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Autore: PULLA68    25/10/2011    4 recensioni
Che cosa ha allontanto Edward da casa? Che cosa gli è successo ? Riuscirà la famiglia Cullen a trovarlo e salvarlo dal destino che lo attende??
In una FF ambientata dopo BD, soltanto leggendo troverete le risposte alle domande e soltanto l'amore sarà la soluzione a questa storia dove il giallo del mistero si mescola al rosa dell'amore e al nero del thriller.
Posso solo aggiungere che il racconto è già finito e completo e che quindi se vorrete ne vedrete la fine.
Vi aspetto emozionatissima di poter condividere con voi la mia storia e aspetto i vostri commenti. Luisa
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Trilogia delle Nuvole'
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Ciao a tutte. Abbiamo lasciato eddino consapevole di chi sia e pronto a battersi per tornare a casa. Ma cosa lo aspetta a Volterra??? Non vi faccio perdere tempo e dopo avervi ringraziato ancora una volta vi lascio al nuovo capitolo...
Un bacio a tutte ♥ ♥♥


Capitolo 35 - “Voglio la mia libertà”


Edward


Quando arrivai nel boschetto dove mi ero incontrato con i miei genitori e con Bella, salutai Seth e Jacob, ringraziandoli e affidando loro la mia famiglia.

Poi salii su un ramo basso e mi accucciai annusando e aspettando di vedere apparire le Guardie mandate a cercarmi.

Aspettai un quarto d'ora quando sbucò Demetri seguito da quattro guardie che non conoscevo. Annusava l'aria intorno a lui circospetto. Poi si fermò, alzo la testa sorridendo e disse “Bentrovato Edward”

“Demetri” gli risposi.

“Vieni giù da bravo e torniamo a casa o devo venirti a prendere io?”

“Scendo. Non voglio guai” risposi saltando a un metro da lui “Andiamo, riportami a casa”

Perchè Edward? Aro è inferocito con te! Ti darà una bella punizione. Vorrei proprio sapere cosa ti è girato per la testa”

Alzai le spalle. “ Ho provato ad andare a caccia, ma qui non c'è niente di commestibile” mi sembrava una buona scusa, che potesse reggere. In fin dei conti avevo sul serio sete, anche se potevo resistere ancora qualche giorno senza problemi.

“Questo non ti basterà a giustificarti agli occhi di Aro. Preparati ragazzo mio”

Lo sapevo. Non mi aveva detto niente di nuovo.

Prosegui in silenzio, accerchiato dai miei accompagnatori. Forse avevano paura che fuggissi. Che sciocchi se avessi voluto gli avrei reso la vita difficile. Ma sarebbe stato peggio per me, invece così speravo di cavarmela abbastanza bene.

Che le cose si mettessero male lo capii quando invece di portarmi in camera o a giudizio davanti alla corte fui accompagnato direttamente nello studio di Aro.

“Bentornato Edward” mi salutò Aro, che seduto dietro un impotente scrivania mi osservava accigliato. “Mi hai deluso ragazzo... Molto deluso... Sono stato comprensivo con te, ho cercato di capirti e per così dire…viziarti. Ma tu ...mi hai reso le cose difficili. Non puoi pretendere di infrangere le regole come se niente fosse. Correggimi o ti era stato proibito di uscire dalla Rocca?”

Annui “Avevo il divieto di uscire per Volterra. Ma io sono andato fuori città a cercare qualcosa per nutrirmi” risposi in apparenza tranquillo.

“Queste sono sottigliezze. Non avevi il permesso di allontanarti. Eppure lo hai fatto. Sei già stato punito per questo, e a quanto pare non è servito a nulla. Cosa devo fare con te?”

Era una domanda teorica, avevo letto nella sua mente che sapeva benissimo cosa fare.

“Non sono scappato Aro. Sarei ritornato prima dell'alba, se non fosse arrivato Demetri” non sarebbe servita a molto come difesa, ma dovevo provare a rabbonirlo.

“Vedo dai tuoi occhi che non è servita a nulla, la tua... scappatella”

“In effetti no. Non c'era nulla di appetitoso”

“Già. Ma così non va bene. L'altra volta ti ho accontentato ma è stata l'ultima. Non ti sarà più permesso cibarti di sangue animale. Dovrai conformarti alle nostre regole. A tutte le nostre regole, d'ora in poi.” Si era alzato e avvicinato sorridendo soddisfatto.

Mi sentii mancare. Non volevo cibarmi di sangue umano. Non potevo farlo e non l'avrei fatto.

“Mi spiace Aro, ma non intendo uccidere uomini” risposi guardandolo negli occhi.

“D'ora in poi per te sono il tuo Signore, non scordartelo.” e mentre mi rimproverava con voce dolce mi schiaffeggiò con violenza. “Le cose sono cambiate Edward, e adesso devi cambiare tu! Non mangerai altro e quando la tua sete ti tormenterà vedrai che non avrà più importanza la fonte del cibo.” Rimasi fermo mentre Aro iniziò a girarmi attorno. “Santiago chiamami Jane e Alec” ordinò secco.

“Vedi Edward, non posso non punirti. Credimi mi dispiace, ma te la sei proprio voluta”

“Mio Signore” mormorai fissandolo negli occhi e raddrizzando le spalle “Vi chiedo di esonerarmi dal servizio. So che ne avete la possibilità. Lasciatemi andare, …vi prego”.

Entrai veloce nella sua mente per vedere la reazione alla mia supplica.

Che cosa? Ma cosa crede di ottenere? Ha fatto troppo presto a liberarsi dal condizionamento di Chelsea. Non lo lascerò mai andare, ha giurato e piuttosto morirà se non intende piegarsi alle nostre leggi.

Sono pronto, mio Signore Aro, non accetterò mai i vostri regolamenti, voglio la mia libertà”

“La tua richiesta è respinta.” sibilò furioso.

In quel momento entrarono i due gemelli

“Ci hai chiamato Aro?” chiese Alec con la sua vocina da bambino

“Si, Alec. Ho bisogno dei vostri servigi. Abbiamo una Guardia indisciplinata da punire. Jane, cara, vuoi iniziare?”

Non feci in tempo a girarmi per guardarla o per ribellarmi che un dolore fortissimo mi fece accasciare sul pavimento. Non volevo dargliela vinta, e quindi strinsi i denti per non urlare.

Il dolore cessò e cercai di tirarmi in piedi.

“Edward, sei coraggioso, ma non serve a niente. Jane carissima, colpisci ancora”

Mi ritrovai di nuovo a rotolarmi per terra, ma stavolta non riuscii a trattenermi dall'urlare dal dolore. Mi sentivo morire, non riuscivo più a sopportare quel fuoco che mi penetrava nelle ossa e iniziai a implorare Jane di smetterla.

Aro alzò una mano e Jane smise di colpirmi guardandomi sorridente.

“Se vuoi che il male finisca, mi devi promettere di non allontanarti più dalla Rocca senza permesso. Devi darmi la tua parola Edward.” Ero per terra rannicchiato, con la mente ancora confusa dal dolore, ma trovai la forza di sussurrare “Hai la mia parola, mio Signore... Non mi allontanerò più senza permesso... Ma non mi fare più colpire da Jane...ti prego”

“Bene Edward. So che sei un vampiro di parola, e quindi accetto la tua promessa. Jane cara, basta per ora. Accompagna Edward alla gabbia, penso che cinque giorni siano sufficienti a riflettere sulla sua richiesta assurda.”

Mentre ci avviavamo nel corridoio, ripensai con panico alla sua intenzione di farmi bere sangue umano. Avevo già fame, e sapevo che per altri dieci giorni non mi avrebbero chiesto di cibarmi e quindi magari nel frattempo sarei riuscito a procacciarmi qualcosa senza infrangere la mia parola.


Quando arrivai con un sospiro entrai all'interno della Gabbia. “Sei di nuovo a casa Edward. Non abbiamo mai usato così tanto la Gabbia da quando ci sei tu con noi!” Sghignazzò Alec e con un tonfo la porta si chiuse alle mie spalle.


Ormai ci avevo fatto l'abitudine e i cinque giorni mi pesarono ma riuscii a sopportarli abbastanza bene. Passai tutto il tempo a rievocare i ricordi della mia famiglia e dei dolci momenti passati con Bella. Quanto mi mancava! Mi sentivo impazzire dalla nostalgia, ma dovevo avere pazienza. Non avrei mollato facilmente e Aro si sarebbe stufato di me, presto.

Quando mi tirarono fuori assieme a Jane c'erano anche Alec e Felix.

“Bene, bene, a quanto pare riesci a stare in piedi” mi apostrofò Jane, quando con fatica mi tirai su facendo forza con le braccia sulla parete.

“Felix, bloccalo” ordinò secca.

Non capivo cosa volesse ancora da me e lasciai che Felix mi afferrasse per le braccia immobilizzandomi senza opporre resistenza.

Quando fu sicura che non potessi muovermi Jane mi osservò divertita e con malignità mi disse “Con Aro abbiamo pensato, che tu abbia fame e che quindi cercherai di nutrirti a modo tuo prima del pasto ufficiale. E questo non lo possiamo permettere, devi arrivare affamato in modo che il tuo istinto ti faccia partecipare al banchetto. E quindi sarà opportuno per te nei prossimi giorni indossare il morso.” La guardai allarmato. Mi ricordavo quanto facesse male, e non sopportavo l'idea di portarlo per dieci e più giorni. Tesi i muscoli pronto a sfruttare un minimo cedimento di Felix, ma non ne ebbi l'opportunità perchè Alec mi colpì con il suo potere, mandandomi nel suo limbo dove persi qualsiasi percezione del mondo esterno.


Quando finalmente fui libero dal suo potere mi resi conto che mi avevano portato nella mia camera.

Con orrore portai la mia mano alla bocca e mi resi conto che mi avevano messo il morso. Mi dava fastidio e se provavo a parlare o a mordere mi ferivo la bocca. Con forza provai a sfilarmelo, ma ovviamente era legato in maniera tale che riuscii solo a farmi del male. Per un attimo fui invaso dall'odio più profondo e la mia bocca si riempì di veleno. Un fastidio in più dal momento che ingoiarlo mi faceva male e sputarlo era impossibile. Dovevo calmarmi altrimenti avrei solo peggiorato la mia condizione.

Sapevo che Aro avrebbe cercato di piegarmi al suo volere, ma non credevo che sarebbe giunto a tanto. Mi alzai e mi guardai intorno allibito. Era sparito tutto, i libri, i cd e i dvd. La camera era vuota solo l'armadio, il letto e il divano erano rimasti identici. Era ovvio, ai Volturi non interessava leggere o altro. Vivevano solo per servire i Signori di Volterra e quando non avevano servizi da svolgere erano liberi di passeggiare indisturbati nella Rocca. Ma a me quel privilegio non era concesso, e adesso per punizione mi avevano levato anche gli unici passatempo che avevo.

Mi sedetti per terra, intristito ed annoiato. Avrei dovuto imparare a conviverci con la noia, ma forse presto sarei stato di nuovo libero.

Quando la porta si apri vidi Demetri entrare “Andiamo Edward, Aro ti aspetta per lavorare”

Mi tirai su ubbidiente e lo vidi sobbalzare alla mia vista. “Ma cosa...” poi scuotendo la testa mi fece strada.

Mentre passavamo per i corridoi mi tirai su il cappuccio, molti infatti mi guardavano incuriositi e la cosa m'innervosiva.

“Eccoti finalmente Edward. Abbiamo parecchio lavoro da fare ragazzo.” Aro mi salutò cordiale mentre lo incenerivo con lo sguardo. “Non fare quella faccia Edward, è per il tuo bene. Vedrai che quando assaggerai il sangue umano lo troverai di tuo gradimento.” sorrise compiaciuto.

Mi avvicinai a lui e gli toccai deciso una mano per fargli leggere i miei pensieri dal momento che non potevo rispondergli. “Non intendo ubbidire, mio signore Aro. Mi sono già nutrito in passato di sangue umano, conosco il suo gusto, e non rimpiango la mia scelta alimentare. Non accetterò mai di uccidere degli uomini per nutrirmi. So dominare il mio istinto e non cederò ad esso”

Mi sorrise “Vedremo Edward, vedremo..... Per adesso preparati hai del lavoro da fare e ti consiglio di farlo bene, non vorrei essere costretto a farti dell'altro male, ragazzo”

Mi inginocchiai vicino a lui. No, non era il caso di sfidarlo anche su questo fronte. Presi un bel respiro e chinai la testa mentre sentivo la sua mano accarezzarmi i capelli.


   
 
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