4
CAPITOLO
Briony entrò in casa senza dire una parola.
La sua vita era stata completamente stravolta in soli due giorni e tutto perché
era tornata lì… Aveva persino
rischiato la vita. Si toccò il collo dolorante: aveva rimasti dei
segni rossi che le facevano un gran male.
“Stai bene?” Le chiese
Caroline avvicinandosi preoccupata.
Ma Briony la evitò e se andò nel salone. Caroline la
seguì: “Hai intenzione di evitarmi per tutto il tempo?”
“Dopo tutto quello che
ho passato…. Non voglio sentire altre bugie o
scopiazzature della verità Caroline..” Disse triste Briony.
“Ok…hai ragione!
Ti ho mentito spudoratamente e mi dispiace! Ma l’ho fatto solo per
proteggerti!”
“Ormai ci sono dentro
fino al collo Caroline! Non si può più tornare indietro. Cioè insomma che… che cavolo ci fai con quei tipi??” domandò la
mora ad alta voce allargando un braccio verso la finestra come se nel suo
giardino ci fossero ancora i vampiri.
“Mi dispiace
averti coinvolto… e tutta la storia non ti
piacerebbe saperla.” Replicò la bionda cercando di proteggersi più che poteva.
“Tua madre immagino che
non lo sappia.” affermò Briony sedendosi
sul divano.
“No! E non deve sapere
niente di tutta questa storia, ti prego!” La implorò la biondina con tono
supplicante.
“Caroline, come faccio a
stare zitta quando so che frequenti quella gente…”
“Beh tu te la
spassavi poco fa con un Originario, quindi non farei tanto la gradassa con l’etichetta fantasy.”
“Non è esattamente la
stessa cosa perché io ero totalmente inconsapevole di quello che
sarebbe successo, mi ci son trovata nel bel mezzo del dirupo prima che me
ne accorgessi… Wey aspetta,
hai detto Originario?” le chiese interrogativa.
“Sì è uno dei più
vecchi vampiri al mondo… Sono stati
lui e la sua famiglia a creare i vampiri. Te l’ho detto… una
storia molto lunga.”
Briony la guardò stralunata. Pensare di
aver avuto a che fare con un tale individuo, le mise inquietudine. “Senti
senti, io… non credo di poter
razionalizzare una tale roba, cioè io gli ho tolto il pugnale per uno strano
istinto, poi è magicamente riapparso tutto intero e pensavo di aver le
traveggole io, poi però la storia si è fatta ancor più insidiosa..”
Caroline interruppe il
vomito di parole sconclusionato della sorella: “Aspetta aspetta, il pugnale… dove è finito ora?”
“Il pugnale? Ce l’ha
lui.”
“Briony!
E’ l’unica arma che può rendere innocuo uno come lui!”
“Scusami, sai
nessuno mi aveva avvertita, e in pieno delirio ho dovuto far da me.” Briony alzò gli occhi al cielo poi guardò seria la
sorella. “Caroline ho bisogno di sapere… Perché
sei coinvolta?”
“Sì… ti
spiegherò tutto.” rispose facendosi più vicina, sebbene tenesse lo sguardo
basso.
<< Ma non posso
dirti che sono un vampiro, mi dispiace. Non potresti mai sopportarlo e avrei
paura che tu lo dicessi a mia madre >> Pensò Caroline tristemente.
“Ma devi promettermi… Che non dirai niente a nessuno!”
“Giudicherò dopo.”
affermò Briony poco convinta, mettendosi
comoda sul divano.
Caroline passò ore e ore
a raccontare tutto alla sorella, almeno il minimo indispensabile. Aveva tralasciato
il fatto che lei fosse morta e divenuta un vampiro.
“Oddio... no aspetta,
fammi capire bene. Questo Klaus… vuole
uccidere tutti quanti solo per spezzare una stupida maledizione? Sto cercando
di connettere tutto ma è…alquanto
bislacco.” Briony la guardò scettica e
incredula.
“Proprio così…e gli serve il sangue di Elena e il sacrificio di
un vampiro e un lupo mannaro”
“Lupi? Esistono anche
loro?” Sgranò completamente gli occhi e si lasciò scappare una risatina.
“Sì…ma noi
non li abbiamo mai visti.” Mentì. Dirle di Tyler avrebbe fatto scatenare un
macello.
“Oddio…povera Elena.
Non vorrei essere nei suoi panni. Scommetto che conoscendola voleva
sacrificarsi e consegnarsi a Klaus senza fare tante storie.”
“Esatto ma Stefan le ha fatto cambiare idea. Dobbiamo
combattere Briony! Non possiamo permettere che
Klaus uccida le persone che amiamo..”
“Ma da quello che mi hai
detto, questo Klaus non si uccide facilmente...”
“Per questo abbiamo
chiesto l’aiuto di Elijah.”
Briony passò un secondo in silenzio a meditare,
come se fosse apatica, ma poi scoppiò in un’evidente crisi d’allarme. Si issò
velocemente in piedi:
“Dobbiamo contattare
qualcuno di grosso che conta, uno della politica, degli affari interni, magari
hanno una qualche bomba esplosiva per sbarazzarsi di tutto questo macello! Ho
dei contatti che contano a Seattle, so come funzionano queste missioni di
pallottole. Cioè voglio dire, non penserai davvero che dei semplici cittadini
privi d’addestramento possano riuscire contro il più malvagio immortale di
tutti i tempi che sta venendo qui! Cioè… è
assurdo!” sbraitò tra sé e sé, scompigliandosi i capelli nervosa con una mano.
“Oh no no, questa è
una scenata che volevo evitare! Nessun’arma terrena, nessun umano, può
aiutarci! La nostra unica speranza è proprio colui che tu hai salvato!” replicò
Caroline prontamente alzandosi anche lei per far ragione la sorella.
Briony allora rimase turbata e in silenzio
a pensare, a cercare di riprendere il controllo ferreo che si era imposta di
avere e di non lasciarsi trasportare da tutte quelle emozioni amplificate che
la facevano sentire una bambina sperduta. Quella situazione la stava mettendo
alla prova più di quanto credesse, e occorse tutto il suo temperamento per
riprendere la calma, perché doveva farlo per uscirne viva. L’esperienza gliene
aveva già dato prova e non poteva far andare tutto in malora di nuovo.
Quando si acquietò fece
un sospiro grave e alzò la testa al soffitto, come per rimettere in ordine il
cervello o cercare un miracolo. La sua mente nel frattempo formulò un pensiero,
un nome: Elijah.
Elijah, lui, era la loro
unica salvezza. A dir loro.
“Elijah… cioè,
il tipo in smoking della cantina..” formulò cercando di comprendere da una
distanza di sicurezza.
“Sì, ci serve lui.”
“Siete dei grandi
strateghi allora, dopo quello che gli avete fatto…!
Sarà un uomo d’onore, ma non penso che dimentichi che è rimasto sepolto
per giorni in una cantina squallida per colpa vostra.” commentò giudiziosa,
ripensando al modo in cui aveva trovato Elijah.
“Beh ho notato che siete
tanto in confidenza quindi magari qualcosa si aggiusterà, anche grazie alle tue
doti difensive magistrali.” Commentò Caroline con un sorrisetto malizioso.
“Ah ecco, servo a
questo. Come cavia umana da riallacciare i rapporti infranti!”
“Non ti sto chiedendo
nulla di pericoloso, non te lo permetterei mai, io non volevo che non ne
facessi affatto parte perché voglio proteggerti anche io! Però… che ne pensi, tu?” le domandò Caroline
gesticolando e facendole intendere l’argomento con sguardo da liceale amante di
gossip.
Briony si strinse nelle spalle, cercando di
rimanere perlopiù neutrale:
“E’ ambiguo. A parole
semplicemente lui mi ha dato la sua parola che non mi avrebbe mai fatto
del male. Forse mi è grato per il fatto che io l’abbia liberato... e l’ha dimostrato
salvandomi dal tuo amico.”
“Non è un mio amico.”
“Lo spero proprio perché
Caroline non sto scherzando, se non fosse arrivato Elijah a quest’ora sarei
morta!”
“Mi dispiace, è stata
una giornataccia.” Caroline l’abbracciò dolcemente per confortarla. Sperava che
quel contatto affettuoso le facesse dimenticare tutto. Non avrebbe mai voluto
che Briony sapesse la verità, che
entrasse in quel gran casino.
“Perché stai con loro
Caroline??” domandò Briony cancellando
l’abbraccio “Capisco che vuoi proteggere Elena, ma tu cosa potresti fare contro
un vampiro millenario? Assolutamente niente. Tiratene
fuori finché sei in tempo.”
“Sono molto
cambiata Briony…non voglio scappare. Devo
proteggere le persone che amo.” disse con decisione.
“Fai fare il lavoro a
chi ne sa più di te. Tu non sei forte abbastanza per sopportare tutto questo… potresti morire per niente Caroline. Io sono
tua sorella maggiore e non posso permettere…”
“Lo sei e ti voglio bene
per questo, ma è la mia decisione che ho preso ben prima che tu arrivassi e non
puoi rievocarla solo perché sei tu. Non posso abbandonarli mi dispiace… anche se sarò inutile.” Poi Caroline fissò
triste la sorella e si mise a piangere poco a poco. “Credevo…credevo che
ti fosse successo qualcosa a causa nostra.” Affermò singhiozzando.
“No! A parte la lotta
con Damon sto...benino.” disse l’altra rincuorandola.
“Non è solo per questo…credevamo che Elijah si fosse vendicato su di
te dopo quello che gli avevamo fatto.”
Briony la guardò sorpresa, pensando che
Elijah doveva avere una brutta reputazione almeno a giudicare dalle parole
della sorella, ma comunque la strinse a sé per rincuorarla.
“Beh sono qui no?
Dai smettila di piangere, non devi farlo per questo.”
“Elijah è un tipo
terrificante... ed è molto potente. Lo dobbiamo tollerare per la nostra
salvaguardia ma… è così…”
sussurrò Caroline sciogliendo l’abbraccio e asciugandosi gli occhi.
Briony si mise a ridere: “A chi lo dici!
Avevo la tremarella ogni volta che gli stavo vicina.. penso che mi abbia soggiogata…a non dire niente sai? Per fortuna altro
non è successo.”
“Anche se è affascinante
e ti ha aiutata prima, devi stare attenta. Sul serio. Lui manterrà fede alla
promessa finché tu non gli romperai le scatole. Pensa solo al suo
tornaconto, era disposto a sacrificare Elena pur di arrivare ai suoi scopi.”
“Beh sacrificare
Elena sarebbe la via più facile per salvare tutti…”
“Ma Briony!”
“Tranquilla Caroline,
non lo penso veramente. Dico solo che per uno sconosciuto come Elijah
sacrificare una vita sola, cioè quella di Elena, per evitare di mettere in
pericolo gli altri è una soluzione plausibile. Ma è ciò che penserebbero
Elijah e i tipi come lui. Io non lo farei, cioè come pensarlo, è la tua migliore amica e l'ho vista praticamente crescere.”
“Non voglio coinvolgerti
in tutto questo però…” mormorò Caroline
abbandonandosi sul divano.
“Ah beh se tu
stai dentro, ti seguirò. Ti devo tenere d’occhio, lo sai sono qui per questo.”
Disse la mora sorridendole e seguendola.
“Sei la sorellona migliore del mondo, thanks!”
rispose Caroline abbracciandola forte.
“Questo però non vuol
dire che condivida le tue idee.”
“Oh ma come! Stai qui
con Elijah ora e ti preoccupi di gente come Stefan e
Damon??”
“Ti ho già detto che non
mi è successo niente, e nonostante tutto mi sembra che ci si possa fidare
di lui molto più dei tuoi amici… vedi sono
sana come un pesce, non mi ha fatto niente e avrebbe potuto… Non
dico che diventerò la sua migliore amica e gli racconterò tutta la mia vita, ma
come hai detto tu, se io mantengo la parola data cioè di non intralciare i
vostri piani, lui non mi farà niente. Mentre Damon Salvatore è una bomba a
orologeria pronta a esplodere.” Al solo pensiero che quello là fosse in giro a
piede libero le dava sui nervi.
“Damon, è vero, è una
testa calda aggressiva ma lui ci può essere utile. Non ti farà più del male, promesso.”
“E quello Stefan? E’ affidabile?”
“Si, Stefan è buono e ama alla follia Elena. Ci
proteggeranno vedrai..”
<< Sarebbe meglio
chiamare papà ma come spiegarlo a Caroline senza dirgli che lui è un cacciatore
di vampiri? >>
“Perché non hai cercato
aiuto Caroline? Tua madre ti avrebbe sicuramente aiutata… e
papà..”
“No Briony! Mia mamma non te l’ho mai detto ma fa parte del
consiglio e sa dell’esistenza dei vampiri. Ci vorrebbero tutti morti...”
“Ma perché? Questa
cittadina è un branco di matti. Noi non facciamo niente di male… Caroline prima di tutto bisogna pensare alla
proprio vita, perché sacrificarti per quei due vampiri?”
<< Forse
perché lo sono anche io >>
“Ti prego non dire
niente a mia madre e neanche a nostro padre. Non voglio farlo preoccupare per
nulla.”
“Questo non è nulla,
Caroline. E’ un affare mortale vero e proprio.” la guardò
puntigliosa, scuotendo la testa.
“Ma sarebbero in
pericolo! Ti prego non devi dire a nessuno la verità, è già abbastanza brutto
così!” Caroline non aveva il coraggio di soggiogarla. Per una volta voleva
fidarsi senza finzioni o bugie.
“Perché? Per
proteggere Stefan e Damon Salvatore? Non mi
importa di loro. Mi importa di te.”
“Se venissero a sapere
che noi conoscevamo la verità…faremmo una
brutta fine anche noi per averli aiutati. E Klaus non ci darebbe pace comunque”
“Oddio….
e adesso che farete? Che chance abbiamo?” chiese preoccupata,
impallidendo.
“Elena sta convincendo
Elijah a aiutarci un’altra volta. Klaus ha fatto un po’ di casini in città ma
sembra che se ne sia andato. Si starà riorganizzando per la notte di luna
piena.”
“E se scappassimo? Se ce
ne andassimo subito senza dir nulla a nessuno?” Briony si
rivolse di nuova alla sorella con la stessa urgenza di prima.
“No, non avrebbe senso.
Non te lo permetteranno, non dipende solo da me. E poi ci troverebbero.” disse
sconsolata.
“Mamma mia… è un inferno.” Bisbigliò Briony lasciandosi andare contro la schienale e
mettendosi la testa tra le mani come in stato depressivo.
Non vedeva via d’uscita.
Questa volta non si trattava di semplici vampiri, ma di uno forte ai limiti
dell’immaginabile che li avrebbe uccisi tutti.
“Posso fidarmi
vero Briony?”
Lei la guardò in faccia.
Poteva fidarsi? Non ne era sicura, in fondo si trattava pur sempre di vampiri e
lei aveva avuto delle brutte esperienze, ma per il momento doveva stare al
gioco.
“Non vi farò scoprire
Caroline.. spero che la tua fiducia in quelle persone sia ben riposta”
“Si! Non preoccuparti!
Bisogna pensare in positivo, sempre..!”
“Sei proprio cambiata lo
sai! Non avrei immaginato che Blond-Girl si
fosse immischiata in questo genere di cose senza tirarsi indietro dopo una
rottura dell’unghia...”
“E’ tutto cambiato Briony..” Caroline avrebbe voluto confidarsi con la
sorella, ma era troppo presto. Aveva già sofferto abbastanza per oggi. Non voleva
infierire.
“Ora devo andare a casa.
Mia madre si chiederà che fine abbia fatto. Sei sicura….di voler
star con Elijah?”
Briony si prese qualche secondo per sé.
“Sì, non preoccuparti.
Me la vedo io. Tanto ormai… l’inferno
brucia e io ci sono. E a dire il vero…se Elijah
accetta la proposta di Elena, non immagino un posto più sicuro del stare vicino
a lui.”
Caroline la guardò con
un sorrisetto malizioso.
“Che c’è?? Non fare
la bionda. L’hai detto tu stessa che Elijah è la nostra arma vincente per sconfiggere
Klaus, e se sto con lui io sono in una botte di ferro! Non farti strane idee
come tuo solito. Starò al mio posto, dovresti farlo anche tu.” commentò per
farsi apparire innocente.
Caroline dopo essersi
fatta una grossa risata e borbottando un saluto uscì dalla casa, lasciando
sola Briony.
Finalmente poteva stare
in pace e in tranquillità. Si domandò se aveva fatto bene ad accettare tutta
quella storia, a fidarsi di Caroline e a non dire niente a nessuno.
<< Beh poco male. Se succederà qualche casino, chiamerò mio
padre che Caroline lo voglia o no. >>
Andò poi in cucina a
bere qualcosa di fresco. Sentiva ancora i nervi a fior di pelle perché le
sembrava malsano dover stare a diretto contatto con dei mostri… dei vampiri… Briony deglutì sconcertata per il guaio in cui era
stata invischiata.
Se solo Caroline non
fosse stata una testona peggio di lei…
Quando si girò con la
tazzina in mano, si ritrovò all’improvviso di fronte Elijah e presa alla
sprovvista fece addirittura cadere per terra il bicchiere.
Come al solito era
apparso alle sue spalle in completo silenzio e i loro corpi erano piuttosto
vicini. Lo sguardo di Elijah era indecifrabile e calmo.
“Per favore devi
smetterla di comparire così all’improvviso se no mi fai venire ogni volta un
accidente.” Disse ironicamente Briony.
Lui le sorrise, anche se
in modo freddo, e raccolse i cocci di vetro per terra. Si chinò, mettendoli nel
tavolo dietro a Briony. Al contatto con il suo
braccio, lei sentì una specie di scossa passarle per tutto il corpo fino al
midollo.
Si sentiva nervosa. Come
le aveva detto Caroline, Elijah anche se era affidabile e un uomo d’onore era
pur sempre un vampiro. Un mostro senza anima, così lei li aveva sempre
giudicati. Le prove riscontrate un anno fa lo avevano dimostrato.
Cercò di ritornare in
sé:
“Allora…come è
andata con Elena?”
Lui ci pensò sù, rimettendosi dritto: “Direi bene. Lei ha
fatto la cosa più saggia tentando di accordarsi nuovamente con me. Sa che non
ha altra scelta e che devono fidarsi di me questa volta se non vogliono
ritrovarsi in situazioni infelici.”
Briony lo guardò titubante. Non
le era sfuggita quella sottile minaccia, d’altronde era un pur sempre un Originario… non credeva che lui intendesse farsi
mettere i piedi in testa da dei novellini.
“E ti devo anche
ricordare, Briony..” continuò lui sottolineando
il suo nome in maniera marcata. Lei interiormente rabbrividì per il modo in cui
pronunciava il suo nome. “Che noi tutti abbiamo riposto molta fiducia in te e
sarebbe davvero un peccato se la tradissi.”
Eccola un’altra sottile,
fredda minaccia. Pur sempre garbata visto che Elijah stava parlando con una
ragazza. Ma comunque minaccia era.
Briony tentò di nascondere il tremolio per
non farsi abbattere da quella presenza di potere. “Elargisci tante parole
di fiducia… ma tu sembri il primo a non
concederne liberamente.” Ribattè lei senza
un velo di paura e con forza.
Lui tuttavia si limitò a
rivolgerle un sorriso quasi gentile. “Non mi avvicino così tanto alle persone
per farlo. Non in questo secolo. Ma state certi che se faccio un accordo, lo
mantengo sempre.”
Briony lo fissò negli occhi. Non sapeva
perché, ma nonostante l’intimidazione iniziale, gli credeva. Anche se pure lei
sapeva che non doveva avvicinarsi troppo.
“Terrò la bocca chiusa.
Non tradirò Caroline e voglio proteggerla.” Disse lei per convincerlo.
Elijah la guardò in
maniera seria, come se stesse in segreto ammirando il legame familiare che
quella ragazza proteggeva. Sviò però lo sguardo per riprendere il tipico
controllo e indietreggiò di pochi passi.
Lei di sottecchi osservò
le sue movenze. Ma potevano davvero fidarsi di lui nel sconfiggere Klaus?
“Caroline infatti mi ha
detto tutto… su Stefan e
Damon Salvatore. Elena che è una doppleganger e
infine Klaus.” disse sospirando
“Ahn..
e tu pensi che ti abbia detto tutto?”
“Perché? Manca qualcosa
nell’elenco delle peggior disgrazie mai capitate a Mystic Falls?”
Lui le sorrise
lievemente. “Forse potrebbe essere al di fuori della tua immaginazione.” Disse
come per provocare la sua intelligenza.
“Non penso di aver
tralasciato nulla perché altrimenti… sai
aggiungendo qualcosina in più potrei sul
serio rivolgermi ai miei amici dei servizi segreti.” Disse Briony fintamente audace ma suo malgrado anche per
sdrammatizzare.
Elijah tuttavia non la
prese così. “Un consiglio anche se non richiesto? Non fare questi generi di
atti avventati.” Affermò fermamente diplomatico per poi spostarsi con eleganza
inquietante prima verso di lei poi verso la porta.
Temendo allora di aver
fatto un grosso errore, Briony tentò di
ritornare indietro sui propri passi.
“Stavo scherzando.”
farfugliò.
“Ti consiglio di non
adoperare anche questa tattica d’ora in poi.” Replicò con un tono che faceva
trasparire superiorità arrogante, almeno alle orecchie dell’umana.
Inconsapevolmente, le
vennero i fumini al cervello. Fece dei
passi in avanti. “Non so che diavolo di accordo avete fatto voialtri, ma in
questa casa io non tiro un sasso per poi nascondere…”
Non fece in tempo però a finire che venne fermata da una fitta al fianco: cadde
per terra stremante e stordita. Ecco gli effetti collaterali della lotta contro
Damon.
Sentì i passi di Elijah
avvicinarsi a lei, come un rintocco in lontananza, e poi lo vide
inginocchiarsi:
“Che succede?” Un
interrogativo come tanti, senza troppe preoccupazioni emotive.
Briony però non riusciva a parlare. Aveva
male dappertutto: alla schiena, alle braccia, alle gambe.. persino al collo.
Senza pensarci si
aggrappò a Elijah per farsi sorreggere. Il contatto col suo corpo freddo la
fece sussultare per una paura primordiale ma si adagiò comunque con stanchezza
contro il suo petto, respirando a fatica per il dolore.
Lui però rimaneva
scostante; non accennava minimamente a sfiorarla come se si fosse barricato e
ristretto dentro una barriera. Il petto si era irrigidito quando lei aveva
posato la testa su di esso.
Alla fine disse in tono
monocorde: “Resta qui. Ti vado a prendere qualcosa” e l’appoggiò a una sedia.
Briony non ebbe nemmeno la forza di
ringraziarlo ironicamente. E dire che pensava che fosse un signore d’altri
tempi. Bah, cosa poteva aspettarsi da un vampiro?
Elijah arrivò con un
asciugamano bagnato con acqua fredda e glielo mise dietro al collo. “Potrei
fare molto meglio di così per curarti.”
“Ah sì?” chiese Briony che raggelò al contatto con l’asciugamano.
“Il sangue dei vampiri
ha poteri terapeutici. Può guarirti dal dolore.”
Briony non capiva cosa volesse dire, ma
quando capì sgranò gli occhi dall’orrore e lo fece allontanare da lei. “Cosa??
Neanche per sogno! Piuttosto mi tengo il male.”
“E’ un’informazione
piuttosto utile da non prenderla alla leggera. Il mio sangue poi è più potente,
potrebbe guarirti subito se lo volessi.”
“No.” rispose lei,
guardandolo dura mentre l'orrore di ciò che era successo anni prima le
schiacciava lo stomaco.
Lui guardò la sua
espressione in maniera attenta, e ad un tratto il viso divenne glaciale come
una lastra di ghiaccio spessa.
“E’ per la tua salute
che lo dico, a me non fa alcuna differenza una goccia in meno. Ma se insisti
allora tolgo il disturbo.” Replicò freddamente alzandosi di colpo.
“Dove vai?” chiese Briony sconcertata.
“Visto che non tolleri
il sangue dei vampiri vuol dire a sua volta che non tolleri la loro presenza,
quindi...” dedusse Elijah alzando il sopracciglio.
“No dai…” lo pregò Briony guardandolo
negli occhi dal basso.
“Non c’è bisogno di
mentire, per me la risposta non avrà valore personale ma pretendo comunque
sincerità, senza alcun inganno.” Disse ancora in maniera monocorde, come se
apparentemente non gli interessasse il suo parere.
Briony lo guardò muta in segno di sfida e
quando stette per parlare lui la interruppe, rimanendo ancora in piedi a
fissarla. “Attenta, non l’ho sottolineato prima ma i legami di fiducia sono
davvero delicati.” Continuò lui con un tono freddo, alzando di più lo sguardo
indecifrabile.
“Non capisco davvero il
senso di questo discorso.. se sei abituato ad avere tutti ai tuoi piedi, con me
mi dispiace ma caschi male.” Replicò Briony di
istinto, fissandolo storta.
Capendo di aver osato
troppo con le parole, a vedersi anche lo sguardo andandosi ombroso del vampiro,
lei deglutì per riprendere il controllo: “Nel senso che ognuno ha i suoi
pensieri e il suo modo di agire.. non puoi pretendere di giudicare visto che
non mi conosci, anche se sei un vampiro con un migliaio di esperienze..” Elijah
perdurò a fissarla con sguardo serio, ma meno affilato di prima, come se
davvero la stesse ascoltando.
Vedendo che la
conversazione stava ritornando in un punto pacato, lei sospirò per liquidare
quell’incomprensione: “Comunque non mi sembra di aver fatto qualcosa di
orribilmente sbagliato... sei tu che hai parlato. In fondo sono immersa in
questo casino apocalittico da poco tempo.” Si giustificò lei decisa.
Elijah la guardò serio.
Le labbra serrate:
“Devi ancora dirmi come
mai eri a conoscenza dei vampiri.” Tornò a tastare su quel pulsante perché non
gli piacevano le domande irrisolte.
Lei però lo guardò senza
dire niente.
“Non mi dire che sei una
fan di Stephenie Meyer o
che tu abbia fantasticato su libri del genere, non ha la minima idea di come
sono fatti i veri vampiri…io non luccico
per esempio.” rispose Elijah allargando un angolo della bocca.
“Mai letti in vita mia,
solo Bram Stoker.” si giustificò lei,
alzando le spalle.
“Così va meglio.”
Briony però non osava cominciare
l’argomento. Elijah la guardava dall’alto, come se stesse indugiando su cosa
fare con lei.
Briony lo vide tentennare mentre si
avvicinava, inginocchiandosi.
Il suo respiro fin
troppo vicino le sfiorò delicatamente il viso:
“Non vuoi dirmelo?”
Briony deglutì rumorosamente per quel tono
di voce profondo a diretto contatto.
“No.. è che… è personale” disse titubante, abbassando lo
sguardo per scacciare l’ammaliamento dei suoi occhi neri.
“Non sono tipo da
spettegolare in giro.” si giustificò lui, alzando lievemente le spalle.
Briony allora fece un sospiro e cominciò.
“Tempo fa sono stata attaccata..”
“Da un vampiro?”
“Sì… me
la sono vista davvero brutta.. Per fortuna me la sono cavata.”
“Qualcuno devi averti
aiutata. Non mi sembravi allenata contro gli attacchi dei vampiri
prima.” rispose lui alzando lievemente un sopracciglio.
“Sì mi hanno salvata. Ma
non posso dirti chi, questo non riguarda solo me…”
disse abbassando gli occhi, per proteggere la vera identità del padre.
“No. Posso capire che
vuoi lasciare per te la faccenda.” Mormorò lui allontanandosi di poco.
“Non mi soggiogherai
quindi?” la voce di Briony risuonò davvero
sorpresa.
“Sinceramente…no.”
rispose Elijah pensandoci sù.
Lei allora lo guardò
meravigliata.
“E’ una cosa che non ho
mai detto a nessuno quindi…”
“Me lo porterò nella
tomba.” Disse lui con un sorrisetto. Briony ricambiò,
sentendosi più rilassata.
Ormai la tensione era
scesa e chiusero così l’argomento.
“Niente sangue?” chiese
ancora Elijah.
“No no.. domani andrò da
un medico, tanto non ho niente di rotto. E non prenderla sul personale, ormai
ho capito che devo abituarmi alla presenza dei vampiri in questa città anche se
non lo trovo…giusto”
“Sì, posso capire il
primo approccio di voi umani verso di noi. Non dovrebbe essere così
allettante.” Affermò Elijah stranamente senza un tono timoroso ma con una
verità negli occhi da renderla meditabonda.
“Io… io
sto cercando di fare del mio meglio.”
“Ma di nuovo non
lo trovi… giusto.” Ripetè lui,
serio.
Stranamente lei si sentì
trasportata emotivamente da lui in quel momento tanto che le parole le
fuoriuscirono senza passare al cervello.
“Non lo dico
sottoforma di offesa ma... tu è vero, mi hai salvata. Ti ringrazio. E ti credo
quando dici che manterrai la parola data. Ma… è
surreale, non fa parte dell’ordine delle cose. Quelli come voi... non
possono coesistere con gli umani, insomma voi ci mangiate e ci uccidete..!”
“I vampiri qui sono
piuttosto melodrammatici, seguono la poesia del “Non bere sangue umano.”
“Davvero tu fai così?”
Chiese sicura della risposta che però non arrivò. Comunque dalla sua
espressione Briony capì che lui si cibava
di sangue umano…anche lui come gli altri
beveva il sangue delle persone…magari tendendole
una trappola al buio…inseguendole… torturandole.
Si immaginò il volto bellissimo di Elijah tramutarsi in quello micidiale di un
vampiro assetato di sangue.
Rabbrividì al solo
pensiero e divenne improvvisamente bianca in faccia.
Elijah continuava a
fissarla in maniera indecifrabile, incutendole così una strana ansia.
Si mise nervosa un
ciuffo dietro l’orecchio: “Comunque quello che penso io non conta niente…tu puoi stare qui quanto vuoi.” mormorò lei
timorosamente.
“Se lo dici per paura di
una mia ritorsione...”
“No! Davvero.. l’ho già
detto a Caroline, mi fido davvero... non nego che può sembrare strano ma
io da parte mia non creerò problemi su questo punto perchè credo
non ce ne sia bisogno. Puoi restare finchè vuoi."
E proprio ora si sorprese di quella casualità.. fino all'altro ieri pensava
tra sè e sè che
non voleva vivere da sola, che non poteva sopportare la pallida monotonia e
invece... eccola lì. Con un nuovo ambiguo inquilino dalle perfette maniere
eleganti e una natura sovrumana.
"E grazie
ancora... per quello che hai fatto con Damon.” Finì di dire, sorridendogli
lievemente. Ma non accennò a sfiorargli la mano per rendere come dire tangibile
e reale il ringraziamento.
Il solo pensiero di
toccare quella pelle ghiacciata la fece irrigidire, ma qualcosa si agitò a sua
volta dentro il suo petto.. come uno strano e improvviso languore.
“Avrei voluto togliergli
il cuore con le mie mani.” rispose Elijah duramente, facendola tornare alla
realtà.
<< Anche
quando è arrabbiato, rimane sempre freddo e scostante… calma gelida… Certe volte faceva più paura della furia
fisica. >> Pensò Briony soffermandosi
sui lineamenti del suo viso.
“Non sei l’unico.” rispose
ridendo.
“Confido che certi
avvenimenti non accadranno più. Ho fatto una specie di patto con Elena. La
salvaguarderò da Klaus, ho trovato un modo di proteggerla dal sacrificio…ma lo dico anche a te.” E si avvicinò
pericolosamente a lei con sguardo inequivocabile.
“Se uno dei tuoi amici
umani osasse ancora una volta farmi una cosa del genere o avere intenzioni poco
onorevoli nei miei confronti… vi ucciderò,
intesi?” Una minaccia bella e buona. Un’altra.
Briony non osò dire niente e riuscì a
malapena a respirare. Sapeva che mettersi contro un vampiro, un Originario per
giunta, era pericoloso per se stessi e per gli altri. Dovevano fare come
diceva lui…altrimenti…
Si immaginò Elijah che
strappava i cuori dal petto con un’eleganza disumana.. senza nemmeno sporcarsi
né scomporsi.. si sentì attorcigliare dalla paura di quella visione.
“Direi che collaudare
gli accordi con la paura è molto efficace in questi tempi.” Ribattè lei ridendo nervosa. Aveva ancora quella
visione in mente e il cuore non cessava di restare fermo.
Elijah le sorrise
freddamente: “Non adempio alla politica del il fine giustifica i mezzi, ma
certe volte è necessario. Lo capirai anche tu se resterai con noi in questa
lotta.”
Briony tremò impercettibilmente. Capiva
quel ragionamento, in fondo il più forte mangia il più debole e devi saper
lottare.. ma non riuscì a scrollarsi di dosso una brutta sensazione.
Ad un tratto il viso di
Elijah cambiò radicalmente... da freddo e pericoloso passò a un volto più
sereno e rassicurante. Ci avrebbe mai fatto l’abitudine?
“Vuoi che ti aiuti ad
alzarti?” le chiese porgendole elegantemente la mano.
Briony però lo guardò dubbiosa e scettica.
“No! Grazie, faccio da
sola.” disse in fretta e furia, agitando le mani. Prima faceva quei discorsi da
terrore, poi faceva il galante? Incredibile.
“Come vuoi.”
rispose lui calmo e apparentemente disinteressato nel ritirare la mano, e
andandosene infine dalla cucina.
Briony ci mise un po’ ad alzarsi. Le gambe
non stavano in piedi e doveva reggersi stando vicino a una parete, così non
sarebbe caduta. Il collo le bruciava, così come le altre parti del corpo.
Quando arrivò all’inizio
delle scale si fece prendere dallo sconforto. Ci avrebbe messo ore prima di
salirle tutte. Che giornataccia.
Mise una mano sulla
spalliera, tenendo basso il viso a causa di un improvviso sbalzo di sofferenza
fisica.
All’improvviso qualcuno
si avvicinò alla ragazza senza far troppo rumore. Era Elijah.
Lei non ci fece nemmeno
caso, prima di scorgere una sagoma oscura che si era presentata poco prima
vicino a lei. Elijah la guardava serio, immobile come pietra. Un piede era
elegantemente alzato sul secondo gradino, intento anche lui a salire.
Sembrava una
statua vivente. Bellissima ed eterna.
<< Con la sola
differenza che le statue non hanno dei capelli così belli >> Pensò
ironicamente.
Questa volta lui non
disse niente, non le chiese se voleva un aiuto o cos’altro. Si guardavano
soltanto negli occhi, anche se Briony non
ce l’avrebbe fatta ancora per molto a stare in piedi e sopportare allo stesso
tempo quello sguardo magnetico che inspiegabilmente la catturava.
Elijah fece un
impercettibile movimento verso di lei, senza mai distogliere gli occhi, e lei
dalla sorpresa traballò un poco con espressione intimidita. In fondo non erano
ancora così in confidenza, se mai lo sarebbero stati visto il carattere
distante e freddo del vampiro. E per di più lei non era mai stata una tipa
espansiva subito al primo approccio.
Elijah a vedere
l'espressione dell'umana si bloccò un attimo, sempre con quell'espressione
seria permanente. Questa volta lei non fece nulla nè emise
fiato. Sembrava imprigionata suo malgrado in una vibrante
tensione sconosciuta, che durò per secondi interi, infiniti per il suo
cuore.
Poi senza dire niente,
lui delicatamente la prese in braccio e cominciò a salire le scale senza
attendere alcunché.
Briony ne fu davvero sorpresa, ma non si
oppose al gesto, anche perché le braccia di Elijah erano talmente forti che
sarebbe stato impossibile per lei divincolarsi da quella stretta. E forse non
voleva neanche perché si sentiva quasi leggiadra fra quelle braccia.
“Grazie.” sussurrò
flebilmente. Lui non rispose, ma Briony sapeva
che aveva sentito.
Elijah infatti si voltò,
guardandola solo per un attimo.
Decifrare quegli sguardi
era praticamente un mistero; chissà cosa nascondevano quegli occhi neri? Quante
esperienze doveva aver vissuto… cosa si
celava dietro quello sguardo tetro e freddo…
Briony cercò di rimanere immobile come una
salma come la razionalità le suggeriva, ma in breve posò il viso sulla spalla
del vampiro senza neanche accorgersene, come in trans: era come essere
dondolati in una culla mentre si dorme.. ed era così stanca. Chiuse gli occhi,
assaporando l’odore che Elijah emanava. Non era un profumo particolare, ma
le piaceva lo stesso. Non sapeva perché ma il contatto con lui le emetteva
sicurezza. Non paura come aveva creduto qualche attimo prima.
Il giorno dopo Briony, non sapeva come, si risvegliò nel suo letto.
Si era addormentata tra le braccia di Elijah mentre ancora saliva le scale.
I suoi vestiti per
fortuna erano al loro posto, lui l’aveva solo messa a letto cercando di non
svegliarla.
<< E’ stato
gentile >> pensò. Niente a che vedere con i vampiri feroci e sanguinari
con cui aveva avuto a che fare. Ma non doveva farsi illusioni… un
vampiro era sempre un vampiro, non era umano e non aveva un’anima… anche se…
Si sentiva dolorante
dappertutto, ma quel lungo sonno le aveva fatto bene. Si vestì e si preparò per
andare da un medico. In cucina trovò Elijah che sorseggiava il suo solito thè.
“Buongiorno” gli disse
lei con un sorriso timido. Davvero incredibile come era cambiato il suo umore
ma forse la cosa migliore era abituarsi a quella nuova realtà senza troppi
problemi.
“Buongiorno Briony.” rispose lui educato senza però guardarla in
faccia.
“Ti senti meglio
stamattina?” le chiese poi appoggiando il thè sul
tavolo.
“Meglio grazie. Sei
stato gentile, non dovevi.." disse lei, senza alcuna acidità ma semplice
educazione mista a timidezza. Non le era mai capitata prima una situazione del
genere; il disagio quindi calzava a pennello.
Elijah comunque non si
scompose nella sua postura aristocratica e lo guardò con semplicità. "Di
certo non potevo lasciare in quel modo una ragazza in difficoltà, che per di
più ha avuto la gentilezza di ospitarmi. Mi sembrava doveroso." disse
mettendo via un fazzoletto da cucina.
Briony suo malgrado si sentì incendiare le
gote. E non ne sapeva nemmeno il motivo, dato che lei non si aspettava chissà
cosa da lui... proprio niente, semplice educazione da bravo gentiluomo.
Quindi cancellò quel
rossore improvviso come nulla fosse e sviò lo sguardo: "Adesso vado in
città da un dottore.” Ma mentre si voltava, notò che Elijah portava lo
stesso completo nero. “Se vuoi… posso
andare in città a comprare della roba nuova per uomo. Ormai quegli abiti sono
vecchi e usati e inoltre me li voglio sbarazzare.”
“Ci ho già pensato io.
Mi sono procurato degli indumenti nuovi. Grazie per averlo chiesto però.” disse
voltandosi infine verso di lei con un sorriso garbato.
<< E quando se li
è procurati? >> Pensò Briony. <<
Forse li ha rubati a una delle sue vittime… >>
Ma Briony scacciò subito quel pensiero.
Cosa faceva Elijah non le importava, il suo stile di vita era chiaro anche
perché per restare potente e forte bisognava nutrirsi di sangue umano.
Non poteva di certo
imporgli di non cibarsi di ciò, anche perché Elijah aveva fatto ben capire che
se qualcuno lo intralciava gli avrebbe fatto fare una brutta fine… Ma gli abitanti di Mystic Falls non erano
stupidi. Tutte quelle sparizioni improvvise avranno suscitato dei sospetti.
Dovevano stare più attenti per la loro incolumità.
Ma così sembrava che lei
si volesse impicciare nella sua vita e quindi decise di tenere la bocca chiusa.
D’altronde si conoscevano soltanto da pochi giorni.. e poi lui se ne
sarebbe andato… non doveva
pensarci sù così tanto.
“Va bene. Fai come se
fossi a casa tua.” Disse Briony infine,
andandosene dalla cucina e sentendo in gola la stranezza di quella battuta.
"Mi fa piacere che
collaboriamo, in una situazione del genere è obbligatorio e necessario se non
si vogliono incorrere a situazioni spiacevoli per tutti." affermò Elijah
all'improvviso col suo classico tono distante.
Lei comunque lo sentì
benissimo e si girò circospetta. Cos'era, un'altra minaccia? Quel vampiro aveva
ben poca fiducia negli altri allora... o forse lui stesso non desiderava
proprio lasciarsi andare. "Che vuoi dire scusa?" domandò lei cercando
di frenare la stizza.
Lui la fissò come nulla
fosse. Rieccola la statua elegante dalla
perfetta linea di ghiaccio: "Non intendevo minacciarti o essere sgarbato e
offensivo, se è questo che pensi. Era solo una semplice constatazione per una
convivenza civile, visto che la realtà là fuori dà già dei problemi non proprio
trascurabili." disse lui in maniera meccanica e diligente, come se fosse
un avvocato di alta classe.
Briony lo guardò di sottecchi, non sapendo
bene se bersela o meno. Quel tipo era davvero un mistero e non aveva alcuna
certezza su come sarebbero andate le cose in futuro. Comunque decise per il quieto
vivere di non darci peso e si girò di nuovo, pronta a uscire.
“Però” la interruppe
Elijah “Se vuoi posso disfarmi io degli abiti.” disse nella classica maniera
educata.
“Oh no, ci voglio
pensare io.”
“Appartenevano ad un
altro tuo coinquilino?” chiese Elijah con un sorrisetto misterioso.
“Sì erano del mio ex.”
“E ora che fine ha
fatto, se posso chiedere?”
“Boh.. sarà morto” Lo
disse con un filo di ironia, ma consciamente Briony sapeva
che era così… Elijah si accorse del doppio
senso ma non fece domande.
<< Meno male. La
cosa che apprezzo di più in Elijah è il fatto di farsi gli affari propri e non
fare domande scomode >> pensò ironicamente.
Si salutarono ancora e
uscì.
Briony era stata dal medico, le aveva
prescritto degli antibiotici e una crema antidolorifica. Sperava che avrebbe
fatto effetto in fretta.
Mentre contava le
medicine, andò a sbattere contro una persona. “Mi scusi!” disse toccandosi la
tempia.
Ma quando lo
guardò in faccia riconobbe il volto dell’uomo che aveva appena scontrato.
“John!!” Urlò sorpresa e
contenta.
“Briony??
Ma.. ma quando sei arrivata?!” le chiese lui abbracciandola istintivamente.
Lei ricambiò
l’abbraccio. Briony e John erano stati
molti amici in passato, avevano frequentato la stessa scuola e lo stesso
gruppo, e le era dispiaciuto molto non sentirlo più per qualche tempo. Lei era
andata a Seattle e lui girava il mondo alla larga da Mystic Falls.
“E tu giramondo?? Da
quando Mystic Falls è
degna della tua presenza?” gli chiese ridendo.
“Sono tornato dopo che
mio fratello e Miranda sono morti…volevo stare
vicino ai ragazzi.”
“E’ vero…mi dispiace tanto John, deve essere stata dura
anche per te..”
“Sì lo è stato…ma ora sto cercando di tirare avanti. Per il
bene di Elena e Jeremy.”
“Hai fatto bene John…perdere dei genitori così giovani deve essere
stato difficile, soprattutto come loro. I ragazzi devono sentire il calore
della famiglia.” disse Briony in tono
amorevolmente dolce.
John si mise a ridere
scuotendo la testa.
“Beh che c’è?”
gli chiese Briony curiosa.
“Quando sono tornato non
ho ricevuto un abbraccio caloroso. Dire che nessuno è felice di vedermi sarebbe
un eufemismo.”
“Non dire così John... è
vero hai un carattere terribile a volte e un po’ menefreghista ma se dovessi
cercare un amico su cui contare, quello saresti tu.” disse Briony sincera e dandogli una pacca.
“Sei l’unica persona in
questa città che lo pensa davvero.. neanche a casa mia sono ben accetto.”
“Stai da Elena e Jeremy
vero? E…con Jenna.” Non riuscì a trattenere
un risatina.
Jenna detestava
moltissimo John, non solo per il fatto che lui l’avesse trattata come un panno
usato in gioventù, ma anche per tutto il carattere in sé. John non si era mai
fatto scrupoli delle sue azioni, anche se erano sbagliate, e lui aveva ferito
il buon cuore di Jenna.
“Sì guarda, mi odia è a
dir poco. Ogni volta che arrivo cambia direzione in casa e se oso parlarle mi
risponde in malo modo o con battutine acide, e mi urla sempre di andarmene da
quella casa. Ma è anche casa mia e non me ne vado. Inoltre i ragazzi sono
sempre nei guai, gli serve un pugno di ferro in famiglia…Jenna a
volte è troppo permissiva con loro.”
Briony allora pensò se fosse il caso dire a
John che lei sapeva tutto… era al corrente
che John aveva fatto un bel casino in città per proteggere Elena e il suo tentativo
aveva provocato più male che bene. Ma un alleato come lui poteva sempre
servirle. Inoltre erano amici… si fidava di
lui, per davvero.
“Senti John…tu sai che io so?” chiese titubante.
“Sai cosa?”
“Dai lo sai…quella cosa….che deve
rimanere segreta…” parlavano tutti e due a bassa
voce in mezzo al marciapiede perché magari qualcuno poteva girarsi e ascoltare.
John capì cosa lei
intendesse e rimase di stucco. Ovviamente nessuno gli aveva riferito niente.
“Tu quindi sai…”
“Sì lo so. Me ne ha
parlato Caroline.”
John la guardò e,
preoccupato che qualcuno li ascoltasse, le disse nell’orecchio: “Meglio non
parlarne qui. Nessuno deve sapere dei vampiri, Briony.”
“Beh certo per chi
mi hai presa? Mia sorella è stata chiara, o teniamo la bocca chiusa oppure…” Briony fece un
gesto come per dire che le avrebbero mozzato la testa.
“Bene. Sei sempre stata
una ragazza intelligente e so che posso fidarmi di te. Andiamo a casa mia”
“Vuoi dire a casa di
Elena?”
“Sì lì potremmo parlare
in pace…deve essere stato uno shock per
te.” sussurrò dispiaciuto.
Negli occhi di John
trasparì della compassione per lei. Ma lui non poteva sapere che lei sapeva già
da tempo dell’esistenza dei vampiri…prima che
lei ritornasse.
I due si incamminarono
verso casa Gilbert.
FINE CAPITOLO