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Autore: cloe cullen    27/10/2011    41 recensioni
CONTINUO DI "QUI DOVE BATTE IL CUORE"-
“Kristen, perché Joy sta dicendo a tutti che ti sei fatta la pipì add..”
Si bloccò quando vide la grossa pozza ai miei piedi e il suo sguardo si alternò da quella a me. Mi bastò che i nostri occhi si incrociassero per sapere che aveva capito benissimo che non era pipì.
Impallidì così velocemente e così in fretta che mi sentii in dovere di fare una battuta per risollevare la situazione.
“Lo sapevo che il super sperma non avrebbe fallito”
Deglutì quasi visibilmente. “Stiamo per avere un bambino?”
E, nonostante la paura, gli sorrisi. “Stiamo per avere un bambino”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap nuovooooo Bonsoir!!!!!! Awwwwwwwwwww non avete idea di quanto adori ricominciare a commentare con battute cattive e stupide questa storia a inizio e fine capitolo *---*. Da una soddisfazione incredibile muhamuhamuhamahuaahmmahuhaha Ok basta Cloe u__________u. Che poi fino ad ora siamo state buone, invece in futuro avrò modo di sfogare e deliziarvi con tutta la mia ironia.
*Nessuno ride mai -_-*
Vabbè U_U  passiamo alle cose serie :D
Prima di tutto i ringraziamenti per tutte le fantastiche recensioni che ci avete lasciato la settimana scorsa *_*. Caspita, più di 50 recensioni, oltre cento preferiti..e siamo solo al primo capitolo *__* siamo estasiate girls. No words. Ci commuoviamo...anche un pò xchè la settimana scorsa eravamo insieme e ora siamo di nuovo separate T__T. Miss u sisters :(((.
Ok basta con i momenti depressione perchè fra 19 giorni c'è BD e la vita sarà bella e il mondo un luogo stupendo per quelle due magnifiche ore. E soprattutto Cloe non sarà più sola al cinema come tutti gli anni perchè tutti si sono rifiutati di accompagnarla a vedere il primo spettacolo del primo giorno (Ma sei scema?? Che ti importa, aspetta il week end. U__U la gente nn capisce ) ma sarà con la sua dolce mamma Leti C. awww. E Fio sarà con la dolce (vabbè ehm...più o meno u_u) Leti S.
Ok, smetto di parlare e senza ulteriori indugi vi lasciamo al capitolo!!!
Un bacione enorme dalle vostre due scrittrici preferite (e montate ahahah)
Cloe & Fio

P.S= Ahahah dal titolo sembra che muoiano tutti xD. Non è così ahah per lo meno non in questo capitolo muhamuhamuha +___+






http://i51.tinypic.com/4hoyvo.jpg



CAPITOLO 2 (Cloe)

DESTINAZIONE PARADISO






KRISTEN POV


“No dai, seriamente, ditemi dove stiamo andando”
Joy rise ancora più forte e Rob si battè la mano contro la fronte per quella che doveva essere la centomillesima volta.
“No”
“No mami.”
“No? Ma state scherzando, vero?”
Si certo quello doveva essere uno scherzo di quei due pazzi di mio marito e mia figlia. Probabilmente anche le valige erano vuote, vero?
Vero??
Rob si voltò e mi rivolse uno di quei sorrisi che facevano venire l’infarto a metà della popolazione del pianeta, me compresa, anche se non lo avrei mai e poi mai ammesso.
“Robert Thomas Pattinson non scherza mai mia cara.” Decretò “Si va in vacanza”
“Ma…ma ..” balbettai “Non possiamo mollare tutto quanto così.”
“Possiamo e dobbiamo. Guarda come sei pallida e bianchiccia. Abbiamo bisogno di rilassarci e prendere un po’ di colore. Soprattutto tu. Mi sembri un po’ nervosa, sicura che lo yoga ti abbia aiutata?”
Alzai la mano pronta a fermarlo. “Ok, sorvoliamo sul fatto che lo yoga è stato un’idea tua. Quanto…quanto pensi che resteremo fuori?”
Lui scrollò le spalle e mi abbagliò di nuovo col suo sorriso. Alzò un solo dito.
“Uno? Un giorno?”
“Una settimana”
Cosa?? La mia mente, in un secondo, tornò indietro, a casa nostra, a tutto ciò che avevamo lasciato in sospeso. Finestre aperte, il balcone, Bear e Cake che ancora non avevano mangiato e..
“Oddio Bear e Cake! Sono lì da soli e abbandonati! Dobbiamo tornare indietro subito.”
Alle mie parole sia Rob che Joy risero e se potevo capire mia figlia che neppure aveva quattro anni, mi trattenni dall’impulso di colpire in testa mio marito.
“Rob ma sei scemo?”
“Kris ma..” parlava tra un singhiozzo e l’altro “Secondo te non sono abbastanza responsabile da aver pensato a tutte queste cose? Tua madre sarà già a casa nostra a chiudere porte e finestre e a prelevare Bear e Cake per portarli a casa sua.”
Mi calmai all’istante sapendo che i miei due cucciolotti erano al sicuro. Forse la gravidanza faceva impazzire tutti gli ormoni legati all’istinto materno perché ultimamente ero più apprensiva del solito, e non solo con Joy. Insomma, con lei lo ero sempre, ma di solito con gli animali ero più calma e non tendevo a preoccuparmi della loro salute in modo eccessivo. Ultimamente invece mi sembrava sempre che avessero qualcosa che non andava. Bear che scodinzolava troppo poco o Cake che beveva troppo poco latte…
In più la storia dell’Oscar aveva lavorato un bel po’ sui miei nervi già tesi e dovevo ammettere che l’idea di una vacanza rilassante non era per nulla male, se mi fermavo a pensarci. E non era male neppure per Joy e Rob visto che avevano coraggiosamente sopportato tutti il mio nervosismo di quei giorni.
Un sorriso affiorò sulle mie labbra e quello di Rob divenne ancora più luminoso.
“Beh una vacanza non sarebbe affatto male in effetti…”
“Lo sapevo che era un’ottima idea. Dopotutto l’ho avuta io” scherzò baciandomi le labbra con passione “Vedrai ci divertiremo da impazzire.”
Il suo entusiasmo stava iniziando a contagiarmi e presi una saltellante Joy sedendola sulle mie gambe prima che si gettasse fuori dal taxi in corsa per la troppa eccitazione.
“Ok, dov’è che andiamo?”
Rob mi guardò accigliato per un attimo. “Non te lo posso dire. E’ ancora una sorpresa”
“Oh ma dai!” protestai “tanto già so che stiamo via una settimana, che prendiamo un aereo e che ci abbronzeremo. Che ti costa?”
“No” si voltò verso il finestrino ma poi tornò a fissarmi ad occhi spalancati “Ehi come sai che prenderemo un aereo? Io non ho mai parlato di aerei.”
“Rob, vivo a Los Angeles da tutta la mia vita, so qual è la statale per LAX.”
“Accidenti”
Risi alla sua espressione dispiaciuta e mi avvicinai di nuovo a lui stringendomi il più possibile al suo calore. Presi a baciargli piano il collo, come sapevo lo faceva impazzire. Dopotutto era mio marito da più di tre anni e avevo imparato qualche trucchetto da usare a mio vantaggio.
“Ti pregooooo”
“Oh nooo. Non ci provare ne…”
Gli mordicchiai il lobo dell’orecchio prima di scendere verso il basso alternando un morso ad un bacio ogni volta.
“Per favore…”
Lo sentii tremare.
“No..Joy non glielo dire”
“Dai Rob” implorai senza più cartucce da sparare “Mi sa che l’avete detto anche al tassista tranne che a me!”
Rob arrossì, facendomi capire che avevo ragione per quanto la cosa fosse folle.
“Glielo ha detto Joy!” si giustificò.
Tornai a osservare mia figlia che ci fissava confusa ma interessata.
“E alla tua mamma non lo dici? Povera mamma…”
“Te lo dico tolo te tu mi dici una coda” rise coprendosi il viso con le manine, affondandolo poi contro il mio seno.
“Pecchè moldi papà sul collo? A papà piace essele moldicchiato?”
“Oh amore” scoppiai a ridere imbarazzata più che mai. A volte tendevo a dimenticare quanto Joy stesse crescendo velocemente e che quando vedeva qualcosa di insolito non si limitava più a ridere sbattendo le manine, ma faceva domande. Tante domande.
“Sì, sì” annuii “A papino piace essere morso. Specie quando ha fatto il cattivo”
“Che bello!!! Potto moldelti papino?”
Non aspettò la risposta prima di prendere la mano di Rob e dargli un piccolo morsicotto, cosa che fece scattare la rappresaglia del solletico, che trasformò il sedile posteriore di quel taxi in un vero e proprio manicomio.
Finalmente, dopo dieci minuti di risate, arrivammo alla zona partenze dell’aeroporto e probabilmente non avevo mai ringraziato tanto Dio  di essere in un posto pubblico. Il bambino premeva con una sua parte anatomica non precisa sulla mia vescica e alla prossima risata ero certa che avrei allagato il sedile. E non d’acqua.
Ci precipitammo fuori e Rob si offrì di fare il check in dei nostri bagagli mentre io e Joy cercavamo un bagno il più urgentemente possibile. Anche se mi promise che il volo sarebbe durato poco non mi fidavo del mio corpo e neppure troppo della parola di Joy sul non avere assolutamente bisogno di fare la pipì. Ricordai con un sorriso  i giorni in cui avevamo cercato di farla abbandonare il pannolino; mi sembrava ieri e invece erano già passati anni. Da una parte il pensiero che stesse crescendo e diventando una bambina buona e generosa mi riempiva di orgoglio ma dall’altra non potevo contrastare la sensazione di tristezza ogni volta che davo via pacchi di vestiti che non le entravano più o giochi vecchi e rotti. Per fortuna presto avrei potuto rivivere ancora una volta i primi, intensi giorni di vita di un nuovo figlio. Non ero precisamente eccitatissima all’idea di poppate nel mezzo della notte e coliche ma…c’era qualcosa nel dividere quelle ore notturne con tuo figlio, a guardarlo mangiare dal tuo seno, che non avrei saputo spiegare. Cementava il rapporto ed era una sensazione magica e unica.
Io e Joy trovammo un bagno poco distante ma, paradossalmente, dopo essersi svuotata le venne una sete terribile. Ci accomodammo al tavolino di un bar poco distante, io con un bicchiere d’acqua frizzante e lei con la sua immancabile Coca-Cola.
Anzi, scusate, era una Pepsi. Avevano solo quella e di questo fatto Joy era piuttosto contrariata.
“E’ buona amore?”
“Non è motto motto buona ma non fa niente” sospirò come se caricasse sulle spalle il peso delle ingiustizie del mondo “Non è Coca-Cola”
“Piccola ma la Pepsi e la Coca-Cola hanno lo stesso sapore, dai”
Quando alzò gli occhi e mi guardò come se avessi detto una parolaccia orrenda non potei non rivedere Rob in ogni suo piccolo gesto.
“Ma mami, la Coca-Cola e moooooooooootto più buona!!”
Le carezzai la guancia paffuta. “Hai ragione. E’ molto più buona”
Avremmo anche continuato a parlare dei pregi di quella che era la sua bevanda preferita e, se fosse stato per lei, unica, se non fossi stata attirata da un flash a pochi metri da me.
Merda.
“Guadda mami c’è uno dei tinioli che fanno semple foto!” lo indicò e sventolò la mano in segno di saluto provocando un’altra raffica di flash. Dio solo sapeva quanto avrei dato per avere la calma e la pazienza di mia figlia. Le avevamo spiegato che quelle persone facevano foto per il loro lavoro e che, visto che mamma e papà facevano i film che si vedevano in televisione,a volte era normale incontrarli in giro. Lei non ne era affatto infastidita, anzi. Di solito sapeva gestire la cosa meglio di me e Rob messi assieme e sorrideva e salutava tutti molto educatamente.
Mandai un sms a Rob e quando ci raggiunse non sembrava affatto felice.
“Dai non fa niente” gli massaggiai la schiena per tranquillizzarlo. Tra noi quello che aveva ancora una grossa avversione per i paparazzi  e per i giornali di gossip era soprattutto lui, specie dopo ciò che era successo durante il rapimento di Joy. “Tanto non possono seguirci dopo il controllo sicurezza, no?”
“Figurati. Tanto qualcuno ci vedrà e lo scriverà su twitter.”
Il suo buon umore si era velocemente sfaldato e io non potevo permetterlo. Aveva fatto così tanto per organizzare qualche giorno solo per noi che sprecare quel tempo pensando a cosa sarebbe o meno potuto accadere era un’opzione non contemplabile.
“Ehi, davvero pensi che permetterò a qualcuno di scriverlo su internet quando neppure io, tua moglie, so la destinazione? Assolutamente no mio caro”
Passammo il controllo e poi ci avviammo piano tutti e tre mano nella mano verso il gate.
Joy saltellava su un piede solo davanti a noi e ne approfittai per baciargli la guancia e, poi, la bocca. Mi tenne stretta per i fianchi approfondendo il nostro contatto per prolungare quei pochi ma intensi secondi.
“Ehi, questa vacanza è già perfetta perché siamo insieme e perché l’hai organizzata tu”
“Spero solo che non ci trovino.”
“Non ci troveranno” scherzai “E se anche lo facessero Joy è più che felice di mettersi in posa per loro e avere tutta l’attenzione per sé, tranquillo.”
Rise e il suono mi scaldò il cuore.
“Adesso ti manca solo dirmi dove caspita stiamo andando”
“Oh signora Pattinson” rispose “Ti basta alzare gli occhi e guardare tu  stessa”
E così lo feci e quando lessi la scritta sul tabellone del gate non potei non sorridere.
“Hawaii. Dicono che sia un paradiso…”
“Bene…” le sue mani mi circondarono la vita e il pancione da dietro, avvicinandomi a se “Perché è la nostra destinazione. Destinazione paradiso….”


“Haloha!”
Beh, dire che Rob aveva organizzato le cose in grande  e in modo super dettagliato era un eufemismo. Champagne in prima classe(anche se potei berne solo qualche sorso), autista ad attenderci all’arrivo e guardie del corpo del posto che il suo agente aveva personalmente selezionato. Paradossalmente persino le nostre guardie del corpo erano diventate ‘famose’ a forza di essere fotografate con noi, perciò Rob aveva pensato che assumerne un paio di nuove per quella settimana fosse una buona idea per passare inosservati. E lo era…sorvolando sul fatto che avevano nomi hawaiani impronunciabili, ovviamente, e che quando si erano presentati li avevo fissati con uno sguardo da ebete e Joy era scoppiata a ridere.
Dopo tutto questo, finalmente, eravamo arrivati al resort  dove ci attendeva una suite, una settimana di relax, il mare e…tante e tante collane di fiori.
Avete presente quei film in cui appena uno dei protagonisti scende dall’aereo alle Hawaii viene accolto da gente sorridente pronta a riempirlo di Ghirlande?
Beh, è la verità.
Per lo meno se vostro marito ha deciso di spendere quindicimila dollari per una settimana di vacanza.
Fummo accolti in una stanza separata dalla hall dal direttore dell’albergo in persona e da una ragazza che sembrò sul punto di svenire non appena vide Rob. Ci scortarono fino alla nostra suite e dovetti ammettere che ogni dubbio che avevo avuto su quella vacanza così improvvisa svanì non appena mi guardai intorno.
Era…beh era enorme e lussuosa ma non nel senso di troppo opulenta o eccessiva. Mi ricordava tanto l’arredamento del Bungalow in cui io e Rob avevamo trascorso la nostra luna di miele, con divani bianchi ed enormi, fiori tropicali che profumavano la stanza e mobili in legno semplici ma dal gusto esotico.
“Pocca midelia!”
Ecco, Joy aveva più o meno espresso il mio pensiero.
“Amore non dire le parolacce”
La seguii mentre correva attraverso le altre due porte che davano sul salottino principale. Uscì subito dalla prima quando capì che quella era la stanza destinata a me e Rob e la sentii urlare di gioia quando capì che l’altra era tutta per lei. In realtà era piuttosto simile alla nostra, forse solo un po’ più piccola, ma la cosa che doveva eccitarla più di tutto era dormire in un posto nuovo ed ‘esotico’ e, soprattutto, la zanzariera che come un velo circondava il suo lettino.
Mi sedetti sul letto e la presi in braccio, affondando il naso tra i suoi ricci biondi. Avevo passato le ultime settimane a preoccuparmi di un Oscar che avrei potuto o non potuto vincere e, non fraintendetemi, era stato un grande onore, ma essere lì con Joy e Rob mi faceva capire come certe cose senza l’amore della tua famiglia non contassero nulla. Se non avessi avuto loro al mio fianco e un nuovo bambino dentro di me che cosa avrei fatto in quel momento? Sarei stata a casa tutta sola a lucidare il mio premio fino a farmi male alle dita? Per me aveva un valore solo perché potevo condividerlo con chi amavo e perché aveva reso orgogliosa di me la mia intera famiglia. Quello che pensava il resto del mondo, in fondo, valeva meno di zero.
“Allora amore sei contenta di essere qui?”
“Sì, sì, sì, sì!!” strillò gettandomi le braccia al collo e io la strinsi così forte  e per così tanto che quasi non mi resi conto di quando le braccia forti di Rob si unirono al nostro abbraccio.
Ci guardò e mi bastò una frazione di secondo per leggere l’eccitazione e lo sbrilluccichio dei suoi occhi. Era emozionato, era felice e questo perché potevamo passare finalmente del tempo tutti e quattro. Non mi sentii mai amata e voluta come in quel piccolo passeggero istante.
Un’ora dopo eravamo stesi sulla spiaggia tiepida e dorata, baciati dal sole e potevo dire con assoluta certezza che neppure le spiagge della California in pieno agosto potevano qualcosa contro quel…quel paradiso. La brezza era leggera e smorzava il caldo che era alla giusta temperatura per crogiolarsi e fare un riposino.
“Facciamo il bagno? Facciamo il bagno? Eh? Eh? Eh? Peffavoleeee? Facciamo il bagno?”
Ovviamente sembrava proprio che Joy non fosse del nostro stesso parere.
“Joy non sei stanca?” borbottò Rob che era steso dietro di me e, a giudicare dal suo respiro tiepido e costante sul mio collo, era ad un passo dal crollare addormentato.
“No. Voio fale il bagno!”
“Mmm..devi togliere il prendisole e infilarti il costume”
“Messo!”
“Devi spalmarti la crema”
“Fatto!”
“Anche sulla faccia”
“Fatto! Andiamo a fale il bagno?!”
Aprii piano un occhio e rimasi stupita nel vedere Joy che inginocchiata al nostro fianco ci fissava impaziente. Aveva il costume, il cappellino di paglia e uno spesso strato di crema solare spalmato su tutto il corpo, schiena compresa. Ma come aveva fatto?
“Ok” gracchiai combattendo l’impulso di sprofondare ancora di più nel mio comodo asciugamano. Anche se da incinta usare il lettino sarebbe stato più saggio per la mia schiena, la voglia di sdraiarmi nell’asciugamano per assorbire il calore della sabbia sotto di me era stata una tentazione troppo forte. E forse un po’ stupida visto che ora non avevo la più pallida idea di come fare ad alzarmi da sola, tra il mio pancione enorme e il mio fondoschiena che…beh forse era solo una mia fissa ma mi appariva altrettanto enorme.
“Rob”
Lo scrollai piano e lui si limitò a stringersi ancora più forte contro di me. Sorrisi. Sembrava un bambino piccolo quando si comportava così ed adoravo quel suo lato tenero.
“Rob non riesco ad alzarmi da sola”
“E allora non alziamoci”
“Ma papà io voio fale bagno!”
“Ma Joy amore…dammi solo cinque minuti”
Fu allora che vidi la determinazione farsi largo sul volto di mia figlia e quando afferrò il suo secchiello di plastica e si diresse decisa verso l’acqua capii cosa voleva fare. Sapeva di non avere il permesso di fare il bagno da sola e infatti non era assolutamente quello che voleva fare. Prese, invece, una secchiata d’acqua  e poi tornò rapida verso di noi. Io mi allontanai il più possibile da Rob che ebbe appena il tempo di aprire gli occhi prima che una cascata d’acqua lo colpisse in testa.
“Ma cosa diavolo…”
“Adetto facciamo il bagno?!” Joy sbattè le manine e scoppiò a ridere, scappando via di corsa, ben sapendo ciò che la stava per aspettare.
Rob balzò in piedi e si mise a correrle dietro; la raggiunse in due falcate e insieme caddero in acqua ridendo. Ovviamente io ero ancora bloccata sulla spiaggia comehttp://i42.tinypic.com/jl5pb5.jpg una balenottera arenata ma non era affatto importante, non quando potevo sentire le loro risa e i loro gridolini felici mentre si schizzavano nell’acqua bassa. Più lontano le onde erano parecchio alte ma vicino alla spiaggia l’acqua arrivava lenta e tranquilla.
Li lasciai a divertirsi per qualche minuto prima di iniziare il mio tentativo di alzarmi in piedi. Ci riuscii mettendomi prima in ginocchio e alla fine cedendo e chiedendo aiuto ad uno dei camerieri che consegnavano cocktail ai pochi clienti presenti in spiaggia.
Entrai piano nell’acqua anche se scoprii subito che era tiepida come quella di una vasca da bagno, proprio come me l’ero immaginata e raggiunsi Joy e Rob  mentre questo era impegnato a spiegarle come fare il morto a galla.
Mi unii a loro due che guardarono affascinati mentre mi lasciavo galleggiare con il pancione che usciva quasi totalmente dall’acqua. Improvvisamente il bimbo tirò un calcio che fu così forte da essere visibile perfino sulla mia pelle.
Joy vi posò un bacio sopra cosa che fece nascere un altro calcio e uno scoppio di risa da parte sua a quella vibrazione contro la sua piccola bocca. Continuarono a toccarmi ed accarezzarmi  tanto che ad un certo punto mi ribaltai, ridendo per il troppo solletico.
Rimanemmo in acqua per una buona mezz’ora ma quando un nuvolone coprì il sole e Joy iniziò a battere i denti per il freddo capii che forse era meglio avvolgerla per un po’ nell’asciugamano al caldo.
Rob rimase ancora un po’ in acqua a guardare il fondale e prese a chiacchierare con quello che capii essere l’istruttore di surf del resort, mentre io e Joy tornammo al nostro ombrellone. Dopo averla asciugata e averle dato un pezzo di anguria per merenda ci sdraiammo al sole, ma notai ben presto che lei non toglieva gli occhi da un bambino di colore che, a pochi metri da noi, giocava a fare una buca nella sabbia. Ogni volta che lui alzava lo sguardo lei lo abbassava imbarazzata, tornando a concentrarsi sulla frutta.
“Ehi..guarda c’è un bambino, magari potreste giocare” la buttai lì molto vagamente.
“Mmmm..non so…magali…”
Le carezzai i capelli per qualche minuto. Non mi era difficile capire perché Joy fosse così estroversa con gli adulti ma timida con i suoi coetanei. Doveva iniziare l’asilo il settembre seguente ed era sempre rimasta con la mia famiglia o con quella di Rob. Al massimo giocava coi suoi cuginetti o col figlio di qualche mia amica sporadicamente, ma legare con bambini che non conosceva non era facilissimo per lei.
“Magari gli piace l’anguria. Perché non gli vai a chiedere se ne vuole un pezzo?”
Lei mi guardò dubbiosa. “Sicula?”
“Fidati”
http://i42.tinypic.com/2wq5un8.jpgSi alzò e molto lentamente gli si avvicinò. Prima di parlargli gli girò intorno per parecchi minuti, poi si fece coraggio e gli si inginocchiò vicino.
Non riuscivo a sentire quello che si stavano dicendo anche se avrei dato qualunque cosa perché fosse così, come ogni buona madre impicciona che si rispetti.
“Che fa Joy?”
“Shh “ Rob era tornato gocciolante al mio fianco e insieme restammo a guardare mentre i due bambini parlavano fra loro e ridevano “Awww voleva parlarci ma era così nervosa!”
Prima che avesse il tempo di rispondermi i due tornarono da noi e Joy mi chiese un pezzo di anguria anche per il suo nuovo amichetto che si presentò come Chris.
Lui mi fissò ad occhi spalancati e, per un assurdo secondo, credetti quasi che mi avesse riconosciuta. Questo prima di rendermi conto che fissava più che altro il mio pancione. 
“Credo che la tua mamma se lo sia ingoiato tutto” sussurrò a Joy e quando capii che pensava davvero che la mia pancia fosse così grossa perché avevo ingoiato un anguria intera non potei contenere le risa.
“Tranquillo, ce n’è ancora” lo tranquillizzai “La mia pancia è grossa perché c’è un bambino qui dentro”
Porsi due fette ad entrambi e Joy corse di nuovo verso la buca che Chris stava scavando. Lui però rimase accanto a me, ancora pensieroso. “E come ci è finito lì dentro?”
Oh…
Oh..ehm..
“Sai che c’è? Perché non lo chiedi alla tua mamma e al tuo papà dopo?”
Lui scrollò le spalle prima di correre via da Joy.
“Wow..sai dobbiamo trovare una risposta per quando Joy ce lo chiederà. E’ strano che non l’abbia ancora fatto, conoscendola.” Mi voltai verso Rob e vidi che guardava i bambini con sguardo assorto 
“Sai, non sono sicuro che quel ragazzino mi piaccia”
“Cosa? Perché?”
“E’ un maschio. I maschi pensano solo a cose sconce già sin da piccoli, si sa.” Iniziò a blaterare mentre si sbrodolava mangiando l’anguria, come sempre “Secondo me non ha intenzioni serie”
Mi sdraiai di nuovo al sole e presto lui mi raggiunse ma vedevo che con la coda dell’occhio non li perdeva mai di vista.
“Rob non essere assurdo. Avrà sei o sette anni al massimo…di certo non pensa di sposarla domani.”
In realtà dovevo ammettere che era piuttosto tenero vederlo così geloso di Joy e mi scaldava il cuore che pensasse che nessuno sarebbe mai stato all’altezza della nostra piccolina. E in fondo anche io ero gelosa di lei …solo che Rob tendeva a diventare paranoico di tanto in tanto.
E infatti…
 Joy abbracciò il bambino e Rob…Rob impazzì del tutto.
“Voglio fare surf” decretò e quasi mi strozzai con il cocktail che uno dei camerieri mi aveva consegnato.
“Tu…cosa??”
“Hai capito benissimo, voglio provare a fare surf” borbottò “Joy lo troverà forte e così tornerà qui con noi invece che andarsene da strani, sconosciuti ragazzi…”
“Bambini…”
“E’ uguale”
Gli carezzai i capelli, posando il capo sul suo cuore. Era incredibilmente dolce il suo lato protettivo nei confronti della nostra cucciolotta ma se si aspettava che gli permettessi di sfracellarsi sugli scogli si sbagliava di grosso.
“Rob, c’è un motivo per cui ti chiamo Flippy” risi “E poi, comunque, l’istruttore non ti farà mai andare in mare aperto la prima volta che sali su una tavola. Bisogna fare prima lezioni in spiaggia perché ti spieghi come si fa ad alzarsi in piedi credo…”
Sospirò e ridacchiò in un modo che non mi fece presagire nulla di buono. “Andiamo, io non ho bisogno di lezioni. So perfettamente come si surfa”
“Certo” commentai “E’ ovvio visto che il surf è lo sport tipico inglese. Fammi indovinare , dove lo praticate? Nel Tamigi?”
“Guarda mia cara che sull’Isola di Wight ci sono splendide onde”
Scoppiai a ridere così forte che temetti di farmi la pipì addosso. “Rob su quell’isola ci sono solo vecchietti la maggior parte dell’anno”
“Anche la Cornovaglia ha ottime onde”
“Non sai neppure dov’è la Cornovaglia!”
Ormai stavo rotolando del ridere, sempre metaforicamente per via del pancione ovvio.
Rob si alzò indignato e mi guardò, lanciandomi uno dei suoi sorrisi fatti per incantare ogni donna. Mi incantò, ma solo un pochino.
“Mia cara Kris ti dimostrerò che sono un papà figo come nessun altro e che il tempo che Joy passa con me vale molto di più di quello che passa con un bambino maniaco qualunque.”
Fu proprio il caso di dirlo. Le.ultime.parole.famose.
Non so come Rob convinse quel folle istruttore a farlo salire su una tavola da surf, fatto sta che io e Joy fummo testimoni della più rovinosa cavalcata delle onde a cui Maui avesse mai assistito. Rob cadde in acqua e la tavola da surf riemerse colpendolo sopra l’occhio sinistro. Inizialmente mi prese un colpo ma quando vidi che stava bene  e che era tutto intero mi venne una voglia matta di prenderlo a schiaffi o a calci in un posto ben preciso.
Lasciai Joy con i nostri due fidati e muscolosi body guard a continuare a giocare in spiaggia e lo accompagnai dal medico. Non gli rivolsi la parola per tutto il tempo in cui lo disinfettarono e gli diedero i due punti necessari perché sentivo lacrime di rabbia premere e non volevo piangere o fare una scenata davanti ad uno sconosciuto. Quando fummo usciti, però, sentii due goccioloni scendermi lungo le guancie e solo in quel momento mi resi conto di quanto davvero mi fossi spaventata.
“Ti fa male?”
“Un pochino sì”
“Bene, sono felice.”
Solo quando mi guardò confuso vide i miei occhi umidi. Mi staccai da lui e accellerai il passo ma mi bloccò prima che mi fossi allontanata troppo.
Mi prese la mano e nonostante fossi furiosa con lui lo lasciai fare perché il suo contatto tiepido mi dava sollievo e calma, paradossalmente.
“Mi spiace”
“Potevi farti davvero male, lo sai?” mi ripulii il viso ma fui presto interrotta dalle sue mani che mi obbligarono a guardarlo “Sei un’idiota.” Gli colpii il petto prima di abbracciarlo forte “Stupido, stupido uomo senza cui non posso vivere…”
Mi massaggiò i capelli e quando rialzai gli occhi per incontrare i suoi li vidi carichi di rimorso.
“Hai ragione, mi dispiace” ma carezzò la pancia e mi strinse a sé mentre ricominciavamo a camminare “Tu stai bene?”
“Sì, ma mi è mancato il respiro prima per un attimo. Non lo fare mai più”
“Promesso” mi strinse con più forza “Te lo prometto”
Ritornammo mano nella mano in spiaggia proprio mentre il sole stava ormai tramontando e Joy ci venne incontro di corsa.
“Papino ti tei fatto male?”
Lui le arruffò i riccioli chiari. “No amore, per niente”
“Meno male! Sei stato bravissimo, sai? Domani lo fai di nuovo?”
Lanciai uno sguardo omicida a Rob. Se solo si azzardava a..
“Mmmm no, non credo. Lo lasciamo fare a chi è più bravo, ok?”
Joy annuì e poi si battè un colpo in fronte come se si fosse dimenticata di dirci qualcosa di fondamentale importanza.
“Mamma, papà…Chlis e io ci tiamo fidanzati!” esclamò “Clis è il mio fidantato!!”
Joy battè le mani felice, Rob sbiancò e io risi così tanto che mi feci anche qualche goccia di pipì addosso.
Perché i miei ormoni erano sotto sopra, perché ero incinta e perché potevo permettermi di essere un pò cattiva.
Soltanto un pochino, però.


“L’isola di Maui è la seconda per superficie delle isole hawaiiane, ha una popolazione di circa 117.000 abitanti. Uno dei due più grandi vulcani è l’Haleakala che ha un cratere spettacolare, raggiungibile anche in auto. Dobbiamo assolutamente andarci”
La mia idea di restare ancora un giorno a crogiolarci sulla spiaggia era stata prontamente scartata ma, al momento, tra i due la persona che odiava di più quel maledetto vulcano era proprio colui che aveva detto quella frase, suonando tanto simile a una versione parlante di Wikipedia.
Rob.
Si appoggiò alla parete dell’ascensore che ci stava riportando in camera, lo sguardo stravolto e stanco morto.
“Mai più…assolutamente mai più!”
“Secondo me è stato divertente” protestai “Insomma la vista era davvero fantastica…”
Ed era vero, anche se potevo capire che fare l’intero viaggio in macchina era una cosa mentre farlo a piedi era…beh, decisamente peggio.
Posò la testa sulla mia spalla e io gli carezzai i capelli come facevo sempre con Joy quando era stanca.
“Non vorrei essere quella che dice ‘te l’avevo detto’ però te l’avevo detto di venire in macchina con noi e non fartela a piedi con la guida.”
“Lo so” mugugnò. A malapena eravamo entrati in camera che già si era gettato sul letto, in modo piuttosto drammatico.
Spalancai le finestre per cambiare l’aria anche se la stanza era stata pulita e sistemata impeccabilmente come ogni giorno da quando eravamo arrivati. 
“Ti va se stasera mangiamo in camera? Pizza, servizio in camera…decidete pure voi basta che non mi fate uscire da qui.”
Annuii. Tanto anche Joy probabilmente sarebbe tornata di li a poco completamente distrutta da una giornata passata in spiaggia e poi allo zoo. Si era categoricamente rifiutata di venire con noi in gita e aveva preferito restare in hotel con uno dei nostri body- guard con cui aveva particolarmente legato ed il loro figlioletto di quattro anni. Qualcosa mi diceva che Chris aveva un po’ di competizione ma non mi azzardavo a dirlo ad alta voce per paura di Rob.
Mi spogliai e attaccai l’aria condizionata, pronta a buttarmi sotto una bella doccia rinfrescante, quando il mio sguardo si posò su Rob ancora semi sdraiato. Solo che ora non sembrava più così stanco, anzi una certa parte del suo corpo sembrava particolarmente attiva.
“Ma tu non eri distrutto?”
Il suo sguardo e la sua domanda successiva risposero per lui.
“Quando torna Joy?”
Guardai velocemente l’ora sentendo un flusso di eccitazione farsi strada nel mio corpo, visto che la sola nota negativa di quella vacanza era che Joy aveva trovato il suo lettino molto divertente per giocare a saltarci sopra ma non molto per dormirci.
“Almeno un ora e mezza direi…”
“Vieni qui”. La sua voce era roca quando mi trascinò a cavalcioni su di lui. Osservò il mio corpo nudo per diversi minuti prima di posare le labbra sopra il mio cuore. “Sei bellissima”
“Davvero? Non mi ci sento moltissimo ultimamente”
“ Fai male…” sussurrò “Perché per me lo sei sempre…tantissimo…”
Dopo un lungo momento di silenzio cominciò a baciarmi, la lingua che sfiorava le mie labbra, facendole schiudere e poi infilandosi dentro per farmi impazzire. Presto fummo completamente nudi sul letto, il bambino dentro di me che scalciava furiosamente. Ma non era una sensazione spiacevole….non lo era affatto. E le mani di Rob che mi accarezzavano….era così incredibilmente tenero che mi venne voglia di piangere. Dalle guancie alla gola ai seni, la sua carezza era così gentile…finchè la bocca seguì la stessa strada e io mi sentii calda dappertutto.. 
Mentre accarezzavo la sua testa posata sui miei seni, ancora una volta, stupidamente, mi vennero le lacrime agli occhi. Maledetti ormoni!
Ma non potevo contrastarle perché mi sentii coccolata, preziosa e desiderata. Mi sentii bella, un’emozione che non provavo spessissimo da quando ero incinta ed ero sempre troppo stanca o gonfia o affamata.
Ci amammo lentamente in una delle poche posizioni  che ancora ci erano concesse: il suo petto sulla mia schiena e le sue mani che accarezzavano nostro figlio o figlia sotto la mia pelle.
“Ti amo” sussurrò prima di lasciarsi andare contro di me e non mi sorpresi di poterlo davvero sentire, il suo amore. Erano passati ormai gli anni in cui mi ero posta domande o ne avevo dubitato, presa dalla paura, perché ormai seguivo solo il mio cuore per quanto riguardava la nostra famiglia.
“Ti amo anche io..”
A noi non serviva dire assolutamente altro. Non ci serviva fare niente di elaborato o stravagante per essere felici: solo fare l’amore con la persona che amavamo e passare la serata in camera a mangiare pizza con nostra figlia.
Rob mostrava ancora i sintomi della classica gelosia dei papà verso le figlie femmine e quindi, dopo che Joy fu tornata ed ebbe mangiato due fette di pizza, le permise di ordinare una doppia porzione di gelato con panna e di comprare un cartone sulla pay per view.
E, ovviamente, le propose  di passare con noi la notte nel lettone. Gli sorrisi attraverso lo specchio e lui mi rispose con una linguaccia.
Mi baciò e mi persi nel suo sapore fresco di menta prima che staccasse le labbra dalle mie.
“Oggi ho coccolato te, stasera tocca a Joy”
“Mi sembra giusto”
Mi prese per mano ed insieme ci gettammo nel lettone con lei. O perlomeno Rob si gettò perché se lo avessi fatto io lo avrei come minimo sfondato.
Rob si premurò di rimboccarci le coperte e poi ci accomodò i cuscini.
“Allora, hai scelto un po’ di film?”
http://i39.tinypic.com/2m64jgy.jpg“Li ho complati tutti!” esclamò lei “Tu hai detto schiaccia ‘ok’ col bottone verde e io l’ho schiacciato pel tutti!”
E in effetti vidi che tutti i titoli erano spuntati col verde e, anche se spendere 100$ in pay per view  era probabilmente  davvero uno schiaffo alla miseria, non mi sentii di rimproverarla. Ma mi sentii di uccidere Rob quando cliccò sul primo film e mi resi conto quale sezione Joy avesse scaricato.
Decisamente non i cartoni animati.
“Infermiere biricchine?”
Immediatamente le coprii gli occhi mentre Rob tornava velocemente indietro e mi fissava con lo sguardo alla non-sono-stato-io.
“Pecchè tono bilicchine? Tono cattive? Lo vediamo?”
Rob si schiarì la voce e notai con piacere che Joy aveva scaricato solo film porno. Mentre le tenevo ancora gli occhi coperti Rob cliccò sul primo cartone animato della lista dei film per bambini per comprarlo.
“Mamma non ci vedo!”
La liberai e quando vide Cars sullo schermo si sistemò per guardarlo tranquilla. Certo non prima di avermi riempita di domande imbarazzanti.
“Mamma ma pecchè non guaddiamo quello delle infemmiele? Non ela bello? E pecchè elano bilicchine?”
“Ahahah ehm..chiedilo a papà”
Rob impallidì ma si ricompose subito. “Perché non sapevano fare le punture. E poi c’era tanto sangue…nahh, Cars è molto, molto più carino, credimi. Ok?”
Joy scosse le spalle. “Ok”
Si addormentò dopo circa quindici minuti, non prima di aver sussurrato qualcosa all’orecchio di Rob. Qualcosa che lo lasciò con un’aria incredibilmente sorridente.
“Che ti ha detto?” domandai piano quando ormai aveva chiuso gli occhi da un po’.
“Che lei e Chris si sono lasciati” rispose con aria felice e non mi sarei sorpresa se l’avessi visto sferrare un pugno in aria “E che io sono il suo principe azzurro.”
Sorrisi carezzandomi il pancione e tornando a vedere il film. Rob mi prese la mano e intrecciammo le nostre dita sul lenzuolo.
Questo era quello per cui vivevo.
La mia folle, folle famiglia composta da padri super gelosi, madri con gli ormoni in libertà e bambine che si divertivano a scaricare film porno.
La mia famiglia. 
Pazza sì, ma pur sempre il mio paradiso.



Awwwwww ahahah Joy che a 4 anni già si scarica i porno O____o. Iniziamo bene ahah, Rob si prenderà un bel numero di infarti ahahah.
A giovedì prossimo girls!!
Un mega bacio!!
   
 
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