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Autore: Buildingalife    16/10/2011    2 recensioni
Marte era quel tipo di posto che potevano permettersi solo i sognatori, non tutti erano alla sua altezza.
Beh, io ero una grande sognatrice, per me era il posto perfetto.
Ma erano tante le persone che dopo aver saputo dell'esistenza della vita sulla Terra, vi avevano fatto un viaggio per vedere com'era, e poi, guarda un po', non sono più tornate.
Quindi mi chiedevo, era effettivamente un posto migliore del mio?
Genere: Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La serata passò velocemente, ridemmo molto, poi però c'erano anche dei momenti in cui eravamo più seri.
Ogni tanto, mentre mangiavo, con la coda dell'occhio mi accorgevo che mi fissava in un modo strano.
Finito di mangiare, decidemmo di uscire a fare una passeggiata.
Ad un certo punto, mentre camminavamo in silenzio, mi prese la mano, si fermò e chiuse gli occhi.
Portò la mia mano sulla sua guancia e la tenne stretta per un po', mentre sorrideva.
Aprì gli occhi: "Scusami...Non...Nah, non è vero. Eccome se volevo... Scusa, comunque." disse, e lasciandomi la mano riprendemmo a camminare.
"Cosa voleva dire?" gli dissi io d'un tratto, dopo molto silenzio.
"Di che parli?"
"Avanti, lo sai."
Di scatto si fermò e me lo ritrovai davanti con il suo respiro che riscaldava il mio viso, e i suoi occhi a due centimetri di distanza dai miei.
Stampò le sue labbra sulle mie, e in quel momento, non sapevo più di cosa stessimo parlando.
"Dicevamo?" disse lui che si spostò e tornò al mio fianco, incitandomi a riprendere la passeggiata.
In realtà non mi ricordo cosa stavamo dicendo. "Non lo so." dissi io.
Rise. La sua risata era fantastica.
"Perchè ridi?"
"Perchè, ti ricordi che ti avevo promesso che te l'avrei fatta pagare, no? Ecco, ci sono appena riuscito, ti ho fatto impazzire." disse lui tutto convinto e fiero di sè.
No, non avrebbe vinto, non con me almeno.
"Ah, sì? Dici proprio così?" gli dissi io mentre avvicinavo il mio viso al suo, e improvvisamente ci ritrovammo come prima, i nostri respiri che ci riscaldavano, e i nostri occhi vicinissimi.
Avvicinai le mie labbra verso le sue, e quando le avvicinò pure lui, non mi lasciai baciare da lui, ma gli diedi un pugno nello stomaco.
Si fermò e si piegò, tenendo strette le braccia sullo stomaco.
Questa volta ero io a ridere.
Si ricompose, si riavvicinò, e cercò di stamparmi un altro bacio, ma io mi scostai all'istante.
"Senti, hai vinto, ok? Sei contenta?" disse lui.
"Uhm, si." e questa volta quando ritentò il suo tentativo, mi lasciai baciare, avevo vinto, non avevo più nulla da perdere.
E questa volta, le cose andarono oltre. Non erano più semplicemente le sue labbra poggiate sulle mie, ma era la sua lingua, nella mia bocca che cercava la mia, e trovata, ci iniziò a giocherellare, a rincorrerla, a prenderla.
"Ora devo andare." dissi io.
"Okay, ti riaccompagno."

Ci avviammo verso la macchina, salimmo e mi riaccompagnò a casa.
"Grazie." gli dissi prima di uscire.
Mi sorrise e fece l'occhiolino.
Mentre aprivo la porta della stanza, mi accorsi che non aveva risposto alla mia domanda.
Gli mandai un messaggio: "Non mi hai più risposto poi eh? Furbo."
Dopo un minuto, neanche, mi arrivò la risposta: "Mmh, a quale domanda?"
"Quella che ti ho fatto oggi." gli risposi.
"Dormi, ti spiegherò domani, se mi sentirò buono. ;)"
Obbedii, e andai a dormire.
Cosa mi aspettava il giorno dopo?
 
Mi svegliai con lo squillo del mio cellulare che nonostante avessi ignorato, insisteva.
"Pronto?" dissi farfugliando, visto che ero ancora rincoglionita forte.
"Insomma finalmente ti sei decisa a rispondere! Era non so quanto che ti chiamavo! E poi a che cazzo di ora ti svegli, si può sapere?!" disse lui.
"Eh, beh, calmo." dissi io.
"Ti aspetto tra quaranta minuti sotto il tuo albergo, dobbiamo parlare."
"Va bene." risposi ed attaccai.
Andai subito a farmi una doccia, e mentre le fragili gocce d'acqua scorrevano agitatamente sul mio corpo, pensai a cosa mi volesse dire. Aveva finalmente deciso di rispondere alla mia domanda?
Mi vestii in fretta e scesi, con dieci minuti di ritardo, ma scesi.
C'era lui impaziente che aspettava mentre giocherellava con il suo cellulare, si chiamava Blackberry, mi sembra, non ricordavo bene perchè su Marte i cellulari erano un po' diversi, ma mi ricordai però  della sera prima e quanto mi aveva rotto le palle dicendomi che lo amava, che non sapeva cosa fare senza di lui e cose varie.
Quando mi vide, si avvicinò a me, mi salutò, e dopo un "come stai?" mi disse di fare un giretto.
"Insomma, cosa dovevi dirmi?" chiesi impaziente.
"Tu non sai aspettare vero?" rispose lui sorridendo.
Ah, che sorriso fantastico, un sorriso così fottutamente dolce che ti faceva sciogliere all'istante.
"Se proprio devo, aspetterò." gli risposi, cercando di fare il sorriso migliore che poteva venirmi.
"No, non importa, non ti farò aspettare."
"Bene, allora inizia."
"Volevi rispondessi alla tua domanda. La tua domanda era una cosa tipo 'Cosa voleva dire?' no?"
Annuii.
"Bene, non so bene neanche io cosa voleva dire. Se devo essere sincero, Rose, c'è qualcosa... Qualcosa di te che mi fa voler starti vicino il più possibile, come una calamita, e ogni giorno..." si bloccò un attimo. "Ogni giorno mi sembra che mi piaci di più. Cioè, è strano, lo so, ci conosciamo da poco, ma a cuor non si comanda. E mi è venuto automatico fare quel gesto ieri, portare la tua mano sulla mia guancia...Ed è stato..." si bloccò di nuovo, ma poi, sussurrando disse: "Fantastico..."
Okay, potevo svenire in quel momento. Le sue parole erano una meraviglia, e soprattutto, la sua voce lo era.
Se quando parlava la sua voce era così, chissà com'era quando cantava. Aveva detto di essere un cantante, no?
"Canta." gli dissi, senza pensare.
Ero così bramosa di sentire come cantava.
"Cosa?" chiese perplesso.
"Canta per me, per favore."
Mi sorrise, e iniziò a cantare una canzone chiamata "Alibi" ed ero rimasta veramente senza parole, quindi gli chiesi di cantarmene ancora un'altra, e mi cantò "A Modern Myth":
"Did we create a modern myth?
Did we imagine half of it?
Would happen in a thought from now 
Save yourself,
Save yourself.
The secret is out... 
The secret is out... 
To buy the truth, 
And sell a lie,
The last mistake before you die,
So don't forget to breathe tonight, 
Tonight's the last so say good-bye."
E quando finì la canzone, ero ancora più sorpresa di prima.
Non riuscii a descrivere l'inondata di sentimenti che mi riempirono in quei momenti, insomma, le sue canzoni erano così... Così, VERE.
E la sua voce era indescrivibile, era l'equilibrio perfetto tra realtà e sogno. In realtà, mi sembrò molto più un sogno, ma poi quando mi girai e vidi che era lì, che esisteva veramente, non sapevo che pensare.
Appena finì di cantarmi quelle due, fantastiche, canzoni lo guardai, riuscii a incrociare il mio sguardo con il suo, mi misi in punta di piedi e lo baciai.
Continuammo a baciarci per non so quanto, ma non ne eravamo mai stanchi, era come se ce ne dovessimo nutrire, ma non ne eravamo mai, mai sazi.
   
 
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