Già perché Nicholas era responsabile di un museo antico, ereditato dal nonno dopo la sua morte. Cosi dovette lasciare tutto in Italia e trasferirsi a Parigi, dove si era trovato immerso in centinaia di carte e con un museo da rimettere in nuovo e da aprire a tutti. Lui 30 anni, una laurea in beni culturali e un sogno appena realizzato con la certezza di un futuro almeno lavorativo abbastanza sicuro. La sua famiglia è tutta in Italia, ma ha avuto la fortuna in tre anni di conoscere tante persone che gli hanno dimostrato subito i loro affetto e da un due anni haaccanto a se Charlotte, il suo amore, quella con cui sogna una vita felice insieme
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« Silvia, ti attendo nel mio ufficio tra 15 minuti. Argomento: visite guidate. »
« Capo, corro subito da lei. Ma prima mi fermo a prendere un caffè, lo vuole anche lei? » gli chiede Silvia, sempre cosi spontaneamente.
« Servirebbe!!! Ti ringrazio!!! »
Eh che farei senza Silvia? – penso Nicholas. All’inizio della sua carriera qui avevano avuto anche una piccola relazione, niente di particolare, ma non poteva negare che lei era particlarmente affascinante e poi sapeva cme trattare gli uomini. Ma all’improvviso il uso pensiero passo a Charlotte : l’aveva conosciuta dopo 9 mesi che si era trasferito a Parigi, lei avvocato in carriera nell’ufficcio del padre, bella e alta.
Una modella – il suo primo pensiero quando la vide un giorno di maggio nel suo museo. Era venuta a fare visita a quella meraviglia ma anche per vedere se tutto era in regola. Un caffè frettoloso al bar, una stretta di mano e il giorno dopo il caffè divenne una cena e poi il passo di convivere prima del grande giorno. Ormai Nicholas desiderava tanto convogliare a nozze con lei, ne avevano parlato qualche volta ma da parte sua nessuna pronuncia in più oltre a qualche – Vedremo! – che fosse troppo presto? No, si disse, quando le cose si sentono non è mai troppo presto o tardi, è esattamente il momento giusto. Ok , si decise, uscito da lavoro, quella sera, sarebbe passato nella gioielleria ppiù bella e avrebbe aquistato l’anello che più lo avrebbe colpito e che sarebbe stato perfetto per la sua Charlotte per poi chiderle di sposarlo il giorno dopo, alla cena che lui involontariamente aveva già prenotato.
I suoi pensieri vennero interotti dall’arrivo di Silvia, che nel suo tailer nero attirava ancora di più l’attenzione.
«Eccole il caffè » sorriso smagliante e poi «Allora a quanto queste visite? Per quante persone? »
Le sorrise, ripensando ai suoi pensieri: « Domani, 30 inglesi! Più una scolaresca di 50 persone! »
« Perfetto, so benissimo di cosa occuparmi : chiuderemo le sale che stiamo ancora allestendo e chiamerò io stessa la Signora Deluxe per la guida, io domani dovrò occuparmi della scolaresca visto che mi preoccupa molto.! » rispose Silvia, ripercorrendo la visita della settimana prima di una scolaresca quando tra due litiganti una vetrina ne pago le conseguenze, frantumantosi in migliaia di pezzi senza calcolare i ,manufatti al suo interno, oggi in restauro.
« Allora se questo è tutto, io mi metto subito all’opera… » gli disse alzandosi dalla sedia.
« Ferma, un ultima cosa… » e la guardo, uno sguardo che le fece ricordare quei mesi con lui solo per un attimo « Grazie! » .
Arrossi cosi leggermente e si disse che Charlotte era davvero fortunata, aveva accanto a se un uomo bellissimo nel suo aspetto : alto, capelli neri e occhi nocciola che avrebbero mandato in tilt qualsiasi donna, e gli occhiali da vista che gli donavano quell’aria perfetta di bravo ragazzo e uomo d’affari nello stesso tempo. Si era impegnato a lungo e con vigore in quel museo, facendolo diventare uno tra i più frequentati a Parigi.
E con questi pensieri, lo ringrazio con un sorriso e con un gesto della mano lo saluto, dimenticandosi per un attimo che lui era il suo capo.
Ripreso a lavorare e riguardare tutte le carte e i lavori di restaurazione e allestiemnto delle due sale, i ltempo volo e mancava un ora alla chiusura. Visto che non c’erano più visite e l’ultima coppia di visitatori stava appena uscendo, si disse che per una volta poteva chiudere prima e lasciare tutti “ liberi ” un po’ prima.
Quindi annuncio al microfono, collegato in tutte le sale e negli uffici dei suoi colleghi la chiusura straordinaria di un ora prima quella sera :
« Avviso importante per tutti i miei carissimi collaboratori, nonché amici e conoscenti : non avendo più visite ho deciso, per via speciale e motivo importante di chiudere un ora prima, quindi esattamente tra dieci minuti vi voglio tutti fuori. Andate dalle vostre famiglie e godetevi questa bella serata autunnale. Buona serata! » disse sorridendo e scherzosamente, mentre in tutto il museo parti un sonoro applauso che lo rese fiero del suo lavoro e del fatto che tutti lo apprezzavano.
Fiero, contento e pronto per il grande aquisto chiuse tutto e si avvio all’uscita dove una volta chiuso il museo e salutati tutti Sali sulla sua Mini Cooper blu elettrico, il suo gioiellino dirigendosi verso “ Gioielleria Eiffel”.
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