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Autore: kymyit    25/10/2011    3 recensioni
Fic scritta per il One week with Detective Conan di Roe.
E nella fattispecie, c’era un pensiero ricorrente che faceva andare il killer particolarmente su tutte le furie. Era imperdonabile come uno come lui potesse avere come chiodo fisso una persona, soprattutto se questa persona non doveva essere assassinata a breve. In realtà l’individuo in questione doveva essere morto e sepolto da tempo, ma tornava sempre allo scoperto. In un modo o nell’altro, sembrava ci tenesse a fargli sapere di esserci ancora.
(Gin/Shuichi)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nome autore: kymyit
Titolo: Chiodo fisso
Genere: introspettivo
Rating: giallo
Avvertimenti: flashfic
Contoparole: 232
Prompt: Aria
Pairing scelto: Gin/Shuichi Akai
Altri personaggi: nessuno
Introduzione: Shuichi Akai è un chiodo fisso per Gin, che non lo sopporta proprio.
Note: Fic scritta per il One week with Detective Conan  di Roe. 





Se proprio doveva ammettere qualcosa, Gin preferiva farlo con se stesso e non di frequente, fra l’altro.
Ma quando si trovava da solo, nella sua casa sicura, senza un lavoro da svolgere né occupazione alcuna, stava semplicemente lì a pensare. E odiava farlo. Perché nel tedio della nullafacenza, la mente tende a divagare. E nella fattispecie, c’era un pensiero ricorrente che faceva andare il killer particolarmente su tutte le furie. Era imperdonabile come uno come lui potesse avere come chiodo fisso una persona, soprattutto se questa persona non doveva essere assassinata a breve. In realtà l’individuo in questione doveva essere morto e sepolto da tempo, ma tornava sempre allo scoperto. In un modo o nell’altro, sembrava ci tenesse a fargli sapere di esserci ancora. Quegli occhi verdi affilati come schegge di vetro lo tormentavano nel sonno e nella veglia. Anche quando non voleva averci nulla a che fare, quelli erano sempre presenti nella sua mente. Gin desiderava allungare le mani e strapparli, stringerli nei pugni nodosi e farli grondare di sangue ed umor vitreo. E allora si che avrebbe davvero goduto, ma poi…
Si rigirò sul fianco e sbuffò, al buio, nel cuore della notte… se fosse davvero riuscito a ucciderlo, che sarebbe successo in seguito? Perché, in fondo, quella presenza nella sua vita era talmente costante, che perderla sarebbe stato l’equivalente di una lenta e dolorosa morte per asfissia. Semplicemente insopportabile.

   
 
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