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Autore: anacleto_96    23/10/2011    7 recensioni
Edward si trasferisce a Forks dopo la separazione dei suoi genitori.. Lì conoscerà Bella, ragazza forte ed energica, ma con un peso dentro il cuore che ogni tanto la fa sprofondare in un abisso di tristezza e sconforto.. Riuscirà Edward a farle capire che lei non ha colpe?? Se vi ho incuriosito un po' entrate xD!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Rieccomi qui dopo davvero troppo tempo. Chiedo scusa, ma ad agosto sono stata super impegnata coi compiti estivi, poi c'è stato il duro ritorno a scuola e io non ho neanche avuto un minuto libero. Ma adesso la situazione sembra essersi ristabilita e io posso tornare a postare nuovi capitoli. Spero che non abbiate perso il filo del discorso, ma ne dubito; perciò vi farò un mega riassuntone degli scorsi 16 capitoli.
Edward si trasferisce con sua madre Esme e suo fratello Emmett a Forks dopo che il padre Charlie ha tradito Esme; con loro ci sono anche Alice, Rose e i loro genitori Carmen e Eleazar. Arrivati a Forks conoscono i fratelli Bella e Jasper Swan, con il padre Carlisle. Della madre di Bella non si sa molto, soltanto che se ne è andata quando Bella aveva quattro anni. Tra i ragazzi nasce grande complicità, tanto che Edward e Bella iniziano a frequentarsi e a formare una "coppia"; anche i genitori non sono da meno, visto che Carlisle e Esme intensificano sempre di più i loro incontri. Proprio in questo capitolo potrete leggere il suo resoconto alle amiche Carmen e Sarah sulla loro colazione.
Spero di essere stata soddisfacente. Adesso vi lascio al capitolo. Baci!

pov Esme

Arrivai in ufficio entusiasta e, non appena vidi Carmen, le saltai tra le braccia stringendola a me. Non mi sentivo così felice da tempo. Anche prima che le cose con Charlie andassero a rotoli lui non riusciva più a farmi sentire amata, o almeno io non percepivo il suo amore.
Negli ultimi anni non ero più al centro dei suoi pensieri, non mi regalava più dolci parole e carezze quando facevamo l'amore, ma si limitava a svolgere il suo compito da bravo marito, come se fosse un obbligo piuttosto che una dimostrazione d'amore. Non mi guardava più dolcemente dopo essere uscito da me, ma si limitava a girarsi dall'altra grugnendo qualcosa. Ma la cosa che mi faceva stare peggio era il fatto che avesse smesso di regalarmi quei magnifici sorrisi che mi avevano fatto innamorare.
Ma nonostante tutto io continuavo ad amarlo, e il suo tradimento mi aveva provocato un dolore inestimabile, proprio come se qualcuno mi avesse inflitto una stilettata al cuore. Ma adesso Carlisle era riuscito a farmi riemergere, mi sentivo di nuovo bella, mi sentivo di nuovo apprezzata, mi sentivo di nuovo Esme.

"Allora tesoro? Come è andata col dottorino?" era talmente curiosa che l'aveva detto a voce troppo alta, attirando l'attenzione di Sarah che si avvicinò a noi.

"Allora Esme? Sei uscita col dottorino che penso io?" ero spalle al muro: da una parte c'era Carmen super eccitata di conoscere ogni particolare, dall'altra c'era Sarah curiosa delle mie frequentazioni con il suo amico.

"E va bene, vi dirò tutto, ma non qui! Ci stanno guardano già troppe persone" in effetti le altre tre collaboratrici erano parecchio interessate al mio racconto, ma facevano finta di niente smanettando al computer o guardando vecchie scartoffie.

"Andiamo nel mio ufficio" propose Sarah. Io mi arresi e, con Carmen a braccetto mi diressi nell'ufficio di Sarah. Entrammo e chiuse la porta, dopo di che ci accomodammo sulle morbide poltrone che arredavano quel'ambiente.

"Allora? Dai dai dai non tenerci ancora sulla spine!" Carmen stava morendo di curiosità e se avessi aspettato ancora un po' mi sa che le sarebbe venuto un esaurimento nervoso.

"È stato.. Fantastico"

"Fantastico? Tutto qui? Su dai Esme, non fare la timida!"

"Carmen cosa vuoi che ti dica. Non ci sono parole per descriverti come io mi sia sentita!" ed era vero. Non potevo descrivere quelle sensazioni perché erano nuove per me, o almeno, era da tanto che non venivano spolverate.

"Come è Carlisle? Voglio dire.. Sai sono 12 anni che non frequenta una donna, e sono veramente curiosa di sapere come se la cava" mi disse Sarah con un sorriso.

"Beh.. È stato.. Incredibilmente dolce. Siamo andati a fare colazione e abbiamo parlato del più e del meno. Non è successo nulla di speciale ma.."

"Ma?" mi chiesero le ragazze.

"Ma.. Non so come spiegarlo. Quando sono con lui mi sento me stessa, sento la vera Esme. Ed è una sensazione particolare, nuova potei dire. Con lui mi sento bene, mi sento apprezzata, mi sento importante. Riesce a trasmettermi il mondo con un solo sguardo, riesce a donarmi l'universo con un solo tocco. In ogni secondo che trascorro con lui vorrei essere stretta tra le sue braccia, vorrei poter sentire le sue labbra sulle mie. È una sensazione particolare, non mi sentivo così da tempo" Carmen corse ad abbracciarmi commossa.

"Sono così felice per te amica mia" mi disse lasciandomi un bacio su una guancia per poi tornare a sedersi. Mi voltai verso Sarah e la vidi persa con la mente in chissà quali pensieri, così decisi di ridestarla per avere una sua opinione.

"Sarah? Che ne pensi?" Lei si girò a guardarmi.

"Vedi Esme.. Io conosco Carlisle da troppo tempo, ed essendo il migliore amico di mio marito è come un cognato per me.. Quando Renèe lo ha lasciato lui ne ha sofferto parecchio. Cercava di non mostrarlo ai bambini, ma quando loro non c'erano lui sfogava tutto il suo dolore con me e Billy. Sai, come poco fa ti ho detto non frequenta una donna da ben 12 anni.. Vedi, sono felice che abbia riscoperto la gioia e la voglia di amare con te, ma.." Ma? Cosa voleva dire? Mi stava forse chiedendo di stare lontana da Carl? Perché mai?

"Ma?" le chiesi preoccupata?

"Non voglio che lui soffra. L'ho visto veramente in condizioni terribili, e ho paura che possa risuccedere. Esme, la mia non è un affermazione contro di te, anche perché trovo che tu sia una persona splendida. Però capiscimi. Ho paura che se le cose tra voi due dovessero andare male Carlisle potrebbe ritornare in quella specie di catalessi che lo aveva imprigionato i primi mesi dopo la separazione. Tu non puoi sapere come stava, e non ci sono parole per descriverlo. Tutto per lui era diventato inutile, tranne i bambini. Solo con loro era il Carlisle di sempre. Credo lo facesse per dare sostegno ai bambini; sai hanno vissuto molto male la separazione, soprattutto Jasper. Bella se non altro esternava il dolore; Jasper teneva tutto in sé, e si isolava spesso. Se non fosse stato per Jake e Seth credo che adesso sarebbe uno di quei ragazzi atoni.
Ma tornando a Carlisle voglio chiederti un favore. Ti prego, te lo chiedo come amica, cerca di non illuderlo. Lui è un uomo troppo buono e spesso rimane deluso. Ti chiedo solo di.. Procedere con calma. Tutto qui. Spero che il mio discorso non ti abbia offeso" beh.. Riuscivo a capire il punto di vista di Sarah. Insomma, aveva visto l'amico sofferente per la perdita della sua ex moglie, e adesso non voleva che la storia si ripetesse con me. Era più che comprensibile.. Ma anch'io uscivo da uno stadio di dolore, anche abbastanza recente e potevo benissimo capire come ci si sentisse ad essere stati abbandonati. Per cui sarei andata a gradi con lui. Sarei andata.. Con calma; proprio come aveva detto Sarah.

"Sarah, ho intenzione di accettare il tuo consiglio, primo perché inizio a tenere a Carlisle e saperlo sofferente mi addolora, secondo perché anch'io personalmente ho paura di restare nuovamente bruciata. Quindi stai pure tranquilla, procederemo con calma" le dissi con un sorriso. Lei si alzò e venne ad abbracciarmi grata.

"Grazie Esme. Per me significa molto quello che hai detto" insieme poi uscimmo dall'ufficio e iniziamo una nuova giornata lavorativa.

Pov Carlisle

Arrivai all'ospedale e mi imboscai in sala dottori. Volevo ripensare ad Esme ancora per un po'. Adoravo passare del tempo con lei, mi piaceva sentirla ridere, vederla arrossire e ascoltare la sua voce armoniosa.. Quella donna mi stava stregando e avrei voluto che fosse mia.. Ma dovevo procedere con prudenza: era appena uscita da una separazione per lei molto dolorosa e riuscivo a capire come si sentisse; perciò mi decisi di non forzare le cose, avrei lasciato fare all'amore il suo corso, se mai esso si fosse presentato sui nostri sentieri.
Per quello che mi riguardava al momento ne ero molto preso, ma non innamorato.. L'amore non può essere conquistato in pochi giorni, va coltivato. Avrei dovuto coltivare questa attrazione che ci univa piano piano, giorno dopo giorno, fino a ricavarne uno splendido fiore. Vidi Joseph spuntare dalla porta.

"Dottor Swan! Cercavo proprio lei! C'è qui Cecilia Newton con forti dolori all'appendice, penso bisogna intervenire" subito tornai il dottore ligio al dovere e senza pensieri per la testa, se non uno: i miei pazienti. Infilai il camice e seguii Joseph. Era un bravo ragazzo, e si stava specializzando in chirurgia d'urgenza. Mi portò nella stanza 15 e trovai Cecilia distesa sul letto in posizione fetale e con le mani sul basso ventre; accanto a lei la madre cercava di calmarla e farla stare tranquilla. Cecilia aveva si e no 14 anni, era di piccola corporature e molto carina, mi ricordava Roberta da giovane. Quest'ultima non appena si accorse della mia presenza si avvicino.

"Carlisle, ti prego fa qualcosa. È da ieri sera che ha delle forti fitte e la febbre alta." La rassicurai con un sorriso e mi diressi verso Cecilia.

"Cecilia cerca di stare tranquilla. Ora ti visiterò, ma tu devi restare calma e fare dei grossi respironi" Cecilia fece come le avevo chiesto e, dopo averla visitata constatai che bisognava intervenire.

"Joseph, fai preparare la sala operatoria, dobbiamo operarla" Cecilia si agitò subito iniziando a piangere. Subito la mia mente corse a Bella, che aveva il terrore dell'ospedale.

"Cecilia stai tranquilla, è un intervento di routine, non sentirai niente per via dall'anestesia. Te lo prometto" lei scosse la testa poco convinta e continuò a singhiozzare. Allora mi sedetti sul letto di fianco a lei e le presi una mano; lei girò la testa e puntò i suoi azzurri occhi, lucidi per il pianto, sui miei.

"Cecilia ascoltami. Ti prometto, anzi ti giuro su ciò che esiste di più bello al mondo che non ti accadrà nulla. Neanche te ne accorgerai. E poi pensa al lato positivo.."

"E quale sarebbe?" mi chiese asciugandosi gli occhi.

"Niente scuola per i prossimi cinque giorni" le scappò una risatina e poi puntò lo sguardo sulla madre.

"La mamma potrà tenermi la mano?"

"Cecilia mi dispiace ma non potrà entrare in sala operatoria. Ma ti assicuro che sarà qui fuori ad aspettarti e il suo viso sarà il primo che vedrai appena ti sveglierai dall'anestesia. È una promessa. Allora.. Ti fidi di me?" lei annui e la lasciai sola con la mamma un attimo, il tempo di prepararmi ad un intervento. Quando entrai in sala operatoria vidi Cecilia stesa sul tavolo operatorio, e già da qui potei avvertire la sua paura. Mi avvicinai a lei e le strinsi la mano.

"Non preoccuparti, ricordi? Non ti succederà niente" lei strinse forte la mia mano e l'anestesista le iniettò l'anestesia. Nel giro di pochi minuti si addormentò e potemmo iniziare ad operare. Questo per Joseph era uno dei primi interventi a cui assisteva, e io cercai di farlo partecipare facendogli svolgere piccoli compiti, come passarmi qualche attrezzo o cosa di questo genere. Dopo 40 minuti uscimmo dalla sala operatoria e tornammo alla stanza 15, dove Roberta ci aspettava con ansia. Non appena vide sua figlia le si precipitò vicino, e le strinse subito la mano.

"Non appena si sveglia chiamami" Roberta mi sorrise e annui. Io iniziami il mio giro di pazienti e, alla pausa del pranzo incontrai Eleazar.

"Ehi amico! Ma che fine hai fatto? Ti cerco da questa mattina" mi disse mentre mi sedevo vicino a lui.

"Sono stato super indaffarato. Prima la colazione con Esme, poi un intervento di appendicite. E come se non bastasse.." El non mi diede tempo di continuare.

"Cosa? Ho sentito bene? Hai detto colazione con Esme?"

"Si, oggi ho fatto colazione con Esme" lui mi guardò curioso, e dopo pochi secondi espresse la sua diagnosi.

"Sei cotto"

"Cosa? Non.. Non è vero" come aveva fatto ad intuire che avevo un debole per lei? Era così evidente la cosa? O ce lo aveva semplicemente tatuato sulla fronte?

"Dai Carl, non te ne sto facendo una colpa. D'altro canto Esme è una bellissima donna, ed ha uno splendido carattere. Sai, ora che ci penso vi vedrei bene come coppia" mi disse. Davvero lo pensava?

"Dici sul serio?"

"Certo. E poi ho notato come ti guarda. Credimi, conosco quella donna da quasi 20 anni, so intuire cosa pensa ormai"

"E secondo te cosa pensa?"

"Che per ora le cose tra voi procedono bene.. Allora, vuoi raccontarmi cosa sta succedendo?" mi chiese amichevolmente.

"Beh.. Vedi, ieri sera abbiamo trascorso la serata insieme, e questa mattina ci siamo dati un appuntamento per colazione.. Lei mi piace parecchio, ma non voglio affrettare le cose. Preferisco che questo sentimento germogli piano piano.. Non so se mi sono spiegato bene" gli dissi in difficoltà.. Infondo non parlavo di una donna con qualcuno da molto tempo.

"Ti capisco Carl.. Anch'io la pensavo come te quando ho incontrato Carmen, e guardaci ora.. Siamo più felici e innamorati che mai" aveva ragione, lui e Carmen erano la coppia perfetta. La pausa finii e io lo ringraziai della chiacchierata.

"Figurati, è sempre un piacere" lasciai la sala e mi diressi nella stanza 15. Ne ero uscito da poco ma volevo essere sicuro che andasse tutto bene.
Entrai in camera e trovai Cecilia intenta a leggere un libro. Non appena mi vide chiuse il libro e mi regalò un sorriso.

"Ehi dottore! Pranzato bene?"

"Ad essere sinceri non ho toccato cibo"

"Beh, siamo in due" risi e mi avvicinai di più a lei. Il fatto di non poter mangiare l'aveva scandalizzata e stufata allo stesso tempo. La guardai seriamente, poi le porsi una domanda.

"Scherzi a parte, come ti senti?"

"Bene. Veramente, sto bene.. Mi sento ancora un po' stonata per l'anestesia ma Joseph ha detto che è normale. È poi la pacchia è appena iniziata. Cinque giorni di totale relax.. E poi potrei sfruttare questa scusa con la mamma per qualche giorno extra" mi rivelò con un sorriso.

"Scordatelo signorina, finita la convalescenza torni subito a scuola" le disse Roberta entrando dalla porta. Cecilia sbuffò e mise su un finto broncio che fece ridere la madre. Vedere quelle scene di tenerezza mi faceva pensare a Jasper e Bella e al fatto che loro non avevano potuto averle.. Mi ricomposi e mi congedai dalla stanza. Oggi avrei avuto il turno di notte, così chiamai i ragazzi per sapere come stavano. Composi il numero di Jazz che rispose al terzo squillo.

"Ciao papà, come va?"

"Bene, voi? A scuola sta andando tutto bene?"

"Si papà, tutto perfettamente"

"Bene.. Volevo avvisarvi che sta sera avrò il turno di notte. Ci vediamo domani. Stai attento a tua sorella"

"Stai tranquillo papà, sappiamo cavarcela. Buon lavoro"

"Vi voglio bene ragazzi" dissi riattaccando. Pensai a Jazz e a Bella, pensai a loro bambini, ragazzi, e adesso prossimi ad entrare nel mondo degli adulti. Erano la cosa più importante che avevo, l'unica cosa buona che avevo fatto con Renèe. Pensando a Renèe mi chiesi come aveva avuto il coraggio di perdersi queste meraviglie che erano i nostri figli. Guardai lo sfondo del cellulare dove Bella aveva messo una foto della nostra ultima vacanza. Nella foto comparivamo io e Jazz con Bella al centro, tutti e tre incredibilmente felici.. Eh già, chissà dove Renèe abbia trovato il coraggio di perdersi tutto ciò.

Che ne pensate? Questo è uno di quei capitoli un po' di passaggio, ma ugualmente importante, dove entrambi prendono una decisione, ovvero andare con calma. Fatemi sapere se vi è piaciuto! Un bacione!
  
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