PARTE TERZA
Rose Weasley si
trovava nella
stanza in disuso dove, pochi minuti prima, era comparso un piccolo
nano,
cercando di far lavorare il proprio cervello alla ricerca di una
soluzione.
Certo, la cosa
non si presentava
come la più facile del mondo, visto la confusione che
aleggiava intorno alla
ragazza.
Infatti Hugo,
disperato e agitato
dalla scomparsa di Brontolo –come aveva
preso a chiamarlo-, girava per
la stanza rovesciando qualsiasi cosa trovava sul suo cammino.
«Rose,
Brontolo è scomparso.»
affermò lacrimevole qualche attimo dopo, fermandosi
finalmente. «Ma non mi ha
cantato la canzoncina! Avevi detto che mi avrebbe cantato la
canzoncina…»
La giovane
Grifondoro spostò la sua
attenzione su suo fratello e, preoccupata che quest’ultimo
scoppiasse in
lacrime –come sembrava intenzionato a fare-, si
affrettò a rispondergli.
«Ti
prometto che dopo te la canto
io la canzoncina, va bene?» chiese con tono amorevole, in
fondo al quale si
poteva sentire una nota di esasperazione «Ma prima mi devi
aiutare a fare una
cosa…»
A quelle parole
il ragazzo dedicò
tutta la sua concentrazione sulla Caposcuola, dimenticandosi
completamente del caro
Brontolo.
«Devi
aiutarmi a far baciare Lily
con Malfoy.»
«Cosa?»
sbraitò Hugo, come se la sola immagine della scena per lui
fosse inconcepibile.
«No! Impossibile! Non si può! È
disgustoso!»
Rose si
scostò un ricciolo castano
da davanti agli occhi, ormai disperata.
«Vuoi
forse che tua cugina si
trasformi in un rospo?»
«Beh,
se questo porterebbe trasformare
in un rospo anche Malfoy…»
«Hugo!»
sbraitò la Grifondoro,
scandalizzata.
«Ma
guarda che la tratterei sempre
come se fosse normale!» affermò convinto il
giovane Weasley con aria
completamente seria.
La Caposcuola
non poté fare a meno
–per la milionesima volta- di alzare le sue iridi nocciola al
cielo, stressata.
«Hai
idea di cosa ti possano fare
mamma e zia Ginny se sapessero che hai fatto diventare Lily un
rospo?»
E fu proprio
quella velata minaccia
a convincere finalmente Hugo Weasley ad accettare la proposta della
ragazza.
«L’unico
problema è che deve essere
un bacio di vero d’amore …»
Dopo quelle
parole un urlo di
disperazione si disperse per i corridoi di Hogwarts, svegliando dal
proprio
sonno molti studenti.
***
Il giorno dopo
Rose costrinse Hugo
a presentarsi in Biblioteca di prima mattina, per discutere assieme a
lei della
loro prossima mossa.
«Ma
Rosie, io ho sonno!» piagnucolò
lo studente, mentre la ragazza gli imponeva, tirandolo per un braccio,
di
sedersi al suo fianco.
«Oh,
smettila, abbiamo cose più
importanti a cui pensare!» affermò stizzita,
accavallando le gambe e preparando
una pergamena e la sua famosissima piuma, che le aveva fatto superare
brillantemente numerosi esami e che –si pensava- avesse
poteri straordinari.
«Allora,
per prima cosa dobbiamo
riuscire a far innamorare Lily di Malfoy.»
dichiarò la Caposcuola, prendendo
diligentemente appunti.
Intanto suo
fratello annuiva con
aria annoiata, un braccio appoggiato sul piano del tavolo e la testa
completamente abbandonata sopra di esso.
«Basterà
farle pensare che lui
l’abbia salvata o aiutata da qualcosa, qualunque cosa, non
credi? Lily è
abbastanza volubile per quanto riguarda i suoi sentimenti.»
«Ah
ah.» acconsentì atono il
ragazzo, mentre giocava con un piccolo pezzo di pergamena abbandonato
precedentemente da qualcuno.
«Il
problema più grande sarà
riuscire a far cedere Malfoy, ma Lily ha abbastanza fascino per
riuscirci da
sola. L’importante è creare le giuste
situazioni… sei d’accordo?»
«Ah
ah.»
«Ci
vogliono luoghi romantici,
musiche di sottofondo, magari al chiaro di luna… e vedrai
che tutto andrà a
posto!» affermò convinta Rose, girandosi
finalmente verso il suo compagno.
«Ah
ah.»
«Hugo!»
strillò irritata «Hai
ascoltata una sola parola di quello che ho detto?»
E finalmente il
giovane Weasley sembrò
risvegliarsi dal letargo in cui era caduto, alzando di scatto la testa
e
osservando, con aria perplessa, sua sorella.
«Cosa?
Si si, tutto,
perfettamente!» affermò, neanche lui troppo
convinto delle proprie parole.
Rose Weasley
alzò –di nuovo- le
iridi nocciola al cielo.
«Va
bè, lasciamo perdere. Abbiamo
poco tempo, dobbiamo iniziare da subito!»
***
Hugo cominciava
a essere seriamente
dubbioso di quello che Rose lo stava costringendo a fare.
Infatti la
ragazza lo aveva appena
obbligato a buttare nel Lago Nero Lily –naturalmente senza
farsi vedere, e su
questo era stata molto chiara-, per poi accucciarsi dietro Malfoy e
puntargli
la bacchetta alla schiena per forzarlo con un incantesimo a salvarla
dalla
Piovra Gigante.
Ma come poteva
essere giusto
qualcosa che metteva in pericolo Lily e faceva fare a Malfoy la parte
dell’eroe?
Che poi la cosa
non avesse
funzionato non era certo colpa sua!
Lui era stato
attento e non si era
fatto vedere. Era Lily che non era normale e, al posto di ringraziare
il
ragazzo per averla salvata, si era inviperita, urlandogli contro che
sapeva che
era stato lui a buttarla di sotto.
Certo la scena
era stata alquanto
divertente quando Malfoy aveva provato a spiegargli, spaventato, che
lui non
centrava, che c’era Hugo dietro la sua schiena.
Naturalmente,
quando si era girato,
il giovane Weasley era già scappato.
In un certo
senso iniziava a fargli
pena Malfoy: si era dovuto subire l’ira di sua cugina e, lui
lo sapeva bene,
era qualcosa di inimmaginabilmente terribile.
Ma Rose si
poteva certo arrendere
al primo ostacolo? Eh no, altrimenti non si sarebbe chiamata Rose
Weasley.
Fu
così che costrinse –nuovamente- Hugo
a inviare dei messaggi ai due giovani.
Quello per Lily
doveva essere da
parte di Lysander, che la invitava per una cenetta romantica davanti al
lago.
Quello di Malfoy era una proposta di sesso sfrenato da una ragazza che
probabilmente manco esisteva.
Poi gli aveva
fatto preparare il
luogo.
Le lucciole
magiche incantante, che
servivano per illuminare, dovevano essere perfettamente sospese sopra
la
coperta blu notte stesa sul prato, sulla quale erano stati adagiati
dello
champagne e dei cuscini.
E infine lo
aveva obbligato a
nascondersi nelle vicinanze insieme a lei, che teneva stretto tra le
mani uno
stereo incantato con l’obbiettivo di aumentare
l’atmosfera romantica.
Quella sera
Hugo, mentre attendeva
in compagnia di sua sorella, iniziò a pensare che
quest’ultima fosse o completamente
fuori di testa, o avesse una mente diabolica.
Ma protendeva
per la seconda.