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Autore: Cheshire Kitten    17/10/2011    4 recensioni
SPOILERS up to 5x03.
"Anche una parte di me sperava fosse mio". Sussurrò a nessuno in particolare, dirigendo lo sguardo verso il basso. Alzando la testa la vide davanti se. Gli rivolse un sorriso straziato mentre nei suoi occhi brillava il fantasma del loro amore.
Chuck sapeva che Blair era andata via. Sapeva che di lei è rimasto solo il profumo, ma fece tesoro dell'allucinazione proiettata dalla sua mente.
"La parte di me che ti ama desiderava fosse mio" Le confidò. "Considera che ti amo con tutto me stesso, e tira le somme".
Avrebbe dovuto rattristarlo dischiudere verità ad un allucinazione come un pazzo, ma nella sua mente Blair continuava a sorridergli e, in quel momento sospeso nel tempo, si sentì in pace con il mondo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
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                                                                     Unshed Truths and Ugly Tears

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Giurava di aver sentito la sua presenza ancor prima del 'ding' dell'ascensore.
C'era sempre stato qualcosa di karmico nei loro incontri. Già scritto. Già vissuto. Quasi come se in una vita passata avessero avuto il privilegio di non essere materiale autodistruttivo. Forse quella vita aveva concesso loro un lieto fine. Forse, sicuramente, i frammenti di quest'ultima li avrebbero scheggiati in eterno.
Ogni parola, ogni gesto, ogni sguardo, ogni frammento.Tutto aveva una sua singolare importanza. Si erano sempre ritrovati nel riconoscere l'importanza dei dettagli.
Chuck e Blair, coloro che non davano niente per scontato, si erano persi in un mare di dettagli.
Quegli stessi Chuck e Blair che credevano di poter manipolare, controllare, i propri destini, erano stati beffati dal fato. "Se due persone sono destinate a stare insieme, alla fine si ritroveranno."
Erano stati ingenui nel loro amore.
Chuck Bass non era un romantico, era solo un uomo innamorato. Non credeva nel fato, ne tantomeno ai lieto fine. Ciò a cui credeva era il suo amore per Blair, perchè per quanto distorto ed incompreso, era l'unica verità che avesse mai conosciuto. In quanto abile bugiardo, la falsità gli appariva lampante. Il suo mondo era farcito da scintillanti bugie che lo rendevano vuoto; lui in prima persona era stato cresciuto a forza di menzogne, imboccato d'aria. Le bugie che gli altri bambini mandavano giù come caramelle, che saziavano alcuni mentre risultavano indigeste ad altri, non facevano che lasciare il piccolo Chuck a stomaco vuoto.
Playboy, giovane, ricco e festaiolo. Un Clichè?. Schiavo del sistema?. Probabilmente uno dei pochi ad aver capito la natura fallace di quel sistema. Rassegnato?. Forse.
Si dice che Adamo ed Eva furono felici nell'Eden finchè non ebbero la consapevolezza di essere nudi.
La sfortuna di Chuck Bass? Essere sempre stato consapevole di essere vuoto. Nessuno si era mai preso la briga di riempirlo, quindi Chuck si era rassegnato. Sarebbe rimasto vuoto come il mondo in cui era cresciuto.
Così, quando aveva incontrato Blair, incontrata davvero, si era avventato su di lei come una bestia, un animale privato del sostentamento, si era aggrappato a lei e aveva divorato ogni briciola dell'amore che aveva da dargli. L'aveva prosciugata goccia per goccia, avido di quell'affetto che non aveva mai ricevuto. Una volta riempiti i buchi nel suo cuore, si era reso conto di non essere ancora sazio, ed in quel momento, seppe che l'avrebbe amata per sempre. Che avrebbe sempre avuto bisogno di lei. Che non ne avrebbe mai avuto abbastanza.
"Noi non potremmo mai essere noiosi" "Tu dici così, ma io ti conosco. Tu sei Chuck Bass" "Non sono Chuck Bass senza di te".
Blair lo aveva reso un cinico romantico e, la consapevolezza che era rimasta con lui, gli suggeriva che i loro cuori battevano all'unisono solo perchè lei aveva deciso di condividere il suo con lui.
Blair era andata via, e aveva portato con se il suo cuore. Il tutto che lo lasciava con niente. Ora di quel cuore era rimasto solo il rumore.
C'era un brusio in lui che gli ricordava di essere vivo. Un agrodolce brusio. Nostalgico. Come il brusio di una vecchia cinepresa, in uno di quei cinema per amatori, con quelle pellicole in bianco e nero e le didascalie al posto delle parole, ma senza più musica dal vivo.
Da quando non c'era più Blair, Chuck si sentiva come in uno di quei cinema. La vita era un film in bianco e nero, senza ne musica ne parole, e lui, piuttosto che viverla, la stava guardando da lontano.
Chuck non riusciva a sentire.
La sua vita era diventata un film muto.
Chuck non riusciva a sentire niente, ma sentiva lei. Sentiva il battito del loro cuore.
Quasi come se la stesse aspettando, si era seduto su quello sgabello, proprio di fronte l'ascensore, con il suo solito scotch davanti. Ed aspettava.
I tacchi alti che battevano sul solido parquet erano come uno staccato musicale. Ancor prima di girarsi, sapeva che era lei. Avrebbe riconosciuto quella musica ovunque.
Chuck Bass sentiva di nuovo.
Un momento dopo Blair era dinanzi a lui, sottile, elegante, con un vestito blu a fiori, la pelle baciata dal sole e gli occhi grandi ed impauriti.

Alcuni agonizzanti minuti dopo, quel brusio si era trasformato nel rimbombo di un tamburo, uno di quelli che ti lacerano il petto.
Guardando in orrida fascinazione le labbra di Blair formulare la sua sentenza di morte, si rese finalmente conto di averla persa per sempre. Forse fino a qualche minuto prima, una parte di lui ancora sperava. Forse era solo in stanby, sul precipizio, aspettando qualcuno che lo buttasse giù o che gli tendesse la mano.
Forse aspettava che Blair gli tendesse di nuovo la mano, invece era venuta a buttarlo giù.
Stavolta, per quanto potente, il loro amore non avrebbe potuto ricongiungerli. Ormai la scelta non era più nelle mani di lei. Avrebbe sposato l'uomo del quale era incinta. No, non stava più a lei.
Il destino aveva vinto e loro avevano perso. Destinati o Dannati?. La risposta che non aveva voluto dare a se stesso, ora, gli bruciava in gola. Ciò che un tempo era convinto potesse essere la sua salvezza, era diventata la sua condanna. "Ti amerò sempre".
Condannati ad amarsi per sempre.
Eppure lui, senza neanche ammetterlo a se stesso, aveva sperato fino alla fine. Cosa credeva, che avrebbe lasciato Louis all'altare e sarebbe corsa da lui? Illuso.
Può sembrare perverso, ridicolo anche, ma quello che stava sperimentando era un piacevole dolore, un dolore esilarante che contrastava le lunghe settimane di torpore.
"Se c'è una cosa che so di Chuck Bass è che diventare padre non rientra certamente nei suoi piani".
Avrebbe voluto contraddirla, ma da perfetto masochista qual'era, non si concesse il lusso di una verità che avrebbe alleviato il sapore del fiele.
Voleva solamente proteggere quel dolore, preservarlo e dargli l'opportunità di distruggerlo.
Forse aveva ragione lei. Forse si era illuso di volere quel futuro; forse voleva solo lei... e tutto ciò che avrebbe comportato averla sua per sempre. O forse, più semplicemente, in questo momento si stava illudendo di non volere una famiglia. Una famiglia con lei. "Costruiremo il nostro futuro insieme".
"Una parte di me sperava che fosse tuo". Blair si voltò ed uscì dall'attico. Adesso era solo, a fargli compagnia solamente le sue taciute verità; verità che sapevano di lei.
"Anche una parte di me sperava fosse mio". Sussurrò a nessuno in particolare, dirigendo lo sguardo verso il basso. Alzando la testa la vide davanti se. Gli rivolse un sorriso straziato mentre nei suoi occhi brillava il fantasma del loro amore.
Chuck sapeva che Blair era andata via. Sapeva che di lei era rimasto solo il profumo, ma fece tesoro dell'allucinazione proiettata dalla sua mente.
"La parte di me che ti ama desiderava fosse mio" Le confidò. "Considera che ti amo con tutto me stesso, e tira le somme".
Avrebbe dovuto rattristarlo dischiudere verità ad un allucinazione come un pazzo, ma nella sua mente Blair continuava a sorridergli e, in quel momento sospeso nel tempo, si sentì in pace con il mondo.
Sentendosi leccare la mano, Chuck abbassò lo sguardo.
Monkey ricevette la prima carezza dal suo nuovo padrone e felice cominciò a scodinzolare.
Chuck alzò lo sguardo e scoprì che la sua mente aveva smesso di scherzare con lui. E adesso non c'era più nessun dolce dolore accompagnato dal brusio. Adesso era un sordo dolore a squarciargli l'anima.
Nessun battito. Solo un cuore. Un cuore inerme. Un cuore che fa male.

Dopo aver respinto l'amaro sapore dello scotch, Chuck era disteso sul letto. Finalmente quel dolore era stato in grado di metterlo K.O. Finalmente era caduto dal precipizio.
Un'aspra lacrima gli corrose il viso. Stringeva quel cagnolino a se come fosse la sua ancora di salvezza.
Adesso aveva la certezza che non avrebbe mai costruito una famiglia per conto suo, ma decise che avrebbe accudito quel fido pulcioso come fosse suo figlio.
Avrebbe mai potuto quel cane alleviare il suo dolore? La risposta era no, ma di certo si sarebbe sentito meno solo.


[A.N]

One-shot che risente dell'umore di quando l'ho scritta. Martedì ero una fontana ambulante. Dallo scorso Martedì ad ora non ho avuto tempo di lavorarci su quindi è piuttosto grezza, ma mi premeva postarla prima della prossima puntata, e dato che la guardo sempre di martedì mattina era imperativo che la postassi ora. Scusate le imprecisioni.
Spero comunque che decidiate di farmi sapere cosa ne avete pensato.

L'immagine è mia. Do.Not.Steal.

L'ispirazione per questa shot l'ho avuta ascoltando questa versione della meravigliosa canzone di Dolcenera  Mai più noi due - live

P.s: se per caso vi è mai capitato di leggere una una delle mie due ff mi scuso con voi. Siete stati tutti carinissimi nelle vostre recensioni e mi avete fatta felice, ma oltre ad essere la persona più pigra dell'universo ho avuto anche dei problemi personali.
Rallegratevi, ora si è risolto tutto xD, quindi aspettatevi di essere annoiati dalle mie ff al più presto. GG si mette sempre più in ridicolo e quindi ho bisogno di rifugiarmi nelle ff e rivivere i bei tempi.
Io vado a piangere in un angolo, voi intanto recensite...
  
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