testa e chiuse gli occhi, come per riprendere coscienza di sé.

“Mi hanno cresciuta loro, che cosa sanno di tutto questo?” specificò la ragazza tirandosi indietro una ciocca ribelle di capelli e voltandosi verso la Preside aspettando una risposta.


“Nulla, loro non sanno nulla, Cara. Per loro sei loro figlia” rispose “Appena sei nata Piton li aveva già trovati, quando ti ha portato lì ne ha modificato ad entrambi i ricordi e alle persone a loro vicine per ricordarsi della gravidanza e far in modo che loro pensassero che fossi figlia loro. Ha fatto un gran lavoro, voleva bene alla Signorina  Lastrange” spiegò la Mc. Granitt cercando di capire che cosa passasse nella testa della ragazza che aveva ripreso a respirare regolarmente.
 

Hermione non riusciva ancora a credere alle proprie orecchie, non sopportava il fatto che le era stato tenuto nascosto chi fosse veramente fino a quel momento, era arrabbiata con Draco perchè sapeva e non le aveva detto nulla, era arrabbiata con se stessa per non averlo mai capito da sola, ma come avrebbe potuto?
Sua madre era la stessa donna che l’aveva torturata, la stessa di cui aveva preso le sembianze per intrufolarsi alla Gringott nella sua cella di sicurezza, la stessa che aveva ucciso i genitori di Neville, che la chiamava Feccia e Mezzosangue, era una delle peggiori Mangiamorte in circolazione.

Che cosa poteva pensare? La donna dei ricordi era assolutamente diversa dalla donna che aveva conosciuto lei durante gli anni.

“I tuoi genitori ti hanno sempre voluto bene, come se fossi stata veramente loro” le disse Minerva dandole delle leggere pacche sulla spalla, la ragazza annuì tirando ancora su con il naso.

“Lo so” rispose la ragazza, non avrebbe mai messo in discussione la buona fede di sua madre e suo padre, le avevano donato tutto l’amore di cui erano capaci, le avevano insegnato ad amare, a fidarsi; tutto quello che era lo doveva a loro, sarebbero stati sempre e solo loro i suoi genitori “Perché non mi ha tenuta con sé?” chiese poi la ragazza pensando per un attimo ancora alla madre naturale.

“Per proteggerti” rispose una voce che arrivava alle sue spalle che la fece alzare in piedi, seguita subito dopo anche dalla Preside che continuava a cingerle le spalle. Narcissa Malfoy era davanti a loro, nell’alto della sua statura, era una donna sicura di sé, altera, per certi verso poteva ricordare la Mc Granitt, ma aveva fatto scelte diverse.

“E’ meglio che vi lasci sole per un po’” disse la più anziana tra loro, dando un lieve bacio sulla testa alla sua pupilla e poi allontanandosi; Narcissa aveva gli stessi occhi del figlio, due pozze di ghiaccio, profonde e fredde, era l’opposto di sua sorella, doveva aver preso dalla parte opposta della famiglia. La donna sorrideva dolcemente ad Hermione, ma la ragazza poteva solo guardarla con disgusto, e un pizzico di soggezione. Si avvicinò alla nipote ma lei si scostò nuovamente, come aveva fatto poco prima nell’ufficio e Narcissa annuì dolcemente.

“Non voglio spaventarti” disse la donna, Hermione incrociò le braccia sul petto, per proteggersi dal freddo che la stava attanagliando.

“Perché non mi hai preso tu con voi se il problema era Bellatrix invece di portarmi via?” chiese la ragazza, doveva avere delle risposte alle sue domande, se da un lato era felice per non essere cresciuta con quella famiglia ma con i suoi genitori babbani, dall’altro lato si sentiva rifiutata e respinta.

“Io ero già incinta di Draco all’epoca” rispose la donna “E le cose per te non sarebbero state diverse da come sono state poi per lui. Tua madre voleva che crescessi lontana da tutto quel male che ci circondava, e lontana da lei che aveva una personalità instabile, che ha tutt’ora. Non pensare che ci sarebbe dispiaciuto averti con noi” concluse la donna, Hermione continuava a guardarla con uno sguardo pieno di rancore e la donna non poteva far altro che capirle la ragazza che aveva davanti.

“E mio padre chi è?” chiese Hermione, la donna bionda scosse la testa, non lo sapeva.

“Bellatrix ammaliava qualcuno quasi ogni sera” rispose senza scendere nei particolari, non poteva sapere chi fosse il padre di Erin e Bellatrix non glielo aveva mai rivelato, probabilmente perché neppure lei sapeva, non si ricordava neppure se era un Babbano o un Mago.

“Tu sapevi chi ero?” chiese la ragazza ancora mentre si stava alzando un vento potente da est che rendeva quella conversazione ancora più inquietante di quello che già era.

“Lo so da poco prima della battaglia finale e Draco non ne era sicuro, non dare colpe a lui, non c’entra nulla, sperava che le carte fossero sbagliate” rispose la donna, Hermione annuì e si girò ancora verso la Foresta Proibita mentre sentiva una mano ossuta della zia appoggiarsi sulla sua spalla e stringe gliela leggermente, in segno di conforto.
  

  
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