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Autore: Sherlock Holmes    19/10/2011    2 recensioni
Una tranquilla nottata a teatro offerta a Watson da Holmes si trasformerà in una caccia all’uomo…che esaspererà il povero dottore.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Buttai un’occhiata intorno: dalla nostra posizione, potevamo osservare tutto il teatro, galleria compresa, con l’aiuto dello specchietto di Holmes.
- L’assassino si sistemerà certamente in un gabbiotto in galleria. Ma quale?- mormorò Holmes sottovoce.
Dalla mia seggiola, vidi riflettersi sulla scatoletta argentea in mano a Holmes, per un secondo, un baluginio.
Mi alzai di scatto, afferrando Holmes per una manica e trascinandolo su per le scale della galleria.
- Ho visto…- iniziai in un soffio.
Holmes annuì, posandosi un dito sulle labbra, intimandomi, così, di far silenzio.
Gli anni passati in Afghanistan mi avevano permesso di riconoscere lo scintillio di una canna di fucile anche a distanza e nella quasi completa oscurità.
Arrivammo di fronte alla tribuna da dove avevo notato il luccichio sospetto.
Estraemmo lentamente le nostre pistole.
Dall’interno della loggia, sentimmo un lieve rumore di parti meccaniche in movimento. Il killer aveva tolto la sicura.
Facemmo un cenno d’intesa, al che scostai la tenda ed entrai, arma in pugno, nel gabbiotto.
A quanto pare, però, l’attentatore aveva avvertito il fruscio della tenda.
Con uno scatto fulmineo, mi bloccò alla parete, usando la canna del fucile, inoltre, per disarmarmi.
Mi osservò con stupore.
- Non sei Sherlock Holmes…- constatò con voce rauca.
- In effetti, lui non lo è, ma io sì.-
Holmes era entrato qualche istante dopo di me. Teneva sotto tiro l’attentatore con il suo revolver.
Il killer si mise a ridere sommessamente. –Complimenti! Pensavo che non volesse mettere in pericolo nessuno, se non lei stesso… Non mi aspettavo l’intervento del suo braccio destro, Holmes…
- Amo i colpi di scena.- disse serio il mio amico.
Con la coda dell’occhio, avvertii un movimento nell’orchestra. Il primo violino si era alzato, e con lui la seconda tromba.
Il direttore li fulminò con un’occhiata, ma i due non dettero segni d’interesse. Semplicemente, se ne andarono.
Dato che, però, the show must go on, lo spettacolo proseguì.
- Sa, Holmes, anch’io adoro i colpi di scena.-
- Davvero?- disse Holmes. Fece girare il tamburo del revolver. Il colpo era in canna. – Ora lasci andare Watson e mi dia il fucile.-
- Oh, non penso che lo farò, anzi…-
Cercai di avvertire Holmes di ciò che avevo visto…
- Il violino… La tromba…- mormorai.
Holmes mi guardò, inarcando le sopracciglia.
Il cecchino sorrise:- A quanto pare, il suo compagno d’armi ha compreso.
Vidi un lampo negli occhi di Holmes. Aveva capito.
Si voltò di scatto, spostando il tendaggio e avventandosi contro i suoi due assalitori.
Alzai il ginocchio buono e colpii l’attentatore nello stomaco, al che mollò la presa.
Afferrai la canna del fucile, tentando di strapparglielo dalle grinfie.
- Phil!- chiamò l’assassino.
La seconda tromba, atterrata precedentemente da Holmes con un gancio destro, si rialzò, asciugandosi il rivolo di sangue che fuoriusciva dal labbro spaccato.
Nel buio quasi completo, tastai alla ricerca del mio revolver, caduto. Lo trovai appena in tempo.
Sparai al mio aggressore, ferendolo ad un fianco.
Se già prima il rumore della colluttazione aveva attirato gli sguardi degli astanti verso il nostro palchetto, ora la revolverata li gettò completamente nel panico.
Vidi il killer mirare al Primo Ministro, che, indignato, si era alzato dalla poltrona.
Presi a urlare con quanto fiato avevo in gola.
- Primo Ministro! GIU’!-
Devo dire che il mio grido limitò i danni. La fucilata, infatti, colpì il Capo del Governo alla spalla.
Il bossolo del colpo cadde con un tonfo sordo sul tappeto.
Agguantai l’attentatore alle spalle, ma mi ricevetti il calcio del fucile in volto.
Il criminale tentò di svignarsela, ma lo afferrai alle gambe, facendolo cadere.
Holmes era a terra, impegnato a combattere contro il primo violino.
Riuscì, dopo un paio di pugni andati a segno, a scrollarselo di dosso e tentò di raggiungere il suo revolver sul pavimento.
La seconda tromba, ferita, trovò la forza di tirarmi un calcio sulla gamba ormai da anni dolorante, a causa di un proiettile afgano.
Istintivamente, mollai la presa.
L’attentatore fuggì nel caos più totale.
Holmes trovò la pistola, la afferrò ed inseguì il criminale.
Zoppicando, gli andai dietro.
Solo dopo capii che quello che avevo fatto era una idiozia.

  
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