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Autore: Lightheaded    17/10/2011    2 recensioni
Il mio sguardo andò allo specchio, partiva dal terreno e arrivava a superarmi di poco la testa.
Mi specchiai con curiosità, ma anche con paura e quello che vidi mi lasciò strabiliata.

Dilemmi, domande, inganni e risposte. Un universo sconosciuto e una protagonista atipica.. Spero vivamente vi piaccia, mi raccomando non siate parchi di commenti!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rieccomi come promesso a postare il capitolo 5.
Spero davvero che vi piaccia!Vi auguro una piacevole lettura e vi esorto a commentare: guardate che non mordo!


Kanish era inginocchiata davanti al suo tavolo ingombro di pergamene.
In quel preciso istante si rese conto di quanto Shalia fosse forte: capì davvero per quale motivo era così importante.
Non era riuscita nemmeno a scalfirne le difese nonostante tutte le complicate magie arcane utilizzate.
Non riusciva a piegarla a nessuna magia, la sua mente sembrava inviolabile. Stava miseramente cadendo sconfitta e la cosa la stava facendo impazzire.
Sei la migliore, ma se fallirai la situazione diventerà insostenibile.” le aveva confessato Toryok-Lyo al termine della Danishal di quella sera.
Quel maledetto elfo alla riunione, quella sera, aveva parlato davvero troppo.
Voleva intavolare una discussione troppo delicata, avrebbe potuto aspettare un'occasione meno plateale.
Ora Shaila era totalmente fuori dal controllo elfico. Non riusciva più ad individuare la posizione della giovane.
Era scappata?
Cosa stava succedendo?
Lui l’aveva già trovata?
Le domande si affollarono nella mente e l’indecisione la invase. Abbassò il capo prendendosi la testa tra le mani.
Dopo diversi attimi in cui aveva pensato ad ogni eventualità decise: avrebbe agito molto presto.

Volevo scoprire se c'era la possibilità di contattare quel ragazzo: forse la magia avrebbe potuto aiutarmi.
Volevo sapere: sentivo che era una necessità per riuscire a non diventare solo un mero strumento in mano agli elfi.
Che cosa stava per succedere?
Le domande continuavano a tempestarmi la mente.
L’albero meraviglioso e immutevole mi guardava dall'alto della sua bellezza mentre arrivavo a un conclusione folle: decisi di provare a contattare il ragazzo. Non avevo idea di come fare, ma c'era un istinto antico dentro me: un qualcosa di assurdo e inspiegabile che mi portava ad agire.
Dopo essermi appoggiata a quel meraviglioso e lucente tronco chiusi gli occhi per rilassarmi.
Cercai semplicemente di focalizzare l’attenzione sul viso del ragazzo, con quegli occhi così particolari.
Poi mi concentrai su due parole: devo parlarti.
Uno scossone fortissimo.
“Shaila che cosa stai facendo?” chiese dura Kanish. Sembrava molto provata.
“Chiedo scusa, ma non pensavo fosse un problema tentare di rilassarmi.” risposi gelida.
“Non sopporto le bugie.” affermò l’elfa prendendomi per il braccio sinistro.
La morsa era strettissima e sentivo un dolore intenso propagarsi lungo l’avambraccio.
Mi liberai infastidita dall’arroganza dell’elfa. Cominciavo ad odiarla.
“Lasciami stare. Non userò la magia se ti do così fastidio, ma desidero rilassarmi un po’ visto che ho studiato
tutto il giorno.” 
dissi acida.
“Sei un elfa. Devi rispettare certe gerarchie. Se ti dico una cosa che ritengo sia per il tuo bene…” iniziò con lei con voce tagliente
“Per il mio bene?” chiesi ironicamente interrompendola.
Sì, un vampiro ti sta cercando e riteniamo sia pericoloso.” spiegò Kanish ammorbidendo il tono.
Un vampiro mi stava cercando?
Il mio stupore la rese stranamente risoluta. La sua espressione stava diventando ferocemente determinata e mi stava spaventando molto.
Immobile, la guardavo mentre il panico mi attanagliava le viscere.
Lei iniziò a girarmi intorno lentamente. Incominciò ad intonare una lenta litania che mi ipnotizzò.
Bloccata da quelle parole sconosciute mi resi conto di essere sotto il pieno controllo del suo incantesimo.
Mi sentivo intorpidita e continuavo a guardarla disperata. Il suo viso era stravolto da una rabbia feroce che non le avevo mai visto.
Era la personificazione dell’odio.
Perchè?
Mi chiesi spaesata.
Gli occhi sembravano illuminati da una cupa luce sinistra.
Un fuoco nero si accese intorno a me cominciando a bruciare l’albero a cui ero ancora appoggiata.
Mi sentivo malissimo. Ancora una volta la fissai intensamente, ora un sorriso trionfante le si era dipinto sul volto.
No, non ero come lei.

Il suo sguardo era intenso e notai che la luce nei suoi occhi non accennava a spegnersi.
Era cupa e il suo terrificante fascino aumentava grazie al riflesso oscuro del fuoco nero, il quale continuava a
bruciare quel magnifico albero da cui non volevo staccarmi.
Il malessere non accennava a passare, anzi sembrava aumentare e infiacchirmi sempre più ogni attimo che passava.
Mi accorsi di non riuscire a distogliere lo sguardo. La sentivo vicina al mio animo.
Era una sensazione potente e inspiegabile di violazione che mi invase con aggressività, ma non riuscivo a capire come bloccarla.
La paura sembrava sul punto di farmi scoppiare il cuore, così rilasciai tutta l’energia che sentivo pulsare nei recessi più profondi della mia anima. Non volevo che arrivasse a controllarmi, la odiavo per quel tentativo così feroce di privarmi della mia capacità di pensare.
Sapevo che quello era il suo scopo, mi pareva così evidente in quel suo sguardo magnetico e in quella sensazione di immobilità che mi avvolgeva con forza.
C'era qualcosa di inquietante, e rassicurante allo stesso tempo, in tutte le certezze che mi accorgevo di possedere.
Mi concentrai nonostante lo sforzo, chiusi gli occhi seguendo quell'istinto così irragionevole.
Dopo pochissimo la sentii allontanarsi sempre più velocemente fino a sparire del tutto. Tirai un sospiro di sollievo.
Finalmente trovai il coraggio di aprire gli occhi.
Lo sguardo si stava spegnendo, gli occhi cominciarono a chiudersi e il sorriso di trionfo si trasformò rapidamente in una smorfia di dolore. La vidi crollare a terra senza opporre la minima resistenza mentre le fiamme intorno si spensero all’istante lasciando un cerchio nero sul terreno.
Il mio sguardo venne poi attirato dallo splendore dell’albero: nessun segno del fuoco che l'aveva avvolto fino a poco prima.
Mentre mi staccavo dall’arbusto rigoglioso il mio sguardo si posò sul volto dell’elfa. Morta.
Sapevo che quel volto che pian piano si stava rilassando era l’espressione della morte.
Assassina.
Ero una schifosa assassina.
La consapevolezza mi colpì con una potenza inaudita. La odiavo, ma non volevo ucciderla..
L'elfa aveva ancora gli occhi aperti.
Non potevo sostenere quello sguardo eppure non riuscivo a distogliermi da esso. Ero un mostro.
Ero parte di quell’odiosa guerra: un ingenuo soldato che non sapeva nulla di conflitti né di morte.
Ero solo una ragazza, o forse no, in questa realtà ero l'inconsapevole mostro.
Le lacrime cominciarono a scendere sinuose e brillanti, le sentivo sgorgare senza freni.
Mi avvicinai come in trance al corpo inerme davanti a me. Continuavo a scuotere la testa, incredula.
Toccai la mano di Kanish. Era gelida.
Improvvisamente qualcosa si mosse, ma le lacrime e gli occhi gonfi m’impedirono di vedere cosa.
Mi spaventai. Speravo che non fosse morta. Speravo che fosse lei a muovere le dita dimostrandomi che riprendeva conoscenza. Mentre smettevo di piangere mi resi conto che non era lei, ma le radici degli alberi che le circondavano.
Stavano avvolgendo il corpo dell'elfa sciogliendo la mia presa sulla sua mano.
Trovai la forza di distogliere finalmente lo sguardo. Mi sentivo annientata. Era tutto così assurdo. Non volevo ammettere
la verità nonostante ce l’avessi davanti.
Le radici nere si erano aggrovigliate creando una tomba.
Il giaciglio eterno della mia prima vittima.



Spazio autrice
Shaila sta avendo qualche problemino eh?
Sembro sadica, ma non la sono xD
Nella speranza di un commento, vi saluto lasciandovi al prossimo capitolo che spero di riuscire a postare già tra due giorni.
Bye!

  
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