Unfinished Memories
Due
bambini camminano vicini riparandosi sotto lo stesso ombrello verde dal
temporale incessante.
Camminano
in silenzio con il solo rumore del traffico di
Tokio e della pioggia che ritmicamente si abbatte
sull’ombrello.
All’improvviso
il bambino si ferma obbligando anche l’altra
a fermarsi per non bagnare il vestito rosa, uno dei nuovi regali della
madre.
“Shin-”
lo sta per chiamare ma lui la precede “guarda” dice
ed
indica un punto della stradina buia di fianco a loro.
Lei
osserva attentamente ma nel punto indicato non vede
altro che cartoni ammassati alla
rinfusa.
Sta
per chiedere nuovi indizi, quando poi lo vede
allontanarsi lo segue, sia perché non vuole bagnarsi ma
anche
perché la
curiosità non l’abbandona e vuole scoprire
cos’ha visto il suo amico di così
interessante.
“Sh-”
sta per richiamare nuovamente la sua attenzione ma lui
si arresta immediatamente facendola quasi cadere.
“Ran
puoi tenermi lo zaino? E anche l’ombrello. Ho visto
qualcosa muoversi lì sotto..” mentre le porge
quelle cose però il suo sguardo e
la sua mente sono già rivolti ai rumori sospetti che
provengono da sotto quegli
scatoloni.
Si
inginocchia per terra senza curarsi dei pantaloni che
subito si coprono di uno strato sottile di fango.
La
bambina si avvicina subito a lui coprendolo con l’ombrello
dalla pioggia, cercando di riparare almeno a qualche danno, certa che
Yukiko si sarebbe arrabbiata con il figlio se fosse tornato a casa
bagnato come un
pulcino.
“l’hai
trovato?” domanda sempre più curiosa piegandosi e
mantenendo il peso del corpo sulle ginocchia, vede i capelli corvini
del
bambino scuotersi in segno negativo.
“e
se è un topo?” continua preoccupata per
l’amico che
allunga sempre più le mani verso un qualcosa che lei non
vede.
Vede
ancora la testa del suo compagno di classe scuotersi
velocemente.
“cos’è
successo?” esclama all’improvviso vedendolo
spostarsi
velocemente e allontanarsi un poco dallo scatolone.
“niente,
è solo un graffio” minimizza cancellando la
piccola
traccia di sangue dalla guancia.
“è
un mostro!” grida spaventata aggrappandosi alla manica
del maglione nero dell’amico che subito si libera da lei
sbuffando infastidito.
“no,
Ran, non è un mostro ..” e allunga le mani di
nuovo
verso lo scatolone “è un gatto” e
solleva il piccolo animale indifeso alzandosi
in piedi subito seguito dall’amica.
“un
gattino.. ma è bellissimo” esclama tutta felice
lei
accarezzandolo con gli occhi avendo entrambe le mani occupate.
“già”
ammette sovrappensiero il bambino fissato con i
gialli.
“il
gatto nero.. non è il libro che la tua mamma ha nascosto
per non fartelo leggere?” chiede interessata la bambina
studiando il sorriso
furbo che si disegna immediatamente sulle labbra dell’amico.
“non
l’ha nascosto poi così bene.. si è
lasciata sfuggire
qualche indizio” spiega con un ghigno spostando lo sguardo
dal gatto all’amica.
“e
ora cosa ne facciamo del gatto?” domanda lei guardando
l’animale
bagnato con profondo affetto mentre la pioggia batte incessante e
sempre più forte
sull’ombrello verde che fatica a tenere dritto.
“non
possiamo lasciarlo qui, Shinichi. Non ha una casa e
morirà di freddo” continua mentre il gattino
emette un miagolio simile ad un
lamento.
“non
devi tenerlo così, Shinichi! Gli fai male!”
esclama poi
dimenticandosi del suo discorso
“e
allora come dovrei tenerlo, Mouri?!” risponde a tono lui
trovandosi in poco tempo con la cartella e l’ombrello ad
occupare le mani che
prima sorreggevano il gatto per le zampe.
Quel
gatto che l’ha graffiato ma che ora riposa tranquillo
tra le braccia esili della bambina.
“oh,
come sei carino” dichiara tutta felice lei
“dobbiamo
dargli un nome, Shinichi!”
“che
non sia Sherlock Holmes” aggiunge in fretta lanciando
un’occhiata
al bambino che stava per parlare.
“Arthur?”
bisbiglia rivolgendosi al gatto che miagola
strofinando la testa sulle sue braccia.
“ti
piace Arthur? Come Artù della spada della roccia”
riprende con un sorriso stringendo più forte la presa sul
gattino.
“Arthur
come Arthur Conan Doyle?” chiede lui con un sorriso
che gli illumina gli occhietti vispi azzurri.
“comunque..
dove lo mettiamo? Non può stare qui al freddo,
vero Arthur?” rivolgendosi direttamente all’animale
che miagola come per
manifestare il suo consenso.
“Shinichi,
pensa in fretta perché il mio papà non vuole che
sto fuori troppo.. soprattutto con te” l’ultima
parte bisbigliata appena ma
sentita dall’amico che subito esclama “il Professor
Agasa!”
Anche
gli occhi della bambina si illuminano, si sporge verso
l’amico appoggiando poi velocemente le labbra sulla sua
guancia che
immediatamente si tinge di rosso.
“sei
il detective più intelligente del mondo” gli fa
sapere
facendolo arrossire sempre di più.
“meglio
andare, non dobbiamo fare troppo tardi, giusto?”
prosegue a camminare seguito dall’amica che accarezza
continuamente il gatto
nero che miagola felice facendo le fusa.
“e
se è una gatta?” chiede senza fermarsi ma
voltandosi un
poco verso la bambina al suo fianco.
“Artura?”
si rivolge di nuovo all’animale guardando i suoi
occhi verdi
“no,
è Arthur” dichiara sicura e vedendo
l’amico guardarla
interrogativo aggiunge “prima ha miagolato quando
l’ho chiamato così ora non ha
fatto niente.. quindi a lui piace Arthur ed è un gatto
maschio”
Shinichi
Kudo osserva la sua amica Ran Mouri sorridere al
gatto e pensa che ha davvero una fervida immaginazione se crede che un
animale
possa capirla, sta per contraddirla ma poi sente la frase sussurrata al
gatto e
sorride decidendo che per quella volta può lasciar correre.
“diventerai un ottimo micio-detective, Arthur”
Angolo Shine:
Sono di fretta ma ho ritagliato un
piccolo spazio della mia super-impegnativa giornata per scrivere questa
'cosa'.
Anche perchè oggi, finalmente, il volume 71 è tra le mie mani *-*
Mi sono divertita davvero tanto a descrivere il ritrovamento del piccolo Arthur, che amo di già anche se esiste solo nella mia fantasia.
Voglio un gatto nero *-*
ed è quindi ovvio che se non ce l'ho io devono averlo loro due :P
"Il gatto nero" è un romanzo di Edgar Allan Poe e la mamma di Shinichi lo nasconde e non vuole farglielo leggere perchè è un pochino macabro, almeno per un bambino delle elementari.
Poi però la povera Yukiko deve arrendersi di fronte all'ingegno del figlio per ritrovarlo.
Poi, poi, poi.. ah, ecco.. il graffio: se osservate attentamente la foto potete notare sulla guancia del piccolo Shin un graffietto, nulla di preoccupante tranquille :)
Per il nome, secondo me, Ran sa benissimo che Arthur è quell'Arthur.
e Agasa è Agasa. Ci va sempre di mezzo lui quando quei due combinano qualcosa.
Ran che gli dà un bacio sulla guancia e lui arrossisce *-* mi sono immaginata proprio la scena e non potevo non scriverla.
Un grazie enorme a chi ha recensito, messo tra le preferite, seguite, ricordate o semplicemente ha letto la storiella precedente.
Alla prossima :)