Cara
T,
Ti stavo pensando.
Mi capita spesso di pensarti, sai?
Mi
ricordo bene i tuoi occhi, verdi. È la cosa che meglio
ricordo di
te. Erano bellissimi, ma te l'ho detto troppe volte perché
tu non lo
sappia già.
Sai T, ho fatto un sogno stanotte, e c'eri anche
tu.
Ho sognato quel bellissimo
giorno di fine Settembre, al mare.
Lo passammo insieme, ricordi?
Sì, lo so, sono passati più di due
anni, ma sono certa che lo ricorderai anche tu.
Eravamo sulla
spiaggia e c'era il mare agitato. Soffiava un vento fresco ed
indossavamo entrambe la maglietta, nonostante ci fosse il sole.
Eravamo tutte bagnate.
Io ero corsa in acqua – non so perché,
l’avevo fatto e basta – e tu, vedendomi, avevi
preparato subito
l'asciugamano ed eri venuta ad aspettarmi a riva. Allora io ero
uscita dall'acqua, bagnata fino in vita, e tu mi avevi guardata e mi
avevi detto che mi sarei presa un raffreddore, con quella tua tipica
aria un po' preoccupata e un po' rassegnata al mio essere un'eterna
bambina.
Così io avevo preso
l'asciugamano e ti avevo spinta
verso l'acqua. Tu, impreparata, eri caduta, bagnandoti tutta. Allora
avevi buttato giù anche me. Ricordi?
Ridemmo tantissimo.
Sembravamo due bambine dispettose: ci schizzavamo l'acqua in faccia
mentre le onde ci bagnavano la schiena.
Dopo un po' ti alzasti e
iniziasti a correre, dicendo che non ti avrei mai acchiappata.
Così
ti inseguii, ti raggiunsi e afferrai la tua maglietta. Inciampasti e
cademmo entrambe ridendo.
Ero stesa su di te, non riuscivo a
smettere di ridere. Pensavo che sembravamo due stupide, ma era bello
e divertente e non volevo smettere per nessun motivo al
mondo.
Quando, dopo un po', la finimmo
di ridere, io restai lì, a
cavalcioni su di te, bagnata, a guardarti negli occhi. Eri
così
bella...
Fu in quel momento che realizzai che non m'importava chi
c'era intorno e cosa pensava di noi, m'importava solo di te.
M'importava dei tuoi respiri pesanti per il troppo ridere, delle tue
mani che mi cingevano i fianchi, dei tuoi occhi nei miei, delle tue
labbra socchiuse, dei tuoi capelli bagnati.
Pensai a tante cose
che desideravo fare. Volevo sussurrarti che ti amavo, volevo
stendermi accanto a te e iniziare a dire tante cose sceme solo per
farti ridere, volevo alzarmi e stringerti forte a me. Volevo anche
partire assieme a te e non tornare più, andare a vivere in
un altro
posto, dove saremmo entrambe state libere di cominciare tutto
daccapo.
In un attimo mi ritrovavo a
fantasticare su cosa sarebbe
potuto essere della mia vita se l'avessi passata con te.
Ma in
fondo eravamo solo su una stupida spiaggia, una sull'altra, piene di
sabbia anche fra i capelli, completamente bagnate, e ci guardavamo
negli occhi. Chissà cosa avrai pensato, tu, in quel momento.
Me lo
chiedo sempre, ed è frustrante non poter avere una risposta.
Alla
fine, dopo qualche lunghissimo secondo, chiusi gli occhi e poggiai le
labbra sulle tue. Mi sentii appagata, come se lo scopo di tutto
quello che avevo fatto nella mia vita fino a quell'attimo fosse stato
quello di assaggiare le tue labbra.
Ora non ricordo bene cosa
facesti nell'immediato, se rimanesti ferma, come sconvolta, o
sospirasti come se sapessi già che l'avrei fatto. Ma ricordo
che
poco dopo approfondisti il bacio.
Dire che mi sentivo in Paradiso
è banale.
Descrivere una cosa del genere non è ciò che
desidero, non è ciò che mi serve. Il sogno mi ha
dimostrato che
ricordo perfettamente quelle sensazioni, non potrei dimenticarle mai.
E sono certa che neppure tu potresti.
Penso di star scrivendo
questa lettera solo perché ho fatto questo sogno e mi sono
resa
conto che senza non avrei mai ricordato tutto così bene,
altrimenti.
Il sogno
è finito lì, ma quello che è successo
dopo non conta. È questo
che importa. È questo che voglio ricordare fino a quando gli
occhi
non mi si chiuderanno e la stanchezza di vivere prenderà il
sopravvento. Ed è questo quello che vorrei che ricordassi
anche
tu.
Mi sfuggono già i dettagli, dei pezzi del puzzle, senza i
quali non è mai lo stesso, e non lo sarà mai
più. Perciò ti
scrivo: voglio ricordare.
Voglio poter rileggere questa lettera,
un giorno, e pensare a quanto sono stata felice, e ripensare a quanto
ero innamorata. Non voglio dimenticare mai quello che ho provato,
quello che ho sentito, quello che ho pensato, le sensazioni che ho
scoperto baciandoti. Voglio ricordarmi di te, un giorno, quando a
tutti resteranno solo delle foto sbiadite e dei vaghi ricordi pieni
di malinconia.
So che non sei davvero andata
via.
So che
resterai con me finché io resterò con te, ed
è questo che voglio:
rimanere abbracciata a te per l’eternità, con una
forza disperata,
finché un giorno questo abbraccio non verrà
avvolto dalle braccia
dell’eternità.
Non m'importa se dovrò aspettare. Te l’ho
sempre detto, la pazienza è una delle mie migliori
qualità.
Deve
far freddo lì giù, sotto la terra umida. Ma stai
tranquilla, verrò
sempre a portarti un po’ di tepore, ti farò
compagnia finché ci
sarà ossigeno nei miei poloni.
Ricordi le nostre promesse? Non ti
lascerò sola.
Verrò a leggere
questa lettera davanti a quel
freddo e insensibile marmo bianco, sul quale è stato inciso
il tuo
nome ed appiccicata la tua foto, con una violenza incompresa da
tutti.
Quel tuo bel viso sorridente, e l'espressione calda e
dolce, una bellissima foto, che ti fa davvero giustizia, te lo
assicuro. Ma è davvero una forzatura sul bianco puro, quasi
abbagliante, di quella tomba.
So cosa penserai: odiavi il
bianco,
era troppo sterile, non dava abbastanza risalto alla tua
personalità.
Ho provato ad insistere per farti seppellire sotto terra, senza
pietre fredde e senza cuore, o almeno perché scegliessero un
colore diverso, ma non
mi hanno ascoltata.
Sai cosa hanno detto, amore? Che io non ero
nessuno.
Ma io per te ero tutto, non è così? Come possono
rifiutare di riconoscerlo?
Si sono dimenticati di me, i
tuoi
parenti. Non mi salutano neppure più. Ma non è
colpa loro, questo
lo so. È come vedere il fantasma della loro figlia, della
loro
nipote, della loro cugina, della ragazza che amavano, proprio accanto
a me, ogni volta. Evitarmi è solo un modo come un altro per
sfuggire
al dolore.
Ma se le nostre amiche hanno
smesso di parlare di te, e
di pensarti, e di piangere per te, e i tuoi parenti si sono
dimenticati di me, e tutti hanno smesso di portarti i loro fiori e le
loro lacrime, io ti prometto che non farò lo stesso.
In cambio,
ti chiedo solo di conservare il mio ricordo come io
conserverò il
tuo. Ti chiedo solo di conservare la mia memoria, perché un
giorno
ci rincontreremo, e quel giorno andremo in quel posto in cui volevo
portarti quel pomeriggio di Settembre, al mare. Ci rincontreremo e
andremo in un luogo tutto nostro, in cui ricominceremo.
Perché,
amore mio, io ti ho amata davvero.
Forse nel modo diverso e
confusionario in cui una quindicenne sognatrice e infantile sa di
amare, ma ti ho pur sempre amata davvero.
Tua,
Samantha.
Note
finali:
L’ho
scritta tempo fa, ora l’ho revisionata e fatta betare (dalla
mia
cara Frankie) ed eccola qui.
Che
dire. Non so perché “T”.
L’avevo scritta così, solo senza
firma, e mi piaceva l’idea di lasciare una semplice iniziale,
lì, e
non dare un nome alla ragazza dagli occhi verdi. Avevo la
sensazione che dovesse restare così.
E
quindi, beh, nulla. Spero vi faccia sentire malinconiche e depresse
come fa con me. E soprattutto, spero che vi piaccia, anche se
è un
lavoro vecchiotto.
Un
bacio a tutte/i.
Non dimenticatevi di recensire :3