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Autore: yuki21    19/10/2011    5 recensioni
Questa è una commedia romantica. Non saprei come altro definirla. Abbiamo lui, lei, un altro, ed una missione da compiere. Tratto dalla fic: "Quando Kakashi-sensei iniziò ad illustrare il piano, Sakura fu certa che lassù, non vi era un solo Kami che la volesse vedere finalmente felice."
Una Sakura stanca, un Sasuke che cambia ed un... cane innamorato? Tutto questo in un viaggio interiore che cambierà per sempre la vita dei nostri eroi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Angolo di Yuki21, detta anche Zia Yuki (ma io preferivo Nee-san... maledetta età che avanza!): Ben ritrovati amanti del SasuSaku e non! Siete pronti per un nuovo capitolo? Bene, bene... so che ci sono persone in trepida attesa, curiose di sapere cosa è successo dopo il famoso bacio. Effettivamente Sasuke-kun ci ha sorprese, però insomma, su, è pur sempre un uomo! Considerata la situazione, troppo dovrebbe darsi da fare, ma vai a capirlo quello. Cmq, un grazie speciale alle persone che non solo stanno leggendo questa storia, ma trovano addirittura il tempo per scrivermi due righe di recensione! Che brave che siete, meravigliose (le sta adulando spudoratamente).
Come anticipato alla simpatica Jennybrava che mi scrive recensioni lunghe lunghe che mi diverto un casino a leggere, questo capitolo è perfetto per chi... ama le botte date per missione e per sfogo, gli spiedi (non quelli di carne!) e le... chiappe addormentate?!Tutto questo e oltre nel nuovo cap di Only You.
Ops e a proposito, presto si spiegherà anche la scelta del titolo. Nulla lasciato al caso per quanto mi riguarda.
Kiss kiss
Yuki-san

Capitolo 3


 

Se fosse stata solo un po più coraggiosa, non avrebbe permesso al moro di andarsene a dormire lasciandola così, senza parole.

Ma il suo coraggio, come ogni più piccolo principio di ragione, si era andato a farsi benedire nel momento stesso in cui le labbra di Sasuke aveva toccato le sue.

Senza aggiungere altro, si coricò sotto le calde coperte restando immobile per tutta la notte. Una notte in cui, per inciso, Sakura Haruno, non chiuse occhio.

Il mattino seguente quando con orrore incontrò lo specchio del bagno, maledì nell'ordine:

Tsunade, per averle assegnato quella missione; Kakashi-sensei, perché era un sadico pervertito; Naruto e Sai, perché erano chissà dove e lei non poteva picchiarli per sfogarsi; Sasuke Uchiha perché era Sasuke Uchiha e se stessa, per avere un volto che mostrava chiaramente la stanchezza di una notte insonne e che le avrebbe quindi fatto fare una figura del cavolo con Sas'ke.

Cercò di tirarsi su di morale pensando che andava in missione per suonarle di santa ragione al nemico. E male che andava, se il suo stato d'animo non se ne usciva un po sollevato, poteva sempre farsi ammazzare guadagnandosi un funerale degno di un eroe ninja.

Tremendamente imbarazzata e in un completo stato confusionale, uscì dal bagno spalancandone la porta, che quasi travolse il moro.

Si ritrovarono quindi a fissarsi negli occhi: lei rossa e già sudata, lui impassibile e fresco come una rosa. L'unico rumore che si udì in quel istante, fu quello di una mattonella del bagno che cadde rovinosamente a terra. Evidentemente il danno nella doccia era più grave del previsto. E Sakura a quel punto, desiderò davvero di morire.

Sasuke la superò senza commentare e si chiuse la porta del bagno alle spalle. Sakura si vestì in cinque secondi netti sentendo dentro di se, il chakra impazzito e le mani pruderle terribilmente. Doveva spaccare qualcosa e alla svelta.

Provò a calmarsi il più possibile e a restare concentrata sulla missione. Sasuke uscì bello che pronto e la prima parola che disse alla rosa fu semplicemente “Andiamo.”

E così sia, si rispose mentalmente Sakura.

Dopo un paio d'ore di cammino, raggiunsero il loro obiettivo. Con le informazioni raccolte erano riusciti a scovare il nascondiglio ove i mercenari, preparavano la sostanza chimica da consegnare ai vari paesi.

“Come procediamo Sasuke-kun?”. Quasi si stupì lei stessa della concentrazione ritrovata. Il compagno osservò lo stabile con lo sharingan.

“Sono parecchi. Non credo che riusciremo a fare prigionieri, quindi spazziamoli via e facciamola finita.”

Be, come piano non faceva una piega.

“I ninja che tengono sotto controllo il perimetro esterno del campo, sono armati di spiedi. Sta attenta.”

“Spiedi? Probabilmente saranno velenosi. Per fortuna ho con me diversi antidoti. Se vieni colpito avvisami subito, ci metto un istante ad analizzare il tipo di veleno e a somministrarti l'antidoto giusto.”

“Va bene.”

“I nemici più pericolosi saranno sicuramente all'interno dello stabile. E' meglio che a loro ci pensi tu. Io creo un diversivo per farti entrare indisturbato.”

Detto ciò, la rosa si infilò un guanto nero osservando minacciosa gli uomini poco distanti.

Sasuke la guardò intensamente. Dentro, una strana sensazione lo stava divorando... ansia? Ma non per lui. Lui non ne provava mai prima di una battaglia. Quindi doveva essere per lei. Si stava preoccupando per lei e per il fatto che stavano per separarsi proprio prima di uno scontro. Scosse la testa. Da quanto tempo non si preoccupava per qualcuno altro? Certo Sakura era una sua compagna, e Naruto era stato chiaro: doveva proteggerla soprattutto in sua assenza. Ma era davvero solo questo?

No, c'era dell'altro, e il bacio che le aveva dato la sera precedente ne era chiara prova. La voce di lei lo destò dai suoi pensieri.

“Allora io vado.”

Sakura fece un passo avanti e si bloccò. Qualcosa la stava trattenendo per un polso. Girò il capo e vide Sasuke che la fissava.

“Sasuke-kun, che c'è?”.

Già, che cosa non andava? Come le spiegava che provava una brutta sensazione al pensiero di lasciarla sola?

La rosa sembrò leggergli nella mente perché, con voce calma e affettuosa gli disse “Fidati di me.”

E Sasuke obbedì. La lasciò andare e vide Sakura correre veloce incontro al nemico.

Poi la vide caricare di chakra il pugno destro e colpire violentemente il terreno sottostante. L'impatto fu violentissimo e il suolo si spaccò sotto i piedi dei nemici, i quali, finirono tutti gambe all'aria.

A Sasuke vennero in mente le mattonelle rotte in bagno, di cui ancora non aveva chiesto spiegazioni.

Su quel albero, dopo tanti anni, Sasuke Uchiha sorrise di cuore riscoprendosi capace di divertirsi.

Certo, si fidava di Sakura e faceva bene. Era un ottimo ninja, ed anche una gran donna.

Troppo per quel cane dell'Inuzuka. Ma questa era una questione da affrontare dopo, al termine della missione. Si lanciò dunque nella battaglia continuando ancora a sorridere.

“Shannaro!”, quanti ne aveva abbattuti? Le era impossibile tenere il conto. Iniziava a sentirsi stanca ma per fortuna, Sasuke l'aveva appena raggiunta.

“Allora?”, si informò la rosa.

“Nemico annientato, carico distrutto”, rispose il moro. Alle loro spalle, il covo era avvolto dalle fiamme.

“Qui come andiamo?”, le domandò Sasuke.

“Me ne mancano giusto un paio, sono veloci quei bastardi!”.

Sasuke osservò il gran numero di ninja abbattuti dalla rosa. Era forte sul serio. Probabilmente tanto da eguagliare se non addirittura superare, la forza di Tsunade-sama.

“Sei stata brava Sakura.”

La rosa non poteva credere di aver ricevuto un complimento sul suo operato ninja, proprio da lui.

“Vediamo di concludere con quei due, così mettiamo la parola fine a questa missione.”

Sasuke scattò avanti scontrandosi a mezz'aria con un ninja, il quale, ne uscì sconfitto su tutta la linea.

Sakura intanto stava riprendendo fiato. Si ripromise di allenarsi di più sulla resistenza una volta tornata a Konoha.

Il ragazzo le tornò accanto.

“Ne manca uno Sas'ke-kun.”

“Ok. Resta dietro di me.”

E solo per la frazione di un secondo, trovò che gli occhi di Sakura fossero davvero belli mentre cercavano di individuare l'ultimo nemico. E questo lo fece distrarre quel poco che bastava, per farsi raggiungere da uno spiedo volante. Ma prima di avvertire il dolore, una cascata di capelli rosa gli si parò davanti, bloccando lo spiedo con la spalla sinistra.

Sakura lanciò un urlo di dolore. Sasuke saltò in direzione del ninja che aveva lanciato l'arma e lo eliminò immediatamente. Si voltò dunque in direzione di Sakura e vide il corpo di lei, cadere dal ramo a peso morto.

Saltò nuovamente e la raggiunse, prendendola al volo. L'adagiò sull'erba. Sakura aveva gli occhi spalancati e il corpo immobile. Riuscì a pronunciare poche deboli parole...

“Borsa... antidoto... viola...”.

Al ragazzo bastò per capire di cercare, nella borsa che Sakura portava con se appesa alla cintura, una fiala color viola. Ne trovò una con un piccolo ago già pronto all'uso e somministrò l'antidoto direttamente nel collo della ragazza.

Subito il respiro della rosa tornò regolare. Le ci volle un po per riuscire a parlare.

“Anf, anf. Veleno paralizzante. Blocca tutti i muscoli del corpo, incluso il cuore. Per fortuna porto sempre con me antidoti per diversi tipi di veleno. Grazie Sasuke-kun.”

“Riesci a muoverti?”.

La kuonichi tentò di muovere una mano, ma non le riuscì.

“Accidenti. Deve essere roba potente. L'antidoto ci metterà parecchio per neutralizzare del tutto l'effetto del veleno. Temo che sarò fuori uso per qualche ora. Mi dispiace.”

Si sentiva una scema. Immobile, inutile, sdraiata ai piedi del suo adorato Sasuke-kun. Decisamente quella missione la stava emotivamente distruggendo. Sospirò tentando di cacciare indietro le lacrime. Ci mancavano solo loro a farle fare ulteriormente una pessima figura.

Sasuke la guardò. Gli venne da ricordare tutte le volte in cui Sakura, si era parata davanti a lui per difenderlo da qualche nemico. Tutte volte in cui la ragazza ne era uscita ferita.

“Finisce sempre così con te. Sei noiosa Sakura”, le disse.

Il suo tono non sembrava affatto cattivo o di rimprovero, quanto rassegnato e... sereno?

Lei lo guardò truce, per poi ritrovarsi a bocca aperta.

Sasuke l'aveva alzata tra le braccia. La teneva su come si tiene una giovane sposa. Arrossì senza nemmeno accorgersene.

“Forza, torniamo alla locanda. Devi riposare”, le disse.

E per quanto lei sapesse che era una pessima idea farsi trascinare dai sentimenti e dalle emozioni, non riuscì a non poggiare la testa contro il petto di Sasuke per restare così, ad ascoltare il suo cuore battere.

Era sera quando rientrarono alla locanda. La grassa padrona, si lasciò sfuggire una gran risata nel vedere in quel atteggiamento i due giovani ragazzi.

“Ah ah, ma che carini! Scommetto che ve la siete spassata, lei mi sembra distrutta! Mm, complimenti bel maschione. Che ne dite di finire in bellezza con una bella cena in camera? Solo un piccolo supplemento in più...”

Sakura la voleva ammazzare. Peccato che ancora non riuscisse a muovere nemmeno il mignolo.

“Va bene”, rispose semplicemente il moro. E alla fanciulla venne un colpo.

“Non puoi muoverti, ma devi pur mangiare. Tanto vale continuare ancora un po con questa storia della coppietta innamorata.”

Sakura sospirò.

“Vuoi dire con questa farsa della coppietta innamorata. Uff, che stanchezza.”

Lui non aggiunse altro.

Entrati in stanza, l'adagiò sul letto dopo averle tolto il mantello. Si tolse tutto l'equipaggiamento ninja in suo possesso e tornò a concentrarsi sulla compagna, che dormiva beatamente.

Ci aveva messo un attimo ad addormentarsi. Segno che il veleno l'aveva sfiancata.

Il moro andò in bagno e ne uscì poco dopo, con una bacinella piena d'acqua fresca ed un piccolo asciugamano.

Tolse gli stivali alla ragazza e le aprì di poco la zip della felpa. Poi, con una delicatezza che non pensava di possedere, iniziò a pulire la pelle delle gambe e delle braccia di Sakura.

Piano piano, passò al viso. Lo ripulì dalla polvere e dal sudore scostando con una mano, ciocche di capelli rosa. Si stupì di quanto fossero lisci e setosi.

Si ricordò di quanto, una volta, la ragazza li portasse lunghi. Chissà se a Kiba piacevano le ragazze coi capelli corti. Scacciò subito via tale pensiero dandosi dell'imbecille.

Mentre continuava il suo meticoloso lavoro, la ragazza aprì gli occhi puntandoli sull'onice di quelli di Sasuke.

“Sas'ke-kun?”.

“Come ti senti?”.

“Eh? Oh, meglio. Ma non posso ancora muovere i muscoli del corpo.”

Riuscì di poco a girare la testa, tanto per avere la sensazione di cambiare un poco posizione. Per Sakura, si preannunciava una nottata lunga e scomoda.

“Grazie Sasuke-kun. Sia per avermi riportata qui che per questo.”

Indicò con gli occhi l'asciugamano e la bacinella d'acqua che il ragazzo stava usando per detergerla.

“Dovrei essere io a ringraziarti, ti sei beccata uno spiedo per salvare me.”

Sakura sembrò perdersi in chissà quali complicati pensieri.

“Mh. Meglio di no. Non ringraziarmi mai più nella vita Sas'ke-kun. Considerando che l'ultima volta che l'hai fatto, sei sparito per quattro anni...”

Si pentì praticamente subito di quanto detto e quindi, tentò di recuperare come poteva.

“Be si insomma, adesso sarebbe alquanto complicato per me cavarmela da sola in questa situazione, quindi per favore, non ti allontanare da me per nessun motivo.”

Ok, anche questa cosa le era uscita piuttosto male. Sembrava quasi una preghiera e se ne vergognò. Arrossì e si sentì terribilmente frustrata dal fatto che non poteva nemmeno voltarsi di spalle per evitare di guardare Sasuke.

“Non ho più intenzione di allontanarmi da Konoha Sakura. Non vado più da nessuna parte, tranquilla.”

E chissà perché, sembrava un qualcosa detto più a se stesso che alla compagna.

Sakura sorrise. Era felice. Si sentiva una stupida senza speranze ma era felice. E tutta questa sua felicità era data dal fatto che Sasuke, le aveva finalmente detto, che non se ne sarebbe più andato via. Ma si poteva essere più pazze di così?!

Iniziò a ridere sempre più forte. Lui la guardò abbastanza preoccupato. Che il veleno avesse attaccato i pochi neuroni ancora sani della compagna?

“E adesso che ti prende? Perché ridi?”.

E come glielo spiegava lei? Gli poteva dire che la consapevolezza di amarlo ancora non faceva altro che travolgerla ogni volta che lo guardava? E che era felice di sapere che poteva guardarlo ancora e ancora, anche se forse non si sarebbero mai sfiorati come lei sperava? Si insomma, poteva dirgli che le veniva da ridere per quanto si sentiva follemente innamorata di lui, pur sapendo di essere senza speranza? Che tragica commedia si trovava a vivere.

“Ah, ah... scusa, scusa. Non lo so nemmeno io, sarà il veleno o sarà che, be, ho capito una cosa che mi fa morire dal ridere nonostante sia un qualcosa di disperato! Ah ah ah!!”.

Il moro si alzò, sistemando sul comodino accanto, la bacinella d'acqua.

“Quel veleno è terribile. E tu sei insopportabile.”

E quella frase riuscì a farla smettere di ridere. Le emozioni la travolsero totalmente, tanto da farla quasi soffocare. E il bisogno di Sasuke, il bisogno fisico di Sasuke, divennero per lei insopportabili.

Tanto da darle la forza di muovere la mano per afferrare quella del compagno.

Fuori era notte ormai, la cena era stata consegnata in camera mentre la rosa dormiva. Sakura era stanca. Di tantissime cose. Di sentirsi sola soprattutto.

“Sasuke-kun, per favore... potresti dormire qui sopra per questa notta?”.

Con qui sopra, intendeva nello stesso letto. Si sentì andare a fuoco, ma non mollò la presa. E inoltre, c'era da dire, che bloccata così com'era, la rosa si sentiva anche parecchio vulnerabile. No, decisamente non voleva stare da sola su quel maledetto letto per giovani sposi!

Era impossibile capire cosa stesse pensando Sasuke in quel momento e forse nemmeno lui, era consapevole di cosa stesse provando. Fatto sta, che il ragazzo scivolò via dalla mano di Sakura che cadde inerme sul letto.

La ragazza sospirò triste e ferita, per poi ritrovarsi senza parole quando, un Sasuke Uchiha bello come un dio, andò a stendersi sul lato opposto del grande letto.

Di qualcosa Sakura, digli grazie...

“Dormi”, comandò subito dopo il moro. E lei chiuse gli occhi così stretti da farsi venire una fitta alla testa.

Lentamente, la stanchezza abbracciò entrambi i ragazzi, facendoli scivolare dolcemente tra le braccia di Morfeo.

Dopo poche ore di riposo, Sakura si svegliò per due motivi principali: il primo, era che le sue chiappe si erano addormentate procurandole crampi tutt'altro che piacevoli; il secondo motivo, erano i bruschi movimenti che Sasuke stava facendo. Movimenti accompagnati da lamenti incomprensibili. Sakura voltò il viso nella sua direzione. Il moro era illuminato dai raggi della luna che entravano dalla finestra. Sembrava sofferente, come se stesse male.

“No, no. Itachi no...”

Bastò questo per far capire a Sakura che il ragazzo era in preda ad un incubo. Qualcosa di brutto che aveva a che fare con suo fratello.

La rosa tentò di muoversi verso il ragazzo, ma i suoi movimenti erano ancora minimi. Così allungò solo il braccio per far si che la sua mano, sfiorasse il viso di Sasuke.

“Sasuke-kun, svegliati. Coraggio stai avendo un incubo.”

Improvvisamente, gli occhi del ragazzo si spalancarono rossi e pazzi.

Con un velocissimo movimento di reni, saltò a carponi sul letto, bloccando Sakura per la gola e puntandole un kunai al viso.

“Sasuke svegliati! Sono io!”.

Lo urlò con quanto fiato avesse e per fortuna, riuscì a destare il ragazzo.

“Sa... Sakura?”.

Il ragazzo aveva ancora la gola di Sakura stretta tra le dita. La osservò, rendendosi conto di quello che stava per fare e spalancò gli occhi per il terrore.

Poi, una mano gentile e tremante, raggiunse il suo volto sfiorandolo in una carezza.

“Va tutto bene Sasuke-kun, hai avuto un incubo, tutto qui.”

Va tutto bene Sasuke, va tutto bene. Kami, quanto voleva crederle. Sentì tutto il suo corpo perdere le forze. Il kunai venne lanciato fuori dal letto, la gola della ragazza venne liberata, i capelli neri gli coprirono il viso.

Sasuke si accasciò stremato, addosso a Sakura.

La strinse a se, forte. Sprofondò il viso nei capelli ciliegio di lei, saggiò per la prima volta, la morbidezza di quel corpo di donna che sapeva essere duro come la roccia.

E gli piacque tutto ciò. Altroché se gli piacque.

Lei rimase ancor più paralizzata di quanto già non lo fosse suo malgrado. Ma non disse nulla. Lo lasciò li, stretto a lei. Non capendo cosa stesse succedendo e non volendo nemmeno capirlo sul serio. Perché tutto andava bene. In quel preciso istante, tutto andava finalmente bene.

Dopo un minuto che sembrò lungo una vita, Sasuke si mosse liberando il corpo di Sakura dal suo peso.

“Sakura?”.

“Si?”.

“Che succede se mi perdono?”.

Perché anche lui era stanco. E voleva davvero perdonarsi ed andare avanti.

Lei girò la testa nella sua direzione e lo fissò seria negli occhi. Le faceva un male cane tutto il corpo, ma trattenne il suo dolore fisico e sorrise a Sasuke.

“Succede che gli incubi finiscono Sasuke-kun.”

E quella era la promessa più dolce e bella che il moro potesse udire.

Voleva parlare ancora con lei, avrebbe parlato con lei anche per tutta la notte se solo entrambi, non fossero stati così stanchi. Ma il moro notò una smorfia di dolore passare sul viso della compagna, probabilmente dovuta al fatto che tenere la stessa posizione per così tante ore la stava facendo impazzire.

Muto, le si sdraiò accanto, facendo scivolare un braccio sotto il suo cuscino, e l'altro intorno alla sua vita. Facendo leva con tutto il suo corpo, Sasuke riuscì a far spostare Sakura su un fianco, donandole un gran senso di sollievo nonché, senso di protezione.

Lei non disse nulla, rimasta senza parole per la sorpresa di quel gesto.

“Ora dormi”, ordinò il moro, mettendo fine a tutte quelle chiacchiere notturne e anche ai propri fantasmi interiori.

Sasuke si addormentò quasi subito, continuando ad abbracciare stretto Sakura per tutta la notte.

Lei riuscì a chiudere occhio per almeno un ulteriore ora.

Poi improvvisamente, nel buio della stanza, venne colta da un nuovo e atroce problema che andava a superare persino i dolorosi crampi che aveva patito in precedenza.

Ora che il suo corpo riusciva di nuovo a muoversi, tutto il calore della pelle di Sasuke l'aveva avvolta inebriandola. E questo fece si che questo nuovo problema, prendesse forma schiacciandola e togliendole il respiro.

Su quel letto, soli, con Sasuke praticamente addosso, la rosa avvertì il suo fiato sul proprio collo.

E Sakura si scoprì tremendamente eccitata.

“Shit!”.

 

 

 

 

 

   
 
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