Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: _StayStrong    22/10/2011    3 recensioni
DAL SECONDO CAPITOLO:
“Draco, mia sorella non è sempre stata come l’hai conosciuta tu” disse la donna leggendo negli occhi del figlio solo disprezzo, la sua voce era melliflua “Bellatrix finché ebbe la tua età era una ragazza dolce, affidabile, completamente sbagliata per la casa dei Serpeverde. Lei con noi non c’entrava assolutamente nulla con tranelli, cattiverie, dispetti, era sempre stata calma e posata. Cambiò dopo, con l’ascesa di Tom Riddle. Se ne innamorò perdutamente...” disse, i suoi occhi erano acquei mentre pensava a ciò che una volta era stata la sorella, nulla in confronto alla donna tra le sbarre.
“Lei, lei è figlia di Voldemort?” chiese Draco in un misto tra lo schifato e lo spaventato, no, lei non poteva assolutamente essere figlia sua, non aveva nessuna caratteristica dei Riddle
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Piton e la Mc. Granitt non credevano ancora alle proprie orecchie, davanti  a loro c’era una Hermione più cocciuta che mai, accompagnata da quello che fino a poco tempo prima era uno dei suoi nemici, che chiedeva un permesso speciale per andare ad Azkaban, nella prigione senza tempo del Mondo Magico. La Preside la guardava preoccupata, non le avrebbe mai voluto dare quel maledetto permesso, ma Piton era di tutt’altro avviso, da quando era diventata un quadro era molto più fastidioso di quando era ancora vivo.

“No, Hermione, non se ne parla, è troppo presto, lo hai appena saputo e non sei ancora riuscita a metabolizzare la notizia”disse la donna seduta sulla sua sedia al di la della cattedra, gli occhi di Hermione divennero come due fessure, era in piedi con le mani appoggiate fermamente sulla scrivania, mentre Draco era appena dietro di lei, spaventato dall’irruenza che la ragazza aveva mostrato nel momento stesso in cui era entrata in presidenza.
 

“Non ti sto esattamente chiedendo il permesso, Minerva”ribatté con fermezza “Sono un membro dell’Ordine, esattamente come te, posso andare e venire dalla Scuola e da Azkaban a mio piacimento” continuò, una mano di Draco si poggiò leggera sulla schiena della ragazza, un invito a calmarsi, ma lei neppure si rese conto di quel tocco.
 

“Devi capire la mia preoccupazione, Cara. Hai appena saputo, perché vuoi andare ora?” chiese la donna, la ragazza scosse le spalle mentre Piton le studiava l’espressione, quasi come per captare qualche segnale.

“Capisco, sto solo chiedendo di vederla, voglio parlare con lei” spiegò la ragazza, in quel momento Piton scosse leggermente la testa, la ragazza si accorse e si voltò verso di il ritratto dell’uomo.

“Tu vuoi portarla indietro, non è vero?” chiese calmo, Hermione si sedette sulla poltrona, accompagnata subito dopo da Draco, il cui volto era tirato, somigliando ancora di più al padre.

“Voglio capire cosa è successo” rispose lei guardando prima Severus e poi la Preside che stava battendo la bacchetta ritmicamente sul piano della scrivania.

“Bellatrix è passata al lato oscuro da troppo tempo, ormai” disse Piton “Non pensare che un incantesimo contrario all’Oblivium possa servire. Se vuoi rivedere la donna dei nostri ricordi devi cercare di riportarla alla Luce per vie naturali, e solo tu puoi farlo” concluse l’ex Mangiamorte facendo quasi rabbrividire la Mc. Granitt al solo pensiero di mettere sulle spalle di Hermione un altro peso così grande e neppure tutto, ancora Hermione non sapeva che cosa si sarebbero aspettati tutti da lei.
“Mi sta accordando il permesso, Piton?” chiese la ragazza guardando il ritratto, mentre la Mc. Granitt si stava muovendo sulla sedia come se l’avesse appena morsa una tarantola e aveva accelerato il ritmo della bacchetta sulla scrivania.

E il permesso fu accordato, non potevano ribattere né fermarla se aveva già preso una sua decisione, per quanto ardua potesse sembrare ed ora era alle porte della prigione, senza la divisa di Hogwarts, accompagnata da Draco che con il posto aveva già una certa confidenza.

I Dissenatori circondavano la fortezza trascinandosi in aria per tutto il suo perimetro, solo a vedendoli Hermione ebbe freddo, Draco se ne accorse e la spinse dentro il portone principale, lei fece scivolare il cappuccio del mantello dai suoi boccoli e lui fece lo stesso con il suo, mettendole una mano sulla schiena invitandola ad avanzare per il corridoio.


La ragazza si guardava intorno spaventata, mai avrebbe voluto passare dentro Azkaban più di mezza giornata, da visitatore, non riusciva a credere che ci fossero persone che avrebbero speso là dentro la loro intera esistenza.

Draco invece si guardava intorno con circospezione, lui quel luogo lo aveva evitato per un soffio, aveva passato solo una notte dentro nella stessa cella del padre e ancora prima, quando aveva poco più di undici anni, quando andò con sua madre a trovare la zia.

“Fermati ora, devono identificarci” disse il ragazzo prendendo per un gomito Hermione e forzandola a fermarsi appena davanti ad un gabbiotto di vetro che aveva al suo intorno uno degli Auror addetti alla prigione, la ragazza sorrise leggermente.

“A noi non serve”rispose tirando fuori dalla tasca del mantello una tesserina magnetica con impresso sul davanti uno stemma che Draco conosceva bene, quello dei Black, parte della sua famiglia e le lettere OdF, Ordine della Fenice.

Il ragazzo sbarrò gli occhi.

“Come fai ad averla? Pensavo solo i membri più anziani l’avessero” fece notare, Hermione sorrise ancora e fece vedere la tessera all’uomo del vetro che ancora prima di posarci su gli occhi abbassò la testa in segno di rispetto verso la ragazza e con la mano fece cenno di proseguire.

“Io sono seconda alla Professoressa Mc. Granitt” rispose come se fosse la cosa più normale del mondo, Draco sospirò e le prese la mano, lei lasciò che le loro dita si intrecciassero e poi strinse ancora di più la presa.

“Sei tranquilla?” chiese ancora il ragazzo mentre si dirigevano verso la cella, lui sapeva benissimo dove si trovava la zia, la sua cella era sempre la stessa da anni, ogni volta che entrava ed usciva da quella prigione magica a lei riservavano quella di isolamento, la ragazza scosse la testa “Vedrai che andrà tutto bene, fai accostare alla cella prima me, quando ti chiamo vieni...” le disse ancora portando il dorso della mano di lei vicino alla sua bocca e dandole un leggero bacio, stava tremando.

Le lasciò andare la mano e si avvicinò alle sbarre. Sua zia era rannicchiata in posizione fetale sotto l’unica finestra presente di quella cella, troppo in alto per vedere fuori e troppo piccola per tentare una fuga.

“Zia Bella” chiamò, la donna alzò la testa di scatto e si alzò, aveva il volto scavato, i capelli crespi che le cadevano sulla schiena, di un castano scuro, più scuro di quanto ricordasse. Appena la donna vide il nipote si portò verso le sbarre, gli occhi quasi fuori dalla testa. Draco la guardava e non riusciva a riconoscerla, come poteva, lei, essere la madre di Hermione.

“Sei venuto a tirarmi fuori, mio giovane nipote?” chiese con una voce aguzza come la punta di un coltello e affilata come una lama.

“No,sono venuto qui per farti conoscere una persona” disse tendendo una mano verso la parte di corridoio nascosta alla vista della donna, appena i suoi occhi incontrarono quelli della figlia l’espressione cambiò.
 
  

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _StayStrong