Tenebra Azzurra.
Capitolo 4: Loro
“L'importante
è che la
morte ci colga vivi!”
Marcello Marchesi.
Erano lì,
dinnanzi a lei.
Bulma era arrivata, la sua
corsa era terminata. Era nascosta
dietro il rottame di una macchina e osservava la scena attraverso i
vetri rotti
di quest'ultima.
Subito si rese conto del
grave errore che aveva commesso.
L'avrebbero sicuramente scoperta, di lì a poco.
Loro
erano in tre. Galleggiavano in aria con le
braccia al petto, fieri e vittoriosi. Perfidi sorridi deformavano i
loro
lineamenti. I muscoli gonfi erano rigidi.
Ognuno di loro
aveva quel dispositivo all'occhio.
Bulma ne aveva scoperto le funzioni, era un radar in grado di
individuare la
forza degli avversari. Ma allo stesso tempo, poteva mettersi in
contatto con altri
radar, come fosse un walkie talkie.
Quando la ragazza
abbassò lo sguardo, dovette trattenere un
urlo di terrore.
A terra c'erano i suoi
amici. Crilin, Yamcha e Tenshinahn. Il
primo era steso a terra, sanguinante ed immobile. Una lunga scia di
sangue gli
scorreva dalla fronte. Non riusciva a guardarlo in faccia, ma la
visione era
orripilante.
Yamcha era in piedi, il
braccio ferito penzolava come morto.
La cicatrice sulla sua guancia si era riaperta e sanguinava
copiosamente.
L'ultimo, Tenshinahn, ansimava con diverse ferite lungo il petto.
Si portò le mani
davanti alla bocca. I suoi presentimenti
erano veri.
I suoi amici erano stati
attaccati.
Tremava per la
preoccupazione, Bulma, osservando le ferite
dei suoi compagni.
Tremava di disgusto,
osservandone il sangue che ne sgorgava.
Tremava di paura, guardando
lo sguardo perfido di quegli
esseri.
Tremava di rabbia, per
essere inutile e non poter aiutare le
persone a lei care.
Osservò quei tre
esseri che volteggiavano placidamente in
aria. Erano due uomini ed una donna, se così potevano essere
definiti.
Capelli neri ispidi, occhi
color pece. Erano inquietanti e
temibili.
“Allora, vi
arrendete?” ghignò il primo, dai capelli a cresta
e due lunghi baffi.
Bulma
sbucò fuori dal tavolino dietro il quale si era nascosta
per la paura. Tremava ancora leggermente, osservando i suoi amici che
sostavano
sulla soglia della porta.
“Puoi
uscire fuori, Bulma.. tranquilla!” disse Crilin,
sorridente, entrando. La donna deglutì, restando china nel
suo nascondiglio.
“C..chi era quel tipo?” chiese con una voce
stridula.
“Si
chiama Mr Popo. E' venuto come portavoce del
supremo..” disse Yamcha sorridendo, andando verso di lei. Si
chinò,
raggiungendola e le sfiorò la guancia con l'indice,
romanticamente. “Sta
tranquilla, è tutto apposto..” le
sussurrò rassicurante. Bulma annuì alzandosi.
“Il
Supremo?” questa volta fu l'eremita della tartaruga,
il maestro Muten ad intervenire.
“Già
proprio lui! Ha chiesto a me, Yamcha e Tenshinahn di
andare al tempio ad allenarsi.. proprio con il supremo!”
annunciò Crilin
raggiante. Per poco il vecchio Muten non cadde per la notizia.
“Cosa?
Vi allenerà il supremo in persona?? Dovreste essere
orgogliosi ragazzi miei!”
“Infatti.
E' un opportunità in più per riuscire a superare
Kakaroth..” aggiunse infine Tenshinahn, dall'uscio della
porta.
Crilin tremava. Era vivo,
anche se ad ogni respiro fiotti di
sangue zampillavano dalla sua bocca. Riuscì a puntellarsi
con i gomiti
sull'asfalto distrutto ed alzare lo sguardo verso quegli uomini.
“Noi non ci
arrenderemo mai..!” sussurrò, tossendo sangue e
polvere.
“Huahuahua,
dovete essere degli sciocchi allora!” Disse
malignamente la donna dai capelli corti. Allungò il braccio
verso Crilin,
caricando quella che sembrava essere un'onda di energia spirituale
rossa. “Non
opponete resistenza. Non è poi male la vita da
schiavi!” rise maligna,
caricando ancora di più l'onda.
Crilin la
osservò, deglutendo. Dunque era questa la fine?
“Non ci arrenderemo mai a voi!” urlò,
con le poche forze che gli restavano. A
quel punto la donna fece partire un lungo raggio rosso che
perforò il petto del
ragazzo. Questi cadde a terra in un solo respiro, gli occhi ancora
aperti di
stupore.
“M-Maledetta! Non
poteva muoversi! Perchè l'hai fatto?”
urlò
Yamcha di rimando. La donna sorrise e scese a terra, a pochi metri dal
ragazzo.
“Mi aveva stancato. Volete fare la stessa fine?”
Non fece in tempo a
mettersi in posizione, Yamcha, che venne
scaraventato via da un possente pugno della sconosciuta.
Bulma, rimasta in silenzio
a piangere fino a quel punto non
riuscì più a trattenersi, in pena per il
fidanzato, per Tenshinahn e per
l'amico ormai defunto.
Non riuscì a frenare l'urlo che le partiva dal cuore.
^^Angolino piccino picciò^^
Io odio NVU. Credo che a breve cambierò programma di scrittura perchè questo mi sballa tutti i caratteri <.<
Spero comunque che questo capito
vi piaccia e che commentiate! (non lo fate più
ç_ç) buona lettura! :*