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Autore: _StayStrong    23/10/2011    5 recensioni
DAL SECONDO CAPITOLO:
“Draco, mia sorella non è sempre stata come l’hai conosciuta tu” disse la donna leggendo negli occhi del figlio solo disprezzo, la sua voce era melliflua “Bellatrix finché ebbe la tua età era una ragazza dolce, affidabile, completamente sbagliata per la casa dei Serpeverde. Lei con noi non c’entrava assolutamente nulla con tranelli, cattiverie, dispetti, era sempre stata calma e posata. Cambiò dopo, con l’ascesa di Tom Riddle. Se ne innamorò perdutamente...” disse, i suoi occhi erano acquei mentre pensava a ciò che una volta era stata la sorella, nulla in confronto alla donna tra le sbarre.
“Lei, lei è figlia di Voldemort?” chiese Draco in un misto tra lo schifato e lo spaventato, no, lei non poteva assolutamente essere figlia sua, non aveva nessuna caratteristica dei Riddle
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La ragazza si avvicinò alle sbarre della cella tenendo per mano Draco e non appena i suoi occhi si incontrarono con quelli della madre, le sembrò quasi di vedere i suoi stessi occhi riflessi da uno specchio, avevano le stesse striature orate, lo stesso colore caldo; ma se sugli occhi di Bellatrix quel colore faceva quasi paura, su quelli di Hermione trasmetteva calore.

Poi la ragazza era sicura che se avesse tagliato i suoi capelli anche solo di qualche centimetro sarebbero ritornati ad essere ricci come quelli della donna davanti a lei, accentuandone ancora di più la somiglianza, ma non avrebbe rinunciato ai suoi boccoli, non per assomigliare a lei. Bellatrix la guardava truce, aspettava solo una mossa per poterla insultare, quando Hermione mosse un altro passo verso di lei la donna girò il volto di scatto verso quello del nipote.
 

“Draco, nipote caro, non pensavo che ti saresti abbassato a tanto” disse incominciando a sputare veleno “Sei venuto fin qui per presentarmi la fidanzatina Mezzosangue?” chiese, il ragazzo strinse i pugni, stava per pronunciare un incantesimo non verbale a Hermione lo bloccò appena se ne accorse. Draco avrebbe cruciato la zia seduta stante se non fosse stato per la ragazza.
 

“Oh” disse Bellatrix accorgendosi del gesto e cacciando gli occhi quasi fuori dalle orbite “Che abominevole scenetta, Draco, sei sempre stato un debole, non meriti il nome dei Malfoy, tantomeno dei Black” continuò la donna, il viso scavato da Azkaban, i vestiti sporchi e i capelli impolverati, gli occhi truci da assassina.

Hermione continuava a guardarla, come se cercasse in lei qualcosa che le potesse ricordare il volto della donna dei ricordi di Piton, la Bellatrix buona, quella della Luce.

“Se c’è qualcuno qui che non merita di essere una Black quella sei tu, Bellatrix” ribatté Draco inviperito, Hermione si voltò verso di lui per qualche secondo, per la durata della frase, i tratti del suo volto erano tesi, tirati, la fronte aggrottata e gli occhi ridotti a due fessure. La donna scoppiò in una fragorosa risata, metallica che ricordò vagamente ad Hermione le risate delle streghe di pezza che la madre adottiva attaccava fuori dalla porta la sera di Halloween.

“Non dirmi che ti sei innamorato...” disse ancora la donna cercando di deridere il nipote, le cui nocche erano diventate ancora più bianche, la pelle già diafana, ora sembrava quasi essere stata messa in un bagno di candeggina.
 
“Tu non conosci l’amore, vero?” chiese inaspettatamente Hermione facendo riportare l’attenzione su di lei, gli occhi della donna erano diventati furenti.

“Come osi, ragazzina, feccia” disse apostrofandola, se non le fossero stati bloccati i poteri tramite i bracciali d’argento dell’Ordine, l’avrebbe uccisa, Hermione ne era certa “Tu non sai nulla della mia vita” sputò ancora senza ritegno alcuno, la vicinanza con Voldemort in tutti quegli anni l’aveva fatta diventare un mostro.

“So molto più di quello che credi” ribatté la ragazza avvicinandosi di più alle sbarre, i nasi delle due donne avrebbero potuto incontrarsi, Draco prese un braccio alla ragazza e la fece allontanare, Bellatrix rise ancora e poi scosse la testa, disapprovava il nipote, fino all’ultimo, ma per lei Draco era sempre stato solo un debole.

“E io sono pronta a giurare, sulla mia anima corrotta, che so molto più io del tuo fidanzatino. Torturandoti ho visto anfratti della tua pelle che sono sicura che lui non avrà ancora toccato, vero?” chiese fingendo  dolcezza sparando cattiverie a raffica, Draco si trattenne dallo schiantarla dall’altra parte della cella, mentre Hermione arrosì di colpo e fu assalita dalla rabbia.

“Ti ricordi, Mezzosangue? Il nostro intenso tu per tu?” chiese ancora, Hermione rabbrividì, certo che se lo ricordava, se lo ricordava più che bene, non ha mai provato così tanto dolore fisico in vita sua se non sotto la bacchetta di Bellatrix Lastrange.

La sua pelle ne portava ancora i segni.

“Come potrei dimenticarlo” sibilò la ragazza portando gli occhi sul suo braccio sinistro, coperto dal mantello, quella cicatrice era un contrassegno, era un ricordo, era qualcosa che avrebbe voluto dimenticare, un segno indelebile che le avrebbe ricordato per sempre la guerra e il suo essere una parte fondamentale del trio “Ma non sono io ad aver torturato la mia stessa figlia” disse ancora la ragazza Draco la guardò preoccupato, erano rimasti d’accordo che non avrebbero fatto parola con Bellatrix del suo essere madre, non quel giorno.

Ma la donna, non capì.

“Se persino i tuoi genitori ti torturano, allora sei proprio Feccia, come pensavo” disse dando le spalle ai due ragazzi “Ma come biasimarli? Sei solo un’altra debole, esattamente come mio nipote” continuò voltandosi poi verso il ragazzo che la stava fulminando con gli occhi, Hermione stava raggiungendo il limite di sopportazione.

Poi una parola.

Una sola.

Uscita quasi per sbaglio, in un sussurro.

“Mamma...” disse Hermione quasi come una preghiera lasciando cadere le sue difese e la corazza da eroe che aveva tenuto fino a quel momento.

Bellatrix la guardò stranita e poi rise ancora.

“Che ti torturi fino a quando non avrai più respiro” ribatté la donna, glaciale come sempre, vipera, serpe, quale era nata.

Draco prese per mano Hermione e la trascinò via.
  

  
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