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Autore: Seyenne    29/06/2006    2 recensioni
Una storia intrisa d’azione e con un pizzico di romanticismo che si svolge nel XXX secolo. Ora che Bunny è diventata regina chi difenderà l'universo? Nuovi personaggi, nuovi nemici, tanti problemi e battaglie! R&R!!! Versione riveduta e MOLTO corretta
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chibiusa, Helios/Pegasus, Altro Personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Il tempio di Stella Rossa

 

°Crystal Palace°

Una donna bellissima dai lunghi capelli color dell’oro stava camminando per i corridoi del palazzo e, al suo passaggio, la gente e le guardie chinavano rispettosamente la testa; lei in cuor suo detestava tutte quelle formalità, ma tanto era inutile darlo a vedere… non sarebbe cambiato nulla.

La donna attraversò con passo spedito l’ultimo corridoio che la separava dalla camera della figlia.

 

Chibiusa era distesa sul suo letto a pensare a quello che le era appena capitato…

*Sono di nuovo una Sailor! Chissà come la prenderà la mamma… speriamo che mi capisca… di sicuro sì preoccuperà… tanto ormai ho accettato… lei non può più fermarmi…* Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto da qualcuno che bussava alla porta.

“Chi è?” Chiese la voce della principessa.

“Sono io… posso entrare?” Rispose la voce della regina Serenity. La donna senza aspettare la risposta aprì la porta e rivolse un sorriso dolcissimo alla figlia che ricambiò.

“Ti stavo pensando….” Disse Chibiusa invitando la madre a sedersi sul letto.

“Ah si? A che proposito?” Chiese Serenity.

Chibiusa si rabbuiò.

“C’è qualcosa che non va, tesoro?” Riprese la donna.

“Io… beh… mamma mi dispiace non averti consultato ma mancava il tempo… e io….” Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime quando incrociarono quelli confusi e preoccupati della madre che non riusciva a comprendere la reazione della figlia.

“Chibiusa… calmati. Ma cos’è successo…?” Chiese la voce dolce e confortante della regina con una nota di preoccupazione.

“Mamma io sono una Sailor!” Esclamò tutto d’un fiato la ragazza un po’ preoccupata per la reazione che avrebbe potuto avere la madre.

“Cosa?! Non è possibile” Sospirò confusa “La tua spilla è custodita nella sala dei tesori: lo saprei se l’avessi presa.” Disse la donna più a se stessa che alla figlia.

“No. Non hai capito: non ho preso la spilla che usavo nel XX sec.” Rispose Chibiusa.

“Io… io non capisco”Continuò la regina.

“Beh… tutto è cominciato oggi pomeriggio: Angel, le altre ed io eravamo qui a chiacchierare quando….” Così Chibiusa raccontò alla madre quello che le era successo nelle ultime ore. Quando finì il suo racconto la regina la guardava shockata.

“Io ho pensato che tu al mio posto avresti fatto lo stesso” Provò a giustificarsi la ragazza preoccupata “Quindi ho accettato…” Concluse guardando la madre negli occhi.

La regina in cuor suo non sapeva proprio cosa dire, aveva appena appreso che stava per scatenarsi un’altra guerra e che la sua unica figlia sarebbe stata in prima fila a combattere, era totalmente confusa, doveva appoggiarla od ostacolarla…? Cos’avrebbe dovuto fare una buona madre in quell’occasione?

Chibiusa guardava la madre, i suoi occhi erano sempre stati un libro aperto per lei.

“Mamma… non credo che dovresti preoccuparti, almeno non tanto… infondo sarei in pericolo anche qui, e poi avrò dei poteri potentissimi…” Cercò di rassicurarla.

“Combattere è pericoloso!” Esclamò d’un tratto la donna con le lacrime agli occhi e la voce incrinata.

“Lo so! Ma infondo non è la prima volta che mi mandi a combattere… anche nel XX sec---” Non riuscì a terminare la frase perché fu interrotta dalla voce alterata della madre.

“Nel XX sec. era diverso!” Proruppe “Io, anche se indirettamente, ero lì con te! Ti ho lasciata andare perché, per quanto fosse stato pericoloso, sapevo che c’era Bunny che pur di salvare la tua di vita avrebbe sacrificato tutto!!! Ora invece vai a combattere da sola…”

“Non sarò sola… sarò affiancata da una moltitudine di persone capaci ed esperte che ci aiuteranno a vincere! E poi lo faccio anche per te, per papà, per i nostri sudditi, se avessi rifiutato, l’universo avrebbe avuto molte più probabilità di essere distrutto che di salvarsi!!! Io… io non volevo che migliaia d’innocenti rischiassero di morire per colpa mia, solo perché io avevo avuto paura e avevo rifiutato l’incarico!” Urlò Chibiusa scoppiando in lacrime e gettandosi nelle braccia della madre che l’abbracciò rassegnata e poi chiese: “Quand’è che parti?”

“Domani mattina…” Rispose la principessa.

Quella frase arrivò alla donna come una pugnalata… solo un'altra notte e poi la sua bambina se ne sarebbe andata, forse per sempre.

 

 

°CRYSTAL PALACE – LA MATTINA DEL GIORNO DOPO°

Angel stava salutando i suoi genitori; anche loro, come quelli di Chibiusa, avevano fatto parecchie storie quando gli aveva rivelato la sua scelta ma poi avevano accettato la realtà e le avevano augurato buona fortuna.

“Mi raccomando fai attenzione….” Le disse sua madre per la cinquantesima volta.

“Okay… ora però è meglio che vada a cercare Chibiusa e le altre…” Poi guardando gli occhi della madre che si erano di nuovo riempiti di lacrime aggiunse: “Non ti preoccupare ma’ vedrai che andrà tutto bene.” Le rivolse uno dei suoi sorrisi contagiosi e poi l’abbracciò.

“Ciao tesoro, mi raccomando tieni alto l’onore della nostra casata!” Disse suo padre quando Angel gli rivolse un sorriso.

“Kozo! Chi se ne frega dell’onore!” Urlò indignata Joanna guardandolo sbieco.

“Non ascoltare tuo padre tesoro, pensa a tornare indietro viva, fregatene pure dell’onore!” Riprese guardando la figlia.

“Okay” sorrise Angel “… ciao!” Abbracciò i suoi genitori per l’ultima volta poi girò i tacchi e s’incamminò verso il gazebo, dove si era data appuntamento con le altre. Arrivò dopo qualche minuto, Dafne e Aphrodite erano gia li.

“Ehi ciao Angy!” La salutò Aphrodite.

Angel sorrise alle compagne poi chiese: “...Chibiusa?”.

“Boh… a quanto pare non sei l’unica ritardataria sulla faccia del cosmo! Ehi Aphro c’eravamo sbagliate!” Ironizzò Dafne.

“Ah Ah Ah, davvero spiritose! Mi sto proprio sganasciando…” Ribatté Angel fingendosi offesa.

Le altre due scoppiarono in un allegra risata.

“Cos’avete da ridere?” Chiese Chibiusa apparendo alle loro spalle.

“Ehi ciao Usa-chan!”

“Buongiorno!” S’intromise una voce piuttosto stridula.

Angel e Dafne si zittirono all’istante, Aphrodite fece un saltello sul posto e Chibiusa quasi si soffocò.

“Ehm… scusate non volevo spaventarvi, mi chiamo Snaps, ho l’incarico di condurvi al tempio di Stella Rossa per gli allenamenti….” Spiegò l’omino. “Sono un elfo!” Esclamò poi indicandosi vedendo che Angel continuava a fissarlo sbalordita.

“Un elfo?! Mm… beh in effetti le orecchie a punta le hai, ma non sei basso e tarchiato!” Commentò dubbiosa la principessa di Gaeda.

“Quelli bassi e tarchiati sono i troll o gli gnomi!” esclamò Snaps offeso “Io sono un elfo: una creatura estremamente più bella ed intelligente!” Spiegò visibilmente irritato.

“Ah sul serio? Non credevo ci fosse una differenza così sostanziale! AHI!” La consueta gomitata arrivò precisa e puntuale tra le costole di Angel.

A quelle parole l’elfo la guardò malissimo e con voce offesa disse:È tardi, andiamo.” Fece loro segno di afferrare il ciondolo e poi sparì così com’era arrivato.

“Ehi dov’ è andato?” Chiese Angel.

“Non lo so, ma sono certa che ti odia….” Esclamò Chibiusa ridendo.

“Forse dobbiamo trasformarci?” Ipotizzò Aphrodite.

Snaps ricomparve davanti a loro e domandando: “Beh perché non vi muovete?”

“Ti sei dimenticato di dirci come ci si arriva, al tempio!” Puntualizzò Dafne.

“Dovete prendere tra le mani il ciondolo e pensare al tempio!” Spiegò l’elfo come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Ma io non ho idea di come sia fatto!” Protestò Angel.

Snaps alzò gli occhi al cielo. “Non importa… basta che tu lo voglia intensamente. Forza muovetevi!” Detto questo sparì di nuovo.

Le ragazze si guardarono negli occhi un po’ confuse poi Angel disse: “Quello gnomo è pazzo!”

“È un elfo…” La corresse Aphrodite.

“Dai andiamo”

Le ragazze presero tra le dita i ciondoli e cominciarono a pensare al tempio. Dopo qualche secondo il corpo di Aphrodite cominciò a risplendere di luce e poi lei sparì, successe lo stesso con Angel, Chibiusa e Dafne.

“Benvenute al tempio di Stella Rossa!” Fece annoiata la voce stridula dell’elfo non appena le ragazze comparvero al suo fianco.

“Wow! Wow! Stra-wow!” Urlò Angel girando su se stessa.

Erano appena comparse in un piccolo fazzoletto di terra pieno di aiuole contenenti la più disparata varietà di fiori. Sembrava di essere nel chiostro di un monastero: il giardinetto infatti era circondato da corridoi sui quali si aprivano imponenti porte di legno finemente lavorato. Al centro del giardinetto c’era un pozzo dall’aspetto piuttosto antico.

“Vi mostro le vostre stanze.” Disse Snaps facendo cenno alle ragazze di seguirlo.

Camminarono per qualche minuto tra i corridoi del tempio che, notò Chibiusa, a differenza di quelli del Crystal Palace, erano ornati di splendidi arazzi dai tessuti pregiati. Percorsero due rampe di scale e poi svoltarono a destra. Le finestre erano molto grandi e lasciavano intravedere splendidi giardini. Proseguirono per qualche altro minuto prima di fermarsi davanti a una splendida porta di legno di faggio anch’essa finemente intagliata; Snaps la spalancò e fece loro cenno di entrare. Si trovavano in una stanza circolare, una specie di saletta d’aspetto, contenente due divani e un tavolo.

“Questa è l’anticamera, per di là ci sono le vostre stanze.” Spiegò indicando una scala a chiocciola su un angolo che nessuna di loro aveva notato.

“Okay grazie!” Sorrise Aphrodite.

“Tra un’ora vi sarà servito il pranzo” disse indicando il tavolo al centro della stanza “Mentre nel pomeriggio qualcuno verrà a cercarvi per presentarvi il vostro istruttore. Vi prego di non uscire di qui. Arrivederci.” Quasi ringhiò poi se n’andò sbattendo la porta.

Le ragazze si guardarono e poi scoppiarono a ridere.

“Quello ci odia sul serio!” Disse Aphrodite.

 

 

Come preannunciato dopo pranzo i discorsi delle ragazze vennero interrotti da qualcuno che bussava alla porta.

“Vado io!” Esclamò Chibiusa.

Le ragazze dal piano di sopra sentirono il rumore della porta che si apriva e poi la voce di Chibiusa. “Signora Faye, buongiorno! …ragazze! Scendete è ora di andare!”

Le altre tre imboccarono la scala a chiocciola e una volta disotto salutarono la donna.

“Sono felice che vi troviate bene ma adesso è ora di cominciare a lavorare: vi porto a conoscere il vostro insegnante!” Disse Faye e fece segno alle ragazze di seguirla.

Le guidò attraverso i corridoi fino ad arrivare all’aperto. Mentre attraversavano i giardini spiegò: “D’estate le lezioni si tengono fuori.”

Continuarono a camminare per qualche altro minuto finche non giunsero in prossimità di una specie di piccolo anfiteatro.

“Purtroppo ho molto da fare e devo andar via. Voi rimanete qui, tra un po’ arriverà il vostro professore. Arrivederci!” Detto questo schioccò le dita e scomparve.

Le ragazze entrarono nell’anfiteatro e si sedettero sui gradini aspettando l’insegnante.

“Professore… me lo immagino, sarà vecchio decrepito, perderà la pazienza ogni due minuti, e ci sgriderà in continuazione….” Si lagnò Angel.

“Beh non è detto che non vi sgriderò ogni due minuti e perda sempre la pazienza, ma non sono ancora vecchio decrepito….” Scherzò una voce maschile alle loro spalle.

Un ragazzo sui vent’anni stava qualche gradinata sopra di loro; aveva i capelli neri come l’inchiostro e gli occhi d’argento. Il suo fisico era perfetto ed aveva anche uno splendido sorriso.

Le ragazze rimasero per qualche secondo senza parole, era proprio un bel ragazzo, ma poi Angel si riprese:Ti prego, ti scongiuro, dimmi che non sei il nostro professore.” supplicò.

Il ragazzo annuì divertito.

“Noooo… ma perché devo sempre fare queste figuracce!” Continuò con lo stesso tono.

“Piacere mi chiamo Alexander!” Esclamò il ragazzo porgendo la mano alla principessa di Gaeda.

“Io sono Angel….” Rispose lei afferrando la mano.

Poi lui si girò con sguardo interrogativo verso le altre tre ragazze.

“Io mi chiamo Dafne…”

“Piacere, Aphrodite…”

“Chibiusa….” Quando gli occhi rosa della ragazza s’incrociarono con quelli argentati di Alexander l’erede al trono dell’Empire percepì una stretta allo stomaco…. Dio com’ erano belli quegli occhi….

“Beh… Morpheus mi ha detto che devo partire da zero….” Cominciò il ragazzo.

“Esatto!” Annuì Angel.

“Mh… allora come prima lezione direi che potreste imparare a trasformarvi, che ne dite?” domandò con aria pensierosa.

“Ci sto!”. Sorrise Dafne.

“Okay, è abbastanza semplice, il trucco è concentrarsi su quello che si vuole ottenere.” Spiegò “Allora…. Prendete tra le mani il vostro ciondolo e concentratevi sul fatto che volete trasformarvi!” Disse Alexander e le ragazze eseguirono.

Nelle loro menti si formarono delle parole…

“Moon Cosmic Power, Make Up!” Esclamò Chibiusa.

“Light Cosmic Power, Make Up!” Continuò Angel.

“Dragon Cosmic Power, Make Up!” Urlò Dafne.

“Heart Cosmic Power, Make Up!” Concluse Aphrodite.

Furono avvolte da un turbinio di luci e, quando queste finirono, Alexander rimase a guardarle a bocca aperta: non era la prima volta che vedeva delle Sailor, ma mai ne aveva viste di così belle.

Chibiusa si guardò: la minigonna era bianca, come il body, e terminava con un bordino rosa e oro. Il fiocco dietro era lungo fin quasi a toccar terra ed era anch’esso dorato, quello appuntato sul petto, invece, era normale e rosa. Indossava dei guanti lunghi fino al gomito bianchi col bordo d’oro, sulla sua fronte la mezza luna sempre presente brillava più del solito. Ai piedi calzava degli stivali bianchi dal bordo rosa e oro; il ciondolo le pendeva dal collo e anche gli orecchini erano a mezza luna; sulla sua schiena spuntavano un paio d’ali immacolate.

Posò lo sguardo sulle compagne: a grandi linee la loro divisa era la stessa. Cambiavano le scarpe: Angel indossava un paio di sandali alla schiava, Aphrodite degli stivali che arrivavano a metà coscia e Dafne un paio di scarpe a spillo. Anche i colori delle divise differivano: al posto del rosa Angel aveva il blu, Aphrodite il verde acqua e Dafne il viola scuro; sulla fronte. Al collo e sugli orecchini avevano il loro simbolo (spirale, dragone e cuore); Aphrodite inoltre aveva i guanti corti dai polsi.

“Perfetto!” Esclamò soddisfatto Alexander “Ci siete riuscite al primo colpo!”.

“Certo, cosa ti aspettavi? Non lo sai che noi siamo state scelte tra migliaia di candidati?” Scherzò la biondina. “Accipicchia! Che figata quest’uniforme!”. Esclamò poi piroettando su se stessa.

Alexander alzò gli occhi al cielo simultaneamente a Dafne poi prese la parola: “Bene non perdiamo tempo. Allora: voi siete dotate di un potere superiore a quello delle normali Sailor” Cominciò guardandole seriamente. “Mi spiego meglio: mentre le comuni guerriere evocano i loro attacchi con formule prestabilite voi avete la capacità di sferrare offensive semplicemente concentrandovi sul colpo che volete sferrare. Inoltre, una normale Sailor, ha un elemento che la caratterizza, ed è quello che sta alla base dei suoi attacchi… non so se mi seguite…?” S’interruppe guardando le altre.

“Io si, per esempio una delle guardiane di mia madre, Sailor Mars può usare solo attacchi di fuoco, Sailor Mercury solo d’acqua ecc….” Disse Chibiusa.

“Esatto! Voi invece potete sferrare indistintamente attacchi di fuoco, d’acqua, d’aria, di luce ecc. Per farlo dovete pensare alla magia, se volete chiamarla così, come ad un’entità astratta: dovete sentirla scorrervi dentro, dopodichè pensate all’attacco che volete sferrare…. È un po’ complicato detto così, ma poi in pratica è più semplice!” Cercò di rassicurarle.

“…se lo dici tu.” Disse dubbiosa Angel.

“Volete provare?” Chiese Alexander.

Le ragazze fecero istintivamente un passo indietro.

“Oh, paura di sbagliare? Ma non eravate le migliori tra migliaia e migliaia?” scherzò il ragazzo guadagnandosi un’occhiataccia da Angel. “Avanti, che vi importa se sbagliate! È comprensibile già che è la prima volta….” Cercò di convincerle, poi si girò e fece comparire un bersaglio al centro del cortile.

Le ragazze continuarono a guardarlo poco convinte. Lui alzo gli occhi al cielo poi prese Chibiusa per una mano e la trascinò ad una decina di metri dal bersaglio.

Al suo tocco la ragazza s’irrigidì ma poi si sciolse quando lui le sussurrò al orecchio:Sono certo che ce la farai…”. Poi si staccò e fece qualche passo indietro mettendosi in attesa.

Chibiusa era arrossita violentemente, tanto che le sue guance erano dello stesso colore del bersaglio che aveva di fronte.

“Forza concentrati e pensa che ce la puoi fare!” Esclamò autoritario Alexander.

La principessa del Crystal Empire fece un profondo respiro e chiuse gli occhi: poteva sentire l’energia crescere dentro di se, ancora qualche secondo e non sarebbe più riuscita a contenerla, nella sua mente comparve la forma del bersaglio che si trovava davanti a lei, *Ce la posso fare, ce la posso fare, ce la farò… ORA!!!* Chibiusa aprì di scatto gli occhi, portò in avanti le mani ed urlò:Luce di tenebra!” Un attacco di media potenza centrò il bersaglio disintegrandolo.

“Molto bene! L’attacco che hai eseguito si può classificare di medio livello solo che non hai sfruttato per intero la sua potenza che avrebbe potuto essere dieci volte maggiore, ma come prima prova è molto buono! Ora provate voi.” Disse con fare pratico Alexander facendo comparire altri bersagli.

Andarono avanti per altre tre ore ad allenarsi e più o meno tutte riuscirono ad eseguire un buon attacco di primo livello. Un orologio in lontananza batté le quattro e mezza.

“Ragazze, credo che per oggi possa bastare… che ne dite di un gelato?” Chiese Alexander interrompendo gli allenamenti.

“Gelato? Esistono anche qui?!” Chiese entusiasta Angel che proprio non ci sperava.

“Certo” rise Alex “Basta andare a comprarlo al bar.” Spiegò.

“Bar? C’è un bar?!” Chiese Angel ancora più sbalordita.

“Certo, ma hai finito di farmi il verso?” Domandò Alexander ridendo. “Credevi di essere arrivata dove? In una galassia popolata di alieni e marziani?”

“Si, scusa, è che visto il posto… non credevo proprio avessero idea di cosa fosse un bar.” Si giustificò Angel.

“Beh andiamo?” Chiese Chibiusa sciogliendo la trasformazione, imitata dalle altre.

“Vi faccio strada!” Disse Alexander incamminandosi fuori dal cortile del anfiteatro.

Passarono un piacevole pomeriggio in compagnia del ragazzo parlando del più e del meno, raccontandogli del Crystal Empire, di Gaeda e del modo in cui erano state messe al corrente della loro missione. Alle sette Alexander si congedò dicendo che aveva da fare e le ragazze cominciarono ad incamminarsi verso la loro stanza.

“È strano: qui hanno sempre tutti da fare….” Commentò ironica Angel.

“O forse siamo noi che abbiamo troppo tempo libero….” Fece notare Aphrodite.

“Spiritosa… comunque Alex è proprio simpatico, ed è anche molto carino!” Disse Angel.

“Hai ragione, per una volta siamo d’accordo su qualcosa.” Disse Dafne.

“Piace anche a te, vero Usa-chan?” Chiese Angel in tono malizioso.

“Ma… ma che cosa dici? Non è vero!” S’infiammò Chibiusa.

“Ah no? E allora perché sei tutta rossa? Ti ho visto prima sai?” Continuò Angel.

“Non sono tutta rossa!” obbiettò “E non so a cosa ti riferisci!” Sbottò la principessa del Crystal Empire allungando il passo.

“Prima… quando ti ha trascinata in mezzo al cortile…. L’ho vista la faccia che hai fatto, speravi che non me ne accorgessi, eh?” Insisté Angel raggiungendola.

“….”

“Ah ah… beccata in pieno!” Disse Dafne aprendo la porta della loro camera.

“Si! Missione compiuta! Hai visto Usa-chan, te l’avevo detto che ti avrei trovato un ragazzo!” Esclamò euforica Angel salendo la scala a chiocciola.

“Ma se non hai fatto niente! Il loro incontro è stato casuale, non gliel’ hai combinato tu!” Fece notare Aphrodite.

“… questi sono dettagli insignificanti!!! Allora, a quando le nozze?” Disse Angel gettandosi sulla poltrona.

“Non dire stupidaggini! Ora vado a farmi un bel bagno caldo, sono piuttosto stanca!” Disse Chibiusa cambiando discorso.

Angel non fece in tempo a ribattere che lei si era gia chiusa la porta alle spalle.

 

 

 

CONTINUA…

  
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