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Autore: _BlueLady_    20/10/2011    4 recensioni
[ Dal Prologo]
Tutti lo chiamavano Eclipse, perché proprio come un’eclissi era in grado di nascondersi alla luce del sole, per poi fare la sua ricomparsa di notte, nelle vie buie delle città più conosciute, alla ricerca di non si sa quali preziosi tesori.
Le prime pagine dei giornali erano piene delle sue immagini, i gendarmi di ogni città gli davano la caccia, nella speranza di catturarlo e finalmente infliggergli la punizione che meritava per tutti i furti commessi in passato.
Non c’era traccia di scovarlo, tuttavia.
Così come appariva, altrettanto misteriosamente scompariva, lasciando dietro di sé solo un cumulo di mormorii perplessi ed impauriti.
Attenzione: leggermente OOC, la lettura potrebbe risultare un pò pesante.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rein, Shade, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 7 ~
 
Entro i confini della contea Dewdrop cominciò presto a girare la voce di una festa in maschera che si sarebbe tenuta nella reggia dei marchesi Windsworth di lì a pochi giorni.
Gli invitati avevano già ricevuto l’apposito invito speditogli direttamente a casa, e tra le poche fortunate vi erano anche le due giovani donne della famiglia Sunrise.
La madre aveva esultato di gioia non appena era venuta a conoscenza di quella che, a suo parere, era davvero una splendida notizia, e aveva attribuito gran parte del merito a Fine e alla sua tresca col duca di Tinselpearl.
- Per l’ultima volta, mamma, tra me e il duca non c’è nulla di compromettente. Siamo solo ottimi amici – sbuffava la rossa ogni volta che la madre se ne usciva fuori con quell’esclamazione impertinente.
La signora Sunrise non la stava a sentire, impegnata com’era a crogiolarsi nella sua soddisfazione, e si limitava a vantarsi con amici e parenti dell’incredibile evento cui le sue due figlie “ormai inserite nell’ambito dell’alta società” avrebbero avuto l’onore di partecipare.
- Lo dicevo io, che non erano tanto belle per nulla!- esclamava ogni volta, a conclusione del discorso.
 

¤¤¤¤¤¤
 

 

La sera della festa, villa Windsworth non era mai stata più bella di allora.
L’edificio, da sempre cupo e solitario, pareva aver voluto squarciare quella barriera che impediva lui il contatto con il mondo esterno, desideroso di farsi conoscere dagli abitanti di tutta la contea per quello che era in realtà: un perfetto luogo di ritrovo dell’alta aristocrazia.
Il viale, raramente solcato dalle ruote di una qualche carrozza, quella sera pullulava di vetture trainate da coppie di splendidi cavalli bianchi, anch’essi adornati a festa con eleganti pennacchi rosso carminio appuntati sulla sommità del muso.
Le carrozze non facevano in tempo a partire, che subito venivano rimpiazzate da altre ancora più belle e lussuose, le quali parevano pavoneggiarsi a dispetto di quelle che già erano ripartite per tornare poi a prendere i loro proprietari al termine dei festeggiamenti.
Un meraviglioso concerto di luci ed ombre si scatenava dall’interno, mentre già a pochi passi dall’entrata si poteva udire la musica che accompagnava gli invitati nelle danze.
Tra tutto quello sfavillare di luce e colore, tra il candore del manto dei cavalli che trainavano le vetture, due splendidi stalloni neri come la pece e dai pennacchi di un blu notte intenso fecero la loro comparsa, trainando un cocchio dai colori cupi come gli animali che ne erano a capo.
Al suo interno, tre persone: due uomini e una donna al centro, quello più a sinistra teneva un gioiello dalle sfumature oltremare saldamente tra le mani.
Se ne stavano seduti in silenzio, aspettando che la carrozza si fermasse per scendere e fare il loro ingresso alla festa.
Non appena il cocchiere aprì loro la porta, i due uomini scesero per primi, aiutando la donna a percorrere i pochi gradini che la separavano da terra.
- Se i signori desiderano seguirmi…- fece loro il maggiordomo di casa, aprendo loro la strada che conduceva all’ingresso della villa.
I tre lo seguirono con muta accondiscendenza, varcando con passo felpato la soglia della sala in cui si stavano tenendo i festeggiamenti.
Un arcobaleno di colori fu quello che li accolse. Dame dagli eleganti vestiti variopinti che volteggiavano accompagnate dai propri cavalieri sulle note della melodia proposta dall’orchestra.
La donna si allontanò subito dal gruppo, desiderosa di far parte di quel mondo tanto ipocrita quanto affascinante.
I due uomini, non appena si fu allontanata, si scambiarono un’occhiata d’intesa reciproca.
 – Ti prego di essere prudente- sussurrò l’uno all’altro, raddrizzando la maschera nera dalle sfumature oro che portava sul viso – Cerca di confonderti con la folla, non essere impulsivo, ma soprattutto…- i suoi occhi blu penetrarono con severità nelle iridi dell’altro -… non rivelare la tua identità a nessuno per alcun motivo.-
- Quante raccomandazioni per un semplice ballo in maschera - lo canzonò il suo compagno.
L’altro annuì, lanciandogli un’ultima occhiata di raccomando.
Dopodiché si separarono.
Il gioiello, entrando a contatto con l’armonia di luce presente nella sala, brillò un’ultima volta prima che il suo proprietario lo riponesse al sicuro nella tasca del mantello nero che si portava appresso.
 
Sentiva il cuore battere velocemente all’unisono con quello della sorella mentre attendeva che la carrozza si fermasse in prossimità dell’ingresso della grande villa.
Sebbene un leggero senso di eccitazione le percorresse le membra, cercava di ignorarlo limitandosi ad osservare il paesaggio di fuori, sorbendosi passivamente il veloce passaggio degli alti cipressi che parevano essere i guardiani di quel luogo solitario.
A fianco a lei, la gemella emise un sospiro carico d’ansia.
La giovane fanciulla si voltò dalla sua parte, sfiorandole delicatamente la mano per infonderle quel poco di coraggio che le mancava per affrontare quella serata così importante per entrambe.
L’altra le sorrise, lasciando trasparire da dietro la maschera porpora un velo di gratitudine che non le passò inosservato.
Arrivò presto il momento di scendere dalla vettura e di inoltrarsi alla festa.
Mentre percorrevano l’interminabile corridoio, osservandosi intorno un po’ spaesate, il cuore di entrambe riprese a battere a ritmo irregolare, quasi come se volesse uscire loro dal petto.
Solo quando si strinsero nuovamente la mano, rientrando in quel muto contatto carico di significati nascosti, il battito parve ristabilizzarsi.
Fu così che fecero il loro ingresso.
Appena entrate si sentirono mancare il respiro nel constatare la grandezza della folla.
La dama dalla maschera color porpora sospirò nuovamente, costringendo la gemella a voltarsi verso di lei.
- Credi che tra tutta questa folla sia presente anche lui?- domandò ansiosa.
- Non vedo perché non debba essere stato invitato.- rispose l’altra pacatamente.
- Come farò a riconoscerlo tra tutte queste persone?- chiese ancora, guardandosi intorno nel tentativo di scovare qualcuno la cui fisionomia gli fosse familiare.
La fanciulla accanto a lei ridacchiò nel constatare l’impazienza dell’altra nel rivedere il suo innamorato:- Non devi preoccuparti, non appena lo incontrerai lo riconoscerai immediatamente- la rassicurò.
- Ma indossano tutti una maschera, e di sicuro l’avrà anche lui! Come faccio ad essere sicura di non essermi sbagliata?-
La sorella le sorrise fiduciosa.
- Gli occhi servono a ben poco per riconoscere la persona che si ama –
Quelle poche parole furono sufficienti.
Non appena le udì, la dama in rosa decise di lanciarsi in mezzo alla folla nel tentativo di scovare il suo innamorato dagli occhi lucenti, lasciando la gemella sola a godersi i festeggiamenti.
L’altra, per nulla preoccupata della sorte della sorella e fiduciosa, anzi, che presto si sarebbe ricongiunta con chi le faceva palpitare il cuore così ardentemente, scese con estrema grazia i gradini delle scale che la separavano dal salone, in cerca di qualche divertimento che la intrattenesse.
Non appena era entrata nell’immensa sala, non si era accorta che due occhi bui e profondi si erano puntati immediatamente su di lei, e scrutavano imperterriti ogni suo movimento.
Un cavaliere nero, che se ne stava in solitaria in un angolo del salone ad osservare la folla con sguardo severo e impassibile, aveva notato la presenza delle due nuove arrivate fin da subito.
Erano meravigliose nei loro abiti sontuosi ed eleganti, e le maschere che celavano loro il viso parevano voler tenere nascosto un tesoro troppo prezioso perché potesse essere ammirato da tutti.
Ma colei che aveva colpito più di tutte l’attenzione dell’oscuro cavaliere era proprio la stessa dama che si stava dirigendo con passo aggraziato e leggero al centro della sala.
Lei, con il suo bell’abito blu adornato di candidi fiori celesti posti a lato del corpetto; lei, la cui bellezza era celata dalla maschera bianca contornata in oro e dai lunghi capelli turchini legati in una sobria ma elegante acconciatura; lei, che pareva ravvivare ogni angolo dell’immenso salone sfiorandolo con la punta dei suoi limpidi occhi azzurri…
La riconobbe subito, non appena la vide; e non appena la riconobbe, sentì il cuore sussultare a contatto con la sua delicata figura.
La fanciulla aveva appena rifiutato educatamente l’invito a ballare rivoltole da uno dei gentiluomini presenti, e procedeva imperterrita la sua avanzata tra la folla, osservandosi con aria confusa intorno.
L’ampiezza della sala era tanta da farle perdere completamente l’orientamento.
Il cavaliere sorrise nel vederla così spaesata.
La Dama in Blu si inoltrava ancora di più nella folla, schivando prontamente il passaggio delle coppie di danzatori che le passavano accanto e che la sfioravano con l’orlo dei vestiti.
Continuò a camminare, e camminare, e camminare, finché non udì un leggero tocco sulla spalla sinistra che la costrinse a voltarsi immediatamente, condannandola ad incontrare un paio di occhi bui che la osservavano con estremo interesse.
Sussultò facendo un leggero passo indietro, riconoscendo la sagoma di un gentiluomo dall’abito scuro di fronte a sé.
Il giovane rispose a quel gesto involontario rivolgendole un sorriso sghembo, mentre quegli occhi così tetri parevano ravvivarsi a contatto con quelli cristallini di lei.
- Rein Sunrise? – domandò lui, con voce bassa e soave.
La giovane donna tentò di mascherare la sua sorpresa dietro a una risata sommessa:- Sono in svantaggio rispetto a voi - mormorò d’un tratto, pacatamente - Voi sapete chi io sia, mentre io non conosco nemmeno il vostro nome –
Il giovane ricambiò il sorriso:- Non era mia intenzione cogliervi così di sorpresa. Mi chiedevo solamente se voleste concedermi l’onore di un ballo - continuò, tendendole la mano.
Rein rimase ad osservarlo con perplessità per qualche istante.
C’era qualcosa in quel giovane… qualcosa di tremendamente familiare che la portava a credere di avere già avuto l’occasione di fare la sua conoscenza in precedenza…
Nel vedere la sua esitazione, il cavaliere si portò sulla difensiva:- Non sentitevi obbligata ad accettare il mio invito, se non volete. Non mi offenderò, né cercherò di vendicarmi rivelando la vostra identità agli altri ospiti -
Fu proprio il desiderio di sapere se dietro quella maschera scura si nascondesse un volto a lei noto a spingerla ad accettare impetuosamente la proposta fattale con così poco preavviso.
- Della mia identità poco m’importa, non sono una persona così conosciuta in fondo…- rispose, sempre mantenendo la sua pacata tranquillità – Tuttavia, proprio per il fatto che mi conoscete e che io non conosco voi, accetterò con piacere il vostro invito.- concluse, sentendosi pervadere da un’intensa emozione non appena fu catturata nuovamente da quello sguardo magnetico e penetrante.
Detto questo, adagiò delicatamente la sua fragile mano in quella di lui, lasciandosi condurre al centro della sala sulle soavi note di un melodioso valzer. 


Angolo Autrice:

Eccomi qui, con l'aggiornamento della settimana!
Ne sono successe di cose in questo capitolo, e quanti personaggi misteriosi compaiono!
Ditemi, riuscite ad indovinarne tutte le identità?
certo che ci riuscite....
Finalmente il giorno della festa in maschera a casa Windsworth è arrivato. Vi consiglio di prestare molta attenzione allo svolgimento della storia, perchè è proprio in questo momento che comincia il vero racconto...
Ma se vi dicessi tutto 
non ci sarebbe più il gusto di leggere, perciò non vi anticipo nulla.
Ringrazio, come al solito, tutti i miei più fedeli lettori e recensori.
Alla prossima settimana!
Un bacio

_BlueLady_

  
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