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Autore: itsJay_95    24/10/2011    13 recensioni
- Ma quello è Liam? – chiedo a Niall, indicando uno, che sembra Liam.
- Non penso, Liam sta con te, non bacerebbe quella tipa, quindi non è lui, andiamo in quel negozio? – chiede cercando di distrarmi. Sento una fitta allo stomaco.
- Niall, provo a chiamare Liam. –
- Ma no dai! Sarà impegnato. – troppo tardi ho il telefono all’orecchio.
- Squilla. – dico. Il tipo intento a sbaciucchiarsi tira fuori dal jeans il telefono e risponde.
- Liam, dove sei? –
- Dai miei nonni, dove sennò? –
- Magari vicino al Tamigi a sbaciucchiarti con una mora. – il tipo si guarda attorno, poi mi vede e mi fissa.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love is in the air.'
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Capitolo uno.




Oggi mio padre deve fare un servizio fotografico ad una boy band inglese. Mio padre ha scelto una località stupenda. Una spiaggia della California.

Ora siamo in auto, ci stiamo dirigendo verso la spiaggia.

Ovviamente deve portarmi sempre dietro. “Non mi viene l’ispirazione se non ci sei te, principessa!” me lo dice ogni volta per convincermi a seguirlo con l’attrezzatura e il resto della gente che serve per scattare quattro foto del cavolo. Oggi però in auto con noi c’è anche la sua nuova ragazza e suo figlio che è mio coetaneo, o meglio io sarò sua coetanea domani, farò diciotto anni, finalmente. Lui si chiama Michael ed un bel ragazzo, alto, moro con gli occhi color cielo, ha uno sguardo profondo, quando ti guarda potresti svenire. Beh anche sua madre è una donna stupenda, sono felice che mio padre la frequenti, dopo tutto ormai è vedovo da dodici anni, era ora che uscisse con un’altra donna e accantonasse la malinconia della perdita di mia madre. Papà ogni volta che parla di Margaret, la mia vera mamma, sorride ricordandola come una donna meravigliosa, io non la ricordo molto, ma so che era una donna stupenda, tutti la ricordano sempre felice. Era sorridente persino quando faceva la chemio terapia, papà dice che la mamma entrava in ospedale dicendo: se Dio ha deciso che è giunto il mio momento vuol dire che è così, io ci sarò sempre per voi. Ho solo alcune foto di lei, e una mia e sua la tengo sempre con me all’interno di un ciondolo che porto sempre al collo. Era suo, ora è mio.

Tornando a Michael. lo fisso mentre mi parla delle sue vacanze in Francia che sono appena terminate.

- Non sono state molto soddisfacenti. – conclude.

- Le francesi non ti piacciono? – dico sorridendogli.

- Per niente, tutte troppo snob. – si mette a ridere.

L’auto si ferma.

- Scendete, siamo arrivati. – dice mio padre. Quant’è bello mio padre, ammetto che tutte le mie amiche lo amano. È un uomo con un bel corpo, alto, moro, occhi azzurri… un rubacuori sin da piccolo. Io gli somiglio, tranne per i capelli che invece di essere mori e lisci come i suoi sono biondi, come quelli di mia madre, e ondulati, mi piacciono, sembrano quelli di Miley Cyrus, tranne per il colore, ovvio.

Scendo piano dall’auto, fa freddo! Tremo.

- Freddo eh? – chiede Michael.

- Se avessi saputo che avrebbe fatto così freddo, invece di questi pantaloncini avrei messo i pantaloni lunghi, e al posto di questa canottiera avrei messo un maglioncino. –

- Ma così sei più carina! – strizzò l’occhio.

- Ma a me che importa di essere carina? –

- Per i ragazzi della band magari. –

- Non so neanche come si chiama la band! Ahah! – risposi distrattamente. Si sentono diverse voci dietro di noi, mi volto, cinque ragazzoni scendono da un furgoncino rosso e bianco. Mi avvicino a mio padre che sta montando l’attrezzatura.

- Papà, sono loro i ragazzi? – chiedo.

- Cavolo! Sono già arrivati?! – dice girandosi andando verso i ragazzi.

- E’ un sì. – sussurro. Lo seguo.

- Buongiorno ragazzi! Sono Paul, il vostro fotografo, lei è mia figlia, Darcy, il mio braccio destro. –

Sorrido imbarazzata.

- Ciao bella! – dicono all’unisono.

- Ciao. – bisbiglio. Mi guardano come se fossi, boh, Jennifer Lopez? Boh. Mi giro velocemente tornando da Michael.

- Mi guardano male secondo te? – gli chiedo.

- Ti guardano perché sei bellissima. – mi sussurra all’orecchio.

- Ma finiscila! – gli dico arrossendo, con una mano lo spingo via e mi avvicino all’auto.

- Papà, posso prenderti la felpa? – grido.

- L’ho lasciata a casa, principessa, perdonami! – mi risponde.

- Hai freddo? – mi chiede uno dei cinque, ha un neo carinissimo sul collo, i capelli ricci, mori, o meglio castano chiaro.

- Un po’, ho anche lasciato la felpa a casa e mi scoccia stare in macchina tutta sola. Sopporterò il freddo. – gli dico sorridendo. Si leva la felpa – Tieni, non ne ho bisogno. – dice porgendomela.

- Oh, che carino. Grazie! – gli sorrido, lui ricambia.

- Sono Liam. – dice dandomi la mano, gliela stringo.

- Va beh, Darcy. – rispondo.

- Ma se i tuoi sono mori, vuol dire che i tuoi capelli sono tinti? – chiede.

- Oh, beh, quella non è la mia vera mamma, mia mamma è morta da dodici anni ormai… era bionda, ho i suoi capelli. – rispondo sorridendogli.

- Oh… non volevo, che figura. –

- Liam, giusto? Tranquillo, come potevi saperlo? Ahah. – cerco di sdrammatizzare. Mi metto la sua felpa e ci allontaniamo dall’auto di mio padre.

- Io vado dagli altri… vieni? – mi chiede timido.

- No, ora vado al bar qua vicino con Michael… ho bisogno di cibo. – dico. Mi sorride annuisce allontanandosi. Annuso la sua felpa – Che buon odore. – bisbiglio.

- Darcy muovi quel culo o ti paghi da sola la colazione. – è Michael che mi minaccia con un sorriso sulla faccia che toglie il fiato. Gli corro incontro, lo stringo tra le braccia. Mi poggia un braccio intorno al collo e entriamo con molta calma nel bar. Ci sediamo ad un tavolo.

- Che prendete? – ci chiede la cameriera.

- Io vorrei due brioche al cioccolato, con una tazza di latte. – dico decisa.

- Tanto pago io, vero? A me porti pure lo stesso, ma con la marmellata, odio il cioccolato. – sorride Michael.

- Che carino che è il tuo ragazzo. – dice la ragazza guardandomi. Divento rossa.

- Beh non è il mio ragazzo… è tipo il mio fratellastro. Ahah. –

- Figuraccia. – dice lei. Le sorrido dicendole di non preoccuparsi e lei va dietro al bancone a prendere le cose che avevamo chiesto.

La porta del bar si apre facendo entrare una folata di vento. Rabbrividisco.

- Ecco la ladra di felpe! – mi volto un ricciolone moro, mi guarda male.

- Ce l’hai con me? – chiedo.

- Sì! Hai rubato la felpa di Liam! –

- In realtà me l’ha prestata lui… - dico imbarazzata.

- Sei diventata rossa! Ahah, sto scherzando volevo attaccare bottone. Sono Harry. –

- Michael. – dice intromettendosi.

- Sei il suo ragazzo? –

- No, non è il mio ragazzo. Piacere di conoscerti Harry. –

- Piacere mio. – dice sorridendo.

- Devi stare qua imbambolato a fissarla tutto il giorno? – sbotta Michael.

- No, scusa, me ne vado. Ciao bella. –

- Ciao. – rispondo.

- Ma che cavolo fai ai ragazzi? – chiede Michael.

- Io? Assolutamente niente, gli eviterei anche. – sbotto mentre guardo affamata le brioche fumanti posarsi sul tavolo. Guardo la cameriera – grazie. – le dico sorridente. Poi inizio a mangiare.

Una volta finita la colazione Michael va a pagare, poi mi prende a braccetto ed usciamo insieme tornano sulla spiaggia che ora è un po’ più calda.

- Papà Michael chiede se per domani, visto che faccio diciotto anni, posso andare con lui in quella discoteca che tu odi tanto… -

- Non se ne parla. –

- Ma non so se hai capito, faccio diciotto anni. – dico dandogli una pacca sulla spalla.

- Darcy cosa ti ho detto? –

- Che mi ami tanto e che ho la tua benedizione per andare a ballare con Michael? – domando speranzosa di un sì. I cinque ragazzoni ridono.

- Assolutamente no. Non inventarti le cose signorina. –

- Ma io l’ho sentito uscire dalla tua bocca! Papà dimentichi le cose? –

- Darcy. Smettila di fare la scema, ho detto di no. –

- Ti sto odiando. –

- Odiami quanto vuoi, lo sai che non mi piace la gente che c’è in quel locale. –

- Ma c’è Michael! –

- A beh allora puoi andare! –

- Davvero? – dico facendo un salto.

- Assolutamente no! – esclama.

- Ma, che palle. – sbuffo. I ragazzi ridono.

- Che avete da ridere? – grido guardandoli.

- Niente, ahahah. – risponde il moro con la cresta da gallo.

- Meglio per voi. – li guardo malissimo. Michael si avvicina a me mi stringe da dietro, mi solleva facendomi girare, poi mi poggia giù.

- Fanculo mi gira la testa adesso. – gli dico.

Susan, la mamma di Michael sta stendendo una tovaglia blu a terra e io mi ci siedo sopra, lei si siede accanto a me. Guardo mio padre mentre scatta foto a quei cinque. Poi dice a Liam di levarsi la maglia per qualche scatto. Lui la leva con tranquillità sotto i miei occhi. Spalanco la bocca. Mi fissa, diventa rosso.

- Merda. – dico distogliendo lo sguardo, si mette a ridere. Mi levo la felpa perché improvvisamente mi venne caldo.

- A ma io ho su il costume! – esclamo.

- Vuoi fare il bagno? – chiede mio padre.

- No, ma posso prendermi il sole, c’è inizia a fare caldo. Uh guarda che bel ragazzo quello! – grido mentre indico un ragazzo coi capelli arancio passare su uno scoglio lì vicino. Mi levo la canotta restando con i pantaloncini, levo le converse e ci ficco dentro i calzini. Inizio a correre verso la riva per bagnare i piedi in acqua.

- E’ freddaaaaaaaaa! – grido voltandomi velocemente cercando di scappare. Investo, però, Liam.

- Scusa! Ahah, non ti avevo visto! – ammetto.

- Tranquilla. È tutto freddo oggi, vero? – dice fissandomi, incrocio le braccia.

- Magari guardami in faccia… - diventa rosso.

- Scusa… tu non fissarmi gli addominali. –

- Ma dove li vedi gli addominali? – dico tirandogli una pacca sulla pancia. Lui si piega in avanti ridendo, che tenero quando ride. Prendo l’elastico dal polso e mi lego i capelli in un’alta coda di cavallo.

- Mi butterei, ma avrei freddo dopo, quindi vado a prendermi il sole. – dico dirigendomi verso Susan. Mi sdraio accanto a lei con la felpa di Liam sotto la testa.

- Mi copri il sole. – dico dopo un’ora che sto dormendo, accorgendomi che il sole si è nascosto dietro la testa di qualcuno. Apro gli occhi. Il moro con la cresta da gallo mi fissa.

- Posso sedermi di fianco a te? – chiede.

- Non vedo dove sia il problema, siediti. – rispondo tranquilla. Lui si siede di fianco a me e decido di sedermi anch’io, basta sole per oggi.

- Tutto bene, Darcy? – mi chiede guardando avanti.

- Sì, te? –

- Anche. –

- Non so il tuo nome. –

- Zayn. Ora lo sai. –

- Ora lo so. – rispondo. Lo fisso, lui volta il viso verso di me, sorride, ricambio il sorriso.

- Hai la faccia da cattivo. – dico.

- Non lo sono. – risponde sorridendo.

- Un pochino lo sei, ammettilo. - lui sorride. Si volta per guardarmi.

- No, non lo sono. –

- Ma sei uno di poche parole. –

- Esatto. –

- Come i bulli. – dico alzandomi. Vado verso mio padre che sembra non aver ispirazioni per le foto, come faccio a saperlo? Sta gridando da un quarto d’ora: “ NON HO L’ISPIRAZIONE!”

- Prova a dargli un pallone con cui giocare. – gli suggerisco.

- Troppo banale. –

- Falli correre a riva. –

- Potrebbero giocare con le onde. –

- Magari uno di loro potrebbe far volare un aquilone. O che ne so, mentre gli altri “uccidono” le onde uno di loro fa un balletto strano. –

- Geniale. – risponde baciandomi la fronte – potresti fare delle foto con loro. – aggiunge. Lo guardo perplessa.

- Padre senza ispirazione, che hai detto? –

- Apparirai su un giornale. –

- No. – risposi seccata, non se ne parla. Non sono una modella, non sono bella, non sono fotogenica, perché dovrei far vedere tutto questo a chi non conosco?


Vestiti Darcy.
Darcy.

















Spazio autrice.

Eccomi qui con una nuova fan fiction sui One Direction. 
Lasciate delle recensioni, ditemi con me, altrimenti non continuo, non ha senso continuare se nessuno mi dice se piace, almeno se non piace la cancello (;
Se volete io sono questa su twitter: KeepCalmnLove1D
Un bacio, Manuela.

   
 
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