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Autore: _hurricane    27/10/2011    12 recensioni
Kurt Hummel è un ragazzo molto particolare, di quelli che forse incontri una sola volta nella vita. E’ fiero di sé stesso ma mai spavaldo, pungente ma mai arrogante, e tremendamente impacciato nelle questioni di cuore.
Kurt Hummel è un ragazzo speciale, così speciale che difficilmente potresti trovare un altro come lui… ma quando Blaine, solista dei Warblers della Dalton Academy, incrocia il suo sguardo in un negozio di dischi, non sa che dentro quegli occhi azzurri si nasconde una bugia.
"E intanto Kurt sentiva il suo profumo, e il cuore di Blaine che batteva proprio sotto il suo orecchio, che sembrava chiamarlo e ipnotizzarlo.
Come se battesse per lui.
Cercò di ignorarlo, perché un cuore, un organo fatto di tessuti, carne, vene e sangue, non batte per nessuno se non per il corpo a cui appartiene. Non batte per nessun motivo, se non per assicurare la vita a colui che lo possiede.
Eppure quel battito regolare, più accelerato a tratti – che strano, sembrava più veloce proprio quando Blaine inspirava tra i suoi capelli – alle sue orecchie non appariva meccanico e ripetitivo. A lui sembrava musica."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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22 My boyfriend

 

 

Fu strano come le cose cambiarono, senza tante parole.

Beh, in realtà di parole ce ne furono eccome: Kurt e Blaine parlarono praticamente per ore, tanto che ad un certo punto la madre di Blaine lo chiamò al cellulare chiedendogli se fosse andato fino in Guatemala per restituire la cravatta al suo compagno di scuola.

Ma nessuno dei due ammise ad alta voce che niente era più come prima. Che aprirsi in un modo così profondo era stato bellissimo e li aveva lasciati avvolti da un’incredibile sensazione di sicurezza, invece che dalla paura di essere ingannati o traditi dall’altro.

Nessuno dei due disse che poteva significare soltanto una cosa.

Così rimasero ignari di amarsi già in un modo incomprensibile per chiunque altro, ma forse non era poi così importante.

Perché adesso Kurt era di Blaine, e Blaine era di Kurt.

E ad entrambi, tanto bastava.

 

* * *

 

Passò una settimana, fatta di telefonate sempre più dolci e sporadiche uscite romantiche: Blaine tornava a casa esausto la sera, e Kurt era sempre più preso dalla scaletta per le provinciali adesso che non aveva altri problemi per la testa.

Adesso che tutto sembrava andare, finalmente, per il verso giusto.

Una sera, Kurt chiese a Blaine se avesse voglia di conoscere i ragazzi del Glee, e lui accettò.

Essere presentato ufficialmente come “ragazzo di Kurt” davanti ai suoi più cari amici sarebbe stato un modo fantastico di entrare a pieno titolo nel suo mondo, che conosceva soltanto tramite i suoi racconti a fine giornata. Senza contare che era davvero curioso di scoprire che tipi fossero.

Si incontrarono tutti da Breadstix, anche se lui avrebbe preferito qualcosa di meno formale, ma era l’unico posto sufficientemente carino dove si potesse mangiare grissini a oltranza e avere una piacevole conversazione allo stesso tempo.

Blaine andò a prendere Kurt a casa, ma ovviamente lo trovò in ritardo. Gli aprì la porta con aria concitata, il papillon ancora da allacciare e i capelli senza lacca – erano bellissimi, ovviamente – che gli ondeggiavano sulla testa mentre farfugliava qualcosa come: “Giuro, ci sono quasi, siediti lì, arrivo, sono pronto, un secondo solo!”

Blaine lo osservò divertito e poi girò la testa verso il punto che Kurt gli aveva indicato per aspettarlo.

Solo in quel momento vide suo padre seduto sul divano, che lo stava vagamente esaminando. Deglutì.

“Salve Signor Hummel, è un piacere conoscerla” disse avvicinandosi e tendendo una mano verso di lui.

Burt gliela strinse e rispose soltanto: “Piacere mio.”

Blaine prese posto accanto a lui e si sistemò il colletto della camicia, pensando che in quella casa dovesse fare davvero caldo.

“Possiamo andare Blaine!”

“Ciao Colin” disse Blaine senza battere ciglio, prima di voltarsi al di là del divano e trovarlo in piedi, le braccia incrociate al petto, con un sorriso compiaciuto che svanì all’istante.

“Ma come cavolo-“

“Stupido!” esordì Kurt spuntando dalla porta che conduceva alla scala di accesso alla loro stanza, prima di avvicinarsi a lui e dargli una gomitata al fianco.

Tutti quanti risero, e fu come se la tensione e l’imbarazzo si fossero magicamente dissolti. Burt infatti sembrò rilassarsi all’istante, e si rivolse a Blaine in tono affettuoso dicendogli: “E’ proprio come dice Kurt, sei straordinario!”

“Papà!” si lagnò Kurt, imbarazzato.

“Che ho detto?!” chiese suo padre, sinceramente ignaro della risposta.

“Lascia stare… comunque ora dobbiamo andare, non è vero, Blaine?”

“Ma io mi sto divertendo tanto” rispose Blaine, trattenendo un ghigno divertito. Vedere Kurt arrossire non aveva prezzo, era fantastico.

Quando Kurt lo guardò alzando un sopracciglio e si incrociò le braccia al petto, Blaine non potè più fare a meno di ridere, notando che Colin era nella stessa identica posizione accanto a lui.

I due gemelli si guardarono e si portarono le braccia lungo i fianchi nello stesso momento, finendo per provocare risate ancora più alte, anche da parte di Burt.

“Ok, andiamo” disse infine Blaine, dopo aver smesso di ridere.

Si avviarono insieme alla porta, dopo che Blaine ebbe salutato con cordialità sia suo padre che suo fratello.

“E’ perfetto” disse Burt sottovoce, abbozzando un sorriso.

"Lo so" rispose Colin.

 

* * *

 

I ragazzi del Glee Club furono tutti gentili con Blaine. Era evidente che sapere che Kurt avesse finalmente trovato qualcuno li riempiva di gioia, e nessuno di loro sembrava minimamente intenzionato a nasconderla.

Certo, ognuno la esprimeva a suo modo: Finn, il quarterback, era chiaramente uno di poche parole e si era limitato ad un “E’ davvero un piacere amico” e ad una pacca amichevole sulla spalla.

La cheerleader ispanica di nome Santana, che Blaine sapeva essere dotata di una schiettezza ai limiti della decenza, si era presentata per poi dire a voce fin troppo alta “E’ un po’ troppo basso, ma se una certa regola di cui parlano è vera, allora buon per te Kurt!” facendo scoppiare tutti a ridere.

Rachel si era scusata per averlo quasi aggredito fisicamente a scuola, ma non era riuscita a trattenersi dal dirgli “Se scopro che sei qui solo per spiarci, ti spiaccico un uovo sulla testa” facendo scoppiare nuovamente tutti a ridere, e solo qualche minuto dopo Blaine si ricordò di aver sentito parlare Kurt del fantastico e indimenticabile episodio di Jesse St. James, stella dei Vocal Adrenaline, che faceva colazione sui suoi capelli.

Nel corso della serata legò molto con Noah, che tutti chiamavano Puck, l’ebreo con i capelli da Mohicano che si rivelò essere un amante di vari cantanti semi-sconosciuti che a lui piacevano molto, e anche Santana si rivelò più simpatica di quanto non sembrasse all’inizio.

Brittany era cordiale e spontanea, anche se sembrava un po’ stupida, e Blaine non potè fare a meno di ridere quando lei gli chiese se fosse legale che degli uccelli gareggiassero in una competizione canora, visto che erano avvantaggiati per natura.

Inoltre, gli fu impossibile non notare gli sguardi che la ragazza si scambiava con Santana, e ad un certo punto credette anche di aver sentito una gamba dell’ispanica – seduta accanto a lui – spostarsi per trovare quella della bionda.

La serata passò velocemente, forse proprio perché stava andando tutto benissimo, e più volte Kurt strinse la mano di Blaine sotto il tavolo e gli sorrise radioso, come se volesse ringraziarlo di qualcosa. Come se non fosse Blaine a dover ringraziare lui.

Dopo che tutti se ne furono andati, rimasero ancora un po’ al tavolo, Kurt curiosissimo di sapere l’opinione di Blaine su di loro.

“Allora? Che ne pensi?” chiese sorridendo ampiamente.

“Sono fantastici” rispose con semplicità Blaine, ricambiando il sorriso e cercando ancora una volta la sua mano.

“Sii più specifico!” replicò Kurt mentre gliela stringeva. Blaine roteò gli occhi e ci pensò su.

“Uhm, beh, Puck è un po’ sfacciato ma si vede che in fondo è un bravo ragazzo. Finn non l’ho inquadrato bene, sarà che ogni volta che cercavo di parlargli rispondeva Rachel al posto suo… a proposito, era seria quando diceva che voleva farci conoscere i suoi papà? Per, beh, ecco… aiutarci?

Kurt arrossì. “Purtroppo credo che lo fosse, ma direi che non è il caso.”

“No, certo che no.”

Si guardarono per un secondo prima di abbassare lo sguardo nello stesso istante.

“Comunque…” – continuò Blaine con nonchalance – “…Brittany mi piace. Anche se non ho capito bene, pensavo stesse con tuo fratello, ma stasera si comportava in modo un po’ strano con Santana.”

“Blaine, non scervellarti tanto su quello che fa Brittany. Lei… beh, pensa una cosa e la fa. Anzi, diciamo che la fa e basta” disse Kurt, provocando la risata dell’altro.

“Comunque Colin non è interessato, gli piace solo spassarsela” aggiunse in tono piatto.

“Oh, capisco” rispose Blaine, nascondendo palesemente qualcos’altro.

“Puoi dirlo” disse Kurt con il sorrisetto compiaciuto di chi ha capito tutto.

“Cosa?”

“Che è un idiota.”

“Oh, ok… sì, un po’ lo è” rispose Blaine, grattandosi i capelli impacciato. Entrambi risero.

“E Mercedes? Lei ti piace vero?” chiese Kurt con il tono più carico di speranza e aspettativa del mondo. Anche se non fosse stata la verità, Blaine sarebbe morto piuttosto che deluderlo, specie vedendo un’espressione del genere sul suo viso.

“Certo! Mi ha un po’ preoccupato quando si è lamentata per l’assenza delle crocchette sul menù, ma mi piace” rispose.

Kurt rise di gusto: adorava il modo in cui il suo ragazzo – sorrise d’istinto nel pensarlo in quei termini – riusciva a notare i dettagli più importanti di chiunque. Un po’ come aveva notato quelli che gli avevano permesso di distinguerlo da Colin, pur non sapendone l’esistenza.

“Wow, e quello per cos’è?” chiese Blaine.

“Cosa?”

“Quel sorriso. Voglio saperlo!” rispose Blaine, portandosi la mano libera sotto il mento.

“E’ una cosa stupida” rispose Kurt, ma senza riuscire a fare a meno di sorridere ancora di più.

Blaine sbattè le palpebre in attesa, lo sguardo adorante. Kurt si sciolse come neve al sole.

“E’ solo che stavo pensando una cosa su di te, e invece di pensare ‘Blaine’ ho pensato ‘il mio ragazzo’, ed è… beh, è fantastico” disse.

Blaine fece una piccola risata e spostò la mano dal suo mento a quello di Kurt. Lo attrasse a sé e gli lasciò un leggero bacio sulle labbra.

“Andiamo, il tuo ragazzo ti riporta a casa.”

 

 


 

Note di _hurricane:

Come potete vedere, per ora navighiamo in un mare di zucchero e arcobaleni! Ma... guess what? Non sarà così per sempre!

Ebbene sì, dal prossimo capitolo ci sarà qualche problemino, vi dico soltanto che non potreste mai arrivarci perchè è una cosa che nella serie non è mai successa.

Domani e dopodomani sarò al Lucca Comics, chissà, magari incontrerò alcuni di voi senza saperlo! 

Baci a tutti <3


 

   
 
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