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Autore: itsjjoy    24/10/2011    2 recensioni
Una lettera ad un'amore andato perduto ma che non riesce ad andare via davvero, ed un giuramento: ci rincontreremo.
Vecchia storia, ma meritava di vedere la luce.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Shoujo-ai, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cara T,

Ti stavo pensando.
Mi capita spesso di pensarti, sai?

Mi ricordo bene i tuoi occhi, verdi. È la cosa che meglio ricordo di te. Erano bellissimi, ma te l'ho detto troppe volte perché tu non lo sappia già.
Sai T, ho fatto un sogno stanotte, e c'eri anche tu.

Ho sognato quel bellissimo giorno di fine Settembre, al mare. Lo passammo insieme, ricordi?
Sì, lo so, sono passati più di due anni, ma sono certa che lo ricorderai anche tu.

Eravamo sulla spiaggia e c'era il mare agitato. Soffiava un vento fresco ed indossavamo entrambe la maglietta, nonostante ci fosse il sole. Eravamo tutte bagnate.
Io ero corsa in acqua – non so perché, l’avevo fatto e basta – e tu, vedendomi, avevi preparato subito l'asciugamano ed eri venuta ad aspettarmi a riva. Allora io ero uscita dall'acqua, bagnata fino in vita, e tu mi avevi guardata e mi avevi detto che mi sarei presa un raffreddore, con quella tua tipica aria un po' preoccupata e un po' rassegnata al mio essere un'eterna bambina.

Così io avevo preso l'asciugamano e ti avevo spinta verso l'acqua. Tu, impreparata, eri caduta, bagnandoti tutta. Allora avevi buttato giù anche me. Ricordi?
Ridemmo tantissimo. Sembravamo due bambine dispettose: ci schizzavamo l'acqua in faccia mentre le onde ci bagnavano la schiena.

Dopo un po' ti alzasti e iniziasti a correre, dicendo che non ti avrei mai acchiappata. Così ti inseguii, ti raggiunsi e afferrai la tua maglietta. Inciampasti e cademmo entrambe ridendo.
Ero stesa su di te, non riuscivo a smettere di ridere. Pensavo che sembravamo due stupide, ma era bello e divertente e non volevo smettere per nessun motivo al mondo.

Quando, dopo un po', la finimmo di ridere, io restai lì, a cavalcioni su di te, bagnata, a guardarti negli occhi. Eri così bella...
Fu in quel momento che realizzai che non m'importava chi c'era intorno e cosa pensava di noi, m'importava solo di te. M'importava dei tuoi respiri pesanti per il troppo ridere, delle tue mani che mi cingevano i fianchi, dei tuoi occhi nei miei, delle tue labbra socchiuse, dei tuoi capelli bagnati.
Pensai a tante cose che desideravo fare. Volevo sussurrarti che ti amavo, volevo stendermi accanto a te e iniziare a dire tante cose sceme solo per farti ridere, volevo alzarmi e stringerti forte a me. Volevo anche partire assieme a te e non tornare più, andare a vivere in un altro posto, dove saremmo entrambe state libere di cominciare tutto daccapo.

In un attimo mi ritrovavo a fantasticare su cosa sarebbe potuto essere della mia vita se l'avessi passata con te.
Ma in fondo eravamo solo su una stupida spiaggia, una sull'altra, piene di sabbia anche fra i capelli, completamente bagnate, e ci guardavamo negli occhi. Chissà cosa avrai pensato, tu, in quel momento. Me lo chiedo sempre, ed è frustrante non poter avere una risposta.

Alla fine, dopo qualche lunghissimo secondo, chiusi gli occhi e poggiai le labbra sulle tue. Mi sentii appagata, come se lo scopo di tutto quello che avevo fatto nella mia vita fino a quell'attimo fosse stato quello di assaggiare le tue labbra.
Ora non ricordo bene cosa facesti nell'immediato, se rimanesti ferma, come sconvolta, o sospirasti come se sapessi già che l'avrei fatto. Ma ricordo che poco dopo approfondisti il bacio.

Dire che mi sentivo in Paradiso è banale.
Descrivere una cosa del genere non è ciò che desidero, non è ciò che mi serve. Il sogno mi ha dimostrato che ricordo perfettamente quelle sensazioni, non potrei dimenticarle mai. E sono certa che neppure tu potresti.

Penso di star scrivendo questa lettera solo perché ho fatto questo sogno e mi sono resa conto che senza non avrei mai ricordato tutto così bene, altrimenti.
Il sogno è finito lì, ma quello che è successo dopo non conta. È questo che importa. È questo che voglio ricordare fino a quando gli occhi non mi si chiuderanno e la stanchezza di vivere prenderà il sopravvento. Ed è questo quello che vorrei che ricordassi anche tu.

Mi sfuggono già i dettagli, dei pezzi del puzzle, senza i quali non è mai lo stesso, e non lo sarà mai più. Perciò ti scrivo: voglio ricordare.
Voglio poter rileggere questa lettera, un giorno, e pensare a quanto sono stata felice, e ripensare a quanto ero innamorata. Non voglio dimenticare mai quello che ho provato, quello che ho sentito, quello che ho pensato, le sensazioni che ho scoperto baciandoti. Voglio ricordarmi di te, un giorno, quando a tutti resteranno solo delle foto sbiadite e dei vaghi ricordi pieni di malinconia.

So che non sei davvero andata via.
So che resterai con me finché io resterò con te, ed è questo che voglio: rimanere abbracciata a te per l’eternità, con una forza disperata, finché un giorno questo abbraccio non verrà avvolto dalle braccia dell’eternità.
Non m'importa se dovrò aspettare. Te l’ho sempre detto, la pazienza è una delle mie migliori qualità.

Deve far freddo lì giù, sotto la terra umida. Ma stai tranquilla, verrò sempre a portarti un po’ di tepore, ti farò compagnia finché ci sarà ossigeno nei miei poloni.
Ricordi le nostre promesse? Non ti lascerò sola.

Verrò a leggere questa lettera davanti a quel freddo e insensibile marmo bianco, sul quale è stato inciso il tuo nome ed appiccicata la tua foto, con una violenza incompresa da tutti.
Quel tuo bel viso sorridente, e l'espressione calda e dolce, una bellissima foto, che ti fa davvero giustizia, te lo assicuro. Ma è davvero una forzatura sul bianco puro, quasi abbagliante, di quella tomba.

So cosa penserai: odiavi il bianco, era troppo sterile, non dava abbastanza risalto alla tua personalità. Ho provato ad insistere per farti seppellire sotto terra, senza pietre fredde e senza cuore, o almeno perché scegliessero un colore diverso, ma non mi hanno ascoltata.
Sai cosa hanno detto, amore? Che io non ero nessuno.
Ma io per te ero tutto, non è così? Come possono rifiutare di riconoscerlo?

Si sono dimenticati di me, i tuoi parenti. Non mi salutano neppure più. Ma non è colpa loro, questo lo so. È come vedere il fantasma della loro figlia, della loro nipote, della loro cugina, della ragazza che amavano, proprio accanto a me, ogni volta. Evitarmi è solo un modo come un altro per sfuggire al dolore.

Ma se le nostre amiche hanno smesso di parlare di te, e di pensarti, e di piangere per te, e i tuoi parenti si sono dimenticati di me, e tutti hanno smesso di portarti i loro fiori e le loro lacrime, io ti prometto che non farò lo stesso.

In cambio, ti chiedo solo di conservare il mio ricordo come io conserverò il tuo. Ti chiedo solo di conservare la mia memoria, perché un giorno ci rincontreremo, e quel giorno andremo in quel posto in cui volevo portarti quel pomeriggio di Settembre, al mare. Ci rincontreremo e andremo in un luogo tutto nostro, in cui ricominceremo.


Perché, amore mio, io ti ho amata davvero.
Forse nel modo diverso e confusionario in cui una quindicenne sognatrice e infantile sa di amare, ma ti ho pur sempre amata davvero.


Tua,

Samantha.



Note finali:
L’ho scritta tempo fa, ora l’ho revisionata e fatta betare (dalla mia cara Frankie) ed eccola qui.
Che dire. Non so perché “T”. L’avevo scritta così, solo senza firma, e mi piaceva l’idea di lasciare una semplice iniziale, lì, e non dare un nome alla ragazza dagli occhi verdi. Avevo la sensazione che dovesse restare così.
E quindi, beh, nulla. Spero vi faccia sentire malinconiche e depresse come fa con me. E soprattutto, spero che vi piaccia, anche se è un lavoro vecchiotto.
Un bacio a tutte/i.
Non dimenticatevi di recensire :3

   
 
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