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Autore: elyforgotten    24/10/2011    11 recensioni
FANFIC COMPLETAMENTE REVISIONATA! *Periodo risalente dalla 2 stagione in avanti*
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Questa Fan-fic parla della sorellasta di Caroline, la figlia maggiore di Bill, Briony che torna a Mystic Falls dopo che si era trasferita per un evento drammatico che le era capitato... Ma quando tornerà scoprirà che niente è più come prima... Una nuova realtà che la sovrasterà, la incanterà, fino a divorarla.
DAL CAPITOLO 20:
"Non stai parlando con il cuore ora, è solo un pretesto per..”
Ma Elijah la interruppe bruscamente, guardandola diabolico:
"Io non ho un cuore, Briony" affermò lui con tono spietato allontanandosi da lei.
Dopo un po' lei lo seguì:
"Eppure io lo sento battere, dentro di te" disse timorosamente.
"È solo una tua illusione" sussurrò il vampiro fissandola con il suo sguardo crudelmente glaciale.
Briony non capiva se stesse mentendo a sé stesso o se stesse lottando per avere ragione. Sapeva soltanto che lui, un cuore, lo aveva...
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm always in this twilight, in the shadow of your heart. '
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4 CAPITOLO

 

Briony entrò in casa senza dire una parola. La sua vita era stata completamente stravolta in soli due giorni e tutto perché era tornata lì… Aveva persino rischiato la vita. Si toccò il collo dolorante: aveva rimasti dei segni rossi che le facevano un gran male.

“Stai bene?” Le chiese Caroline avvicinandosi preoccupata.

Ma Briony la evitò e se andò nel salone. Caroline la seguì: “Hai intenzione di evitarmi per tutto il tempo?”

“Dopo tutto quello che ho passato…. Non voglio sentire altre bugie o scopiazzature della verità Caroline..” Disse triste Briony.

Ok…hai ragione! Ti ho mentito spudoratamente e mi dispiace! Ma l’ho fatto solo per proteggerti!”

“Ormai ci sono dentro fino al collo Caroline! Non si può più tornare indietro. Cioè insomma che… che cavolo ci fai con quei tipi??” domandò la mora ad alta voce allargando un braccio verso la finestra come se nel suo giardino ci fossero ancora i vampiri.

“Mi dispiace averti coinvolto… e tutta la storia non ti piacerebbe saperla.” Replicò la bionda cercando di proteggersi più che poteva.

“Tua madre immagino che non lo sappia.” affermò Briony sedendosi sul divano.

“No! E non deve sapere niente di tutta questa storia, ti prego!” La implorò la biondina con tono supplicante.

“Caroline, come faccio a stare zitta quando so che frequenti quella gente…

“Beh tu te la spassavi poco fa con un Originario, quindi non farei tanto la gradassa con l’etichetta fantasy.”

“Non è esattamente la stessa cosa perché io ero totalmente inconsapevole di quello che sarebbe successo, mi ci son trovata nel bel mezzo del dirupo prima che me ne accorgessi… Wey aspetta, hai detto Originario?” le chiese interrogativa.

“Sì è uno dei più vecchi vampiri al mondo… Sono stati lui e la sua famiglia a creare i vampiri. Te l’ho detto… una storia molto lunga.”

Briony la guardò stralunata. Pensare di aver avuto a che fare con un tale individuo, le mise inquietudine. “Senti senti, io… non credo di poter razionalizzare una tale roba, cioè io gli ho tolto il pugnale per uno strano istinto, poi è magicamente riapparso tutto intero e pensavo di aver le traveggole io, poi però la storia si è fatta ancor più insidiosa..”

Caroline interruppe il vomito di parole sconclusionato della sorella: “Aspetta aspetta, il pugnale… dove è finito ora?”

“Il pugnale? Ce l’ha lui.”

Briony! E’ l’unica arma che può rendere innocuo uno come lui!”

 “Scusami, sai nessuno mi aveva avvertita, e in pieno delirio ho dovuto far da me.” Briony alzò gli occhi al cielo poi guardò seria la sorella. “Caroline ho bisogno di sapere… Perché sei coinvolta?”

Sì… ti spiegherò tutto.” rispose facendosi più vicina, sebbene tenesse lo sguardo basso.

<< Ma non posso dirti che sono un vampiro, mi dispiace. Non potresti mai sopportarlo e avrei paura che tu lo dicessi a mia madre >> Pensò Caroline tristemente.

“Ma devi promettermi… Che non dirai niente a nessuno!”

“Giudicherò dopo.” affermò Briony poco convinta, mettendosi comoda sul divano.

 

Caroline passò ore e ore a raccontare tutto alla sorella, almeno il minimo indispensabile. Aveva tralasciato il fatto che lei fosse morta e divenuta un vampiro.

“Oddio... no aspetta, fammi capire bene. Questo Klaus… vuole uccidere tutti quanti solo per spezzare una stupida maledizione? Sto cercando di connettere tutto ma è…alquanto bislacco.” Briony la guardò scettica e incredula.

“Proprio così…e gli serve il sangue di Elena e il sacrificio di un vampiro e un lupo mannaro”

“Lupi? Esistono anche loro?” Sgranò completamente gli occhi e si lasciò scappare una risatina.

Sì…ma noi non li abbiamo mai visti.” Mentì. Dirle di Tyler avrebbe fatto scatenare un macello.

Oddio…povera Elena. Non vorrei essere nei suoi panni. Scommetto che conoscendola voleva sacrificarsi e consegnarsi a Klaus senza fare tante storie.”

“Esatto ma Stefan le ha fatto cambiare idea. Dobbiamo combattere Briony! Non possiamo permettere che Klaus uccida le persone che amiamo..”

“Ma da quello che mi hai detto, questo Klaus non si uccide facilmente...”

“Per questo abbiamo chiesto l’aiuto di Elijah.”

Briony passò un secondo in silenzio a meditare, come se fosse apatica, ma poi scoppiò in un’evidente crisi d’allarme. Si issò velocemente in piedi:

“Dobbiamo contattare qualcuno di grosso che conta, uno della politica, degli affari interni, magari hanno una qualche bomba esplosiva per sbarazzarsi di tutto questo macello! Ho dei contatti che contano a Seattle, so come funzionano queste missioni di pallottole. Cioè voglio dire, non penserai davvero che dei semplici cittadini privi d’addestramento possano riuscire contro il più malvagio immortale di tutti i tempi che sta venendo qui! Cioè… è assurdo!” sbraitò tra sé e sé, scompigliandosi i capelli nervosa con una mano.

“Oh no no, questa è una scenata che volevo evitare! Nessun’arma terrena, nessun umano, può aiutarci! La nostra unica speranza è proprio colui che tu hai salvato!” replicò Caroline prontamente alzandosi anche lei per far ragione la sorella.

Briony allora rimase turbata e in silenzio a pensare, a cercare di riprendere il controllo ferreo che si era imposta di avere e di non lasciarsi trasportare da tutte quelle emozioni amplificate che la facevano sentire una bambina sperduta. Quella situazione la stava mettendo alla prova più di quanto credesse, e occorse tutto il suo temperamento per riprendere la calma, perché doveva farlo per uscirne viva. L’esperienza gliene aveva già dato prova e non poteva far andare tutto in malora di nuovo.

Quando si acquietò fece un sospiro grave e alzò la testa al soffitto, come per rimettere in ordine il cervello o cercare un miracolo. La sua mente nel frattempo formulò un pensiero, un nome: Elijah.

Elijah, lui, era la loro unica salvezza. A dir loro.

Elijah… cioè, il tipo in smoking della cantina..” formulò cercando di comprendere da una distanza di sicurezza.

“Sì, ci serve lui.”

“Siete dei grandi strateghi allora, dopo quello che gli avete fatto…! Sarà un uomo d’onore, ma non penso che dimentichi che è rimasto sepolto per giorni in una cantina squallida per colpa vostra.” commentò giudiziosa, ripensando al modo in cui aveva trovato Elijah.

“Beh ho notato che siete tanto in confidenza quindi magari qualcosa si aggiusterà, anche grazie alle tue doti difensive magistrali.” Commentò Caroline con un sorrisetto malizioso.

“Ah ecco, servo a questo. Come cavia umana da riallacciare i rapporti infranti!”

“Non ti sto chiedendo nulla di pericoloso, non te lo permetterei mai, io non volevo che non ne facessi affatto parte perché voglio proteggerti anche io! Però… che ne pensi, tu?” le domandò Caroline gesticolando e facendole intendere l’argomento con sguardo da liceale amante di gossip.

Briony si strinse nelle spalle, cercando di rimanere perlopiù neutrale:

“E’ ambiguo. A parole semplicemente lui mi ha dato la sua parola che non mi avrebbe mai fatto del male. Forse mi è grato per il fatto che io l’abbia liberato... e l’ha dimostrato salvandomi dal tuo amico.”

“Non è un mio amico.”

“Lo spero proprio perché Caroline non sto scherzando, se non fosse arrivato Elijah a quest’ora sarei morta!”

“Mi dispiace, è stata una giornataccia.” Caroline l’abbracciò dolcemente per confortarla. Sperava che quel contatto affettuoso le facesse dimenticare tutto. Non avrebbe mai voluto che Briony sapesse la verità, che entrasse in quel gran casino.

“Perché stai con loro Caroline??” domandò Briony cancellando l’abbraccio “Capisco che vuoi proteggere Elena, ma tu cosa potresti fare contro un vampiro millenario? Assolutamente niente. Tiratene fuori finché sei in tempo.”

“Sono molto cambiata Briony…non voglio scappare. Devo proteggere le persone che amo.” disse con decisione.

“Fai fare il lavoro a chi ne sa più di te. Tu non sei forte abbastanza per sopportare tutto questo… potresti morire per niente Caroline. Io sono tua sorella maggiore e non posso permettere…

“Lo sei e ti voglio bene per questo, ma è la mia decisione che ho preso ben prima che tu arrivassi e non puoi rievocarla solo perché sei tu. Non posso abbandonarli mi dispiace… anche se sarò inutile.” Poi Caroline fissò triste la sorella e si mise a piangere poco a poco. “Credevo…credevo che ti fosse successo qualcosa a causa nostra.” Affermò singhiozzando.

“No! A parte la lotta con Damon sto...benino.” disse l’altra rincuorandola.

“Non è solo per questo…credevamo che Elijah si fosse vendicato su di te dopo quello che gli avevamo fatto.”

Briony la guardò sorpresa, pensando che Elijah doveva avere una brutta reputazione almeno a giudicare dalle parole della sorella, ma comunque la strinse a sé per rincuorarla.

“Beh sono qui no? Dai smettila di piangere, non devi farlo per questo.”

“Elijah è un tipo terrificante... ed è molto potente. Lo dobbiamo tollerare per la nostra salvaguardia ma… è così…” sussurrò Caroline sciogliendo l’abbraccio e asciugandosi gli occhi.

Briony si mise a ridere: “A chi lo dici! Avevo la tremarella ogni volta che gli stavo vicina.. penso che mi abbia soggiogata…a non dire niente sai? Per fortuna altro non è successo.”

“Anche se è affascinante e ti ha aiutata prima, devi stare attenta. Sul serio. Lui manterrà fede alla promessa finché tu non gli romperai le scatole. Pensa solo al suo tornaconto, era disposto a sacrificare Elena pur di arrivare ai suoi scopi.”

“Beh sacrificare Elena sarebbe la via più facile per salvare tutti…

“Ma Briony!”

“Tranquilla Caroline, non lo penso veramente. Dico solo che per uno sconosciuto come Elijah sacrificare una vita sola, cioè quella di Elena, per evitare di mettere in pericolo gli altri è una soluzione plausibile. Ma è ciò che penserebbero Elijah e i tipi come lui. Io non lo farei, cioè come pensarlo, è la tua migliore amica e l'ho vista praticamente crescere.”

“Non voglio coinvolgerti in tutto questo però…” mormorò Caroline abbandonandosi sul divano.

“Ah beh se tu stai dentro, ti seguirò. Ti devo tenere d’occhio, lo sai sono qui per questo.” Disse la mora sorridendole e seguendola.

“Sei la sorellona migliore del mondo, thanks!” rispose Caroline abbracciandola forte.

“Questo però non vuol dire che condivida le tue idee.”

“Oh ma come! Stai qui con Elijah ora e ti preoccupi di gente come Stefan e Damon??”

“Ti ho già detto che non mi è successo niente, e nonostante tutto mi sembra che ci si possa fidare di lui molto più dei tuoi amici… vedi sono sana come un pesce, non mi ha fatto niente e avrebbe potuto… Non dico che diventerò la sua migliore amica e gli racconterò tutta la mia vita, ma come hai detto tu, se io mantengo la parola data cioè di non intralciare i vostri piani, lui non mi farà niente. Mentre Damon Salvatore è una bomba a orologeria pronta a esplodere.” Al solo pensiero che quello là fosse in giro a piede libero le dava sui nervi.

“Damon, è vero, è una testa calda aggressiva ma lui ci può essere utile. Non ti farà più del male, promesso.”

“E quello Stefan? E’ affidabile?”

“Si, Stefan è buono e ama alla follia Elena. Ci proteggeranno vedrai..”

<< Sarebbe meglio chiamare papà ma come spiegarlo a Caroline senza dirgli che lui è un cacciatore di vampiri? >>

“Perché non hai cercato aiuto Caroline? Tua madre ti avrebbe sicuramente aiutata… e papà..”

“No Briony! Mia mamma non te l’ho mai detto ma fa parte del consiglio e sa dell’esistenza dei vampiri. Ci vorrebbero tutti morti...”

“Ma perché? Questa cittadina è un branco di matti. Noi non facciamo niente di male… Caroline prima di tutto bisogna pensare alla proprio vita, perché sacrificarti per quei due vampiri?”

<<  Forse perché lo sono anche io >>

“Ti prego non dire niente a mia madre e neanche a nostro padre. Non voglio farlo preoccupare per nulla.”

“Questo non è nulla, Caroline. E’ un  affare mortale vero e proprio.” la guardò puntigliosa, scuotendo la testa.

“Ma sarebbero in pericolo! Ti prego non devi dire a nessuno la verità, è già abbastanza brutto così!” Caroline non aveva il coraggio di soggiogarla. Per una volta voleva fidarsi senza finzioni o bugie.

“Perché? Per proteggere Stefan e Damon Salvatore? Non mi importa di loro. Mi importa di te.”

“Se venissero a sapere che noi conoscevamo la verità…faremmo una brutta fine anche noi per averli aiutati. E Klaus non ci darebbe pace comunque”

Oddio…. e adesso che farete? Che chance abbiamo?” chiese preoccupata, impallidendo.

“Elena sta convincendo Elijah a aiutarci un’altra volta. Klaus ha fatto un po’ di casini in città ma sembra che se ne sia andato. Si starà riorganizzando per la notte di luna piena.”

“E se scappassimo? Se ce ne andassimo subito senza dir nulla a nessuno?” Briony si rivolse di nuova alla sorella con la stessa urgenza di prima.

“No, non avrebbe senso. Non te lo permetteranno, non dipende solo da me. E poi ci troverebbero.” disse sconsolata.

“Mamma mia… è un inferno.” Bisbigliò Briony lasciandosi andare contro la schienale e mettendosi la testa tra le mani come in stato depressivo.

Non vedeva via d’uscita. Questa volta non si trattava di semplici vampiri, ma di uno forte ai limiti dell’immaginabile che li avrebbe uccisi tutti.

“Posso fidarmi vero Briony?”

Lei la guardò in faccia. Poteva fidarsi? Non ne era sicura, in fondo si trattava pur sempre di vampiri e lei aveva avuto delle brutte esperienze, ma per il momento doveva stare al gioco.

“Non vi farò scoprire Caroline.. spero che la tua fiducia in quelle persone sia ben riposta”

“Si! Non preoccuparti! Bisogna pensare in positivo, sempre..!”

“Sei proprio cambiata lo sai! Non avrei immaginato che Blond-Girl si fosse immischiata in questo genere di cose senza tirarsi indietro dopo una rottura dell’unghia...”

“E’ tutto cambiato Briony..” Caroline avrebbe voluto confidarsi con la sorella, ma era troppo presto. Aveva già sofferto abbastanza per oggi. Non voleva infierire.

“Ora devo andare a casa. Mia madre si chiederà che fine abbia fatto. Sei sicura….di voler star con Elijah?”

Briony si prese qualche secondo per sé.

“Sì, non preoccuparti. Me la vedo io. Tanto ormai… l’inferno brucia e io ci sono. E a dire il vero…se Elijah accetta la proposta di Elena, non immagino un posto più sicuro del stare vicino a lui.”

Caroline la guardò con un sorrisetto malizioso.

“Che c’è?? Non fare la bionda. L’hai detto tu stessa che Elijah è la nostra arma vincente per sconfiggere Klaus, e se sto con lui io sono in una botte di ferro! Non farti strane idee come tuo solito. Starò al mio posto, dovresti farlo anche tu.” commentò per farsi apparire innocente.

Caroline dopo essersi fatta una grossa risata e borbottando un saluto uscì dalla casa, lasciando sola Briony.

 

Finalmente poteva stare in pace e in tranquillità. Si domandò se aveva fatto bene ad accettare tutta quella storia, a fidarsi di Caroline e a non dire niente a nessuno. << Beh poco male. Se succederà qualche casino, chiamerò mio padre che Caroline lo voglia o no. >>

Andò poi in cucina a bere qualcosa di fresco. Sentiva ancora i nervi a fior di pelle perché le sembrava malsano dover stare a diretto contatto con dei mostri… dei vampiri… Briony deglutì sconcertata per il guaio in cui era stata invischiata.

Se solo Caroline non fosse stata una testona peggio di lei…

Quando si girò con la tazzina in mano, si ritrovò all’improvviso di fronte Elijah e presa alla sprovvista fece addirittura cadere per terra il bicchiere.

Come al solito era apparso alle sue spalle in completo silenzio e i loro corpi erano piuttosto vicini. Lo sguardo di Elijah era indecifrabile e calmo.

“Per favore devi smetterla di comparire così all’improvviso se no mi fai venire ogni volta un accidente.” Disse ironicamente Briony.

Lui le sorrise, anche se in modo freddo, e raccolse i cocci di vetro per terra. Si chinò, mettendoli nel tavolo dietro a Briony. Al contatto con il suo braccio, lei sentì una specie di scossa passarle per tutto il corpo fino al midollo.

Si sentiva nervosa. Come le aveva detto Caroline, Elijah anche se era affidabile e un uomo d’onore era pur sempre un vampiro. Un mostro senza anima, così lei li aveva sempre giudicati. Le prove riscontrate un anno fa lo avevano dimostrato.

Cercò di ritornare in sé:

Allora…come è andata con Elena?”

Lui ci pensò , rimettendosi dritto:  “Direi bene. Lei ha fatto la cosa più saggia tentando di accordarsi nuovamente con me. Sa che non ha altra scelta e che devono fidarsi di me questa volta se non vogliono ritrovarsi in situazioni infelici.”

Briony lo guardò titubante.  Non le era sfuggita quella sottile minaccia, d’altronde era un pur sempre un Originario… non credeva che lui intendesse farsi mettere i piedi in testa da dei novellini.

“E ti devo anche ricordare, Briony..” continuò lui sottolineando il suo nome in maniera marcata. Lei interiormente rabbrividì per il modo in cui pronunciava il suo nome. “Che noi tutti abbiamo riposto molta fiducia in te e sarebbe davvero un peccato se la tradissi.”

Eccola un’altra sottile, fredda minaccia. Pur sempre garbata visto che Elijah stava parlando con una ragazza. Ma comunque minaccia era.

Briony tentò di nascondere il tremolio per non farsi abbattere da quella presenza di potere. “Elargisci tante parole di fiducia… ma tu sembri il primo a non concederne liberamente.” Ribattè lei senza un velo di paura e con forza.

Lui tuttavia si limitò a rivolgerle un sorriso quasi gentile. “Non mi avvicino così tanto alle persone per farlo. Non in questo secolo. Ma state certi che se faccio un accordo, lo mantengo sempre.”

Briony lo fissò negli occhi. Non sapeva perché, ma nonostante l’intimidazione iniziale, gli credeva. Anche se pure lei sapeva che non doveva avvicinarsi troppo.

“Terrò la bocca chiusa. Non tradirò Caroline e voglio proteggerla.” Disse lei per convincerlo.

Elijah la guardò in maniera seria, come se stesse in segreto ammirando il legame familiare che quella ragazza proteggeva. Sviò però lo sguardo per riprendere il tipico controllo e indietreggiò di pochi passi.

Lei di sottecchi osservò le sue movenze. Ma potevano davvero fidarsi di lui nel sconfiggere Klaus?

“Caroline infatti mi ha detto tutto… su Stefan e Damon Salvatore. Elena che è una doppleganger e infine Klaus.” disse sospirando

Ahn.. e tu pensi che ti abbia detto tutto?”

“Perché? Manca qualcosa nell’elenco delle peggior disgrazie mai capitate a Mystic Falls?”

Lui le sorrise lievemente. “Forse potrebbe essere al di fuori della tua immaginazione.” Disse come per provocare la sua intelligenza.

“Non penso di aver tralasciato nulla perché altrimenti… sai aggiungendo qualcosina in più potrei sul serio rivolgermi ai miei amici dei servizi segreti.” Disse Briony fintamente audace ma suo malgrado anche per sdrammatizzare.

Elijah tuttavia non la prese così. “Un consiglio anche se non richiesto? Non fare questi generi di atti avventati.” Affermò fermamente diplomatico per poi spostarsi con eleganza inquietante prima verso di lei poi verso la porta.

Temendo allora di aver fatto un grosso errore, Briony tentò di ritornare indietro sui propri passi.

“Stavo scherzando.” farfugliò.

“Ti consiglio di non adoperare anche questa tattica d’ora in poi.” Replicò con un tono che faceva trasparire superiorità arrogante, almeno alle orecchie dell’umana.

Inconsapevolmente, le vennero i fumini al cervello. Fece dei passi in avanti. “Non so che diavolo di accordo avete fatto voialtri, ma in questa casa io non tiro un sasso per poi nascondere…” Non fece in tempo però a finire che venne fermata da una fitta al fianco: cadde per terra stremante e stordita. Ecco gli effetti collaterali della lotta contro Damon.

Sentì i passi di Elijah avvicinarsi a lei, come un rintocco in lontananza, e poi lo vide inginocchiarsi:

“Che succede?” Un interrogativo come tanti, senza troppe preoccupazioni emotive.

Briony però non riusciva a parlare. Aveva male dappertutto: alla schiena, alle braccia, alle gambe.. persino al collo.

Senza pensarci si aggrappò a Elijah per farsi sorreggere. Il contatto col suo corpo freddo la fece sussultare per una paura primordiale ma si adagiò comunque con stanchezza contro il suo petto, respirando a fatica per il dolore.

Lui però rimaneva scostante; non accennava minimamente a sfiorarla come se si fosse barricato e ristretto dentro una barriera. Il petto si era irrigidito quando lei aveva posato la testa su di esso.

Alla fine disse in tono monocorde: “Resta qui. Ti vado a prendere qualcosa” e l’appoggiò a una sedia.

Briony non ebbe nemmeno la forza di ringraziarlo ironicamente. E dire che pensava che fosse un signore d’altri tempi. Bah, cosa poteva aspettarsi da un vampiro?

Elijah arrivò con un asciugamano bagnato con acqua fredda e glielo mise dietro al collo. “Potrei fare molto meglio di così per curarti.”

“Ah sì?” chiese Briony che raggelò al contatto con l’asciugamano.

“Il sangue dei vampiri ha poteri terapeutici. Può guarirti dal dolore.”

Briony non capiva cosa volesse dire, ma quando capì sgranò gli occhi dall’orrore e lo fece allontanare da lei. “Cosa?? Neanche per sogno! Piuttosto mi tengo il male.”

“E’ un’informazione piuttosto utile da non prenderla alla leggera. Il mio sangue poi è più potente, potrebbe guarirti subito se lo volessi.”

“No.” rispose lei, guardandolo dura mentre l'orrore di ciò che era successo anni prima le schiacciava lo stomaco.

Lui guardò la sua espressione in maniera attenta, e ad un tratto il viso divenne glaciale come una lastra di ghiaccio spessa.

“E’ per la tua salute che lo dico, a me non fa alcuna differenza una goccia in meno. Ma se insisti allora tolgo il disturbo.” Replicò freddamente alzandosi di colpo.

“Dove vai?” chiese Briony sconcertata.

“Visto che non tolleri il sangue dei vampiri vuol dire a sua volta che non tolleri la loro presenza, quindi...” dedusse Elijah alzando il sopracciglio.

“No dai…” lo pregò Briony guardandolo negli occhi dal basso.

“Non c’è bisogno di mentire, per me la risposta non avrà valore personale ma pretendo comunque sincerità, senza alcun inganno.” Disse ancora in maniera monocorde, come se apparentemente non gli interessasse il suo parere.

Briony lo guardò muta in segno di sfida e quando stette per parlare lui la interruppe, rimanendo ancora in piedi a fissarla. “Attenta, non l’ho sottolineato prima ma i legami di fiducia sono davvero delicati.” Continuò lui con un tono freddo, alzando di più lo sguardo indecifrabile.

“Non capisco davvero il senso di questo discorso.. se sei abituato ad avere tutti ai tuoi piedi, con me mi dispiace ma caschi male.” Replicò Briony di istinto, fissandolo storta.

Capendo di aver osato troppo con le parole, a vedersi anche lo sguardo andandosi ombroso del vampiro, lei deglutì per riprendere il controllo: “Nel senso che ognuno ha i suoi pensieri e il suo modo di agire.. non puoi pretendere di giudicare visto che non mi conosci, anche se sei un vampiro con un migliaio di esperienze..” Elijah perdurò a fissarla con sguardo serio, ma meno affilato di prima, come se davvero la stesse ascoltando.

Vedendo che la conversazione stava ritornando in un punto pacato, lei sospirò per liquidare quell’incomprensione: “Comunque non mi sembra di aver fatto qualcosa di orribilmente sbagliato... sei tu che hai parlato. In fondo sono immersa in questo casino apocalittico da poco tempo.” Si giustificò lei decisa.

Elijah la guardò serio. Le labbra serrate:

“Devi ancora dirmi come mai eri a conoscenza dei vampiri.” Tornò a tastare su quel pulsante perché non gli piacevano le domande irrisolte.

Lei però lo guardò senza dire niente.

“Non mi dire che sei una fan di Stephenie Meyer o che tu abbia fantasticato su libri del genere, non ha la minima idea di come sono fatti i veri vampiri…io non luccico per esempio.” rispose Elijah allargando un angolo della bocca.

“Mai letti in vita mia, solo Bram Stoker.” si giustificò lei, alzando le spalle.

“Così va meglio.”

Briony però non osava cominciare l’argomento. Elijah la guardava dall’alto, come se stesse indugiando su cosa fare con lei.

Briony lo vide tentennare mentre si avvicinava, inginocchiandosi.

Il suo respiro fin troppo vicino le sfiorò delicatamente il viso:

“Non vuoi dirmelo?”

Briony deglutì rumorosamente per quel tono di voce profondo a diretto contatto.

“No.. è che… è personale” disse titubante, abbassando lo sguardo per scacciare l’ammaliamento dei suoi occhi neri.

“Non sono tipo da spettegolare in giro.” si giustificò lui, alzando lievemente le spalle.

Briony allora fece un sospiro e cominciò. “Tempo fa sono stata attaccata..”

“Da un vampiro?”

Sì… me la sono vista davvero brutta.. Per fortuna me la sono cavata.”

“Qualcuno devi averti aiutata. Non mi sembravi allenata contro gli attacchi dei vampiri prima.” rispose lui alzando lievemente un sopracciglio.

“Sì mi hanno salvata. Ma non posso dirti chi, questo non riguarda solo me…” disse abbassando gli occhi, per proteggere la vera identità del padre.

“No. Posso capire che vuoi lasciare per te la faccenda.” Mormorò lui allontanandosi di poco.

“Non mi soggiogherai quindi?” la voce di Briony risuonò davvero sorpresa.

Sinceramente…no.” rispose Elijah pensandoci .

Lei allora lo guardò meravigliata.

“E’ una cosa che non ho mai detto a nessuno quindi…

“Me lo porterò nella tomba.” Disse lui con un sorrisetto. Briony ricambiò, sentendosi più rilassata.

Ormai la tensione era scesa e chiusero così l’argomento.

“Niente sangue?” chiese ancora Elijah.

“No no.. domani andrò da un medico, tanto non ho niente di rotto. E non prenderla sul personale, ormai ho capito che devo abituarmi alla presenza dei vampiri in questa città anche se non lo trovo…giusto

“Sì, posso capire il primo approccio di voi umani verso di noi. Non dovrebbe essere così allettante.” Affermò Elijah stranamente senza un tono timoroso ma con una verità negli occhi da renderla meditabonda.

Io… io sto cercando di fare del mio meglio.”

“Ma di nuovo non lo trovi… giusto.” Ripetè lui, serio.

Stranamente lei si sentì trasportata emotivamente da lui in quel momento tanto che le parole le fuoriuscirono senza passare al cervello.

 “Non lo dico sottoforma di offesa ma... tu è vero, mi hai salvata. Ti ringrazio. E ti credo quando dici che manterrai la parola data. Ma… è surreale, non fa parte dell’ordine delle cose. Quelli come voi... non possono coesistere con gli umani, insomma voi ci mangiate e ci uccidete..!”

“I vampiri qui sono piuttosto melodrammatici, seguono la poesia del “Non bere sangue umano.”

“Davvero tu fai così?” Chiese sicura della risposta che però non arrivò. Comunque dalla sua espressione Briony capì che lui si cibava di sangue umano…anche lui come gli altri beveva il sangue delle persone…magari tendendole una trappola al buio…inseguendole… torturandole. Si immaginò il volto bellissimo di Elijah tramutarsi in quello micidiale di un vampiro assetato di sangue.

Rabbrividì al solo pensiero e divenne improvvisamente bianca in faccia.

Elijah continuava a fissarla in maniera indecifrabile, incutendole così una strana ansia. 

Si mise nervosa un ciuffo dietro l’orecchio: “Comunque quello che penso io non conta niente…tu puoi stare qui quanto vuoi.” mormorò lei timorosamente.

“Se lo dici per paura di una mia ritorsione...”

“No! Davvero.. l’ho già detto a Caroline, mi fido davvero... non nego che può sembrare strano ma io da parte mia non creerò problemi su questo punto perchè credo non ce ne sia bisogno. Puoi restare finchè vuoi." E proprio ora si sorprese di quella casualità.. fino all'altro ieri pensava tra  e  che non voleva vivere da sola, che non poteva sopportare la pallida monotonia e invece... eccola lì. Con un nuovo ambiguo inquilino dalle perfette maniere eleganti e una natura sovrumana.

 "E grazie ancora... per quello che hai fatto con Damon.” Finì di dire, sorridendogli lievemente. Ma non accennò a sfiorargli la mano per rendere come dire tangibile e reale il ringraziamento.

Il solo pensiero di toccare quella pelle ghiacciata la fece irrigidire, ma qualcosa si agitò a sua volta dentro il suo petto.. come uno strano e improvviso languore.

“Avrei voluto togliergli il cuore con le mie mani.” rispose Elijah duramente, facendola tornare alla realtà.

 << Anche quando è arrabbiato, rimane sempre freddo e scostante… calma gelida… Certe volte faceva più paura della furia fisica. >> Pensò Briony soffermandosi sui lineamenti del suo viso.

“Non sei l’unico.” rispose ridendo.

“Confido che certi avvenimenti non accadranno più. Ho fatto una specie di patto con Elena. La salvaguarderò da Klaus, ho trovato un modo di proteggerla dal sacrificio…ma lo dico anche a te.” E si avvicinò pericolosamente a lei con sguardo inequivocabile.

“Se uno dei tuoi amici umani osasse ancora una volta farmi una cosa del genere o avere intenzioni poco onorevoli nei miei confronti… vi ucciderò, intesi?” Una minaccia bella e buona. Un’altra.

Briony non osò dire niente e riuscì a malapena a respirare. Sapeva che mettersi contro un vampiro, un Originario per giunta, era pericoloso per se stessi e per gli altri. Dovevano fare come diceva lui…altrimenti…

Si immaginò Elijah che strappava i cuori dal petto con un’eleganza disumana.. senza nemmeno sporcarsi né scomporsi.. si sentì attorcigliare dalla paura di quella visione.

“Direi che collaudare gli accordi con la paura è molto efficace in questi tempi.” Ribattè lei ridendo nervosa. Aveva ancora quella visione in mente e il cuore non cessava di restare fermo.

Elijah le sorrise freddamente: “Non adempio alla politica del il fine giustifica i mezzi, ma certe volte è necessario. Lo capirai anche tu se resterai con noi in questa lotta.”

Briony tremò impercettibilmente. Capiva quel ragionamento, in fondo il più forte mangia il più debole e devi saper lottare.. ma non riuscì a scrollarsi di dosso una brutta sensazione.

Ad un tratto il viso di Elijah cambiò radicalmente... da freddo e pericoloso passò a un volto più sereno e rassicurante. Ci avrebbe mai fatto l’abitudine?

“Vuoi che ti aiuti ad alzarti?” le chiese porgendole elegantemente la mano.

Briony però lo guardò dubbiosa e scettica.

“No! Grazie, faccio da sola.” disse in fretta e furia, agitando le mani. Prima faceva quei discorsi da terrore, poi faceva il galante? Incredibile.

“Come vuoi.” rispose lui calmo e apparentemente disinteressato nel ritirare la mano, e andandosene infine dalla cucina.

 

Briony ci mise un po’ ad alzarsi. Le gambe non stavano in piedi e doveva reggersi stando vicino a una parete, così non sarebbe caduta. Il collo le bruciava, così come le altre parti del corpo.

Quando arrivò all’inizio delle scale si fece prendere dallo sconforto. Ci avrebbe messo ore prima di salirle tutte. Che giornataccia.

Mise una mano sulla spalliera, tenendo basso il viso a causa di un improvviso sbalzo di sofferenza fisica.

All’improvviso qualcuno si avvicinò alla ragazza senza far troppo rumore. Era Elijah.

Lei non ci fece nemmeno caso, prima di scorgere una sagoma oscura che si era presentata poco prima vicino a lei. Elijah la guardava serio, immobile come pietra. Un piede era elegantemente alzato sul secondo gradino, intento anche lui a salire.

 Sembrava una statua vivente. Bellissima ed eterna.

<< Con la sola differenza che le statue non hanno dei capelli così belli >> Pensò ironicamente.

Questa volta lui non disse niente, non le chiese se voleva un aiuto o cos’altro. Si guardavano soltanto negli occhi, anche se Briony non ce l’avrebbe fatta ancora per molto a stare in piedi e sopportare allo stesso tempo quello sguardo magnetico che inspiegabilmente la catturava.

Elijah fece un impercettibile movimento verso di lei, senza mai distogliere gli occhi, e lei dalla sorpresa traballò un poco con espressione intimidita. In fondo non erano ancora così in confidenza, se mai lo sarebbero stati visto il carattere distante e freddo del vampiro. E per di più lei non era mai stata una tipa espansiva subito al primo approccio.

Elijah a vedere l'espressione dell'umana si bloccò un attimo, sempre con quell'espressione seria permanente. Questa volta lei non fece nulla  emise fiato. Sembrava imprigionata suo malgrado in una vibrante tensione sconosciuta, che durò per secondi interi, infiniti per il suo cuore.

Poi senza dire niente, lui delicatamente la prese in braccio e cominciò a salire le scale senza attendere alcunché. 

Briony ne fu davvero sorpresa, ma non si oppose al gesto, anche perché le braccia di Elijah erano talmente forti che sarebbe stato impossibile per lei divincolarsi da quella stretta. E forse non voleva neanche perché si sentiva quasi leggiadra fra quelle braccia.

“Grazie.” sussurrò flebilmente. Lui non rispose, ma Briony sapeva che aveva sentito.

Elijah infatti si voltò, guardandola solo per un attimo.

Decifrare quegli sguardi era praticamente un mistero; chissà cosa nascondevano quegli occhi neri? Quante esperienze doveva aver vissuto… cosa si celava dietro quello sguardo tetro e freddo…

Briony cercò di rimanere immobile come una salma come la razionalità le suggeriva, ma in breve posò il viso sulla spalla del vampiro senza neanche accorgersene, come in trans: era come essere dondolati in una culla mentre si dorme.. ed era così stanca. Chiuse gli occhi, assaporando l’odore che Elijah emanava. Non era un profumo particolare, ma le piaceva lo stesso. Non sapeva perché ma il contatto con lui le emetteva sicurezza. Non paura come aveva creduto qualche attimo prima.

 

Il giorno dopo Briony, non sapeva come, si risvegliò nel suo letto. Si era addormentata tra le braccia di Elijah mentre ancora saliva le scale.

I suoi vestiti per fortuna erano al loro posto, lui l’aveva solo messa a letto cercando di non svegliarla.

<< E’ stato gentile >> pensò. Niente a che vedere con i vampiri feroci e sanguinari con cui aveva avuto a che fare. Ma non doveva farsi illusioni… un vampiro era sempre un vampiro, non era umano e non aveva un’anima… anche se…

 

Si sentiva dolorante dappertutto, ma quel lungo sonno le aveva fatto bene. Si vestì e si preparò per andare da un medico. In cucina trovò Elijah che sorseggiava il suo solito thè.

“Buongiorno” gli disse lei con un sorriso timido. Davvero incredibile come era cambiato il suo umore ma forse la cosa migliore era abituarsi a quella nuova realtà senza troppi problemi.

“Buongiorno Briony.” rispose lui educato senza però guardarla in faccia.

“Ti senti meglio stamattina?” le chiese poi appoggiando il thè sul tavolo.

“Meglio grazie. Sei stato gentile, non dovevi.." disse lei, senza alcuna acidità ma semplice educazione mista a timidezza. Non le era mai capitata prima una situazione del genere; il disagio quindi calzava a pennello.

Elijah comunque non si scompose nella sua postura aristocratica e lo guardò con semplicità. "Di certo non potevo lasciare in quel modo una ragazza in difficoltà, che per di più ha avuto la gentilezza di ospitarmi. Mi sembrava doveroso." disse mettendo via un fazzoletto da cucina.

Briony suo malgrado si sentì incendiare le gote. E non ne sapeva nemmeno il motivo, dato che lei non si aspettava chissà cosa da lui... proprio niente, semplice educazione da bravo gentiluomo.

Quindi cancellò quel rossore improvviso come nulla fosse e sviò lo sguardo: "Adesso vado in città da un dottore.” Ma mentre si voltava, notò che Elijah portava lo stesso completo nero. “Se vuoi… posso andare in città a comprare della roba nuova per uomo. Ormai quegli abiti sono vecchi e usati e inoltre me li voglio sbarazzare.”

“Ci ho già pensato io. Mi sono procurato degli indumenti nuovi. Grazie per averlo chiesto però.” disse voltandosi infine verso di lei con un sorriso garbato.

<< E quando se li è procurati? >> Pensò Briony. << Forse li ha rubati a una delle sue vittime… >> Ma Briony scacciò subito quel pensiero. Cosa faceva Elijah non le importava, il suo stile di vita era chiaro anche perché per restare potente e forte bisognava nutrirsi di sangue umano.

Non poteva di certo imporgli di non cibarsi di ciò, anche perché Elijah aveva fatto ben capire che se qualcuno lo intralciava gli avrebbe fatto fare una brutta fine…  Ma gli abitanti di Mystic Falls non erano stupidi. Tutte quelle sparizioni improvvise avranno suscitato dei sospetti. Dovevano stare più attenti per la loro incolumità.

Ma così sembrava che lei si volesse impicciare nella sua vita e quindi decise di tenere la bocca chiusa. D’altronde si conoscevano soltanto da pochi giorni.. e poi lui se ne sarebbe andato…  non doveva pensarci  così tanto.

“Va bene. Fai come se fossi a casa tua.” Disse Briony infine, andandosene dalla cucina e sentendo in gola la stranezza di quella battuta.

"Mi fa piacere che collaboriamo, in una situazione del genere è obbligatorio e necessario se non si vogliono incorrere a situazioni spiacevoli per tutti." affermò Elijah all'improvviso col suo classico tono distante.

Lei comunque lo sentì benissimo e si girò circospetta. Cos'era, un'altra minaccia? Quel vampiro aveva ben poca fiducia negli altri allora... o forse lui stesso non desiderava proprio lasciarsi andare. "Che vuoi dire scusa?" domandò lei cercando di frenare la stizza.

Lui la fissò come nulla fosse. Rieccola la statua elegante dalla perfetta linea di ghiaccio: "Non intendevo minacciarti o essere sgarbato e offensivo, se è questo che pensi. Era solo una semplice constatazione per una convivenza civile, visto che la realtà là fuori dà già dei problemi non proprio trascurabili." disse lui in maniera meccanica e diligente, come se fosse un avvocato di alta classe.

Briony lo guardò di sottecchi, non sapendo bene se bersela o meno. Quel tipo era davvero un mistero e non aveva alcuna certezza su come sarebbero andate le cose in futuro. Comunque decise per il quieto vivere di non darci peso e si girò di nuovo, pronta a uscire.

“Però” la interruppe Elijah “Se vuoi posso disfarmi io degli abiti.” disse nella classica maniera educata.

“Oh no, ci voglio pensare io.”

“Appartenevano ad un altro tuo coinquilino?” chiese Elijah con un sorrisetto misterioso.

“Sì erano del mio ex.”

“E ora che fine ha fatto, se posso chiedere?”

“Boh.. sarà morto” Lo disse con un filo di ironia, ma consciamente Briony sapeva che era così… Elijah si accorse del doppio senso ma non fece domande.

<< Meno male. La cosa che apprezzo di più in Elijah è il fatto di farsi gli affari propri e non fare domande scomode >> pensò ironicamente.

Si salutarono ancora e uscì.

 

Briony era stata dal medico, le aveva prescritto degli antibiotici e una crema antidolorifica. Sperava che avrebbe fatto effetto in fretta.

Mentre contava le medicine, andò a sbattere contro una persona. “Mi scusi!” disse toccandosi la tempia.

 Ma quando lo guardò in faccia riconobbe il volto dell’uomo che aveva appena scontrato.

“John!!” Urlò sorpresa e contenta.

Briony?? Ma.. ma quando sei arrivata?!” le chiese lui abbracciandola istintivamente.

Lei ricambiò l’abbraccio. Briony e John erano stati molti amici in passato, avevano frequentato la stessa scuola e lo stesso gruppo, e le era dispiaciuto molto non sentirlo più per qualche tempo. Lei era andata a Seattle e lui girava il mondo alla larga da Mystic Falls.

“E tu giramondo?? Da quando Mystic Falls è degna della tua presenza?” gli chiese ridendo.

“Sono tornato dopo che mio fratello e Miranda sono morti…volevo stare vicino ai ragazzi.”

“E’ vero…mi dispiace tanto John, deve essere stata dura anche per te..”

“Sì lo è stato…ma ora sto cercando di tirare avanti. Per il bene di Elena e Jeremy.”

“Hai fatto bene John…perdere dei genitori così giovani deve essere stato difficile, soprattutto come loro. I ragazzi devono sentire il calore della famiglia.” disse Briony in tono amorevolmente dolce.

John si mise a ridere scuotendo la testa.

“Beh che c’è?” gli chiese Briony curiosa.

“Quando sono tornato non ho ricevuto un abbraccio caloroso. Dire che nessuno è felice di vedermi sarebbe un eufemismo.”

“Non dire così John... è vero hai un carattere terribile a volte e un po’ menefreghista ma se dovessi cercare un amico su cui contare, quello saresti tu.” disse Briony sincera e dandogli una pacca.

“Sei l’unica persona in questa città che lo pensa davvero.. neanche a casa mia sono ben accetto.”

“Stai da Elena e Jeremy vero? E…con Jenna.” Non riuscì a trattenere un risatina.

Jenna detestava moltissimo John, non solo per il fatto che lui l’avesse trattata come un panno usato in gioventù, ma anche per tutto il carattere in sé. John non si era mai fatto scrupoli delle sue azioni, anche se erano sbagliate, e lui aveva ferito il buon cuore di Jenna.

“Sì guarda, mi odia è a dir poco. Ogni volta che arrivo cambia direzione in casa e se oso parlarle mi risponde in malo modo o con battutine acide, e mi urla sempre di andarmene da quella casa. Ma è anche casa mia e non me ne vado. Inoltre i ragazzi sono sempre nei guai, gli serve un pugno di ferro in famiglia…Jenna a volte è troppo permissiva con loro.”

Briony allora pensò se fosse il caso dire a John che lei sapeva tutto… era al corrente che John aveva fatto un bel casino in città per proteggere Elena e il suo tentativo aveva provocato più male che bene. Ma un alleato come lui poteva sempre servirle. Inoltre erano amici… si fidava di lui, per davvero.

“Senti John…tu sai che io so?” chiese titubante.

“Sai cosa?”

“Dai lo sai…quella cosa….che deve rimanere segreta…” parlavano tutti e due a bassa voce in mezzo al marciapiede perché magari qualcuno poteva girarsi e ascoltare.

John capì cosa lei intendesse e rimase di stucco. Ovviamente nessuno gli aveva riferito niente.

“Tu quindi sai…

“Sì lo so. Me ne ha parlato Caroline.”

John la guardò e, preoccupato che qualcuno li ascoltasse, le disse nell’orecchio: “Meglio non parlarne qui. Nessuno deve sapere dei vampiri, Briony.”

“Beh certo per chi mi hai presa? Mia sorella è stata chiara, o teniamo la bocca chiusa oppure…” Briony fece un gesto come per dire che le avrebbero mozzato la testa.

“Bene. Sei sempre stata una ragazza intelligente e so che posso fidarmi di te. Andiamo a casa mia”

“Vuoi dire a casa di Elena?”

“Sì lì potremmo parlare in pace…deve essere stato uno shock per te.” sussurrò dispiaciuto.

Negli occhi di John trasparì della compassione per lei. Ma lui non poteva sapere che lei sapeva già da tempo dell’esistenza dei vampiri…prima che lei ritornasse.

I due si incamminarono verso casa Gilbert.

 

 

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