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Autore: MartaJonas    16/10/2011    2 recensioni
Studi di registrazione,concerti, storie d'amore e party: è così che procede la vita di Joe Jonas che deve realizzare il suo primo album da solista.
Alex, una diciannovenne Texana, amante della musica ma con la paura del palcoscenico, è stata assunta dalla universal music come paroliere e musicista. Il primo artista con cui la ragazza avrà a che fare è proprio la pop-star Joe Jonas.
I due ragazzi si ritroveranno a collaborare.Cosa succederà tra quelle due giovani promesse della musica?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 17

 

Long Live

 

 

-Siamo arrivati! – annuncia il ragazzo parcheggiando l’auto. Scendono entrambi dal mezzo.

-Dove stiamo andando Joe? – chiede Alex?

-Soltanto a mangiare qualcosa. – risponde entrando in un locale e facendo accomodare anche la ragazza.

-Un tavolo per due grazie – dice al cameriere.

-Dove volete, vi porto i menù – risponde il ragazzo che si allontana per poi tornare con le due liste dei piatti.

-Tutta quella storia del “ti fidi di me” soltanto per andare a mangiare qualcosa insieme?- chiede Alexandra confusa.

-Non esattamente, ma facciamo finta di sì … - risponde vago senza far capire un accidenti alla ragazza. –comunque sia – cambia subito argomento – tra una settimana partiamo eh. –la avvisa per poi spostare gli occhi al menù.

-Partiamo? Noi? Per dove? – chiede ancora più confusa lei.

-Devo pubblicizzare See No more in Italia, e nel resto dell’ Europa, e tu verrai con me. – risponde sorridendo.

-E me lo dici così? – disse con voce acuta, completamente paralizzata. – Io che sogno di organizzare la mia prima visita Italiana da … quando sono nata, e tu me lo dici soltanto una settimana prima?!

-Sì! Comunque staremo soltanto a Milano, e per 4 notti. – la informò tranquillo.

-E ti pare poco! È la città della moda quella! – rispose ancora in stato di shock.

-Lo so, svaligerò tutti i negozi! – disse sembrando un maniaco della moda … o forse lo è davvero?

-Milano, il duomo, il castello sforzesco, i Navigli, via Montenapoleone! – le brillarono gli occhi dicendo ogni parola che riguardasse quel paese. Se invece di Milano fossero andati a Roma, probabilmente sarebbe morta per l’emozione per quante cose sarebbe potuta andare a vedere.

-Tu sei tutta matta – osservò il ragazzo ridendo.

-No … sono soltanto molto entusiasta! – risponde la ragazza con un sorriso a 32 denti. –Non vedo l’ora sai? – gli confessò.

-Immaginavo – le sorrise – ma sappi che poi dovrai fare una cosa per me.

-Cosa? – domandò

-Te lo dirò più tardi- fece il misterioso, per non mettere in ansia la ragazza.

I due ragazzi ordinarono e mangiarono la loro pizza.

Alex si guardò intorno:era un semplice ristorante con rivestimenti in legno, targhe e simboli appesi ai muri, e strani quadri sulle pareti. Se ne trovavamo a bizzeffe dappertutto in America di pizzerie come quella. L’unica cosa di stano in quel posto era un minuscolo palchetto che consisteva in una piattaforma sempre di legno rialzata che era in un angolo della sala. C’erano due casse e due microfoni, il tutto collegato ad un computer portatile; e un proiettore e un telo bianco in un angolo del palco. Il luogo era abbastanza affollato, ma nessuno tra quelle persone riconobbe Joe.

-Allora, cosa devo fare per te? – insistette la ragazza.

-Pochi minuti e lo saprai – le rispose.

Alex sbuffò, odiava quando la teneva sulle spine o dovesse aspettare. Odiava aspettare, sì, non aveva pazienza, quasi per niente.

-Signori e signori, oggi è giovedì, e come ogni giovedì stasera c’è la serata Karaoke! – annunciò la donna appena salita su quel palco. –Quindi, forza ragazzi, fatevi avanti!

Alex spostò il suo sguardo dalla donna a Joseph che aveva in viso uno strano sorriso. La ragazza lo guardò strano non capendo. Joe annuì sorridente. Alex guardò di nuovo la signora sul palco e poi tornò con gli occhi sul ragazzo che continuava a sorridere e annuire. Alex intuì le sue intenzioni.

-Non ci pensare per niente! – esordì la Texana.

-Daaaaai! – la supplicò.

-Joe, io non canto qui davanti a tutti. Davanti a te, ok. Ma qui no. – rispose la ragazza

-Dai canto io per primo, poi canti tu … altrimenti niente Milano!– disse entusiasta il ragazzo alzandosi in piedi e alzando la mano.

-Vengo io! Canto io! – disse, e la donna vedendo quel bel ragazzo si aprì in un sorriso.

-Benissimo ragazzo, che canzone vuoi? – gli chiese.

Joe si avvicinò al computer e sussurrò il nome della canzone scelta all’orecchio della donna.

Il ragazzo prese il microfono in mano e la musica della canzone si diffuse nel locale.

 

I turn the music up, I got my records on
I shut the world outside until the lights come on
Maybe the streets alight, maybe the trees are gone
I feel my heart start beating to my favourite song

And all the kids they dance, all the kids all night
Until Monday morning feels another life
I turn the music up
I’m on a roll this time
And heaven is in sight

uh...

 

Joe adorava quella canzone, Alex lo sapeva bene, gliel’aveva fatta ascoltare milioni di volte. La ragazza continuava ad osservarlo seduta al suo tavolo che si trovava a meno di due metri dal palco, e continuava a sorridere. Ogni volta che lo sentiva cantare le metteva allegria, lo sapeva ormai.

 

 

I turn the music up, I got my records on
From underneath the rubble sing a rebel song
Don’t want to see another generation drop
I’d rather be a comma than a full stop

Maybe I’m in the black, maybe I’m on my knees
Maybe I’m in the gap batween the two trapezes
But my heart is beating and my pulses start
Cathedrals in my heart

 

Si vedeva che era abituato a stare su un palco, lo era sempre stato. Quello del giorno prima era soltanto un panico improvviso, aveva paura del debutto. Alex era orgogliosa di lui, terribilmente orgogliosa e felice. Sì perché non era mai stata così felice, da quando Joseph era entrato nella sua vita l’aveva fatta sorridere fin dal primo giorno. Non c’era giorno in cui quel ragazzo non le riuscisse a strappare un sorriso o una risata, e quando il cantante era giù, Alex riusciva sempre a tirarlo su di morale. Joe cantava per lei, non smetteva mai di guardarla, da quando era salito su quel palco non le aveva staccato gli occhi da dosso.

 

as we saw oh this light
I swear you, emerge blinking into
To tell me it’s alright
As we soar walls,
every siren is a symphony
And every tear’s a waterfall
Is a waterfall
Oh
Is a waterfall
Oh oh oh
Is a is a waterfall
Every tear
Is a waterfall
Oh oh oh

So you can hurt, hurt me bad
But still I’ll raise the flag

Oh
It was a wa wa wa wa wa-a-terfall
A wa wa wa wa wa-aterfall

Every tear
Every tear
Every teardrop is a waterfall

Every tear
Every tear
Every teardrop is a waterfall

 

 

Un applauso echeggiò nel locale. Era bello vedere che anche un gruppo di persone che presumibilmente non l’avesse mai visto prima gli facesse una accoglienza del genere.

Joe sorrise a quel pubblico ristretto e si precipitò dalla ragazza.

-Ora canti tu! – le disse tentando di trascinarla sul palco, ma lei non ne voleva sapere di staccarsi dalla sua sedia.

-Ragazzo qualcosa non va? – chiese la donna che lo vide indaffarato a spostare la sedia su cui era ben salda Alex.

-Sì, lei ha una bellissima voce e non vuole cantare. –denunciò, Alex per la vergogna si coprì il viso con le mani.

-Forza tesoro cantaci qualcosa! – la incoraggiò la signora.

Alex sospirò e si decise ad alzarsi dalla sedia. Si sistemò i capelli guardando Joe con aria supplichevole.

-Fallo per me – le disse sorridendo. –canta per me, non guardare nessun altro, fai finta che ci sia soltanto io con te e canta. – le sussurrò. – libera la mente da ogni pensiero e canta. È il rimedio a tutto.

Alex tremante salì sul palchetto, e suggerì la canzone che avrebbe cantato.

Sospirò rumorosamente poggiando le mani sul microfono sorretto dall’asta. Chiuse gli occhi e cedette di morire per la paura che aveva dentro. Le sembrarono non finire mai quei secondi che la separavano dall’iniziare quella canzone. Erano soltanto poche persone davanti a lei, ma erano fin troppe per lei che non aveva mai cantato davanti a un pubblico più esteso di tre persone.

Riaprì gli occhi un attimo prima di iniziare a cantare, e incontrò lo sguardo di Joseph che la osservava da lì sotto sorridendole. Così ogni paura passò.

 

I say remember this moment
In the back of my mind
The time we stood with our shaking hands
The crowds in stands went wild
We were the kings and the queens
And they read off our names
The night you danced like you knew our lives
Would never be the same
You held your head like a hero
On a history book page
It was the end of a decade
But the start of an age

 

Aveva i brividi per tutto il corpo, appoggiò le mani delicatamente sul suo microfono e acquistando sempre più sicurezza. Chiuse gli occhi durante i primi versi, e poi li riaprì per gettare il suo sguardo su di Joseph che sussurrava tra se e se le parole della canzone con la ragazza, la guardava, e gli brillavano gli occhi.
 

 

Long live the walls we crashed through
All the kingdom lights shined just for me and you
I was screaming, "long live all the magic we made"
And bring on all the pretenders
One day we will be remembered

I said remember this feeling
I passed the pictures around
Of all the years that we stood there on the sidelines
Wishing for right now
We are the kings and the queens
You traded your baseball cap for a crown
When they gave us our trophies
And we held them up for our town
And the cynics were outraged
Screaming, "this is absurd"
'Cause for a moment a band of thieves in ripped up jeans got to rule the world

Joseph era lì sotto per lei, Alex non sapeva se l’amasse, ma era sicura che le volesse bene. Era tutto quello che le serviva: qualcuno di importante per lei, che le voleva bene che la sostenesse sotto al palco. Joseph non avrebbe mai potuto prendere il posto dei suoi genitori Alex non li avrebbe mai dimenticati, e sarebbero sempre stati con lei;ma Joe era riuscito a farle affrontare la suo più grande paura.

 

Long live the walls we crashed through
All the kingdom lights shined just for me and you
I was screaming, "long live all the magic we made"
And bring on all the pretenders
I'm not afraid

Long live all the mountains we moved
I had the time of my life
Fighting dragons with you
I was screaming, "long live the look on your face"
And bring on all the pretenders
One day we will be remembered

 

Hold on to spinning around
Confetti falls to the ground
May these memories break ?

 

Alex immaginò sua madre e suo padre lì sotto che gridavano per lei, e una lacrima le rigò il viso. Sentì la sua voce caricarsi dentro e il cuore battere forte, incrociò lo sguardo con quello di Joseph e ricominciò a cantare con voce più bassa, quasi volesse sussurrargli quelle parole.

 

And you take a moment
Promise me this:
That you'll stand by me forever
But if God forbid fate should step in
And force us into a goodbye
If you have children someday
When they point to the pictures
Please tell them my name
Tell them how the crowds went wild
Tell them how I hope they shine

Soltanto in quel momento,quando vide gli occhi del ragazzo brillare sotto le luci del locale, capì che quella non era una semplice canzone presa a caso, ma Alex la stava appena dedicando a quel cantante. Pronunciando quelle parole, la ragazza cominciò a piangere come mai aveva fatto prima, ma non si fermò a cantare, continuò, visto che quella voce segnata dal pianto non comprometteva l’esibizione, anzi, al contrario la migliorava.

 


Long live the walls we crashed through
I had the time of my life with you

Long, long live the walls we crashed through
All the candlelight shined just for me and you
And I was screaming, "long live all the magic we made"
And bring on all the pretenders
I'm not afraid

Singing long live all the mountains we moved
I had the time of my life
Fighting dragons with you

And long, long live the look on your face
And bring on all the pretenders
One day we will be remembered

 

Alex sorrise e ingraziò il pubblico che la stava applaudendo. Scese emozionata da quel palco, con ancora le gambe tremanti. Alzò lo sguardo a terra e si ritrovò quello di Joseph a meno di dieci centimetri.

Lo abbracciò forte, e lui ricambiò. La ragazza era in lacrime, mentre il giovane la stringeva a sé con delicatezza, come se fosse la cosa più preziosa che avesse. Le accarezzò i capelli e sorrise.

-Grazie – gli sussurrò con voce strozzata dal pianto.

-Sei stata magnifica, Alex. – le bisbigliò all’orecchio con voce calda che fece rabbrividire la ragazza.

Si strinse di nuovo a lui, d’altronde Joseph aveva fatto diventare anche Alex un’amante degli abbracci.










Angolo dell'autore
Ecco qui un nuovo capitolo, cercherò di aggiornare prima di sabato! Lasciate una recenzione, baci, Marta. <3

  
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