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Autore: BlackLilium    23/10/2011    1 recensioni
“Hai una scia di morte dietro di te, Tom, ricordatelo bene. William non si può sconfiggere. Accettalo. Vuoi andare da quella maledetta vampira rossa? Vai. Buttati. Trasformati se necessario… ma non tornare indietro!” urlò la ragazza, sentendo il sangue ribollirle nelle vene.
“Perché mi vuoi qui con te, Ada?” le chiese lui, cercando di farle dire quello che da tempo doveva ammettere a se stessa.
“Non ti voglio qui con me, stupido… ti voglio qui con noi. Nel nostro branco. Siamo lupi, diamine, è il branco la nostra famiglia!”
“Una parte della mia famiglia è là dentro, e ho intenzione di riprendermela.”
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il gocciolare del muro umido di pioggia scandiva con terrificante lentezza l’indecisione di Madame. Era stata coraggiosa, aveva avanzato la sua proposta e ora stava aspettando.
William sorrise, inarcando il sopracciglio con fare divertito: “Vorresti andartene?”
Madame alzò il viso, ora fiera e sicura: “Sì, William. Lasciami libera.”
Il ragazzo si alzò dal suo trono e si avvicinò al muro, il calice trasparente in mano: “Sai cosa c’è oltre questo muro?”
“No.”
Il ragazzo spostò un mattone di pietra e frugò oltre la parete con il braccio, tirando a sé una mano umana. Dall’altra parte urla di terrore si sprecavano senza sosta.
William guardò Madame e, senza toglierle gli occhi di dosso, affondò le zanne nel polso della vittima che, dall’altra stanza, urlava disperata.
Dopo essersi abbeverato, fece cadere altre gocce nel calice e con un cenno il mattone tornò al suo posto.
“Prede. Tutte loro. Sono lì dentro per servirmi.”
“Io non sono più una tua preda. Non ti servo più.”
“Errore!” Esclamò lui, balzando come un folletto sul muretto accanto al camino: si appoggiò con un braccio sull’asse che sovrastava le fiamme e appoggiò il calice a terra, infilandosi poi la mano in tasca; “Mi servi eccome, Madame…” sussurrò lui, guardando il fuoco zampillante.
“E come, William? Come potrò mai condurre Mark da te se me ne sto qui dentro? Nessuno sa che io sono qui…”
“Altro errore, mia adorata.” Disse lui, scendendo dal muretto e piazzandosi davanti al fuoco, ora più mansueto; “Dimentichi che c’è un traditore tra noi.”
Madame non capiva.
Si trovò William alle spalle, e il suo sussurro all’orecchio destro le fece raggelare il sangue: “Come, no?! Il tuo amato Greg, il vampiro per cui hai tradito l’amore di mio fratello.”
“Non l’ho tradito. E tu lo sai.”
“Oh, certo… e quel bacio nel bosco?” Sibilò lui, trasformandosi per un attimo in un bimbo capriccioso.
Per Madame fu un lampo: aveva cercato di dimenticare tutta quella vecchia storia, e ora ripensare alle labbra fredde di Gregory sulle sue la fece sciogliere di vergogna.
“Che cosa vuoi ancora da me, William?”
Il vampiro le andò davanti e si avvicinò alla sua bocca, guardandola negli occhi: “Lo sai… il tuo bimbo, Andy. Il tuo dolce figlioletto.”
“Mai!” urlò lei, mollando uno schiaffo in pieno viso a William; “Tienimi qui, piuttosto…!” Disse lei, ferma.
William scoppiò in una risata isterica, massaggiandosi la guancia: “Ah, ah, ah…! Gran scena madre, Andy…”
“E non chiamarmi Andy!” Urlò di nuovo lei, questa volta scaravanetandolo al muro con un’onda di energia creata con le sue mani.
Subito dopo s’accasciò a terra, quasi senza forze e sfatta in volto.
William si alzò e le andò vicino, lo sguardo cupo in volto. Non s’accorse che la porta della stanza si aprì leggermente senza emettere un solo cigolìo.
Le prese il volto in una mano e la guardò, nei trasparenti occhi grigi: “Vuoi andartene, Madame? Fai pure. Vedi da sola quante forze hai. Forse hai ragione, mi servirai più fuori che qui dentro.”
Madame lo guardò a sua volta, cercando di non abbassare la testa.
“Ma come potresti resistere là fuori da sola?”
“Me la caverò… bastardo…”
“Oh beh, se la metti così. Prego, accomodati.” Le disse lui, abbandonandola a terra.
Quella si alzò con calma, appoggiandosi al tavolo da pranzo. Si diede un contegno e si diresse alla porta. Notò che era già aperta ma si voltò a guardare il vampiro: “Porterò i tuoi saluti a Mark.”
“Non è necessario. Basterà seguirti per trovarlo.”
“Allora spero di non trovarlo mai.”
William sorrise e bevve dal calice le ultime gocce di sangue rimaste.
“Partirò stanotte.” Annunciò Madame uscendo dalla stanza.
“Non me ne curo. Puoi andare.” Rispose il vampiro, lanciando con rabbia il calice nelle fiamme.
La donna si chiuse la porta alle spalle e si trovò faccia a faccia con Rose.
La guardava attonita e confusa: “Madame, c’è qualcosa che dovrei sapere?”
La donna si strinse su se stessa e corse verso la sua stanza: “Troppe cose, Rose. Troppe.”
Entrò in fretta nella camera e in un borsone mise le cose essenziali: una coperta pesante, una giacca lunga, la foto di Tom bambino.
“Ve ne andate, allora?”
“Sì, Rose. Sei stata molto gentile con me in questi anni, e ti devo tutto. Se non fosse stato per te, probabilmente sarei già morta da molto tempo. Ti ringrazio.”
“Non dovete ringraziarmi, ma vorrei saperne di più. Ho sentito dei nomi questa sera che mai avevo udito prima, in oltre dieci anni che siete qui.”
“Ti riferisci a Mark?”
Rose annuì.
Madame sospirò: non poteva raccontarle tutto in pochi istanti, così decise di dirle l’essenziale.
“Ascoltami bene, Rose. William ha un fratello, si chiama Mark. Guardati da William, e cerca di accettare l’idea che non sempre i lupi sono nemici… anzi. Se credi a queste mie parole, allora forse Gregory Lee potrebbe diventare un tuo grande amico.”
“Gregory? Ma è uno dei nostri!”
“Certo, e lo sarà sempre, ma quando le cose si metteranno male, potrai sicuramente contare su di lui, fidati. Fa’ il mio nome, digli quello che hai fatto per me in questi anni. Lui è un amico, uno vero. Lascia perdere William… hai capito?”
Rose la guardò di sottecchi: “È strano questo tuo attaccamento verso di lui, un individuo che potrebbe essere un traditore da come ne parli… quando invece William ti ha tenuta con sé fino ad oggi, e ora sei tu che te ne vai, non è lui che ti caccia.”
Madame la prese per le spalle: “Rose, apri gli occhi! Mi hai chiesto di spiegarti, e io l’ho fatto! Non posso dirti tutto nel dettaglio, ma credimi! Credi alle mie parole! Ora accompagnami al cancello… devo andarmene da qui…!”
 
 
Aveva preso l’autobus fino alla periferia della città, dopodiché s’era spostato a piedi, fiducioso di ritrovare la strada nel folto del bosco che aveva percorso in precedenza con Ada.
E così fu.
Imboccò un sentiero, cercando di concentrarsi sul percorso da fare e di non pensare a come aveva lasciato il suo branco.
Alan, sgomento.
Johnny, silenzioso.
Ada, arrabbiata.
Suo padre Mark,… fuori di sé.
“Come diavolo ti viene in mente un’idea simile? Tu non hai idea di cosa abbiamo passato e stiamo tuttora passando per tenerti lontano da quel demonio, e tu vai a bussargli alla porta di casa? Sei uno stronzo totale, adesso? Tua madre è morta per te, e io mi sono auto-esiliato dal branco per salvarti il culo! E tu questo mi fai, adesso? Tanto valeva darti in pasto ai pescecani tanti anni fa, quando ha chiesto la tua pelle, invece di quella di tua madre… ingrato che non sei altro!”
E quando aveva provato a dire che era proprio per sua madre che se ne stava andando, per poterla rivedere e salvare, era successo il finimondo…
“Tua madre? Ah già, dimenticavo, l’ha vista, il signorino! E cosa pensi di fare? Di andare lì e di affrontare William, uscirne indenne, prendere tua madre e portarla in salvo? Svegliati, stolto che non sei altro! Quelli ti fanno secco appena ti presenti sotto le mura del castello! …è vero, t’ho tenuto nascosto che tua madre era viva, ma nemmeno io lo sapevo prima di adesso. E adesso che lo so, me ne guardo bene ad andare laggiù… e non chiamarmi codardo, Thomas! Tu NON HAI IDEA di cosa significhi… la salveremo, ma abbiamo bisogno di un piano, di scorte, di branchi e branchi di lupi a disposizione… e pensaci, chi si muoverebbe adesso per una… cosa come tua madre?, non sappiamo nemmeno noi cosa sia adesso. E poi, dopo quindici anni… lascia stare, è una follia…”
Follia o no, Tom aveva fatto fagotto delle sue cose e s’era preparato a fuggire. Perché infatti il padre aveva messo ronde a controllare la sua stanza, il cortile, il palazzo intero per assicurarsi che non scappasse.
Ma Tom era giovane, era furbo, e non ci volle molto a distrarre i suoi ‘bodyguard’ posticci.
E ora era di nuovo nel folto del bosco.
Di nuovo, una strana traccia lo portò fuori strada.
Di nuovo, cercò con gli occhi sbarrati quella parete di roccia.
…di nuovo, dopo tre giri del bosco, la trovò.
Si avvicinò alle mura del castello e le percorse in tutto il loro perimetro, giungendo infine alle porte d’accesso.
Si nascose dietro ad un albero quando vide il grande cancello aprirsi sulla strada sterrata. Ne uscì un gruppo di scuri figuri incappucciati, e una volta fuori, s’inchinarono tutti ad una bellissima vampira rossa, in segno di saluto.
“Rose…” sussurrò Tom, uscendo dal suo nascondiglio.
Dal gruppo di incappucciati si scorgeva un mantello diverso dagli altri, più chiaro. Quel gruppo di ombre si muoveva nel bosco in perfetta coordinazione, uno di fianco all’altro, quasi fosse un unico elemento. Tom ne rimase affascinato e appena la via fu libera, si fece avanti.
La vampira rossa era ancora lì che osservava gli altri allontanarsi, quando si accorse di lui: “Ancora tu? Non ti avevo pregato di andartene dalla mia terra?”
“Perdonatemi, Rose. Io… mi chiamo Tom. Vorrei rimanere qui con voi. Non ho altro posto in cui andare.”
Rose guardò oltre le spalle del ragazzo: “E la giovane che vi affiancava?”
“Oh, lei non c’è più.”
“Cosa cercate, Tom?”
Il ragazzo non sapeva che rispondere: non poteva uscire subito allo scoperto.
“Allora?”
“Io… cerco William. William Trumper.”
 
 
-:-:-:-
 
 
Quando si dice la sfiga. Alla prossima!!!
B.L.
  
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