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Autore: Shine_    15/10/2011    3 recensioni
Brevi storie su Shinichi e Ran tutte ricollegate a una qualche immagine/fan-art trovata gironzolando su Internet.
Dalla prima: Lei piangeva da un’ora e non gli aveva ancora rivolto una parola.
Dalla seconda: “no, Ran, non è un mostro ..” e allunga le mani di nuovo verso lo scatolone “è un gatto” e solleva il piccolo animale indifeso alzandosi in piedi subito seguito dall’amica.
Dalla terza: Era così presa dalle sue meditazioni che quasi gridò dallo spavento quando una mano le si posò sulla spalla.
QUARTO CAPITOLO PUBBLICATO
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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nfinished Memories

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Due bambini camminano vicini riparandosi sotto lo stesso ombrello verde dal temporale incessante.

Camminano in silenzio con il solo rumore del traffico di Tokio e della pioggia che ritmicamente si abbatte sull’ombrello.

All’improvviso il bambino si ferma obbligando anche l’altra a fermarsi per non bagnare il vestito rosa, uno dei nuovi regali della madre.

“Shin-” lo sta per chiamare ma lui la precede “guarda” dice ed indica un punto della stradina buia di fianco a loro.

Lei osserva attentamente ma nel punto indicato non vede altro che cartoni ammassati alla rinfusa.

Sta per chiedere nuovi indizi, quando poi lo vede allontanarsi lo segue, sia perché non vuole bagnarsi ma anche perché la curiosità non l’abbandona e vuole scoprire cos’ha visto il suo amico di così interessante.

“Sh-” sta per richiamare nuovamente la sua attenzione ma lui si arresta immediatamente facendola quasi cadere.

“Ran puoi tenermi lo zaino? E anche l’ombrello. Ho visto qualcosa muoversi lì sotto..” mentre le porge quelle cose però il suo sguardo e la sua mente sono già rivolti ai rumori sospetti che provengono da sotto quegli scatoloni.

Si inginocchia per terra senza curarsi dei pantaloni che subito si coprono di uno strato sottile di fango.

La bambina si avvicina subito a lui coprendolo con l’ombrello dalla pioggia, cercando di riparare almeno a qualche danno, certa che Yukiko si sarebbe arrabbiata con il figlio se fosse tornato a casa bagnato come un pulcino.

“l’hai trovato?” domanda sempre più curiosa piegandosi e mantenendo il peso del corpo sulle ginocchia, vede i capelli corvini del bambino scuotersi in segno negativo.

“e se è un topo?” continua preoccupata per l’amico che allunga sempre più le mani verso un qualcosa che lei non vede.

Vede ancora la testa del suo compagno di classe scuotersi velocemente.

“cos’è successo?” esclama all’improvviso vedendolo spostarsi velocemente e allontanarsi un poco dallo scatolone.

“niente, è solo un graffio” minimizza cancellando la piccola traccia di sangue dalla guancia.

“è un mostro!” grida spaventata aggrappandosi alla manica del maglione nero dell’amico che subito si libera da lei sbuffando infastidito.

“no, Ran, non è un mostro ..” e allunga le mani di nuovo verso lo scatolone “è un gatto” e solleva il piccolo animale indifeso alzandosi in piedi subito seguito dall’amica.

“un gattino.. ma è bellissimo” esclama tutta felice lei accarezzandolo con gli occhi avendo entrambe le mani occupate.

“già” ammette sovrappensiero il bambino fissato con i gialli.

“il gatto nero.. non è il libro che la tua mamma ha nascosto per non fartelo leggere?” chiede interessata la bambina studiando il sorriso furbo che si disegna immediatamente sulle labbra dell’amico.

“non l’ha nascosto poi così bene.. si è lasciata sfuggire qualche indizio” spiega con un ghigno spostando lo sguardo dal gatto all’amica.

“e ora cosa ne facciamo del gatto?” domanda lei guardando l’animale bagnato con profondo affetto mentre la pioggia batte incessante e sempre più forte sull’ombrello verde che fatica a tenere dritto.

“non possiamo lasciarlo qui, Shinichi. Non ha una casa e morirà di freddo” continua mentre il gattino emette un miagolio simile ad un lamento.

“non devi tenerlo così, Shinichi! Gli fai male!” esclama poi dimenticandosi del suo discorso

“e allora come dovrei tenerlo, Mouri?!” risponde a tono lui trovandosi in poco tempo con la cartella e l’ombrello ad occupare le mani che prima sorreggevano il gatto per le zampe.

Quel gatto che l’ha graffiato ma che ora riposa tranquillo tra le braccia esili della bambina.

“oh, come sei carino” dichiara tutta felice lei “dobbiamo dargli un nome, Shinichi!”

“che non sia Sherlock Holmes” aggiunge in fretta lanciando un’occhiata al bambino che stava per parlare.

“Arthur?” bisbiglia rivolgendosi al gatto che miagola strofinando la testa sulle sue braccia.

“ti piace Arthur? Come Artù della spada della roccia” riprende con un sorriso stringendo più forte la presa sul gattino.

“Arthur come Arthur Conan Doyle?” chiede lui con un sorriso che gli illumina gli occhietti vispi azzurri.

“comunque.. dove lo mettiamo? Non può stare qui al freddo, vero Arthur?” rivolgendosi direttamente all’animale che miagola come per manifestare il suo consenso.

“Shinichi, pensa in fretta perché il mio papà non vuole che sto fuori troppo.. soprattutto con te” l’ultima parte bisbigliata appena ma sentita dall’amico che subito esclama “il Professor Agasa!”

Anche gli occhi della bambina si illuminano, si sporge verso l’amico appoggiando poi velocemente le labbra sulla sua guancia che immediatamente si tinge di rosso.

“sei il detective più intelligente del mondo” gli fa sapere facendolo arrossire sempre di più.

“meglio andare, non dobbiamo fare troppo tardi, giusto?” prosegue a camminare seguito dall’amica che accarezza continuamente il gatto nero che miagola felice facendo le fusa.

“e se è una gatta?” chiede senza fermarsi ma voltandosi un poco verso la bambina al suo fianco.

“Artura?” si rivolge di nuovo all’animale guardando i suoi occhi verdi

“no, è Arthur” dichiara sicura e vedendo l’amico guardarla interrogativo aggiunge “prima ha miagolato quando l’ho chiamato così ora non ha fatto niente.. quindi a lui piace Arthur ed è un gatto maschio”

Shinichi Kudo osserva la sua amica Ran Mouri sorridere al gatto e pensa che ha davvero una fervida immaginazione se crede che un animale possa capirla, sta per contraddirla ma poi sente la frase sussurrata al gatto e sorride decidendo che per quella volta può lasciar correre.

“diventerai un ottimo micio-detective, Arthur”











































Angolo Shine:


Sono di fretta ma ho ritagliato un piccolo spazio della mia super-impegnativa giornata per scrivere questa 'cosa'.

Anche perchè oggi, finalmente, il volume 71 è tra le mie mani *-*

Mi sono divertita davvero tanto a descrivere il ritrovamento del piccolo Arthur, che amo di già anche se esiste solo nella mia fantasia.

Voglio un gatto nero *-*

ed è quindi ovvio che se non ce l'ho io devono averlo loro due :P

"Il gatto nero" è un romanzo di Edgar Allan Poe e la mamma di Shinichi lo nasconde e non vuole farglielo leggere perchè è un pochino macabro, almeno per un bambino delle elementari.

Poi però la povera Yukiko deve arrendersi di fronte all'ingegno del figlio per ritrovarlo.

Poi, poi, poi.. ah, ecco.. il graffio: se osservate attentamente la foto potete notare sulla guancia del piccolo Shin un graffietto, nulla di preoccupante tranquille :)

Per il nome, secondo me, Ran sa benissimo che Arthur è quell'Arthur.

e Agasa è Agasa. Ci va sempre di mezzo lui quando quei due combinano qualcosa.

Ran che gli dà un bacio sulla guancia e lui arrossisce *-* mi sono immaginata proprio la scena e non potevo non scriverla.

Un grazie enorme a chi ha recensito, messo tra le preferite, seguite, ricordate o semplicemente ha letto la storiella precedente.

Alla prossima :)

Ps: il titolo della raccolta prende il nome da una canzone e da un video ShinRan <3

   
 
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