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Autore: ArchiviandoSogni_    17/10/2011    14 recensioni
Cosa fareste se un giorno vi ritrovaste in America?
E se a un certo punto, vi comparisse di fronte Ian Somerhalder?
Si è quello che è successo a Criss. Ma non è tutto rosa e fiori, lui è un divo che non calcola le ragazzine. Lei è una sognatrice, con molta ambizione. Potranno mai, nonostante l'apparente diversità, diventare amici?
Forse diventeranno qualcosa di più e questo potrà fare molto male, soprattutto a Criss.
Se vi va, seguitela insieme a me.
(Storia corretta fino al capitolo 3)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Far away from You. [Criss and Ian's story]'
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When a Man loves a Woman

 

 
10 anni dopo
 
 
Robyn continuava a guardarsi allo specchio, sorridendo a dismisura.
Finalmente il suo compleanno era arrivato e con esso anche il suo tanto e desiderato regalo.
 
Quel biglietto, quel singolo biglietto le avrebbe permesso di vedere Ryan, il cantante della sua band preferita.
Il suo sguardo era frenetico, continuava controllarsi i capelli ramati e a toccarsi quei boccoli lunghissimi che sua mamma tanto amava accarezzare.
Per di più, il suo sguardo color cielo primaverile sembrava travolto da un uragano e non riusciva a fissare niente se non quel bellissimo biglietto tra le sue manine.
 
Quel giorno compiva ben 10 anni e i suoi genitori le avevano organizzato un party meraviglioso per la serata e l’indomani, invece, sarebbe andata al concerto dei Torment, i suoi idoli.
Continuò a sorridere anche quando scese velocemente le scale mentre il solito profumino dei croissants caldi, la investì dolcemente.
 
Ritrovandosi nella luminosa cucina, roteò gli occhi e sbuffò leggermente.
 

Di nuovo, era successo di nuovo!

 
Sua mamma e suo papà erano sempre appiccicati come due bambini.
Nonostante si fingesse spesso scocciata e infastidita, era felice di far parte di una famiglia così particolare.
Mamma e papà non perdevano mai tempo a litigare e se lo facevano, passava davvero poco tempo prima che facessero pace. Tutti, però, la prendevano spesso in giro perché suo papà era tanto più vecchio della sua mamma. Ma lei ormai aveva imparato a sorridere e a rispondere :” Mio padre è il bellissimo Ian Somerhalder e la mia mamma è la famosissima Cristina Leoni! Siete solo invidiosi, razza di rammolliti!”
 
Si, i suoi genitori non erano come quelli dei suoi amici.
Papà era un attore e registra famoso da anni ed era veramente bello. E non lo diceva solo perché era sua figlia, le migliaia di fan che lo seguivano e a volte lo perseguitavano erano una prova più che evidente.  La mamma, invece,  era a capo di un’azienda internazionale che si occupava di traduzioni. Non era altrettanto famosa ma aveva un carattere ed una personalità davvero forti che lei a volte invidiava un po’.
In pratica la sua famiglia era un po’ strana  ma nonostante vivessero nel quartiere più famoso di New York, lei frequentava una scuola pubblica perché i suoi genitori non volevano che lei crescesse senza capire il vero valore della vita.
Il papà l’aiutava ad amare il mondo, con i pro ed i contro e la mamma le insegnava e confrontarsi con gli altri e farsi valere sempre.
 
Lei li adorava e molti la invidiavano, ma sapeva come girava il mondo. L’importante era avere i suoi genitori vicino e sarebbe sempre stata un gradino sopra gli altri.
 
Sarebbe stata sempre felice.
 
“Mamma! Papà! Basta fare i fidanzatini anche alla mattina presto. Siete irrecuperabili..”
 Si sedette sulla sedia mentre il padre abbandonò i fianchi della mamma che, di schiena, era intenta a preparare la colazione per un reggimento di soldati affamati.
 
“E la mia principessa gelosona non lo vuole il bacio del compleanno?”
Robyn non se lo fece ripetere una seconda volta, volò tra le braccia forti del papà che la strinsero dolcemente, come ormai era un’abitudine.
Il suo papà era così bello e dolce. Era il suo principe azzurro con gli occhi ghiaccio ma il cuore caldo e affettuoso.
 
“Papà, Papà! Allora domani posso andare con la zia Vicky? Vero che posso? Vero?”
 
Quegli occhi azzurri che lo imploravano con così tanta tenerezza, non potevano fargli dire un semplice no.
Sua figlia aveva preso molto da sua madre, soprattutto nell’arte della persuasione. Infatti ormai non riusciva minimamente ad opporsi ad entrambe.
“Sai che sono molto geloso al riguardo.. E chi è questo ragazzaccio che ti vuole portare via da me?”
 
La bimba si liberò dalle sue braccia facendo una serie di piroette molto aggraziate.
“Oh papà! E’ bellissimo! Ryan il cantante dei Torment.. E’ proprio bello.. E poi come canta papà! Forse è anche più bello di te!”
 
Ian assottigliò lo sguardo senza però smettere di sorridere. “ Cos’è questa storia? Oh, non se ne parla proprio..”
“Ma papà! Mamma.. per favore digli qualcosa! Farò la brava..”
 
La giovane donna si avvicinò al tavolo servendo la colazione per la sua famiglia. Sorrideva anche lei ampiamente vedendo lo sguardo di sua figlia a dir poco implorante e quello di suo marito malizioso e scherzoso come al solito.
“Principessa, il papà sta scherzando. Abbiamo già parlato con la zia ed è tutto sistemato. Solo una cosa però : comportati bene e non ti allontanare troppo. Sai i concerti non sono proprio adatti ad una piccola donna come te.”
“Grazie mamma!”
La bimba si sporse per baciare la mamma e si dedicò alla sua gratificante colazione.
Era proprio come nelle pubblicità, pensava. La famiglia felice, il papà che vuole bene alla mamma... Addirittura  lei era una bambina che non sapeva mai cosa chiedere a babbo natale.
 

Aveva già tutto.. Tutto tranne lui.

 
Il suo Ryan, ma presto gli avrebbe chiesto di sposarla!
 
La mamma glielo raccontava sempre che anche la sua storia con il papà era improbabile ed impossibile. Eppure l’unica cosa impossibile erano gli ambienti e gli stili di vita diversi. Però, bastò solo una volta, un solo incontro ed era poi diventato impossibile dividerli. Nemmeno il destino ci era riuscito.
 
“Robyn, ora però devi correre a scuola. La zia Nina e lo zio Paul stanno arrivando con Thomas così oggi non dovete prendere l’autobus. Ah, approposito.. “
 
Criss si alzò per ritornare con in mano con una piccola scatola.
 
“Oltre al piccolo regalo che ti abbiamo fatto io e tuo papà, ho pensato che avresti dovuto avere un’altra cosa.”
 
Sorrise la piccola Robyn mentre apriva quella graziosa scatoletta.
Al suo interno ci trovò una collanina con due ciondoli : uno azzurro a forma di lacrima ed uno dorato a forma di sole. Entrambi erano di pietra Swarovsky e non esitò un attimo a farselo mettere dal papà.
“Sai cosa rappresentano?”
“Si! Un sole ed una lacrima.”
“E qual è il loro significato?”
 
La piccola rimase leggermente interdetta quando il padre finì di allacciargliela.
Corse nel corridoio dove il grande specchio le rifletteva la sua immagine felice.
Era proprio bella quella collana ma non capiva quello che sua madre volesse sapere.
Si ritrovò due piccole mani a cingerle le spalle, mentre la donna si inginocchiò per mettersi alla sua altezza.
La guardò attraverso lo specchio, con quegli occhi nocciola che erano sempre stati dolci e affettuosi con lei.
La sua mamma era una grande.
 
“La lacrima rappresenta i momenti tristi. Piangerai un sacco in questa vita , tesoro. Le sofferenze, purtroppo non posso risparmiartele. Devi solo stringere i denti e incassare tutti i colpi rialzandoti con dignità.”
Criss strofinò il naso sulla piccola nuca di sua figlia, stringendola a sé con fare possessivo.
 
“Però, ci saranno anche tanti momenti belli e devi avere la capacità di coglierli e goderli a pieno. Ricordati che nulla è impossibile se tu lo vuoi. Devi solo crederci e lottare per avere quello che desideri. Capito, tesoro?”
 
La bimba si commosse un poco, ma odiava piangere per momenti così belli. Si girò, racchiudendosi nelle piccole braccia della mamma che sembrava veramente una bambolina di porcellana.
Nell’ultimo periodo la vedeva più sorridente, si toccava spesso la pancia e la sua pelle brillava più del sole.
 
Robyn sapeva tutto. Aveva origliato una conversazione telefonica tra suo padre e lo zio Paul. E si, presto avrebbe avuto un fratellino o una sorellina.
Non si sarebbe mai dimenticata lo sguardo luccicante del padre che parlava gesticolando e tirandosi leggermente i capelli solo all’idea.
Ripeteva solo : “ Paul, sono di nuovo papà! Non ci credo, dio quanto sono felice.. Vorrei vivere per sempre così, senza che né io e né Criss, perdessimo tutto questo amore. Non avrei mai pensato che sposarmi e diventare papà fosse così gratificante. Così bello .”
 
E lei si immaginò un papà più giovane, che diceva la stessa cosa 10 anni prima.
E sorrise ancora, mentre la mamma e il papà la salutarono e lei se ne andò per mano con Thomas per andare a scuola.
Non le piaceva molto, ma quel giorno avrebbe fatto uno sforzo. La sera sarebbe stata magnifica e il giorno dopo.. il giorno dopo avrebbe trovato l’amore della sua piccola vita.
 
 
***
 
 
Criss osservò la sua bambina andarsene via saltellando. Stava diventando una piccola donna e lei aveva un po’ di paura. Quanti pericoli, delusioni, problemi doveva affrontare la sua piccola. Però sapeva anche che non sarebbe stata mai sola. Ormai era da 2 mesi che custodiva dentro di sé una nuova creatura, un nuovo fratellino per la piccola Robyn.
 
Ian le si avvicinò, posandole una mano sul fianco. Un tenero bacio le sfiorò la guancia mentre il respiro caldo di Ian le arrivò a solleticarle il collo.
 
“Sta crescendo troppo in fretta, ho quasi paura.”
“Non dirlo a me. Ogni giorno che passa mi sento sempre più in ansia per lei. E’ così piccola eppure già così matura. Non voglio che cresca in fretta, voglio che si godi a pieno la sua infanzia.”
 
L’uomo l’abbracciò completamente posando poi il suo mento contro la morbida testa di lei.
“Sei proprio sicura che mandandola a quel concerto non sia un po’ troppo per la sua età? Criss ha solamente 10 anni..”
“Non voglio essere l’ostacolo che le impedirà di realizzare il proprio piccolo sogno. Mi ricorda troppo la me stessa di 10 anni fa. Anche io quando ero partita per l’America da sola, mia madre mi voleva quasi uccidere. Eppure ha creduto in me e mi ha dato fiducia. Non finirò mai di ringraziarla per aver assecondato quella mia piccola pazzia.”
 
Criss si distaccò solo per accarezzare quel viso che ormai conosceva perfettamente. La sensazione tattile della pelle di suo marito contro la sua le era più famigliare che ogni suo singolo respiro.
 
“Non puoi paragonare le due situazioni. Tu avevi quasi 20 anni lei ne ha appena 10.. Sii seria.”
“Non possiamo sapere se è troppo presto o no. Tu hai 14 anni più di me, se avessi dovuto fare questo ragionamento non ci saremmo mai incontrati. Dai, diamole fiducia..”
 
Ian sorrise perché non riusciva proprio a dirle di no, nonostante ogni volta ce la mettesse tutta.
 
“Smettila di guardami così!” disse ridendo.
“Così come?”
“Come  uhm, non so. Tipo andiamoincameradaletto, Ora?”
 
Criss scoppiò a ridere dandogli uno schiaffo leggero sulla spalla.
“Perché non la smetti di fare il ventenne arrapato e non mi aiuti con le pulizie?”
“Non ti aiuto perché tu non devi pulire. Te lo dico da settimane che dobbiamo chiamare una donna di servizio.”
“Non ci penso neanche. Non sono mica malata!”
L’uomo la guardò ormai sconsolato. Quella donna non cambiava mai. Nonostante lo scorrere del tempo era sempre la solita ragazzina testarda ed orgogliosa.
 

E lui l’amava sempre più.
Strano, vero?

 
“Dai, Amore. Muoviti e andiamo!”
Criss lo trascinò per una mano verso il piano superiore, mentre l’uomo cercava di fermarla.
Ormai era impossibile.
 
In fondo, si poteva fermare un uragano?
 
“Ah guarda che bel cielo. Siamo a novembre eppure l’azzurro estivo sembra che non ci voglia abbandonare.”
La donna si appoggiò al davanzale del balcone con gli occhi puntati verso quell’immensità azzurra.
 
“Criss non fare la sciocca, entra dentro. Fa freddo!”
 
“Ti ricordi, Ian?” Si voltò verso l’uomo mostrandoli il suo profilo.
Il sorriso che accompagnò quel gioco di sguardi fu immenso.
 
Mentre Ian la riprese di nuovo tra le braccia il flusso di ricordi  investì entrabi con gentilezza.
 
 
10 anni prima.
 
Criss uscì dal lavoro dopo l’ennesima giornata di merda. Cavolo, odiava letteralmente quel nerd del suo capo.
Odioso, sclerotico e molto incline ai complimenti osceni.
 
Avrebbe volentieri sacrificato la sua penna preferita per infilargliela dritta nel cuore.
 
Sbuffò, sorseggiando avidamente il suo caffè mentre ritornava a casa.
Era un bel pomeriggio di novembre e lei aveva approfittato del sole tiepido per fare una passeggiata da casa al lavoro e viceversa, soprattutto per evitare il traffico asfissiante di Milano.
Erano passati mesi da quando aveva deciso di imbarcarsi in quella situazione altamente suicida però riusciva lo stesso a sentire il suo amato fidanzato che distava un’eternità di kilometri da lei.
 
Sbuffò ancora prima che il cellulare iniziò a vibrare incessantemente.
 
“Pronto?”
“Come sta la mia impiegata preferita?”
 
Sorrise come era solita fare solo a sentire quella voce.
“Ian, quanto manca a dicembre? Ricordamelo per favore e dimmi che devo tenere duro fino alla fine del contratto.”
L’uomo sospirò prima di risponderle comprensivo : “ Manca poco, Criss. Ti ha rotto ancora le scatole quel imbecille?”
“Già.”
“Quanto è fortunato che l’oceano lo divida da me. Non hai idea di cosa gli combinerei. Un lunga e lenta tortura con tanto di dissanguamento mortale.”
Criss rise di gusto. “ Sei troppo immedesimato nella parte di Damon. Ho quasi paura.”
“Uh, io ne avrei. Per esempio, in questo momento.”
“Perché?”
“Cerca un qualcosa di azzurro nei paraggi e fissalo intensamente.”
 
La ragazza rimase ferma sul marciapiede con un espressione del tutto sconvolta.
Qualcosa di azzurro?
 
“Dio, Ian. Che hai bevuto oggi?”
L’uomo rise di gusto lasciandola per qualche secondo a tormentarsi con i suoi dubbi.
“Esatto, Amore. Dio, proprio li su devi guardare.”
Criss sbuffò scettica ma piantò i suoi occhi verso l’enorme pozza azzurra.
 
“E quindi?”
 
Ma prima che potesse ricevere una qualche risposta, un elicottero iniziò ad avvicinarsi verso la sua direzione. Non capì cosa stesse succedendo, finché uno striscione si librò nell’aria seguendo quel marchingegno provvisto di eliche.
 
“Criss?”
 
Ma lei scoppiò a piangere come una bambina. Non poteva essere vero, non poteva.
Quella scritta in caratteri cubitali rossi, era decisamente troppo.
 

“Cristina Leoni, mi vuoi Sposare?     I.S.”

 
E mentre lacrime e risate si mescolavano insieme, due mani l’avvolsero da dietro quasi spaventandola.
Non si ricordò molto dei momenti successivi. Si ritrovò per magia a cavalcioni sul suo uomo baciandolo a dismisura e gridando come una pazza: “Si”.
 
 
E da quel momento non si fermò più,
 
quel Si diventò Eterno.
 
 
 
 
 

The End

 
 
---
 
Ebbene  si. Siamo alla fine di questo lungo cammino :)
Mi spiace di non aver creato un finale più lungo, più dettagliato, più melenso.. Purtroppo questi sono Ian e Criss e anche se sono invecchiati non hanno perso la loro verve da idioti. Ahahahahahha xD E io adoro lasciare finali aperti perché sta a voi decidere il finale migliore :)
 
Beh non voglio fare la depressa, perché non ne vedo il motivo.
Mi sono divertita a scrivere anche questa storia ed è la prima che porto a compimento dopo anni ed anni di storie sempre iniziate e mai finite.
Voglio dire grazie a tutti voi che mi seguite dall’inizio, chi ho incontrato per strada oppure chi si affezionato a questa storia solo ora. Grazie mille perché io ci ho sempre creduto e continuerò a crederci nell’amore per la scrittura. So di non avere le basi giuste e so anche di non essere una scrittrice con la S maiuscola. Però, continuerò a farlo perché mi fa stare bene e non vedo quindi il motivo di smettere.
 
Grazie davvero e voglio bene un po’ a tutti voi :)
 
Vi aspetto alla prossima avventura, sono sempre sulla mia pagina facebook e sto scrivendo altre due storie.
 
Insomma, il mio non è un addio ma un arrivederci.
 
A presto, bellezze <3

   
 
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