Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Ysis Donahue    24/10/2011    3 recensioni
Un nemico è, nell'opinione comune, una persona che ci è avversa perchè ogni cosa, in lui, è contraria a quello che siamo noi. Ma, quando due menti non sono poi così dissimili e l'inimicizia è dettata da fattori pre esistenti, non sembra un po' forzato parlare di odio necessario? A T T E N Z I O N E : Alcuni dettagli, anche cruciali, differiscono dai romanzi, ma nel re editing inserirò tutte le note e le spiegazioni del caso.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Cullen, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

(Jasper) Sospiro e mi allungo nel vuoto, spalancando le braccia come se fossero ali.
Ondeggio, assecondando il vento che mi soffia sulla pelle e cerco di liberare la mente più che posso, non pensando a nulla e seguendo solo le mie sensazioni.
Il vento, i rumori e gli odori sono tutti i maestri dei quali necessito.
Non ho bisogno di vedere e, soprattutto, non ho bisogno di pensare.
Sennò, finirei nuovamente schiacciato a terra dai miei problemi; mi sforzerei di trovare subito le soluzioni a tutto e finirei per commettere qualche grosso e sciocco errore.
Con calma, Jasper, una cosa per volta. Hai tempo.
Lentamente la mia mente si rilassa e i miei sensi sembrano raggiungere un nuovo livello di sensibilità.
É come ridiventare vampiro, tutto è amplificato e potenziato ma con la sostanziale differenza che le sensazioni, ora, sono divise nettamente invece che tutte mescolate assieme. 
Respiro l’odore forte del bosco e della terra umida, quello sgradevole dei combustibili e dello smog cittadino e poi quello molto più piacevole di cuoio, tabacco e fumo di falò. Le mie orecchie mi riportano i suoni della risacca e del frangersi delle onde, i ronzii dei motori e delle apparecchiature elettriche, il ritmo cadenzato dei lavoratori del legno e tutta un’infinita gamma di rumori e suoni tipici degli umani.
A Forks c’è parecchio frastuono, gli umani ridono, gridano e vivono rumorosamente, anche in una cittadina così piccola.
Alla Riserva, invece, tutto è diverso.
Gli indiani parlano poco e pensano molto. Dalla loro direzione non provengono né risate né grida, solo un silenzio pesante ed angosciato, che mi è fin troppo familiare. Hanno paura, sentono nell’aria che si sta preparando qualcosa di grosso e pericoloso e le loro menti impaurite non fanno altro che pensare e rimuginare. Sono agitati, instabili, potenzialmente pericolosi.
Impossibili da ignorare e troppo imprevedibili per essere incastrati in un piano.
Stavo osservando le cose da una prospettiva sbagliata.
Invece di preoccuparmi degli istinti suicidi di mio fratello e del modo di spiegare tutta la faccenda al resto della famiglia senza creare traumi, avrei fatto meglio a concentrarmi sui lupi, e sul clima che c’è alla Riserva.
Gli animi mi sembrano abbastanza tesi, e ho un bisogno disperato di trovare qualcuno che sia disposto a farmi un quadro generale della situazione.
Per fermare Edward basta tenerlo d’occhio col mio potere e manomettere le auto, ma contrastare e cercare di prevedere le azioni dei lupi sarà un lavoro lungo e faticoso, per il quale avrò bisogno di aiuto. Mi servirebbe una persona intelligente, ben informata, dotata di carisma e soprattutto affidabile. E credo di avere in mente un’ottima candidata, se ho imparato a conoscerla anche solo un po’. Ma ora mi devo muovere, il tempo stringe.
Apro gli occhi e rilasso i muscoli contratti delle cosce, lasciandomi cadere dal ramo al quale sono stato appeso per tutto il pomeriggio.
Comincio a correre prima ancora di toccare terra, raccogliendo le idee e preparandomi un discorso.
Se ho imparato a conoscerla anche solo un po’ convincerla non sarà difficile, ma farle accettare l’incarico si.


(Leah) Mentre l’acqua scroscia nell’idromassaggio, ispeziono il contenuto dell’armadietto laccato e prelevo un bagnoschiuma a caso tra quelli meticolosamente esposti sugli scaffali. La pretenziosa etichetta francese e il costo stampato sulla confezione riaccendono in me le braci di una rabbia e un odio che mi porto dietro da quando ho sei anni, ed è con una certa dose di soddisfazione che vuoto l’intero flacone nella vasca, godendomi lo spreco di quel denaro che dovrebbe spettare a me.
Sono tornata nel luogo dove ho vissuto il periodo più triste della mia vita, la casa dove un uomo e una donna che si odiavano mi hanno generato per errore e allevato nel disprezzo.
Ora nessuno vive più stabilmente qui: Edgar e Cynthia rincorrono le vite dorate e lussuose che hanno sempre sognato e il mio fratellastro Seth, figlio di mia madre, ci viene solo ogni tanto, a divertirsi con gli amici o a intrattenere qualche ragazza.
Che sia io l’unica Clearwater che considera questo luogo è dolorosamente ironico: qui ho percorso parte delle salite della mia vita, qui ho imparato a sopravvivere, a lottare, ad essere la mia forza.
Questa casa, l’odio che la impregna e i ricordi tremendi che la animano, sono stati la mia palestra per la vita e il motivo per cui in passato ho creato attorno a me una barriera di armi, armature e scudi, affinché potessi essere la paladina di me stessa.
Questa casa mi ha reso guerriera. Questa casa mi ha reso Leah.
E anche se, grazie a Dio, per anni e anni sono stata protetta e ho vissuto nell’amore e nella felicità, ora è giunto il momento di indossare di nuovo le mie vecchie armi.
Sospirando chiudo l’acqua, mi spoglio ed entro nella vasca, nascondendomi tra la schiuma.
Mi siedo al centro, tra le bolle e il vapore caldo, raccolgo le ginocchia al petto, le stringo con le mani e vi poso sopra la fronte, mentre i miei capelli si aprono nell’acqua in una pozza scura.
Rifletto.
In quanto lupa non mi piace essere Dominata, sono uno Spirito Protettore di questa terra e voglio rimanere libera di pensare ed agire come mi pare. L’essere così legata mi fa mal sopportare Jacob, e mi rendo conto di non essere la sola: a molti dei miei simili, specialmente quelli più giovani e difficili da domare, il morso e le briglie non vanno proprio giù.
Inoltre quei lupi che sono tendenzialmente più violenti e legati alle idee di Ateara, come Jared, continuano a non accettare la presenza dei Cullen sul nostro territorio, e portano avanti la campagna dell’intolleranza e del terrore iniziata dal Vecchio.
Giorno dopo giorno, ora dopo ora, un minuto dietro l’altro, le loro menti non fanno che ululare quanto siano pericolosi, i vampiri, e come siano bugiardi. Tutti loro sono diventati indiscriminatamente nemici spietati, pazzi assassini doppiogiochisti che stanno portando avanti una finzione da secoli e secoli, col solo scopo di farci abbassare la guardia per poi annientarci senza pietà.
E a furia di ripeterlo come un mantra continuo, sono riusciti ad entrare nelle menti dei soggetti più deboli e influenzabili, ingrossando le loro file ed innescando un effetto domino inarrestabile. Ora la paura e la diffidenza dilagano, ed è solo una questione di tempo prima che le singole voci si riuniscano in un comitato, pronto ad andare a fronteggiare Jacob e a pretendere una presa di posizione.
E lui, in quanto giovane capo appena insediato, è praticamente costretto a combattere.
Non è ancora abbastanza conosciuto perché ci si possa fidare ciecamente di lui e delle sue idee sulla convivenza tra lupi e vampiri, se vuole essere considerato come Capo deve prima dimostrare di saper comandare sul campo di battaglia.
Ma l’esito di uno scontro è troppo facile da prevedere: per quanto civili e rispettosi, i Cullen sono pur sempre una famiglia di vampiri con anni ed anni di esperienza alle spalle. Se anche riuscissimo ad attaccarli di sorpresa e anche se ci dovessimo ritrovare ad affrontare solo i genitori, la biondina con il suo fidanzato e Jasper, le perdite tra le nostre file sarebbero consistenti.
Quei lupi così smaniosi di combattere sono come studenti delle medie: spavaldi abbastanza per fare la voce grossa e spaventare i bambini, ma non abbastanza da poter reggere il confronto con i ragazzi del liceo.
Se davvero dovessimo lottare, molti di loro vedrebbero per la prima volta i vampiri sul campo di battaglia. E come farebbero a concentrarsi tra il sangue, le urla, l’adrenalina e la paura?
Ho detto e ripetuto a Jacob almeno un milione di volte che doveva affrontare la situazione fin da subito ed evitare che i tirapiedi di Ateara seminassero zizzania, ma non mi ha voluto dare retta. Anzi, mi ha totalmente esclusa dai suoi pensieri e dalle sue decisioni.
E quindi non mi lascia altra scelta.
So che in questo momento è disorientato e confuso, e non c’è nulla di strano, se si pensa a cosa ha sacrificato per salvare il branco. E so anche che il ruolo che ha rivendicato gli impone una maggiore trasparenza, e l’obbligo ad aderire a certe leggi non scritte.
Ma c’è ancora una chance per evitare la battaglia, ed è precisamente a quella speranza che mi voglio attaccare. Devo mettermi in contatto con uno dei Cullen, e avvisarli della brutta aria che tira qui, consigliando loro di giungere a qualche mediazione o di lasciare queste terre per qualche anno. L’unico problema è che per farlo devo lasciare il branco, visto che la volontà di Jake mi schiaccia.
E, non lo nego, questa decisione mi fa paura.
Non solo per la prospettiva di ritrovarmi totalmente sola ed esclusa da un momento all’altro, ma anche e soprattutto per la reazione di Jake. É già abbastanza logorato, e l’ultima cosa che vorrei è causargli problemi.
Ma è il bene per il branco che mi chiama, ed è un ordine al quale non mi posso opporre.
É una cosa che posso fare solo io. Distruggerà la mia vita, troncherà tutti i miei rapporti, mi bollerà per sempre come una traditrice.
Eppure so che lo farò, che andrò sino in fondo, perché, e l’ho appena capito, l’essenza di ciò che siamo è questa: non solamente lupi, ma soprattutto spiriti protettori.
Amiamo e viviamo questa nostra Terra, e per il suo bene moriamo.
La chiave è questa, e per noi indiani è così da sempre, anche se non ci avevo mai pensato sinora.
Non importa il fatto di vivere in una Riserva, non importa la voglia di scappare e il fatto di essere considerati una minoranza: questa terra è parte di noi e ci tiene legati a lei con un contratto indissolubile.
É nostra, e dobbiamo proteggerla.
A qualsiasi costo.


(Edward) Mi guardo allo specchio e non posso che essere contento del fatto che certe leggende siano, appunto, solamente tali: vedere il mio riflesso, è motivo di grandissima gioia.
La mia battaglia contro me stesso è quasi terminata.
L’astinenza e il veleno di Leah hanno quasi distrutto il mio corpo, dopo l’incontro con Jacob il mio animo ha finalmente trovato pace, e quindi ritengo di essere pronto per compiere l’ultimo atto del mio grande trionfo, il momento della mia morte.
Inspiro lentamente, assaporando il pieno significato delle mie vittorie, e una sorta di estasi mistica s’impossessa di me. Né in vita né nella morte ho mai assunto droghe, eppure adesso mi sento davvero “strafatto” di gioia e trionfo.
Io ho vinto, io.
Non Edward Cullen, non il vampiro. Io.
Io. Io. Io.
Io con la mia volontà, io con la mia determinazione, io nella mia pazzia, io adesso, nella gioia malata dei miei ultimi istanti.
Io.
Solo, semplicemente, e per sempre io.
Addio.
 

(Jasper) Non avrò mai le capacità di Alice, questo è un dato di fatto; le visioni rimarranno sempre, per me, una dimensione oscura.
Ma in tanti anni ho imparato a riconoscere le sensazioni, e a fidarmi dell’istinto. E adesso sento che devo muovermi e correre verso di lei.
Me lo urla ogni singola fibra del corpo e dell’anima.
E non solo perché dobbiamo parlare di cose importantissime, ed è meglio farlo di persona, o perché voglio vederla per assicurarmi che stia davvero bene.
Qualcosa di più sovrannaturale della mia natura muove le mie gambe e indirizza i miei piedi, e sono sicuro che una cosa simile sta accadendo anche a lei.
Siamo pedine del Destino, di un qualcosa di più grande di tutti noi, che ha semplicemente deciso che questo era il giorno e questa l’ora.
É inutile opporsi, è inutile cercare di ribellarsi.
Era scritto così, questo è quanto.
Ci incontriamo al confine e lei si rifugia tra le mie braccia, provvidenzialmente aperte. Tira su col naso e cerca in tutti i modi di non piangere. Vorrebbe parlare e spiegarmi la situazione, ma le poso un dito sulle labbra.
So già tutto, e credo che lo abbia capito anche lei.
Sentiamo le cose mettersi in moto, i sensi dei lupi attivarsi e la gioia incontenibile di Ateara.
Sentiamo il terreno fremere e rimbombare sotto il rumore delle zampe lanciate nella corsa e ci stringiamo la mano, facendoci coraggio.
Finalmente arrivano.
Leah mi si para davanti e si trasforma, combattendo assieme a me contro di loro.
E per un momento mi dimentico che tutto è già stato scritto e ho davvero l’illusione di poter vincere assieme a lei.
Ma è questione di un attimo.
Un lupo le squarcia un fianco e, mentre mi giro per soccorrerla, un altro mi azzanna alla gola. Non abbastanza forte da uccidermi, ma quel tanto che basta per avvelenarmi e stordirmi.
Perdiamo entrambi i sensi, e veniamo trascinati alla Riserva.
Scacco.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Ysis Donahue