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Autore: RobTwili    23/10/2011    12 recensioni
Lui: Francis 'Frank Fagotto' Hudson.
Lei: Ashley Foster
Lui: Capitano de 'I Matematicici', Capitano de 'Gli elettroni spaiati' e suonatore di Fagotto nella banda del liceo.
Lei: Capitana indiscussa delle Cheer-leader, Capo volontaria del progetto 'Le infermiere della scuola'.
Lui: Innamorato di lei fin dall'asilo.
Lei: Non sa nemmeno che lui esiste.
Ma se, improvvisamente le loro strade si incrociassero? Potrebbe Francis, con molte difficoltà, compiere la vendetta di tutti i nerd facendo capire che l'aspetto non è tutto?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nerds do it better'
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nerd









I due mesi successivi volarono e così, prima ancora che potessimo accorgercene, ci trovammo catapultati alle prove dei nostri esami finali.
La situazione con Ashley non sembrava procedere in nessun verso, eravamo semplicemente in un momento di… stallo che si protraeva da più di due mesi: da quando mi aveva baciato a Stanford, insomma.
Io avevo fatto esattamente quello che lei mi aveva chiesto: mi ero scordato di quel bacio e avevo finto che non fosse successo nulla davanti alla porta di quell’albergo.
Se non c’erano stati passi in avanti sul fronte dei sentimenti, ero però riuscito a balbettare un po’ meno, grazie a Mac e ai suoi preziosi consigli.
Non riuscivo ancora a parlare normalmente quando mi rivolgevo ad Ashley, ma ogni tanto dicevo una frase senza balbettare.
«Zac, allora… avete deciso che cosa indossare domani sera?» chiese Ashley, sedendosi assieme a Mac al nostro tavolo.
«A dire la verità no. Ma sono sicuro che dentro ai nostri armadi ci sarà qualcosa da mettere. Per esempio… l’hanno scorso, quando abbiamo fatto quella serata a tema hawaiano, ricordate ragazzi? Mi ero comprato una camicia con le palme che era la fine del mondo. Credo indosserò quella. Magari con la cravatta con il DNA disegnato. Dovrei essere abbastanza elegante». Zac era serio.
Ashley e Mac cominciarono a ridere e io riuscii a non farlo solo per uno scoppio improvviso di tosse che mascherò la mia risata.
«Che c’è? Che ho detto di male?». Era davvero confuso.
«Tu vuoi venire al ballo di primavera con una camicia hawaiana e la cravatta del DNA?». Mac si appoggiò alla spalla di Ashley per il troppo ridere.
«Sì. Che cosa c’è che non va?» chiese curioso.
«Non saprei, magari che non è una festa in maschera. Non devi mica mettere un completo, ma un po’ elegante dovresti esserlo». Mac si asciugò una lacrima, cominciando a giocherellare con una ciocca di capelli.
«Credo che la cravatta sia elegante. Sentiamo, come si veste tuo cugino?» domandò Zac, lanciando una strana occhiata ad Ashley.
«Finn indosserà un completo nero, con la cravatta nera. Sarà il ragazzo più bello di tutti» disse Ashley, orgogliosa di suo cugino.
«Ti credo, ha ventuno anni. Non si vergogna a venire a una festa del liceo?». Zac ingoiò una patatina, guardando John e Hannah che stavano parlando al tavolo vicino.
«No, perché accompagnerà lei» cinguettò Ashley, tirando una leggera gomitata a Mac, lì di fianco.
«Ashley, smettila con questa storia» sibilò Mac, lanciandole un’occhiataccia.
In quei due mesi Ashley e Mac si erano unite ancora di più.
Era divertente vedere come scherzassero assieme; sembrava fossero amiche da sempre.
Quello che non eravamo ancora riusciti a capire era il ruolo di Finn.
Se chiedevamo informazioni ad Ashley, lei rispondeva che Finn e Mac erano una coppia, se invece la stessa domanda la rivolgevamo a Mac, ci rispondeva che Ashley si era inventata tutto.
«E voi, cosa in-in-indosserete?» chiesi curioso, guardando le ragazze davanti a noi.
«Oh, io una cosa che ha scelto Ashley, ma non sono sicura perché…». Mac non riuscì a terminare la frase perché Ashley le pestò un piede.
«Shh! Non dire nulla! È una sorpresa. Sappiate che Mac sarà bellissima, irriconoscibile direi. E forse viene anche mia cugina, la sorella di Finn» borbottò Ashley. Faticava a mantenersi seria.
«Ma che cosa stai…» cercò di dire Mac, prima che Ashley la zittisse di nuovo.
«Non te l’ho detto perché era una sorpresa. Si chiama… ehm…». Si schiarì la voce in imbarazzo, come se non si ricordasse il nome.
«Che c’è? Non ti ricordi il nome di tua cugina? È grave, Ashley!» ridacchiò Zac, bevendo un sorso d’acqua.
«Sì che me lo ricordo ma… è difficile da pronunciare… io di solito la chiamo Kenzy, perché il suo vero nome è Kenzytrina». Cominciò a mordicchiarsi il labbro inferiore, come se davvero non riuscisse a rimanere seria.
Mac cominciò a ridere, tanto che fu costretta a bere qualche sorso d’acqua per non rischiare di soffocare.
«Dio, questa era bella» disse Mac, picchiettando sulla spalla di Ash, come se avesse voluto complimentarsi con lei.
«Lo so…». Non la smettevano di ridere.
Solo io e Zac non trovavamo niente di divertente nel nome della cugina di Ashley?
Kenzytrina? Da dove veniva, dalla Russia?
«Ah sì? E com’è?» si informò Zac, improvvisamente interessato.
«Non molto alta, con i capelli castani e gli occhi verdi. È davvero una bella ragazza». Ashley cercò di ricomporsi, asciugandosi una lacrima che le era scesa per il troppo ridere.
«Wow… sembra davvero carina. Quanti anni ha?». Subito Zac si avvicinò con la sedia al tavolo, per concentrarsi bene sull’immagine della cugina di Ashley.
«La nostra età. Dovrei davvero presentartela Zac. Sono sicura che fareste una coppia perfetta voi due assieme». Ancora quel ghigno trattenuto malamente.
«Presentamela pure! Sono sempre disposto a fare nuove conoscenze» esclamò a voce troppo alta per l’entusiasmo.
«Shh, stupido» sibilò Mac, tirandogli un pugno sulla mano.
«Auch! Che cosa fai?» si lamentò, massaggiandosi le nocche.
«Ti sembra il modo di urlare?». Mac sembrava davvero infastidita.
«Sì, perché ho trovato la ragazza della mia vita, e tu invece sei da sola» sghignazzò Zac, facendo arrossire Mac che abbassò immediatamente lo sguardo, come se l’avesse offesa.
«Lei non è da sola, ti ricordo che sta uscendo con Finn» puntualizzò Ashley, incrociando le braccia al petto.
«Mah, io ancora non ci credo… non vedo il motivo per cui quello tutto tatuato continui a uscire con te. Cioè, un motivo ce l’ho, ma non capisco perché esca proprio con te… ci sono tante altre ragazze…» disse sovrappensiero, prendendosi una gomitata sulle costole da parte mia.
«Zac» sibilai ammonendolo, perché la smettesse di dire cattiverie su Mac.
«Forse perché Mac in verità è una bellissima ragazza e Finn è riuscito a vederlo. Non è stupido». Quando Mac sentì la frase di Ashley abbassò lo sguardo, mordendosi una guancia per non ridere.
«Sarà…». Zac fece spallucce, arrendendosi.
Ashley sembrava davvero in grado di tenergli testa.
«Ragazzi, la prossima settimana c’è la prova del test di matematica. Siete preparati?» chiesi, per cambiare argomento.
«Oh, sì! Non ho nemmeno ripassato. Lo sai come vado in matematica, ho sempre preso A+» borbottò Zac, atteggiandosi a intelligentone.
«Ma se avevi preso una B- due anni fa, quando abbiamo fatto quel test a sorpresa» ribatté Mac, soddisfatta della sua piccola vittoria.
«B-, Zac? Sul serio? Hai preso un voto così basso in matematica? Sei sicuro che il prossimo anno ti faranno accedere al MIT?». La battutina di Ashley lasciò Zac senza parole.
«Io… avevo la febbre. È capitato solo una volta, la mia media non ne ha risentito» mormorò, mortificato.
«Ma credo che loro abbiano tutti i tuoi voti. Credi che passerà inosservato? Così tondo rispetto a tutte le A spigolose…» ridacchiò Mac, dando man forte ad Ashley.
«Be’, spero che mi prendano lo stesso… Mac, avrai preso anche tu una B in matematica» tentò di difendersi Zac, per nulla convinto di quello che stava dicendo.
«L’ultima B+ che ho preso in matematica risale al secondo anno di scuola. Dubito che il MIT guardi i voti che prendevo in matematica a otto anni, no?». Sembrava davvero felice di essere riuscita a zittirlo.
«Be’, in informatica di sicuro non hai preso tutte A+» provò di nuovo Zac, convinto a non arrendersi.
«No, infatti. Il voto più basso è stato A-. Avevo sbagliato l’ordine del processore di un pc. Il signor Finning non me l’ha mai perdonato» scosse la testa triste, mentre Ashley le appoggiava una mano sulla spalla per consolarla.
Di certo erano di buon umore.
Non sapevo se fosse per il ballo che ci sarebbe stato la settimana dopo o per altri motivi, ma Mac e Zac avevano uno strano sorriso stampato in faccia, e faticavano a nasconderlo.
«Mac, andiamo a fare un giro?». Ashley ammiccò verso Mac, forse credendo che non l’avrei notato.
«Certo. Ci vediamo a lezione ragazzi». Si alzarono entrambe dal tavolo e subito dopo andarono a salutare Hannah e John. Poi, uscirono dalla mensa.
«Quelle due non dicono tutta la verità» borbottò Zac, sistemandosi gli occhiali.
«Credo che tu abbia ragione…». C’era qualcosa di strano nel loro comportamento.
Qualcosa che non riuscivo a capire.
Eppure, ero quasi sicuro che la chiave per comprendere tutto fosse a un palmo dal mio naso.
 
Anche quella settimana trascorse velocemente.
Quella sera ci sarebbe stato il ballo.
L’ultimo ballo di primavera.
Il nostro ultimo ballo prima del Prom.
«Francis, sei davvero bellissimo» sussurrò mamma, quando scesi le scale per uscire.
«Grazie» mormorai, in imbarazzo, sistemandomi gli occhiali.
«Sei il mio piccolo ometto, in giacca e cravatta. Non mi piace il colore di questo vestito, e neppure come ti sta, però…» cominciò a lamentarsi prima che potessi fermarla.
«Mamma, davvero… va tutto benissimo così. Adesso devo andare a prendere Zac e John» cercai di divincolarmi dal suo abbraccio, e non mi sfuggì il suo tentativo di asciugarsi le lacrime di commozione, cercando di non farsi vedere da me.
«Mamma, non è il Prom. Non devi piangere adesso, dai». Mi dondolai da un piede all’altro, a disagio.
«Ma sei il mio piccolo Francis, e così elegante ti ho visto poche volte. Porti sempre quelle felpe larghe e quelle maglie a mezze maniche…». Oddio, eravamo davvero arrivati a quel punto?
Non era mica il mio matrimonio, era il ballo di primavera!
«Ok, guarda che non devo sposarmi» puntualizzai, sperando che si calmasse un po’. «Io adesso vado, buona serata». Feci un gesto impacciato con la mano, aprendo la porta di casa per uscire.
«Ciao Francis». Papà ridacchiò vedendomi vestito con il completo marrone.
«Ciao» risposi, mentre lui dava un veloce bacio sulle labbra a mamma.
«Dove deve andare così elegante?» le chiese, come se non fossi ancora davanti a loro.
«Al ballo di primavera». Mamma alternò lo sguardo tra me e papà.
«C’è qualche ragazza, eh?».  Lui mi diede un buffetto sulla guancia, prima di ritornare a circondare le spalle di mamma con le braccia.
«Papà…» mi lamentai, pregando perché non dovessimo affrontare l’argomento ‘ragazze’ proprio in quel momento.
«Tesoro…» sussurrò mamma, accarezzandogli una mano.
«Che ho detto?» chiese lui guardando prima lei e poi me.
«Non devi fargli queste domande. Francis è grande ormai». Lo sguardo di mamma era uno sguardo… fiero.
Come se fossimo stati a Stoccolma per un Nobel.
«Oh, capito. Era solo per sapere. Quindi non ti chiedo se ci sono ragazze, oltre a Mac, naturalmente». Mi stava per caso prendendo in giro?
«Io vado» mormorai, infastidito. Il loro atteggiamento era semplicemente ridicolo.
«Buona serata. E torna tardi» urlò papà, mentre aprivo la portiera della macchina.
«Tesoro…» lo ammonì mamma, prima di salutarmi con un sorriso.
«Quei due non hanno tutte le rotelle al posto giusto» bofonchiai tra me e me, accendendo la macchina.
In pochi minuti arrivai davanti a casa di Zac e John; mi stavano aspettando sul ciglio della strada.
«Ciao» borbottò burbero John, salendo sul sedile posteriore.
«Ciao Francis». Zac sembrava di buonumore.
«Che succede, John?» chiesi, facendo retromarcia per girare l’auto.
«Hannah non verrà nemmeno al ballo con me. Deve rimanere a controllare se tutto funziona bene» sbuffò deluso, mentre lo guardavo dallo specchietto retrovisore.
«Mi dispiace John. Ma in ogni caso dopo potrete sempre ballare assieme, no?». Cercavo un modo per sollevargli il morale.
«Sì, ma io volevo entrare in palestra con lei, con la mia ragazza. Volevo farlo sapere a tutti, capisci?» insisté, arrabbiandosi un po’.
«John, non è colpa nostra. Smettila di fare l’offeso e fai finta di divertirti. Dobbiamo conoscere la cugina di Ashley». Zac si strofinò le mani, pregustando il momento in cui avrebbe incontrato Kenzytrina.
«Appunto. Voi sarete accompagnati. Zac, tu entrerai in palestra con Kenzyblabla, e Francis con Ashley. Solo io, che tra l’altro sono l’unico con la ragazza, farò il mio trionfale ingresso da solo, come uno sfigato». Abbassò lo sguardo, tristemente.
«C’è sempre Mac. Lei non ha un cavaliere. Credo sarà felicissima di farsi vedere con qualcuno al suo fianco» ridacchiò Zac, facendomi sbuffare infastidito.
«Ragazzi… siamo arrivati» sussurrai prendendo un respiro profondo per avere un po’ più di coraggio.
Ci avrebbero distrutto, ne ero certo.
Sembrava che ci fosse l’ombra dell’ultimo ballo a cui avevamo partecipato.
Non sapevo perché, ma mi aspettavo quasi l’uscita trionfale di Alex e dei suoi scagnozzi con una bacinella di succo ai mirtilli da tirarci addosso.
«Andrà tutto bene, su» esclamò Zac, entusiasta.
Stava già scendendo dall’auto.
«Io credo di entrare da solo adesso, magari mi faccio notare meno» borbottò John affiancandosi a me e a Zac, dopodiché ci incamminammo tutti verso l’entrata della palestra.
«Ma cosa stai dicendo? Entriamo tutti assieme, su. Poi tu vai da Hannah e rimani con lei tutta la sera, se vuoi». Zac diede una pacca cameratesca sulla spalla a John che tossì.
«Va bene» asserì John, ormai con l’umore a terra.
«Oddio, quella è la macchina di Ashley» strillai non appena vidi la BMW bianca di Ash parcheggiare poco distante dalla mia.
«Ragazzi… è il momento della verità. Conosciamo questa Kenzytrina». Zac si sistemò la camicia bianca, riducendo le pieghe al minimo.
Ashley scese dall’auto e subito il mio respiro si fermò.
Indossava un abito blu, corto, tutto svolazzante.
Sopra aveva un giacchino color oro che la rendeva ancora più bella.
Aveva un paio di scarpe con il tacco di una sfumatura leggermente più scura del vestito.
I suoi capelli erano riordinati in boccoli raccolti su un lato della nuca.
«Wow» sospirai quando si avvicinò sorridendo alla ragazza di fianco a lei.
«Io mi sposo la cugina» borbottò Zac, rimanendo fermo vicino a me.
Quando la luce dei fari di una macchina che stava passando illuminò il viso della ragazza accanto ad Ashley, capii tutto.
«Mio Dio, ma quella è…» non terminai la frase perché Zac cominciò a parlare.
«Kenzytrina. È una dea. Siete testimoni: sei ha visto almeno un film di Star Wars, io la sposo». Non si era davvero accorto di nulla?
«Credo che tu possa sposarla» ridacchiò John al mio fianco.
«Ciao ragazzi» salutò Ashley raggiungendoci.
«Presenta tua cugina» sibilò tra i denti Zac, cercando di non farsi sentire da ‘Kenzytrina’.
Cominciai a ridere, seguito subito dopo da Ashley e da John.
«Ragazzi, lei è Mac». Circondò le spalle di Mac e la costrinse a fare un passo in avanti.
Mac abbassò lo sguardo, come se fosse stata nuda.
In verità, non erano poi molti i centimetri di quel vestito che la ricoprivano.
Non si poteva dire che non le donasse, però.
Il marrone creava degli strani riflessi sulla sua pelle ed era leggermente più scuro dei suoi capelli.
Nonostante non ci fossero dei lampioni che ci illuminavano direttamente, potevo vedere che era truccata.
«Sei bellissima» mormorai sorridendole.
«Mac?» sussurrò Zac, avanzando di un passo per accertarsi che fosse veramente lei.
Non rispose, continuando a guardarsi i piedi.
Qualcosa mi diceva che aveva le guance rosse.
«Non… no! Non puoi essere tu!» borbottò Zac. Non voleva arrendersi all’evidenza.
«Sono io» sussurrò Mac, alzando lo sguardo.
«Ma… le tue felpe? Dove sono? E perché non hai le Converse? No, non sei Mac. Sei anche truccata». Scosse energicamente il capo.
«Vogliamo entrare? Avrei un po’ di freddo» si lamentò Ashley, distogliendo improvvisamente l’attenzione da Mac.
«Certo» mormorai, avvicinandomi a lei e sorridendole.
Era davvero bellissima.
«John, Hannah è in palestra, vero?» chiese Mac, affiancandosi a John.
«Sì. Non me lo ricordare» sbottò, infilando le mani in tasca.
«Dai, una volta entrato potrai rimanere con lei. Lascia stare i commenti». Mac cercò di sollevargli il morale, e forse ci riuscì.
«Entri con me, Mac? Questa sera sei bellissima e susciterò l’invidia di tutti. Magari faccio ingelosire Hannah che correrà da me» ridacchiò, felice del suo piano.
«D’accordo». Mac fece spallucce. «Tanto non ho un cavaliere».
«Zac? Tutto bene?» chiesi rendendomi conto del suo silenzio assordante.
«» ribatté, continuando a seguirci senza aggiungere altro.
«Allora? Mac è una donna o no?». Ashley mi sorrise, quando ci fermammo dietro a due ragazzi che stavano pagando il biglietto d’entrata.
«Avevi ra-ragione. Mac è una do-do-donna… una bellissima ra-ragazza». Sorrisi facendo l’occhiolino a Mac.
Ora che c’erano le giuste luci potevo vedere che il trucco marrone scuro, in tinta con l’abito, risaltava ancora di più il verde dei suoi occhi.
Mac sorrise, continuando a parlare con John.
«E avevo ragione anche su un’altra cosa» mormorò Ashley a pochi centimetri dal mio orecchio, facendomi rabbrividire.
«Cosa?» chiesi, intuendo già di cosa stava parlando.
«L’hai capito, vero?» ridacchiò quando pagai l’entrata anche per lei.
«Zac?» azzardai, lanciando un’occhiata al mio amico che continuava a guardare Mac con uno strano sguardo.
«Ashley, puoi venire un momento?» chiese Mac, chiamandola da parte.
Parlarono per qualche minuto e poi ritornarono al nostro fianco.
«Ragazzi scusate, c’è Hannah». John riacquistò improvvisamente il buonumore, attraversando metà palestra quasi correndo per poter raggiungere Hannah.
Fu così che mi accorsi che formavamo due coppie.
«Francis… devo parlarti». Zac mi prese per una manica della giacca e mi costrinse ad avvicinarmi al tavolo del buffet.
«Che c’è?» domandai spaventato.
Sembrava fuori di lui.
«Quella… quella è Mac? Ne sei sicuro?». Additò Mac che stava sorridendo mentre parlava con Ashley.
«Direi di sì, perché?». Faticavo a trattenere una risata.
«Da… da quando ha le tette» sottolineò l’ultima parola abbassando il tono della voce, per non farsi sentire.
«Non saprei con precisione ma… credo dal Ringraziamento di tre anni fa. Sì, credo sia stato in quel momento che mi sono accorto che anche Mac ne aveva un paio»
«Sì, ma è una donna» tornò a sussurrare, senza staccarle gli occhi di dosso.
«Presumo di sì» mormorai, divertito.
Sembrava che improvvisamente si fosse reso conto di qualcosa.
«Anche… bella». Un sussurro che faticai a udire sopra la musica.
«Zac, vai da lei e chiedile di ballare. Parlate assieme» consigliai, intuendo che forse la cotta di Mac verso Zac non era a senso unico.
«No. Non posso. È Mac. Abbiamo dormito assieme per dodici anni, facevamo anche la pipì contemporaneamente sulla sabbia del parco. Non se ne parla». Si tirò uno schiaffo sulla guancia e non riuscii più a trattenermi: cominciai a ridere talmente tanto che fui costretto ad appoggiarmi al tavolo.
«Zac, ascoltami. Vai da Mac e ballate assieme, poi parlale. Fidati di me». Appoggiai una mano sulla sua spalla per fargli un po’ di coraggio e poi lo spinsi perché si avvicinasse a Mac e Ash assieme a me.
«Francis, che ne dici di ballare?» propose Ashley, ammiccando verso di me.
«Ce-ce-certo» assentii. Avevo capito subito che era un metodo per lasciare da soli Zac e Mac.
«Allora? Come ha reagito Zac alla scoperta?» sghignazzò, avvicinandosi un po’ troppo a me per ballare quel lento.
«Cre-cre-cre-credo sia scon-scon-sconvolto» balbettai, rendendomi conto che i passi in avanti non erano poi molti se Ashley aveva la mano appoggiata alla mia spalla e il suo corpo sfiorava il mio.
«Immagino. Mac è davvero bellissima questa sera» sospirò Ashley, guardando Mac e Zac che erano ancora fermi al bordo della pista.
Entrambi guardavano in due direzioni diverse, come se non fossero stati uno a fianco dell’altro.
«E non è la sola» mormorai involontariamente, mordendomi subito dopo la lingua.
Perché l’avevo detto?
Ovvio, perché Ashley era bellissima.
Ma perché l’avevo detto proprio a lei?
Ashley tornò a guardarmi con un sorriso che le illuminò gli splendidi occhi azzurri.
«Grazie» sussurrò, dandomi un bacio sulla guancia.
Oddio.
«No-no-no-non c’è di ch-ch-ch-che» balbettai, sentendo le mie guance arrossire.
«Ohhh, ma perché Zac è così cretino?» esclamò esasperata, lasciando la mia mano. «Ti va di essere Cupido per questa sera?» propose, rimanendo ferma davanti a me, in mezzo alla pista da ballo.
«C-c-certo». Annuii, sorridendo appena.
«Bene, tu balla con Mac mentre io ballo con Zac. Poi ci scambiamo e li facciamo ballare assieme» mormorò con fare cospiratorio mentre ci avvicinavamo a loro.
«Ok» mimai con le labbra quando ormai li avevamo raggiunti.
«Zac, voglio ballare con te, andiamo». Ashley lo prese per mano, trascinandolo in mezzo alla palestra e cominciando a ridere quando Zac si mosse impacciatamente.
«Immagino di dover parlare con te, no?» disse ironicamente Mac, avanzando verso di me.
«Ballare, non parlare» la corressi, facendola sorridere.
«Allora, che cosa ti ha detto quella strega?» bofonchiò, lanciando uno sguardo ad Ashley, che cercava di seguire i movimenti di Zac: un “robottino” avrebbe sicuramente fatto di meglio.
«Niente di importante…» mentii, ondeggiando le braccia.
«E… lui?» mormorò, quasi come se pronunciare il suo nome le causasse sofferenza.
«Ehm…» mi schiarii la voce in imbarazzo, abbassando lo sguardo.
«Naturale. Non gli interesso». Cominciò a mordersi il labbro.
Faceva sempre così quando cercava di non piangere.
«No, Mac. In verità si è accorto improvvisamente che sei bellissima, ma lo sta negando». Non volevo mentirle.
«Oh, quindi siamo alla fase della negazione?» domandò, curiosa.
«Direi di sì. Ma sono quasi sicuro che adesso Ashley gli sta facendo una bella ramanzina…». Entrambi guardammo Ashley e Zac che stavano parlando, fermi in mezzo alla pista.
Ashley sembrava leggermente arrabbiata, continuava a puntare l’indice sul petto di Zac, come se avesse voluto accusarlo.
«Che diavolo sta succedendo?» borbottò Mac, smettendo all’improvviso di ballare.
«Non lo so. Ma credo sia meglio se andiamo a controllare».
In pochi passi raggiungemmo Zac e Ashley, ma appena Ash ci vide arrivare, smise di parlare.
«Vieni Francis, andiamo a prendere una boccata d’aria». Mi prese per mano, trascinandomi fuori dalla palestra velocemente.
«Che-che-che-che succe-e-e-ede?». Come pretendeva che non balbettassi se la sua mano era ancora nella mia?
«Quello stupido, idiota, smorfioso, nerd del cavolo… non vuole ammettere che gli piace Mac» strillò, battendo il piede per terra come una bambina.
Sorrisi involontariamente per la sua testardaggine.
Credeva veramente che Zac avrebbe ammesso i suoi sentimenti per Mac da un minuto all’altro?
«Z-Z-Z-Zac è tro-tro-troppo orgoglioso» mormorai, sedendomi sulla panchina del parcheggio.
La stessa panchina di  Halloween.
«Non è orgoglioso, è testardo! Perché non vuole ammetterlo? Mac questa sera lascia senza parole. L’intera squadra di football si è fermata a guardarla e lui… “sì, ho visto che ha messo un vestitino”» cercò di imitare la sua voce e mi fece ridere.
Non potevo di certo dirle che si era accorto anche del seno di Mac… quelle erano cose da uomini.
«Credo che Mac pre-pre-prenderà in mano la situazione» azzardai, sperando che magari Mac fosse un po’ più coraggiosa di Zac.
«Io non credo proprio» sbuffò arrabbiata. «Tu non sai quanti mesi sono che la minaccio. Non voleva indossare né i tacchi né il vestito» ammise, sedendosi di fianco a me con un sospiro.
Mesi?
Ma da quanto sapeva che a Mac piaceva Zac?
«Ma da quan-quan-quanto sai che a Mac piace Zac?» chiesi, confuso.
«Dal giorno dopo Stanford. Quando siamo andate in spiaggia. L’ho torturata fino a quando non l’ha ammesso» borbottò, forse ricordando quel giorno.
Qualcosa però non quadrava…
«E Finn?». Non era il ragazzo di Mac?
«Finn ci ha provato con Mac, ma lei, senza tatto, l’ha respinto. Così mi sono inventata la loro storia sperando che Zac mostrasse un po’ di gelosia, ma ha la testa dura come il marmo». La vidi rabbrividire e istintivamente mi tolsi la giacca per appoggiargliela sulle spalle.
Probabilmente aveva lasciato la giacchina dentro, con la sua borsa.
«Wow» mormorai stupito.
La mente delle donne era sadica.
«E adesso, lui viene a dire che non gli piace Mac! Ma se aveva gli occhi che uscivano dalla testa! Non l’aveva nemmeno riconosciuta e mi ha chiesto di presentargliela. Non è tutto normale…». Era davvero agitata, quella situazione le stava proprio a cuore.
«A-A-A-A-Ashley, calmati. Sono sicuro che ri-ri-risolveranno». Le sorrisi per rassicurarla.
«Sì, hai ragione… ma mi dà fastidio. Sono fatti per stare assieme e non riescono a vederlo. Mac poi… Dio come è testarda quella ragazza». Si strinse di più nella mia giacca e non riuscii a trattenere un sorriso.
«Lo so, la conosco dall’asilo» ammisi, sistemandomi gli occhiali sul naso.
«Dovete davvero essere amici. È bello, no? Potersi fidare di qualcuno come Mac». C’era una nota quasi malinconica nella sua voce.
«Sì, direi di sì. Lo st-st-stesso vale per Zac e John». Anche loro erano degli amici fedeli, quelli su cui sapevo avrei potuto contare sempre.
«Grazie» sussurrò all’improvviso, appoggiando la mano sul mio ginocchio.
Cercai di risponderle per chiederle perché mi aveva ringraziato, ma non mi lasciò parlare.
«Per essere venuto qui la sera della notte di Halloween e per avermi prestato il tuo fazzoletto. Grazie anche perché mi hai fatto conoscere Zac e John. Ma grazie soprattutto per Mac. Mi ha aiutato tanto. Ma non sarebbe mai stato possibile senza di te. Siete tutti speciali, chi in un modo e chi nell’altro, ma c’è qualcosa in te che…». Si fermò, continuando a guardarmi dritto negli occhi.
Stava ringraziando proprio me?
Avevo qualcosa di speciale io?
Be’… in effetti ero Physicsman, forse se ne era accorta.
Ashley sarebbe stata come Mary Jane Watson per Peter Parker?
«P-p-p-p-prego» balbettai imbarazzato, abbassando improvvisamente lo sguardo.
«E, che tu ci creda o no… anche se può sembrare il contrario… non mi sono pentita di quello che ho fatto a Stanford» sussurrò piano. Probabilmente non sarei riuscito a sentirlo se non fossi stato così vicino a lei.
Quando, dopo alcuni secondi, non le risposi, Ashley alzò lo sguardo, come se avesse voluto controllare che ero ancora lì.
«Ragazzi, finalmente vi abbiamo trovato! Cavolo, abbiamo guardato dappertutto!» disse Zac, comparendo davanti a noi.
Sussultai per la sorpresa: non li avevo sentiti avvicinarsi.
«Zac… andiamocene». Mac cercò di allontanarlo da noi.
«Oddio» sussurrai, quando mi resi conto che le loro mani erano intrecciate.
«Che cosa è successo?» chiese Ashley, cominciando a sorridere.
Tempismo perfetto, insomma!

 
 
 
 
Buongiorno ragazze!
scusate per il ritardo ma giuro che non è stata colpa mia!
Comunque, bando alle ciance: non sapevo se postare oggi o venerdì, ma qualcuno (vedi gruppo fb) mi ha gentilmente costretto a postare oggi, quindi… :)
Non ho veramente altro da dire, se non una cosa importantissima che mi ero dimenticata: thecarnival mi ha fatto un bellissimo video trailer (diciamo che l’ho un po’ obbligata, ma va bene lo stesso). Lo trovate QUI, nel suo canale Youtube. È davvero bravissima e non so ancora come ringraziarla! (tra l’altro per la fretta di postare la settimana scorsa mi sono dimenticata di mettere il link! Mi vergogno da sola di me stessa).
Mi dimentico anche sempre di ringraziare i preferiti, i seguiti e quelli che hanno messo questa storia tra quelle da ricordare, aumentate sempre di più e non so come mai!
Grazie infinite anche a chi lascia una recensione che è sempre molto ben accetta!
 
QUI potete aggiungermi in FB e QUI c’è il gruppo spoiler.
Ricordo il CONTEST a cui TUTTE potete partecipare, anche se avete solo letto.
C’è ancora qualche giorno di tempo… dai daiiiii! In palio ricchi premi e cotillon! ;)
A venerdì!
   
 
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