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Autore: ZetaDreams    22/10/2011    1 recensioni
Ci sono diverse FF sulle sorelle Black, ma nessuna mi ha mai soddisfatto davvero. Così ho deciso di cimentarmi io stessa nell'impossibile impresa di tracciare la storia di tre personaggi diversi e al tempo stesso simili, legati da un passato comune che ha portato a risultati diversi.
Questa è la storia di Bellatrix, Andromeda e Narcissa.
[cit. dal Prologo]
Quel gelsomino è sicuramente un Black, testardo e orgoglioso.
Quel gelsomino è sicuramente un Black, circondato da suoi simili, ma solo.
Quel gelsomino è sicuramente un Black, semplice nella chioma e contorto nei rami.
Quel gelsomino sta finendo il suo ciclo di vita e Narcissa, se chiude gli occhi, può ancora vedere com’era tanti anni prima.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Tonks, Bellatrix Lestrange, Famiglia Black, Narcissa Malfoy, Sorelle Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Crudeltà, Bontà e Solitudine


Cap. IV - Feste Purosangue

Druella guardò l’immagine che lo specchio le rimandava. Una donna intorno ai quarant’anni, i capelli biondo sporco raccolti in uno chignon alla base della nuca, gli occhi azzurri segnati da sottili rughe agli angoli, le guance pallide e leggermente incavate. Quella donna cercava di sorriderle dalla superficie riflettente, ma per quanto si sforzasse di distendere le labbra, il suo sguardo rimaneva spento. Nelle iridi chiare non c’era alcuna luce, mancava quel brillare che compariva quando una delle sue figlie rideva o quando Meda le veniva vicino e le sussurrava che le voleva bene, piano perché Cygnus non sentisse.
A quel pensiero un lampo di gioia attraversò davvero i suoi occhi, l’azzurro si fece più nitido e il sorriso si aprì naturale e sincero sul viso magro.
-Sei molto bella, madre-
Druella si voltò e rivolse il suo sorriso alla figlia maggiore che era appena entrata nella stanza. Bellatrix indossava un bel vestitino grigio e aveva i ricci capelli neri legati in un’acconciatura da matrona. Prima che la donna potesse rispondere entrò il marito, nel suo miglior abito da cerimonia.
-E’ la purezza del sangue che ci rende migliori, sia dentro che fuori, non dimenticarlo mai Bellatrix-
La bambina annuì con vigore e Cygnus si rivolse alla moglie.
-Andiamo, Druella, dobbiamo assolutamente essere puntuali-
-Sì, non è il caso di fare tardi. Le tue sorelle sono pronte, Bella?-
-Sì, madre. Stanno aspettando nell’ingresso-
-Perfetto. Allora andiamo, useremo la metropolvere- Druella e Cygnus precedettero la bambina fuori dalla stanza e poi lungo le scale, fino all’ingresso dove si trovavano le altre due figlie.
Narcissa era aggrappata al braccio di Andromeda, che canticchiava a mezza voce una ninna nanna piuttosto malinconica. Quando vide i genitori comparire in cima alle scale smise immediatamente e abbassò lo sguardo sul tappeto.
-Staccati da tua sorella, Narcissa-
Al tono imperioso del padre, la minore lasciò la manica della sorella e portò le mani dietro la schiena. La madre si avvicinò a lei e la prese in braccio.
-Cosa stai facendo?- sibilò Cygnus in direzione della moglie.
-Non può usare la metropolvere da sola- rispose lei piccata. Alle volte il marito le sembrava così sciocco, con quella sua mania di essere autonomi, indipendenti e orgogliosi. Sapeva che le figlie dovevano comportarsi come diceva lui se non voleva che venissero diseredate, ma erano le sue bambine e le dispiaceva sentirle così distanti da lei. Avrebbe voluto portarle al parco giochi, ogni tanto, ma avrebbero parlato con bambini babbani e se avessero fatto amicizia sarebbe stato più che disonorevole. Avrebbe voluto raccontare loro le fiabe della buonanotte, quelle che sua madre non le aveva mai narrato e che lei aveva scoperto sui libri di Hogwarts, ma parlavano di principi che sposavano donne del popolo e principesse che sceglievano di vivere nei boschi. Avrebbe voluto abbracciarle quando erano tristi e ridere con loro quando erano felici, ma Cygnus aveva insegnato loro a non esternare le emozioni. Voleva che le sue figlie potessero essere bambine davvero, prima di diventare adulte. Naturalmente la sua opinione non valeva nulla.
Cacciò questi pensieri, dopotutto aveva scelto lei di sposare Cygnus, perché lui le portava, seppur a modo suo, rispetto.
Entrò con Narcissa nel camino, in una mano una manciata di Polvere Volante, e scandì la destinazione: -Villa Malfoy-
Le fiamme verdi le avvolsero e le fecero sparire. Cygnus guardò le altre due bambine e sospirando prese in braccio Andromeda, che si aggrappò saldamente al collo del padre. Questi fece cenno a Bellatrix di imitare la madre. Lei annuì e con attenzione afferrò la Polvere. I granelli grattavano piacevolmente il palmo della mano mentre si infilava nel caminetto.
-Villa Malfoy- Decisa, chiara e rapida. Nove anni di assoluta perfezione.
-Dovresti assomigliare un po’ a Bellatrix, Meda- disse rivolto alla figlia mentre afferrava il barattolo di latta. Lei emise un mugolio indistinto e Cygnus scosse la testa mentre si affrettava a seguire il resto della famiglia.

* * *

Abraxas Malfoy si chinò per baciare la mano di Druella e strinse quella di Cygnus prima di condurre la famiglia Black dall’anticamera alla lunga Sala da Pranzo.
La signora Malfoy, compagna di Hogwarts della signora Black, li accolse con più calore del marito invitandoli a servirsi degli aperitivi che occupavano il tavolo.
-Ecco, prendete pure- con un colpo di bacchetta riempì alcuni bicchieri con del moscato.
-Siamo gli ultimi?- chiese Druella guardandosi attorno mentre il marito già conversava con alcuni conoscenti.
-Oh no, stiamo ancora aspettando i Lestrange e i Dolohov. Mi spiace che tuo fratello non sia potuto venire, sono sicura che avrebbe fatto un’ottima impressione e certe amicizie fanno comodo a tutti-
-E’ molto impegnato al momento, vista la situazione- abbassò la voce in modo che potesse sentirla solo Katherine Malfoy –Rischia di essere sottoposto ad un’inchiesta e non vuole dare l’impressione di avere contatti che il Ministero della Magia ritiene poco raccomandabili-
La signora Malfoy annuì comprensiva. –Sì, meglio essere prudenti. Continuo a ripeterlo ad Abraxas, ma non sembra volermi ascoltare. Comunque questa sera lascia da parte ogni  preoccupazione e inizia a pensare a quale famiglia vorrai concedere le tue adorabili figlie. Devi maritarne tre e non sarà facile-
Druella sorrise accondiscendente alla provocazione dell’amica. Katherine Malfoy, all’epoca Selwyn, era sempre stata una persona vanitosa, fin dai tempi di Hogwarts; si vantava della propria bellezza, della propria intelligenza e di conseguenza degli ottimi voti, decantava le lodi della nobile famiglia purosangue dalla quale discendeva e della nobile famiglia purosangue alla quale si sarebbe legata. Non era cambiata dai tempi della scuola e avrebbe approfittato di ogni occasione per far pesare a Druella o a chiunque altro la mancanza di un erede.
-Ovviamente- continuò Katherine -mi aspetto che, in nome della nostra amicizia, una di esse spetti a mio figlio. Dubito che troverai partiti migliori e sono certa che sarà un marito e un padre fantastico. Ti ho già parlato di Lucius, vero?-
Mentre Katherine si dilungava nell’elogiare il suo piccolo Lucius, Bellatrix e Andromeda si guardavano attorno. Fianco a fianco, nei loro vestiti eleganti, cercavano di orientarsi tra quei visi sconosciuti. La maggiore cercò la madre con lo sguardo e intravide i suoi capelli chiari spiccare in tutto quel grigio. Sbuffando richiamò l’attenzione della sorella.
-Guarda come Cissy sta attaccata a nostra madre- gli occhi divennero due fessure –Ha cinque anni ormai-
Andromeda alzò le spalle: se Narcissa non aveva voglia di crescere loro non potevano farci nulla. Dall’alto dei suoi otto anni constatò che erano tutti molto tristi, con quei vestiti scuri e quelle espressioni serie. Sarebbe stata così anche lei? Si guardò il vestito: era color pervinca con tulle nero abbinato a scarpe nere e calze nere. Un’orrenda visione di se stessa adulta, in gonna viola prugna e maglioncino verde muschio, seduta su una sedia a dondolo in una casa buia, si presentò nella sua mente. Rabbrividì e cercò di concentrarsi sul vaul-au-vent al tonno che teneva in mano. Stava per addentarlo quando qualcosa, o meglio qualcuno, le finì addosso. La giovane Black si voltò, con le narici dilatate e la mano sinistra stretta a pugno, verso il bolide umano.
Un bambino, praticamente spiaccicato sul pavimento, la guardava. Andromeda notò con disappunto che nei suoi occhi azzurri non c’era traccia di mortificazione o di dolore. Si scrutarono in silenzio per alcuni istanti, mentre lui si alzava, fino a quando lei non si stufò e gli sbottò in faccia.
-Credo che si dica “scusa” in questi casi-
-Sono inciampato e ti sono finito addosso, credo che la colpa sia del tappeto e non mia-
Andromeda strinse le labbra e la sua mano tremò nel tentativo di trattenersi dal lanciargli in faccia il vaul-au-vent.
Bellatrix non era dotata dello stesso autocontrollo e si piazzò, mani sui fianchi, di fronte al bambino.
-Mia sorella è più grande di te e devi rispettarla-
Lui inclinò la testa leggermente a sinistra e con uno strano ghigno le rispose.
-Io sono un Malfoy e questa è casa mia, faccio quello che voglio-
Se non fossero arrivate, per puro caso, Druella e Katherine, il giovane Malfoy si sarebbe ritrovato un occhio nero.
-Vedo che avete conosciuto il mio Lucius- Katherine poggiò una mano sulla spalla del figlio e sorrise alle due sorelle, che ricambiarono educatamente.
-Queste, Lucius- continuò la donna –sono Bellatrix e Andromeda. E quella- indicò la bambina che Druella teneva per mano –è Narcissa. Sono sicura che sarete grandi amici-
Bellatrix emise un suono strano, a metà tra un singhiozzo e una risata, e Andromeda la seguì a ruota. Entrambe mormorarono qualcosa e si allontanarono tra gli ospiti cercando di non ridere. Quel bambinetto amico loro? Se fosse stato fortunato si sarebbero limitate ad ignorarlo.
 
Mentre le sorelle svanivano tra i mantelli svolazzanti e le gonne ampie, Narcissa squadrava discreta il bambino biondo che sorrideva angelico alla madre. La mano di Druella strinse più forte quella della figlia.
-Mi scuso per la maleducazione di Bellatrix e Andromeda, ma sono ancora piccole e per loro queste feste sono un piacevole svago-
-Non preoccuparti, Druella. Sono comunque delle bambine straordinarie, anche se devo ammettere che preferisco Narcissa. Trovo che il suo carattere sia più adatto alla nostra società e sono sicura che anche il mio Lucius la penserà così un giorno- Katherine cinse le spalle del figlio con un braccio.
-Non regalerò Narcissa a tuo figlio a meno che non sia lei a volerlo-
La voce di Druella era poco più che un sussurro, ma il tono non lasciava alcun margine di interpretazione. Katherine rimase interdetta per un istante prima di esibire un sorriso palesemente falso e zuccheroso.
-Ovviamente, Druella. Non mi permetterei mai di andare contro il volere della nostra prole, ma sono quasi certa che Cygnus la pensi diversamente. Vieni, Lucius, andiamo da tuo padre, voglio presentarti alcuni bambini della tua età che sono sicura si dimostreranno buoni amici-
Katherine salutò Druella con un leggero cenno del capo e condusse il figlio verso l’angolo del camino, dove un gruppo di uomini altezzosi, accompagnati dai rispettivi pupilli, discuteva animatamente.
La signora Black si morse il labbro inferiore, continuando a stringere con forza la mano di Narcissa.
-Madre- la bambina alzò lo sguardo verso il viso della donna –dove sono Bella e Meda?-
-Non lo so, Cissy. Andiamo a cercarle, prima che combinino qualche danno-
 
-Pensi che la mamma voglia farci sposare quel bambino antipatico?-
-Io mi rifiuterei di sposarlo, quindi toccherebbe a te, Meda- Bellatrix diede un buffetto alla sorella.
-Cissy è la più piccola, quella piaga spetterà a lei. Noi andremo ad Hogwarts e troveremo ragazzi ricchi e affascinanti, ci innamoreremo, li sposeremo e avremo dei figli bellissimi-
-Tu sogni troppo, Meda. Devi ottenere l’approvazione di nostro padre, prima-
-Non ci saranno problemi, visto che sceglierò un ragazzo dell’alta società e soprattutto Purosangue-
Andromeda sorrise soddisfatta dei suoi piani per il futuro.
-Cosa ci fate in giro da sole?-
La voce di Cygnus le fece sobbalzare e si affrettarono entrambe ad abbassare lo sguardo e nascondere il sorriso.
-Dovreste essere con vostra madre- le guardò con assoluta serietà prima di prenderle per i polsi –Comunque non importa, adesso venite con me-
Le trascinò fino al gruppo vicino al camino e le presentò ai gentiluomini che chiacchieravano di politica.
-Veramente delle bambine bellissime, Cygnus-
-Ti ringrazio, Roderick. Questo, ragazze, è il signor Lestrange con suo figlio, Rodolphus-
Bellatrix strinse subito la mano ai due Lestrange.
-E’ un onore fare la vostra conoscenza. Mio padre parla spesso della vostra famiglia-
Andromeda sgranò gli occhi e si fermò con la mano a mezz’aria, fissando la sorella come se fosse un alieno. La decisione dei suoi gesti, la fermezza del suo tono e la maturità delle parole la rendevano una persona completamente diversa dalla bambina che qualche attimo prima scherzava con lei. Salutò in modo meccanico gli altri ospiti e rimase in silenzio per tutta la discussione, limitandosi ad ascoltare con espressione assente i discorsi che la circondavano.
Al contrario della sorella, Bellatrix esibiva uno sguardo attento e parlava di Hogwarts con gli altri bambini, tra i quali c’era anche il giovane Malfoy. Lei si infilava con abilità nei dibattiti sulle materie e sulle regole, scuoteva il capo o annuiva con decisione alle affermazioni degli altri e spesso assumeva un tono sarcastico. Non gesticolava e il volume della sua voce rimaneva sempre basso e grave, ma riusciva ad imporsi senza problemi apparenti sul resto del gruppetto, che seguiva concentrato il movimento delle sue labbra.
Tutti mantenevano un’aria austera e pacata, che li rendeva dei ridicoli adulti in miniatura, e Andromeda si chiese che fine avesse fatto il vulnerabile e caotico carattere della sorella.


~ ** ~
 

Angolo autrice
Dunque, le tre sorelle vengono a contatto con la grande società Purosangue e si delineano meglio i loro rispettivi caratteri. Spero di essere riuscita a rendere il loro modo di essere e di fare. La parte iniziale mi è servita per descrivere un po' le figure di Cygnus e Druella, giusto per spiegare meglio cosa ci fosse dietro i comportamenti delle sorelle. 
Detto ciò, avviso che d'ora in poi ci metterò di più tra un capitolo e l'altro. La colpa è della scuola, ovviamente, ma voglio anche scrivere dei capitoli un poco più lunghi e quindi richiederanno più tempo. 
A voi la parola, 
-Zeta

  
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