Mia madre era una biondina simpatica, sempre allegra che sprizzava elettricità da tutti i pori. Trasformava una persona depressa nel contrario in pochi minuti. L'unico suo difetto era che, se mi piaceva un ragazzo, mi faceva mille domande, e se casualmente lo beccava per strada aveva pronto un interrogatorio anche per lui. Era.. imbarazzante. Ecco perchè mandai subito via Alex. Se l'avesse visto, con quell'aria da cattivo ragazzo di cui non ci si può fidare, col cavolo che me l'avrebbe fatto rivedere!
- Ciaaao tesoro! - mi abbracciò mia madre.
- Heei ciao mamma! - risposi all'abbraccio.
- Non vedevo l'ora di tornare. Fammi mettere queste valigie dentro - entrammo in casa, e mi dovetti lasciare alle spalle il ricordo di un bacio.
Io e mia madre non ci vedevamo quasi mai. Tornava solo per il week-end, se non perdeva il treno.
Stavo tutto il giorno sola in casa. Il che non mi dispiaceva, ma a volte mi sentivo troppo sola. Sentivo dei passi, il fruscìo degli alberi come se venissero strattonati, vedevo delle ombre sospette.
Non avevo mai avuto paura, però ultimamente si verificavano eventi troppo strani in casa mia. Mi sentivo.. spiata.
Ma cercavo di non farci troppo caso.
Dopo pranzo, mi chiusi nella mia stanza a studiare. Mia, la mia gatta, mi stava accanto sul letto. Per i primi venti minuti cercai di concentrarmi sui compiti, rilassandomi accarezzando il pelo soffice e bianco di Kristen. Ma era più forte di me, non riuscivo a memorizzare una fottuta parola di biologia. Quindi accesi la musica e cominciai a ballare.
Ballare mi faceva sentire libera. Ero in un altro mondo, nel mio mondo. Nella mia bolla personale, dove solo io potevo entrare. Ballai per due ore di seguito, poi spensi la musica e mi feci una doccia.
Quindi uscii, sentii dei rumori. Come di qualcosa che veniva scagliata contro la finestra. Mi affacciati in accappatoio e con i capelli bagnati e vidi un motore nel giardino. Il mio motore. Qualcuno aveva voluto fare qualche simpatico scherzo facendomi sparire il motore. Ma che senso aveva riportarmelo lo stesso pomeriggio sotto casa?
Poi vidi qualcuno che sbucò da un angolo.
Alex. (?)
Mi fece cenno di scendere. Gli indicai l'accappatoio per fargli capire che non potevo scendere in quelle condizioni. Lui sorrise. Classico sorriso. Misi un top viola, degli shorts a jeans e scesi con i capelli ancora bagnati. Molto spesso li lasciavo umidi, così quando si asciugavano diventavano mossi.
Scesi le scale di corsa.
- Dove corri così di fretta? - disse mia madre facendomi sobbalzare. Avevo dimenticato di non essere sola.
- C'è Carlie, mi ha riportato un libro che le avevo prestato. Stò 10 minuti in giardino a parlare con lei. - uscii di corda.
Dovevo mandare via Alex, e anche subito. Se mia madre l'avesse visto...
- Che ci fai qui? - gli chiesi.
- Volevo vederti. - sorrise. - e poi dovevo riportarti il motore. -
- L'avevi presto tu? - dissi troppo ad alta voce.
- No, l'ho trovato a un isolato da qui. Ho letto il tuo nome sopra -
- Cosa?! Che scherzi del cazzo! -
- Però.. voglio una ricompensa - sorrise.
- Soldi? - Ah bene, pensavo volesse fare un gesto 'carino'.
- No. Qualcosa che vale molto di più. -
Lo guardai interrogativa.
- Te. - Mi attirò ancora una volta a sè, come aveva fatto quella mattina.
- Alex, credo che dovresti lasciarmi andare. C'è mia madre in casa e.. -
- E..? - sussurrò.
- Non la conosci. Ti farebbe il terzo grado. -
- Quindi è per questo che non mi fai entrare. Mmm.. peccato.. -
- Non faccio entrare gli sconosciuti, e tu lo sei. - sorrisi.
- Uno sconosciuto che hai già baciato due volte. -
- Tu mi hai baciata, non io! - replicai.
- Non sembrava darti fastidio... - si avvicinò.
Arrossii. Lui si avvicinò ancora, e le sue labbra sfiorarono le mie. ©