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Autore: Pink_lemon    20/10/2011    3 recensioni
Un forte trauma colpisce Bella durante la sua vita a Phoenix. Per aiutarla, Renee la manda a vivere con suo padre a Forks. Riuscirà Bella a ritrovare la serenità e a tornare a parlare?
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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Ciao o a tutti !! MMM credo di essere un po' in ritardo e mi voglio scusare con quelli che aspettavano  questo capitolo, lo so che sembra una scusa ma ero oberata di lavoro...
Vorrei chiedervi gentilmente se vi piace come prosegue la storia, e se cosi non è di darmi consigli per migliorare... voglio ringraziare la mia coinquilina Giulia che mi ha fatto conoscere EFP... un BACIONE  E BUONA LETTURA !!!
 

 Ti ricordi?

 
Erano già  passati quindici minuti ma di Charlie nemmeno l' ombra.
Dopo un intera giornata in ospedale,  sballottata  di visita in visita in stanze fredde e umide, volevo solo sdraiarmi sul letto e rilassarmi o, nel mio caso, contemplare il soffitto cercando di spegnere il cervello con l'aiuto del mp3 . L'entrata dell'ospedale che affacciava sul parcheggio era  completamente bianca: bianchi i muri , bianco il marciapiede,  bianco il camice degli infermieri fuori per la pausa e dei pazienti che prendono una boccata d'aria... le uniche cose colorate erano le macchine parcheggiate di fronte a me, ma non so per quale motivo mi sembrarono dense di quella tinta di malinconia del bianco.
Una ventata di aria ghiacciata interruppe la mia osservazione dello spazio circostante e mi fece notare che stavo tremando per il freddo, e quando me ne accorsi cominciai a sentire sempre più freddo.
Forks era così piccola che anche con un preavviso di 5 minuti Charlie sarebbe già dovuto essere lì... che non avesse letto il mio messaggio?? Avrei  forse dovuto chiamarlo?? una chiamata con una muta? non serviva poi a molto.
La cosa positiva di quel giorno fu che il dottor Carlisle si era concentrato a trasportarmi in giro per l'ospedale a fare visite su visite alla mia gola,  ecografia,  visita alle tonsille, insomma controllo standard. Poi eravamo passati alla tac, analisi del sangue, il tutto era una trafila infinita, e preso dalla prassi degli esami aveva deciso di fare un controllino sui valori e sul peso appena avuti i risultati di oggi. Avrei avuto tutto il tempo per prepararmi a "quest' esame"  usando i molti trucchi che avevo imparato . Avrei come al solito passato l'esame a pieni voti, in fondo era facile... Se venivi scoperto era perche in fondo volevi essere scoperto, volevi essere aiutato e volevi guarire... se non le  vuoi queste cose  sono facili da evitare.
Improvvisamente  un vecchio pick -up rosso si accostò affianco a me, lo notai per il rombo  assordante prodotto da quel macinino. La persona o meglio il ragazzo che scese dall' auto sembrava dirigersi verso me, io facendo finta di non averlo notato girai la testa frettolosamente , in modo molto goffo ( era quasi meglio continuare a fissarlo ) , ma continuavo a sentire i suoi passi sempre più  vicini...
Dopo pochi secondi non li sentii più, infatti il ragazzo si era fermato proprio  di fronte a me, forse aspettando che mi girassi a guardarlo. Dopo qualche istante , dove giurerei di aver avvertito a pelle il suo imbarazzo, disse
-Bella?- con un tondo che sembrava più un' affermazione rivolta a se stesso  che una domanda rivolta a me.
Non avendo altra risposta che non fosse il mio girarmi per guardarlo in faccia, continuò
-Sono venuto a prenderti-  "Ah ecco ",  pensai.  "prendermi?? "  iniziando già a progettare una fuga
intanto lui riprese a parlare, - Charlie non poteva lasciare il lavoro e mi ha chiamato chiedendomi di passarti a prendere e di portarti a casa...-  mi misi a riflettere sul fatto che in fondo essendo mio padre lo sceriffo di Forks , poteva essere realmente oberato di lavoro, ma potevo realmente fidarmi ?? D' accordo conosceva il mio nome, ma questo era da considerarsi un bene o un male ?
Il ragazzo aveva una strana espressione in faccia , sembra quasi dispiaciuto della mia titubanza
-Bella , sono Jacob , da piccoli giocavamo sempre assieme.-
Non so cosa avrebbe dovuto dirmi quel nome ma di sicuro non mi ricordava nulla... Jacob.. Jacob?   riflettendoci  non mi suonava nuovo.
Mi girai per poterlo guardare : era altro e muscoloso ma il suo viso e il suo sguardo erano dolci, simili a quelli di un bambino, mi ricordavano qualcosa, ma non sapevo cosa. Mi sembrava di averli già visti in  passato , mi sembrava di averli consolati...
Mentre ero distratta dai miei pensieri  Jacob si avvicino, pericolosamente , e per poco non mi sfiorò il braccio... se non fosse stato per i miei riflessi fulminei  le sue mani mi avrebbero sfiorato la pelle, al solo pensiero sentii un conato di vomito salirmi su per la gola.
Dopo averlo rimandato giù nel mio stomaco , con enorme sforzo, notai che sul viso del ragazzo di fronte a me era  comparsa un espressione di rammarico e forse anche stupore, provocate dalla mia reazione forse spropositata  rispetto ad una normale ragazza.
Quasi mi fece pena, e notando che sembrava aver perso la parola (insieme al brio di poco prima)  mi sentii leggermente in colpa .
-Charlie mi ha chiesto di accompagnarti a casa- disse con tono più pacato, interrompendo il silenzio .
Non so se mi fidavo di lui o se mi dispiacesse averlo trattato così , fatto sta che salii in macchina...
"Direzione casa !...? o magari pozzo buio nella foresta ?" ... rimuginavo a ciò mentre lentamente ci dirigevamo a casa , ma subito inizia a riconoscere  la strada ...
Il viaggio  proseguiva nel più totale silenzio... l'aria era cosi densa di imbarazzo che mi sembrava di poterlo toccare.
Ad un certo punto il silenzio venne  interrotto  , naturalmente non da me.
- Sai, ti svelo un segreto... se giuri di non dirlo a Charlie - disse in tono sarcastico ( non so se volesse rallegrare me o se stesso ) - Questo pick-up è tuo , te lo ha regalato  per darti il benvenuto-  visto  che la mia espressione poi non molto diversa decise di ironizzare maggiormente - mi raccomando  acqua in bocca !-
Accennai ad un sorriso per accontentarlo. Poi finalmente intravidi casa , mai nella mia vita fui più contenta di vederla!
CASA = SOLITUDINE, SOLITUDINE = SICUREZZA, SICUREZZA = PACE , il mio cervello non faceva altro che pensare a questo sillogismo.
Purtroppo una volta scesa dalla macchina Jacob non accennò ad andarsene.
Mi guardo come se volesse supplicarmi di ricordarlo... Che avessimo condiviso qualcosa  di cosi tanto importante assieme?   Non lo sapevo , in fondo quando lasciai Forks  con mia madre avevo si e no sei anni ..
"Mi spiace per te caro Jacob  ma ho cancellato il più possibile della mia infanzia " pensai dandogli le spalle e dirigendomi verso casa, e una volta vicino la porta senti il rumore di quel vecchio rottame allontanarsi.
  
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