Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: rospina    26/10/2011    1 recensioni
La seconda guerra mondiale incombe sull'Europa e sull'Italia, tutto appare uguale e diverso da sempre, perchè il vento impone la sua danza e i suoi tempi e non resta altro che muoversi ai suoi ritmi per non essere spazzati via...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

 

 

 

 

Dall’altra parte della sala, anch’essa seduta, vi era Inès. Aveva potuto vedere la scena, e poco prima aveva assistito a come Fabio si era preso il bambino e aveva abbandonato la sala. Da subito aveva notato il modo in cui la guardava, era lo stesso con cui la guardava Federico.

Ne fu gelosa. Gelosa e adirata! Cos’aveva questa misera ragazza? Lei non aveva notato niente di speciale in lei, eppure tutti la volevano e l’ammiravano;  quando il suo fidanzato le si avvicinò disse:

“Sono stanca, voglio andare a casa” per la prima volta l’uomo sentì un tono di voce nuovo in lei. Non era più dolce e sottomesso. Ma deciso e perentorio.

Quella stessa notte Giulietta non riusciva a prendere sonno. seduta sul bordo del letto guardava Alessandro dormire sereno. Da quanto non dormiva così? Non se lo ricordava neppure. Si alzò e si affacciò alla finestra, la luna grande e bianca come il latte, rischiarava il cielo, e milioni di piccole stelle le facevano da cornice. Il vento forte e impetuoso si riversava sulle strade, una folata le arrivò addosso facendole alzare la camicia da notte di seta che le copriva appena le ginocchia e lasciava scoperte le braccia rivelando la sua infinita bellezza. La donna socchiusegli occhi, e di fronte a lei apparve duro e deciso Federico. Lo amava. Con tutta se stessa e senza esitazioni, ma non era l’uomo che credeva, era un amore fatto di illusioni e fantasie. Nella sua testa si era creata un’immagine differente dalla realtà, mentre in lontananza, una figura sagomata, non definita, ma sempre presente, costante, lui era la realtà:

Fabio Paris.

Colui che aveva ammesso di aver sbagliato, ma che si era pentito. Colui che voleva fare della sua vita qualcosa di bellissimo. Colui che l’aveva sorretta mille volte nel momento del bisogno, senza mai chiedere nulla in cambio se non un sorriso o una semplice speranza che anche lei avrebbe potuto ricambiare il suo sentimento. E che tenerezza vedere come lui si occupava di Alessandro. Il più delle volte pareva il più dolce dei padri. Il più affettuoso degli zii. Mai un rimprovero severo. Con dolcezza spiegava al piccolo tutto, e lui quando lo vedeva gli correva gettandogli le braccia al collo.

Sospirando Giulietta si disse che lui e nessun altro sarebbe potuto essere l’uomo della sua vita.

Pochi passi al buio. Un corto corridoio separava le due stanze da letto. La ragazza bussò leggermente. Nessuna risposta. Forse l’uomo stava dormendo, stava quasi per andarsene, quando la porta si aprì:

“Che succede? Alessandro non si sente bene?” chiese Fabio Paris passandosi una mano fra i capelli mossi. Lei scosse la testa sorridendo. Ancora una volta lui gli dimostrava con un piccolo gesto il suo grande amore. Non disse nulla ed entrò in quella stanza. Moquette Blu copriva il pavimento, un maestoso letto in noce nazionale stava al centro della stanza, tutto l’arredamento era in penombra. Lei continuava a restare in silenzio e con un gesto fugace della mano sciolse il fiocco della sua vestaglia che scivolò repentina a terra. Rimase con la sua camicia da notte. Lui la guardò esterrefatto, non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Sentì il suo cuore battere violentemente. Non aveva mai visto una donna più bella, la sua pelle chiara, era luminosa, gli si avvicinò lentamente, quasi tremendamente. Non poteva credere che Giulietta fosse li, la gola secca non gli permetteva di parlare, ma con un filo di voce mormorò il suo nome:

“Giulietta”

Lei continuava a fissarlo e gli disse:

“Voglio essere tua! Voglio amare solo te tutta la vita”

Che gioia per il cuore di Fabio, le prese il volto tra le mani e la baciò sulle labbra. Non fu dolce e lieve, ma molto più intenso e passionale, la strinse a se con forza. Giulietta assorbiva passiva quei baci, due lacrime cristalline le scesero sulle guance, non era riuscita a trattenerle. L’uomo se ne accorse subito, gliele asciugò col palmo della mano. Non ebbe bisogno di fare domande. Capì cosa stesse passando nella mente e nel cuore di Giulietta, e gli parve di sentire in fondo al cuore una coltellata. Secca e decisa. Si staccò da lei, e anche se dentro moriva col sorriso sulle labbra le disse:

“No Giulietta! Non è così che ti voglio! Ti voglio per amore e non per gratitudine” le diede un bacio sulla fronte; raccolse la vestaglia e posandogliela sulle spalle la riaccompagnò nella sua stanza.

Fu una notte interminabile, nessuno riuscì a prendere sonno.

Bella come la sera precedente Inès era arrivata a casa Paris con Federico Sepùlveda. Li accolse donna Adelina, che aveva sul volto un sorriso perfido come sempre. Faticosamente fece una leggera riverenza, doversi piegare agli altri era per lei un sacrificio incomparabile, soprattutto se questi erano ospiti di Giulietta. Li fece accomodare in un salotto e disparve per cercare i padroni di casa. Poco dopo tornò nel salotto dove gli ospiti attendevano in silenzio, la donna dalla testa canuta con voce dolce e sottomessa disse:

“Vi chiedo di perdonare il ritardo dei miei signori, ma sapete bene cosa succede quando due persone si amano come si amano loro, passano notti insonni” curvandosi ancora di più se ne andò definitivamente. Federico si irrigidì, strinse le mascelle e serrò i pugni. In quel modo gli parve di poter placare l’ira del suo cuore.

Ma fu invano.

Dopo pochi istanti vide entrare proprio loro due, le loro braccia si sfioravano appena e i loro sguardi carichi d’imbarazzo facevano immaginare ciò che non era realmente successo. Fabio scostò una sedia per far accomodare la “sua” donna e solo dopo lui si sedette insieme a Federico. I visi di tutti erano pallidi e crucciati, e i loro sorrisi erano solo di convenienza. I due uomini guardavano l’esile figura di Giulietta, avvolta in abito color panna che le ricopriva leggermente le ginocchia, un lungo tavolo ovale spadroneggiava nella stanza, su di esso dei fiori freschi e null’altro. Nessuno osava parlare, e solo quando riapparve la cameriera con il vassoio carico di tazze da te Giulietta chiese ad Inès:

“Come ti trovi in Italia?”

“E’ un paese meraviglioso …” fu la risposta in un italiano viziato dall’accento argentino

“Mi piacerebbe portarti a visitare qualcosa” continuò lei accondiscendente

“Mi farebbe piacere, ma credo che il mio Federico non abbia molto tempo libero per dedicarsi alle gite” Giulietta capì che stava declinando l’invito e percepì che nelle sue parole vi era molto più astio di quello che lasciava intravedere. Che fosse gelosa di Federico? Forse nei suoi occhi riusciva a leggere tutti i sentimenti che cercava di tenere nascosti? Possibile che si vedesse così tanto? Giulietta non poteva immaginare che Inès in realtà fosse gelosa del fatto che i due uomini presenti nella stanza stessero lottando per lei.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: rospina