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Autore: LetShizueGo    18/10/2011    5 recensioni
[QUATTRO MANI CON DOMINIL]
La prima settimana di scuola era scivolata via piuttosto lentamente tra passeggiate in spiaggia e sogni fatti di musica, di note, gocciolando passivamente fino al weekend per poi ricominciare.
Era Giovedì mattina quando accadde, quando la sveglia di Brian non suonò e quando Matt perse tempo fuori a bighellonare e fumare, per poi ritrovarsi il pomeriggio a scontare un paio d'ore di punizione.
"Haner, Sanders, consegnate questi biglietti quando oggi pomeriggio vi ritroverete in punizione."
I due ragazzi strabuzzarono gli occhi. Era tardi, certo, ma erano solo dieci fottuti minuti! Aprirono bocca simultaneamente, il viso paonazzo di Matt sembrava una bomba ad orologeria. La professoressa pero', la signorina Hugens, li bloccò subito con un cenno della mano e lo sguardo particolarmente appuntito.
"Ti ho visto fuori a fumare Sanders, e per quanto riguarda te Haner sarebbe bene dare un'occhiata al regolamento d'istituto. E adesso andate a sedervi mi avete fatto perdere fin troppo tempo."
Matt guardò Brian di sottecchi ma l'altro non ricambiò anzi, i suoi occhi nocciola erano già posati sul posto migliore dei due rimasti e l'altro sbuffò, arreso. Fanculo lui e i suoi fottuti posti.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Junk of the heart.
Prologo


Doveva correre, era in ritardo tragico. Se non fosse arrivato per primo quel cazzone di Jimmy gli avrebbe fottuto il posto in fondo alla classe di storia e lui proprio non voleva quello! Lui voleva poter dormire durante le lezioni.
Nove meno dieci.
Distolse lo sguardo dall'orologio che portava al polso solo quando urtò il suo professore di biologia, quello che lo teneva di punta perchè al secondo anno lui lo aveva mandato a fanculo e reso ridicolo davanti a tutta la classe, che da allora adorò il ragazzo e istituì un nuovo sport: prendere per il culo il prof Hermy (così lo avevano amabilmente rinominato perchè una volta qualcuno gli aveva dato dell'ermafrodita).
“Mi scusi prof”.
Il ragazzo liquidò frettolosamente il professore incazzato che gli stava facendo una predica assurda con il suo vocione acuto che qualcuno aveva ironicamente definito da “soprano”, non lo ascoltava. Si liberò dalla presa dei salsicciotti che erano le sue dita e riprese a correre.
“Sanders dove corri!! Giuro che non ti farò diplomare ne quest'anno ne mai!” urlava, ma le minacce erano ormai lontane, Matt aveva ripreso a correre verso la classe di storia senza fregarsene dei novellini che lanciava per aria con la sua mole da diciassettenne che dimostrava più dei suoi anni. Erano quegli occhi grandi e verdi associati a quelle fossette ai lati delle sue labbra sottili che lo tradivano, conferendogli quell'espressione di eterno bambino che lui a volte odiava e a volte invece adorava.
Nove meno cinque.
Si fermò di scatto non appena arrivò in classe, il fiato corto per la lunga corsa. Dannate sigarette, doveva smetterla di fumare, aveva il fiatone per così poco! Si appoggiò allo stipite della porta per riprendere fiato, ascoltando i battiti accelerati del povero cuore nel suo petto portato sempre al limite dal proprietario.
Quando alzò gli occhi la sua soddisfazione per essere arrivato in anticipo svanì. L'aula era quasi vuota, c'erano i soliti secchioni con gli occhiali che già si erano appropriati dei posti di fronte la cattedra, come se qualcuno glieli volesse fregare! Loro ne erano conviti eppure non avevano proprio capito che nessuno sano di mente vuole avere un approccio diretto con un professore, per di più di storia?! Muah. Ma a quello non fece troppo caso, piuttosto si concentrò su quello che gli aveva fottuto il posto, un tipo con i capelli nerissimi e lo sguardo fisso fuori dalla finestra, un filo bianco presumibilmente di cuffie o auricolari si riusciva a scorgere da sotto la massa di capelli ribelli. Poi un'idea geniale gli attraversò la mente. Non aveva mai visto quel tipo e lui conosceva tutta la scuola, così dedusse che doveva essere un nuovo arrivato, perciò gli avrebbe detto che quel posto era suo e si doveva spostare, ovviamente con tutta la gentilezza e la dolcezza che le sue fossette sapevano sprigionare, magari se era fortunato quello era gay, si innamorava pure e smammava pur di ingraziarselo. Purtroppo la concezione di Matthew Sanders sui nuovi arrivati era piuttosto stereotipata, quindi non aveva preso in considerazione che la sua trattativa diplomatica potesse risultare un tantino più ardua di quella che si era immaginata e che dava per assodata.
“Ehi, ciao amico!” esordì cercando di non arrivare subito al dunque per non precludersi la possibilità di un sì. Il ragazzo dai capelli neri non si mosse, continuava ad ascoltare i Pantera ad alto volume ignorando beatamente il ragazzo che vedeva riflesso nel vetro e che sembrava interessato a lui. Non voleva affatto fare amicizia con qualcuno, tanto meno con quelli che vengono a presentarsi appena notano che sei nuovo.
Matt insistè vedendo che il ragazzo non lo aveva cagato di striscio, ripetè la frase ma nel silenzio si accorse che nell'aria si sentiva This love dei Pantera e che quella canzone usciva dalle cuffie del nuovo arrivato. Come se conoscesse il ragazzo seduto da un'intera vita prese il filo delle cuffie in una mano e le tirò via dalle sue orecchie. Il giovane sì voltò spazientito verso il tipo che lo sovrastava, tenendo in mano le sue cuffie sottrattegli con la forza. Lo fissò con gli occhi scuri minacciandolo silenziosamente e fu lì che il giovane Sanders si rese conto che forse non tutti i nuovi arrivati sono come i novellini appena giunti nel mondo classista del liceo. Gli restituì le cuffie solo per non sostenere quello sguardo, ma il ragazzo non tornò alle sue occupazioni, continuò a fissare Matt con lo stesso sguardo finchè quest'ultimo non parlò.
“Ascolti i Pantera..” osservò senza saper cosa dire, ma trovando una qualsiasi scusa pur di sottrarsi a quello sguardo degno di un film horror. Ed in effetti quel ragazzo sembrava uscito da un film horror e non solo per la carnagione chiarissima che contrastava con i capelli neri e gli occhi scuri, ma per quell'alone di repulsione che lo contornava. Quello respingeva gli altri!
Il ragazzo annuì senza mutare espressione sebbene scocciato per essere stato interrotto nel suo vagheggiare per un così futile motivo. Osservava la strafottenza del ragazzone ormai mutata in imbarazzo ed era compiaciuto di essere riuscito a smontare quel tipo con così poco, molte volte doveva impegnarsi davvero, invece con lui era stata una cavolata!
"Ehm, sì.. in realtà volevo chiederti se per caso ti andrebbe di cedermi il posto" proseguì Matt ormai non più tanto sicuro di averla vinta come si era immaginato. Ed infatti il secco diniego del ragazzo non tardò ad arrivare.
"Mi dispiace ma mi piace la finestra".
Matt sbuffò non appena il ragazzo si rimise le cuffie e si diresse verso il posto vicino al tipo di poche parole che gli aveva fregato la posizione migliore. Non fece in tempo a sedersi che la campanella suonò annunciando l'inizio della disastrata lezione di storia, noiosa come la morte! Il nostro Sanders prese a giocare con la matita rigirandosela fra le dita senza uno schema preciso, ignorando il professore che aveva iniziato a dire di esami e contro esami e che quell' anno non ci sarebbero stati sconti. Chissà perché dicendo questo fissava Matt, ma lui era troppo preso dal nuovo arrivato per accorgersene. Era un ragazzo che dimostrava molti più anni di quelli che aveva, sprizzava maturità da tutti i pori e questo era affascinante, era misterioso e lui voleva scoprire qualcosa in più a riguardo. Non si accorse del prof che aveva chiamato il moro a presentarsi, così si insospettì quando lo vide alzarsi, ma collegò subito, non appena lo vide avviarsi verso la cattedra.
"Mi chiamo Brian Haner" esordì, bloccandosi di colpo e Matt strabuzzò gli occhi quando lo vide arrossire. Brian se n'era accorto di essere arrossito e si stava maledicendo per quella sua debolezza, quel suo non voler parlare di sé a degli sconosciuti che lo portava a stare zitto come una tomba. Osservò tutti i suoi compagni senza vedere un motivo per continuare. Poi incontrò gli occhi verdi del tipo di prima e questo subito prese la parola, senza chiedere neanche il permesso si alzó e si avvicinò al moro cingendogli le spalle con un braccio.
"Ed è un gran figo, ho scoperto che ascolta i Pantera, promette bene!" esclamò rivolgendosi ad un ragazzo in particolare, uno che Brian non aveva notato, nascosto fra gli studenti, ma i suoi occhi ghiaccio vistosissimi nonostante tutto.
"Ah sì? E che altro ascolti Haner?"
Ecco che iniziarono le domande che lui detestava, anche se così idiote. Eppure era grato al ragazzo che gli stringeva le spalle per aver distolto l'attenzione da lui. Non rispose al ragazzo con gli occhi ghiaccio, scostò il braccio del tipo che lo aveva soccorso e se ne tornò a posto.
Matt e Jimmy si scambiarono un'occhiata interrogativa prima che il professore intervenne.
"Sanders, Sullivan, stiamo facendo lezione!"

La prima settimana di scuola era scivolata via piuttosto lentamente tra passeggiate in spiaggia e sogni fatti di musica, di note, gocciolando passivamente fino al weekend per poi ricominciare.
Era Giovedì mattina quando accadde, quando la sveglia di Brian non suonò e quando Matt perse tempo fuori a bighellonare e fumare, per poi ritrovarsi il pomeriggio a scontare un paio d'ore di punizione.
"Haner, Sanders, consegnate questi biglietti quando oggi pomeriggio vi ritroverete in punizione."
I due ragazzi strabuzzarono gli occhi. Era tardi, certo, ma erano solo dieci fottuti minuti! Aprirono bocca simultaneamente, il viso paonazzo di Matt sembrava una bomba ad orologeria. La professoressa pero', la signorina Hugens, li bloccò subito con un cenno della mano e lo sguardo particolarmente appuntito.
"Ti ho visto fuori a fumare Sanders, e per quanto riguarda te Haner sarebbe bene dare un'occhiata al regolamento d'istituto. E adesso andate a sedervi mi avete fatto perdere fin troppo tempo."
Matt guardò Brian di sottecchi ma l'altro non ricambiò anzi, i suoi occhi nocciola erano già posati sul posto migliore dei due rimasti e l'altro sbuffò, arreso. Fanculo lui e i suoi fottuti posti.
In un batter d'occhio arrivarono le 4 e, mentre tutti uscivano sospirando allegri, Matt e Brian si ritrovarono insieme davanti alla porta che cubitalmente annunciava: 'Detention'.
"Matt, amico!"
Il diretto interessato voltò lo sguardo verso i posti del tutto vuoti oltre per qualche ragazzo e Jimmy e poi sorrise debolmente.
Il professore che si trovava oltre la cattedra visionava distrattamente il registro e a malapena alzò lo sguardo non appena li vide entrare.
"Ehi Jimmy.." Rispose a bassa voce Matt. "Che ci fai qui?"
"Mi hanno beccato mentre fumavo in bagno, gli stronzi."
Il suo amico rise, beccandosi un'occhiata pungente da parte dell'insegnante.
"Il solito allora, io sono arrivato in ritardo e quella mestruata della Hugens mi ha mandato qui."
"E il pivellino?"
Matt si voltò a guardare Brian che si aggirava perplesso tra i posti, il suo viso contratto e spigoloso come se fosse perennemente incazzato.
"È arrivato in ritardo anche lui."
Matt continuò a guardarlo ancora, i suoi occhi verdi si facevano quasi insistenti fino a quando l'altro ragazzo si sentì osservato e incrociò quello sguardo. Il contatto durò un istante, ma fu sufficiente perché Matt prese coraggio.
"Brian vieni qui, abbiamo iniziato col piede sbagliato."
Brian non rispose ma andò comunque a sedersi lì, esattamente dietro Jimmy. Senza parole tirò fuori l'ipod e fece per infilare di nuovo quelle dannate cuffie che lo estraniavano completamente da quello che era il mondo reale, facendolo galleggiare in quello che era il suo subconscio, la voglia irrefrenabile di esprimersi.
"Aspetta.." Disse Matt. "Possiamo presentarci come si deve?"
"Sei Matt Sanders e io sono Brian Haner, lo sai gia'. Non siamo partiti col piede sbagliato, semplicemente non sono molto socievole. Vi ringrazio per avermi tirato fuori dall'imbarazzo durante la prima lezione di storia."
Infilò, questa volta davvero, le cuffie nelle orecchie e appoggiò la testa sulle braccia che aveva incrociato sul banco.
Jimmy intercettò i pensieri di Matt, che dal modo in cui guardava il nuovo arrivato non poteva essere più eloquente.
"Non penserai sul serio che.."
"Gay o non gay, devo buttarmi amico." Rispose, convinto. "Non so cosa mi succede ma sento che lui sia quello giusto."
Jimmy rischiò di soffocarsi con la sua stessa saliva.
"Ma ti rendi conto delle minchiate che spari?!" Ormai il professore si era alzato in piedi, pretendendo il silenzio. Jimmy abbassò di poco la voce. "A parte il fatto che lo conosci appena, devo ricordarti quanto sia disastrosa la tua vita sentimentale? Ti butti troppo amico, lui non è quello giusto proprio per niente."
I due ragazzi parlavano tranquillamente, Matt esaltava i milioni di pregi che secondo lui Brian avesse, mentre l'altro glieli demoliva uno dopo l'altro ma nessuno di loro, nemmeno lontanamente, riusciva a comprendere quella realtà parallela che era Brian Haner. E nemmeno lui stesso lo sapeva, l'ipod era spento ed aveva sentito ogni singola parola. Non sapeva cosa fosse, chi fosse e da che parte stare.
Voleva solo il suo sogno, voleva l'Accademia Musicale di Los Angeles.





-----Shizue's Corner-----
Mh direi che come esperimento sia abbastanza riuscito, insomma io amo letteralmente questa donna! E anche il twitterare alle undici di sera -o le sette di mattina- su una possibile quattro mani ed una possibile trama. Così eccoci qui con il prologo, tutto per voi.
Ovviamente un grazie a chi leggerà e ci farà sapere se questo esperimento vale la pena continuarlo ;)
Hugs,
Shizue.

-----Dominil's Corner-----
Mh direi che non ho molto da dire se non un grazie a chi leggerà e che adoro lavorare con questa donnina **
See you soon,
Dominil.
   
 
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