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Autore: vanillasunshine    24/10/2011    1 recensioni
e se l'amore sconfinato per una donna si trasformasse in pazzia, facendo cadere Stefan dritto fra le braccia del suo vero amore?
e se Damon in realtà fosse quello buono e Stefan quello cattivo?
e se tutto accadesse prima che incominciasse la vera storia? Il desiderio d'amarsi non è mai stato così forte, così incontrollabile, così bello.....
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 eccoci qua, ragazze! ancora una volta vi ringrazio tutte e scusatemi se ci ho messo un po' ma ho preferito aspettare e allungare leggermente il capitolo :)
hope you like it!          vanilla

Sembrava che quello fosse un giorno come tutti gli altri, invece il numero dei vampiri in città si era appena raddoppiato. E questo preoccupava molto Damon, non sapendo se l'altro (di cui non conosceva ancora il nome) potesse come lui camminare alla luce del sole. Era una delle cose che lo facevano sentire umano. Un'inezia che però contava molto per lui.

Ma per tutta la mattina in giro non lo vide, iniziò a sperare che se ne fosse andato. Così si sedette al bistrò per una breve colazione prima di riprendere quella che lui credeva l'ennesima monotona giornata a fingere. Stranamente però sentiva dentro di sé che qualcosa sarebbe cambiato per lui....

-Posso sedermi?- gli chiese una voce. Il ragazzo dell'altra sera era dritto di fronte a lui.

-Ancora tu! Non ti avevo detto di sparire?- cercò di trattenersi dall'usare un tono di voce troppo alto, per non spaventare le altre persone.

-Sono una persona cocciuta. O almeno questo è quello che mi dicono alcune persone, che poi sfortunatamente muoiono poco dopo. - accennò a una breve risata -Ti devo parlare.- aggiunse serio poi.

-Non so neanche come ti chiami. Perchè mi dovrei fidare?-

-Mi chiamo Stefan, e poi ti dovresti fidare perchè in fondo sai cosa potrei fare se giusto ne avessi l'intenzione.- quel ricatto Damon sapeva che prima o poi sarebbe saltato fuori.

-Le tue minacce non mi spaventano.- rispose con fermezza Damon, accennando ad alzarsi dal suo posto.

-Forse no, ma in fondo so che vorresti conoscermi meglio anche tu. D'altro canto siamo l'uno l'opposto dell'altro.- aveva colpito nel segno. In fondo Damon non sapeva cosa significasse seguire la “sua natura”, il sangue umano l'aveva assaggiato solo per la trasformazione, e mai più lo fece: gli sembrava che quel liquido rosso in fondo corrispondeva solo a uno sfogo del suo vizio. Ma in fondo alla sua anima, in ogni incessante minuto della sua esistenza c'era una vocina che lo spingeva a saziarsi: in fondo cosa sarebbe cambiato se al mondo vi fosse stata una persona di meno? E lui, per quanto cercasse di non dargli retta o di reprimerla, non riusciva a farla sparire; e lei continuava a torturarlo da dentro.

Damon, assediato ancora da quei pensieri, si risedette lentamente, invitando Stefan a fare lo stesso.

-Come ti ho già detto, ho alcune domande da farti e tu mi risponderai.-iniziò lui con tono convinto.

Damon si limitò a fissarlo negli occhi. Avevano una strana luce, non sapeva dire se data dal bere sangue umano o altro, sapeva soltanto che era affascinante come poche.

-Primo: voglio sapere come ti nutri.-

-Esattamente come fai tu.-

-Non mi prendere in giro; intendo dire con che cosa. Mi sono informato e negli ultimi anni non ci sono state strane sparizioni o morti. Quindi le possibilità restano due: o sei qui solo di passaggio oppure ti nutri in modo diverso. Voglio sapere come.-

-Diciamo che le epidemie sul bestiame sono molto frequenti.- disse sarcastico Damon.

Sul viso di Stefan spuntò uno strano sorrisetto compiaciuto.

-Allora sei un vegetariano. Ho sentito parlare di alcuni come te, ma non ne avevo mai incontrato uno fino ad ora. Di solito, ho sentito dire, non resistono a lungo.- provò a intimorirlo, ma Damon non mosse un muscolo.

-Hai saputo quello che volevi, ora vattene.- esclamò lui.

-Facciamo quattro passi per il parco. Ti conviene venire se non vuoi rimediare a uno dei miei soliti casini, e non mi chiamano squartatore per niente.- ammiccò leggermente Stefan, alzandosi e dirigendosi verso il parco che si trovava oltre la strada.

Uno dei passatempi preferiti della gente di quella cittadina era appunto passeggiare per le stradine di quel piccolo parco, curato alla perfezione come un piccolo angolo di paradiso sulla terra. Gli alberi sembravano decorati a regola d'arte e le foglie, colorate con tonalità dal giallo più intenso al marrone più cupo, contornavano quella che sembrava una magnifica giornata autunnale (o almeno per quello che riguarda il tempo), cadendo al passaggio della gente, creavano una magnifica atmosfera come di una pioggia dorata.

-Adesso voglio sapere io una cosa su di te, Stefan. Come fai a stare alla luce?-

-Giusto. Mi stavo appunto chiedendo perchè non ci fossi ancora arrivato a domandarmelo. Nello stesso modo che fai tu: ho un cimelio che mi protegge.- rispose. Damon lo squadrò velocemente soffermandosi in particolar modo sulle mani: sembravano così sinuose e delicate, ma nascondevano una forza pari solo alla sua faccia tosta

-Scommetto che si tratta del tuo anello. E comunque ti sbagli, io non ho niente del genere.-

-Ne sei certo, Damon? Davvero non hai qualcosa a cui ti aggrappi sentimentalmente e senza il quale ti senti perso? Davvero credi che camminare alla luce del sole sia solo una coincidenza?- domandò con fare retorico, insinuando i dubbi nella sua testa. In realtà Damon sapeva bene come facesse a camminare sotto il sole, che cosa lo portava ogni giorno a mimetizzarsi perfettamente come normale cittadino. E più di mille volte si era soffermato a pensare perchè il sole, così caldo e benefico e magnifico, fosse suo nemico. Ma in fondo era lui quello sbagliato, non il sole. Era lui l'essere contro natura ed era ovvio che la natura si ribellasse a tutto ciò che era.

-Non mi hai ancora fatto la domanda cruciale, Damon. Questo mi sorprende.- esclamò Stefan prendendo un sentiero che si addentrava sempre di più nel cuore del parco.

-Che cosa ci fai qui?- disse con un sol fiato, il tono di voce si era affievolito: quasi come se avesse paura della risposta.

-Esatto. Ecco la domanda giusta. La risposta purtroppo non ti è concessa. Sappi solo che resterò qui per un po', mi dovrai fare da guida.- rise leggermente.

In quel momento Damon non ci vide più, in uno scatto d'ira si trovò di fronte a Stefan e nel tempo di un istante lo afferrò per la gola spingendolo contro un albero lì vicino. Stefan spezzò un ramoscello lì vicino e glielo conficco nel ventre. La presa di Damon sul suo collo si allentò fino a sparire, per poi vederlo accasciarsi a terra dal dolore.

-Ecco quali sono gli svantaggi della tua dieta. Comunque, se proprio ci tieni, sono qui per divertirmi e da quando ti ho incontrato non faccio altro che rallegrarmi della tua compagnia. Non saremmo male come compagni di viaggio.-

-Cosa vuoi da me?- disse con voce fioca tra i lamenti.

-Voglio indirizzarti sulla giusta via, non ti opporre a quello che sei.-

-Non voglio essere un mostro come te.- e con un gesto si sfilò via il ramoscello, urlando dalla fitta di dolore provata.

-Il nostro è un mondo eterno. Gli esseri umani non sono eterni: perchè cercare di imitare qualcosa di imperfetto quando sei la perfezione. Non esistono limiti per noi, Damon. E io ti voglio insegnare questo.-

-Non è vero. Non hai mai nostalgia di ciò che eri prima, di ciò che sentivi prima? Scommetto che ti senti così perchè non hai amato o non sei stato amato da nessuno.- rispose cercando di alzarsi da terra, della ferita non era rimasta che la macchia di sangue sulla camicia.

-Vuoi sapere la verità? La donna che ti ha regalato quel ciondolo. Ecco perchè sono qui.- Damon bloccò il suo respiro.

  
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