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Autore: cloe cullen    04/11/2011    33 recensioni
CONTINUO DI "QUI DOVE BATTE IL CUORE"-
“Kristen, perché Joy sta dicendo a tutti che ti sei fatta la pipì add..”
Si bloccò quando vide la grossa pozza ai miei piedi e il suo sguardo si alternò da quella a me. Mi bastò che i nostri occhi si incrociassero per sapere che aveva capito benissimo che non era pipì.
Impallidì così velocemente e così in fretta che mi sentii in dovere di fare una battuta per risollevare la situazione.
“Lo sapevo che il super sperma non avrebbe fallito”
Deglutì quasi visibilmente. “Stiamo per avere un bambino?”
E, nonostante la paura, gli sorrisi. “Stiamo per avere un bambino”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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le rag Bonsoirrrrrrrrrr!!! Lo sappiamo, avremmo dovuto postare ieri sera ma....ma....scommetto che lo sapete perchè non abbiamo postato :))). ma perchè ieri è stato uno dei Robsten epic day, la cerimonia e poi la press e poi l'mtv first *-----* era una giornata così piena di news che postare sarebbe stato troppo. Poi ci facevate indigestione da Rob e Kris U__U (*Ok è una bugia ahahahah lo sappiamo che nn ne avremmo mai abbastanza :D).
Anyay, ecco a voi il capitolo e......
ENJOY!!!


http://i51.tinypic.com/4hoyvo.jpg



CAPITOLO 3 (Fio)

LOVE AT FIRST SIGHT 










POV Kristen


“Rob...”
“Mmm...” sentii un vago lamento provenire dalla sua bocca semichiusa e mi avvicinai per tentare ancora.
“Rooob...” sussurrai quasi sulle sue labbra cercando di essere quanto più sensuale possibile.
Stupidi ormoni.
“Mmm...” altro mugolio in risposta.
“Amore...”.
Forse questo lo avrebbe fatto svegliare di più. “Mi si sono rotte le acque...”
“Mmm...” mugolò ancora stiracchiandosi per qualche secondo nel letto finché non realizzò quello che avevo detto e sbarrò gli occhi in preda al panico.
“Cosa?!” gridò con la voce ancora impastata dal sonno. “Ti si sono...? Oh cazzo... ma a che mese siamo? A che mese sei? Com'è possibile?”
In un secondo il panico lo aveva aggredito e si era messo a sedere sul letto per osservarmi e cercare di capire cosa fare. Meglio fermarlo prima di peggiorare le cose.
“No, okay. Non è vero, mi serviva la tua attenzione...” ammisi con un sorriso colpevole sperando che non se la prendesse troppo.
La sua bocca si aprì in una o complice di un'espressione mista di sorpresa, sconcerto,  sollievo e forse anche un pizzico di rabbia.
“Kristen, che cazzo ti salta in mente?” biascicò buttandosi di nuovo di schiena sul letto. Ne approfittai e mi avvicinai ancora a lui così da potermi appoggiare al suo petto.
“Scusa...” mormorai lasciando un soffice bacio sulla sua giugulare. “E' che ho una strana voglia...”.
La sua mano andò alla mia schiena e iniziò a carezzarla. “Kris, ti amo. Davvero. Ma se te ne esci di nuovo con qualche strano frutto introvabile non rispondo delle mie imprecazioni.”
Non potei fare a meno di ridere al ricordo di quella mia assurda voglia di... cos'era?
Alchechengi?
Sorrisi divertita al pensiero e anche quasi imbarazzata che non si trattasse di una voglia del genere.
“In realtà... pensavo a qualcosa di più... esotico...”
“Esotico?” disse tra i miei capelli.
“Sì. Bè, non proprio. Cambia la s con una r...”
Nel frattempo la mia mano si era già infilata sotto la sua canottiera e il mio ultimo indizio non gli rese tanto difficile capire di cose parlavo.
“Oh...” disse in un monosillabo carico di ogni emozione possibile e immaginabile.
“Vuoi dirmi che mia moglie, incinta, alle sei di mattina del giorno del suo compleanno, ha strane voglie erotiche da soddisfare?”
Alzai il viso risalendo con le labbra dalla gola all'angolo della mandibola che era uno dei suoi punti più deboli.
“Ah-ah” confermai in una specie di gemito smorzato. “Non ho diritto a un trattamento speciale il giorno del mio compleanno?”
La sua mano iniziò a massaggiarmi la schiena mentre un'altra scendeva verso la mia pancia.
“Tu hai sempre diritto a un trattamento speciale...”
E non so cosa fu. Non so se fosse il tono sensuale della sua voce, le sue mani che mi stavano facendo impazzire o le sue labbra a un centimetro dalle mie. So solo che, complici gli ormoni a mille, in un secondo mi avventai sulle sue labbra e le intrappolai tra le mie, mordendole di tanto in tanto e lasciando che le nostre lingue si incontrassero.
Rob non si lasciò certo pregare. Ci mise un secondo ad accogliere ogni mia richiesta e assecondare ogni mio movimento. Spesso lasciava che fossi io a scegliere essendo molto limitata dal pancione, ma quella mattina... Dio, quella mattina non resistevo per nulla e avevo solo un gran desiderio di lui o delle sue mani.
Mi poggiai di schiena sul letto trascinando il suo corpo sopra al mio, facendo attenzione a non pesare troppo sul bambino. Poggiai la mia mano sulla sua che mi carezzava il pancione e la guidai verso il basso.
“Dio, Rob... Ti prego, sto morendo...”
“Come mai così vogliosa stamattina?”
“Ma che ne so... saranno i ventiquattro anni... Dio...”
Spinsi il bacino contro la sua mano che si posava dolce sulle mie mutandine.
“Niente pantaloni?”
Sapeva che non li usavo quasi mai per dormire, non quando ero incinta almeno, perciò mi era abbastanza evidente che stava facendo di tutto per prolungare quell'attesa snervante e portarmi al limite della sopportazione.
“Rob, ti prego. Tra poco Joy sarà...”
“Mami...”
“...sveglia...”.
Perfetto.
Sospirai mentre Rob ritirava la sua mano e si metteva in una posizione che non avrebbe creato strane domande a nostra figlia.
“Che tate facendo?”
Ecco, appunto.
“Niente!” rispondemmo io e Rob all'unisono mentre lei si stropicciava gli occhi e si avvicinava al letto.
Io lanciai un'occhiataccia a Rob e accennai uno sbuffo per renderlo partecipe della mia totale insoddisfazione.
“Prega che non abbia visto niente...” mimai a Rob pochi secondi prima che Joy ci raggiungesse sul letto e si mettesse seduta in ginocchio di fronte a noi.
Rob, in risposta, scosse la mano e lasciò cadere la questione. Potevo solo pregare che Joy non chiedesse cosa ci faceva praticamente addosso a me.
Mentre io ero persa nei miei pensieri e nelle eventuali spiegazioni da dare a mia figlia, mi ero persa una specie di conversazione privata tra lei e Rob che si era alzato dal letto e aveva preso la chitarra all'angolo della stanza.
Tornò a sedersi sul letto.
“Pronta?” disse a Joy e lei annuì sorridendo e guardandomi ansiosa.
Rob le diede qualche secondo ancora e poi iniziò a suonare.
Non mi ci volle molto per capire che si trattava di Tanti Auguri A Te, e sorrisi appena la riconobbi ma restai di sasso quando iniziarono a cantare. Entrambi.
E spalancai gli occhi quando ripeterono la strofa ancora una volta ma Rob lasciò che Joy cantasse da sola accompagnata dal solo suono della chitarra.
Oh.Mio.Dio.
Era la cosa più dolce del mondo e riuscivo a malapena ad elaborare il fatto che la mia bambina di neanche quattro anni mi stesse davvero cantando una canzone per il mio compleanno. Certo erano solo quattro parole ma riusciva a intonarle bene, andava a tempo e sentiva il ritmo. Sentiva la musica.
“Tanti auguli, mamminaaaa. Tanti auguli a te...”
Potevo quasi sentire le mosche entrarmi in bocca per tutto il tempo in cui l'avevo tenuta aperta. Se avessi continuato così la mia mascella avrebbe presto toccato il pavimento ma dire che ero scioccata sarebbe stato un eufemismo.
“Mio dio... Amore, dove... dove hai imparato a cantare così?” sussurrai preda dello sgomento.
“Papi mi ha integnato...” sussurrò lei entusiasta e con il suo adorabile sorriso sdentato.
Io non sapevo su chi concentrare le mie attenzioni. Le spostai su Rob per qualche secondo.
“E' brava. Sicuramente una migliore allieva di quella che eri tu quando cercai di insegnarti qualcosa al pianoforte...”
“Sì, lo vedo che è brava. Ma...dobbiamo fare qualcosa... Insomma... ha solo quattro anni...”
Cercai di tenere il tono della voce basso per non far capire a Joy di cosa stessimo parlando. Era fin troppo intelligente e non volevo che si facesse strane idee solo dettate da qualche pensiero buttato qua e là.
“Kristen...” sussurrò Rob. “Proprio perché ha solo quattro anni non possiamo fare niente... Non vivrebbe la sua infanzia. È già abbastanza sotto i riflettori così. Se uscisse fuori che ha una specie di talento per la musica non ci lascerebbero più in pace. Non la lascerebbero più vivere...”
Anche questo era vero, però...
“Però se ha talento non possiamo tapparlo così...”
“La seguiamo noi per ora, vediamo come va... Se è destino...”
Annuii subito, capendo perfettamente il suo discorso. In fondo si trattava solo di un Tanti auguri a te. Probabilmente qualsiasi bambino di quattro anni avrebbe potuto cantarla con un po' di allenamento.
Tornai sulla terra prima che il mio viaggio mentale si spostasse a livelli cosmici.
“Mami, mi fai le fliettelle pel colazione? Ti pleeeego...”
Le sorrisi e iniziai a farle il solletico beandomi della sua risata.
“Certo che te le faccio. Te le meriti tutte!” esclamai ancora entusiasta e frastornata.
“Siiii, andamo alloraaaaa!” gridò lei defilandosi dalle mie mani e saltando giù dal letto.
Io mi voltai verso Rob. “E da te pretendo ancora il trattamento speciale.”
“Ti devo un orgasmo stasera. Te lo prometto.” disse lui ammiccando e io lo incenerii con lo sguardo.
Cavolo, ma era idiota? Dire quelle cose con Joy che ascoltava ogni cosa che dicevamo. E infatti...
“Papi cos'è un oggasmo?”
“Qualcosa che non puoi sapere a tre anni, né a trenta, né a cinquanta...”
Scossi il capo e, preso un cuscino, glielo lanciai in faccia per tappargli la bocca.
“Mmm... non ho capito...” disse la piccola, giustamente confusa.
“Lascia stare, tesoro. Vai in cucina. Vengo subito e facciamo le frittelle insieme.”
“Oooookay. Muoviti pelò!” e gridando per tutta la casa uscì dalla stanza lasciandomi libera di stendere Rob sul letto con un ceffone.
“Uh, anche manesca? Mi piaci così. È la gravidanza per caso? Devo metterti incinta più spesso.”
“Ma sei idiota?!” dissi di tutta risposta avventandomi su di lui. Il mio pancione a contatto con la sua pancia.
“Dai, nel giro di due minuti si sarà anche dimenticata la parola.”
“Credo che tu sottovaluti l'intelligenza di nostra figlia.”
“Tutt'altro. È fin troppo intelligente ma dubito che possa capire, da sola, a tre anni, il significato della parola orgasmo...”
“Potrebbe chiedere in giro e faremmo la figura dei genitori perversi che rendono la figlia partecipe dei loro amplessi.”
“L'esagerazione e la fantasia sono sempre state le tue particolarità più sviluppate.” rise lui. “Joy ha magri contatti con il mondo esterno e per quando inizierà la scuola non ricorderà nulla. A chi vuoi che lo chieda?”
Il bambino iniziò a scalciare e poteva sentirlo anche Rob attraverso quegli strati di pelle che ci dividevano.
Sorrise mentre poggiava entrambe le mani sul mio pancione.
“Vedi? Anche lei è d'accordo con me.”
Alzai gli occhi al cielo, sorridendo.
“Meglio che vada prima che inizi a sussurrare cose poco consone anche a lei.”
Gli si illuminarono gli occhi alle mie parole e solo quando parlò capii il perché.
“Allora è una femmina? Davvero? Come lo sai?”
“Mmm...” mi lamentai. “Non lo so cos'è, Rob. Come posso saperlo? Sei venuto ad ogni ecografia con me e, se non sbaglio, non sono io quella che torna indietro con una scusa banale solo per farsi dire il sesso del bambino che doveva essere una sorpresa.”
Lui si morse le labbra con aria colpevole. “Non rivanghiamo il passato. Pensiamo al presente.”
“Bè, il presente è questo e ti riserva la giusta punizione per non aver saputo aspettare la prima volta. Io la trovo una giustizia divina. Hai voluto saperlo a tutti i costi con Joy e ora non puoi saperlo per cause di forza maggiore.” esclamai quasi fiera del mio ragionamento e del piccolino che continuava a nascondersi rendendo impossibile capire se fosse maschio o femmina.
“Sei davvero una piccola serpe.”
“Lo so che mi ami.” risposi deridendolo finché non mi prese alla sprovvista poggiando, improvvisamente, le sue labbra sulle mie.
“Sì... ti amo... Nonostante tutto...”
Gli diedi un colpetto che non avrebbe fatto male a una mosca e mi alzai per raggiungere la piccola peste prima che combinasse qualche disastro in cucina.
“Hey, Kristen?”
Mi voltai e lo trovai con un sorriso sincero stampato sul viso.
“Buon compleanno...”
Adoravo quando mi chiamava Kristen.
Amavo quando mi chiamava per dirmi le cose più semplici del mondo che, però, suonavano come le più speciali.
E amavo il sorriso sincero che non faceva altro che richiamarne uno altrettanto sincero e felice da parte mia.
Quando scesi in cucina, trovai Joy per terra, quasi completamente sotterrata da Bear che le faceva le feste.
“Noooo...” rideva. “Mettila di leccalmiiiiii. Aaaaaaaah.”
Risi della scena e li lasciai continuare. Sapevo bene che quando Joy chiedeva a quel cane di lasciarla in pace in realtà si stava divertendo da morire e l'ultima cosa che avrebbe voluto era qualcuno che lo allontanasse. Una delle prime volte Rob lo aveva fatto lei gli aveva tenuto il muso per un'ora.
“Non fallo mai più, papà!” aveva gridato e si era avventata di nuovo sulla bestiolina che poi, ora, tanto bestiolina non era più...
Preparai il caffè e l'impasto per le frittelle e, non vedendo Rob scendere ancora, decisi di portargli una tazza di caffè-latte per aiutarlo a svegliarsi mentre aspettavo che la padella si riscaldasse abbastanza.
Afferrai la caraffa e andando a voltarmi successe tutto in un secondo. In quel secondo in cui non avevo visto Joy e Bear ai miei piedi, quel secondo in cui la mia mano tremò e metà del caffè si riversò, bollente, sulla mia pancia.
Mollai la caraffa immediatamente lasciando che cadesse sul pavimento e mentre lanciai un urlo mi resi conto di non essere l'unica. Joy, ai miei piedi, stava urlando e piangendo.
Porca puttana! Il caffè era andato anche su di lei...
Senza pensarci due volte, senza pensare al bruciore che sentivo io stessa, mi chinai e afferrai la bambina che piangeva disperata.
“Buciaaaaaaaaa” diceva tra le lacrime mentre la poggiavo sul ripiano della cucina.
“Sssh, ssssh. Va tutto bene. Fammi vedere!”
Grazie a dio si era scottata solo un po' sul braccio che misi subito sotto il getto dell'acqua.
“Mamma, blucia.” pianse ancora nello stesso momento in cui Rob entrò in cucina trovandosi quella che, immaginavo, non doveva essere una bella scena.
“Che diamine è successo?”
“Reggila!” dissi semplicemente e lui non se lo fece ripetere due volte. Prese Joy dal ripiano e la strinse a lui. Osservò il caffè e il contenitore per terra e potei quasi vedere la scena ricostruirsi nella sua testa...
Mi tolsi subito la maglietta ed esaminai la mia pancia. Avevo avuto l'impressione e il terrore di trovarla completamente arrossata o in fiamme, non sapevo bene cosa aspettarmi, perciò fui più che sollevata quando mi resi conto che, in effetti, il caffè era caduto solo su una minima porzione di pelle e non su tutto il pancione come invece mi era sembrato. Immaginai che la sensazione di bruciore bollente confondesse le zone del dolore e non facesse capire più nulla.
“Oddio.” sentii Rob sussurrare mentre io prendevo la pezza più vicina e la bagnavo con acqua fredda per poggiarla sulla piccola scottatura.
“Kristen, fammi vedere!” quasi gridò Rob mentre continuava a cullare Joy che non era ancora riuscita a calmarsi. Povera piccola.
“Non è niente, Rob!” cercai di tranquillizzarlo ma potevo capire benissimo che fosse preoccupato. Io stessa mi ero spaventata a morte e se non fosse stato per Joy che aveva bisogno di me sarei andata nel panico più totale.
Lui non si lasciò tranquillizzare per nulla dalle mie parole e scostò la mano per osservare la ferita lui stesso.
“Andiamo all'ospedale.” decretò infine e mi augurai che stesse scherzando.
“Cosa?”
Il suo sguardo serio fu la risposta ai miei dubbi. Non stava scherzando.
“Vestiti, andiamo.”
“Rob, non vado al pronto soccorso perché mi sono rovesciata il caffè addosso.”
“Non addosso, Kris. Sulla pancia. Su una pancia di otto mesi e mezzo. Non addosso!”
Oh, cavolo. Era davvero preoccupato e Joy lo percepiva. Si strinse a lui e iniziò a piangere più forte.
Uccidetemi in questo momento.
Sospirai e alzai gli occhi al cielo. Mi avvicinai a lui e massaggiai la schiena di Joy lasciandole qualche bacio qua e là per farla calmare e lanciando occhiatacce a Rob per fargli capire che dovevamo calmare prima la bambina.
Rob mi incenerì con gli occhi perché aveva ben capito che non avevo alcuna intenzione di andare all'ospedale. Solo quando Joy fu più calma e felice con il suo cerottino colorato e le sue frittelle, potemmo ragionare in modo civile.
“Ti brucia?”
Bè, sì. Bruciava ma era una cosa minima...
“Rob, non andremo all'ospedale per una sciocchezza del genere.” impuntai i piedi.
Non poteva davvero essere così apprensivo... Non osavo immaginare come sarebbe diventato con l'arrivo del piccolo. In fondo erano quattro anni che non eravamo alle prese con un neonato e, dopo tutto quello che avevamo passato, riuscivo perfettamente ad immaginarlo iper-protettivo e paranoico.
Rob scosse il capo e capii che non era per nulla tranquillo. Ce l'aveva con me e odiavo quando ce l'aveva con me.
Mi avvicinai a lui che stava appoggiato al tavolo della cucina, con sguardo serio e preoccupato. Presi le sue mani e lui mi guardò mentre le poggiavo sulla pancia.
“Stiamo bene, Rob. Ti prego, non devi preoccuparti in questo modo. Non vivi bene così...”
Lui mi guardò per qualche secondo poi chinò di nuovo il viso sospirando.
“Puoi... puoi chiamare almeno la dottoressa Smith? Sentire se...”
“Sì, sì, okay. La chiamo.” lo rassicurai senza nemmeno fargli finire la frase. Gli carezzai le guance e lo baciai.
La dottoressa mi rassicurò consigliando semplicemente un unguento e di stare più attenta ora che la gravidanza era quasi al termine.
“Contento?” esordii quando riattaccai la chiamata in viva voce.
“Meglio...” finalmente sorrise e mi baciò con tranquillità, senza il sapore del terrore sulle labbra. “Però vi accompagno io in città...” disse sulle mie labbra.
Io alzai gli occhi al cielo e sbuffai. Non perché volesse accompagnarci lui ma perché l'idea di andare in città non mi esaltava poi così tanto.
Come potevo dire a Rob che il suo regalo, un giorno di relax in un centro benessere, non mi entusiasmava per nulla?
“Cosa?” chiese lui.
Scrollai le spalle cercando di essere diplomatica. “Che ne dici se... saltassimo il centro benessere e ce ne stessimo qui... Io, tu e Joy... a vedere DVD nel lettone o sul divano e a fare un bel niente?” spodestai il mio sorriso completo sperando che non vi resistesse, ma ero solo un'illusa, evidentemente.
Lui sorrise e prese il mio viso tra le mani. “No.” disse infine suggellando la sentenza con un bacio. “La dottoressa ha detto che devi rilassarti quanto più possibile le ultime tre settimane...”
“Posso rilassarmi anche a casa...”
“Mi stai dicendo che non ti piace il mio regalo di compleanno?”
Oh-oh.
“No! Che dici!? Pensavo solo che magari ti andasse di... stare un po' insieme...” dissi cercando di risultare provocante, ma col pancione mi sembrava di essere sempre più impacciata del solito.
“Amore della mia vita.” già da come aveva iniziato capii che sarebbe stato un mini sermone in cui mi avrebbe detto: “Ti amo da morire e lo sai, ma possiamo passare insieme ogni giorno della nostra vita e...”
Bla, bla, bla...
Avevo smesso di ascoltarlo tanto sapevo che sarebbe finito con...
“Oggi tu ti rilassi e non si discute.” dissi anticipando di un secondo la sua stessa battuta. “Ti conosco come le mie tasche, Robert. So che stai escogitando qualcosa.” dissi infine per poi salire le scale e andare a vestirmi. “Prepara Joy!” urlai prima di chiudermi in bagno.
Quando fui pronta, Rob e Joy mi aspettavano già all'ingresso. Come cavolo avevano fatto ad essere pronti prima di me? Si stava rivoltando il mondo e non me ne ero accorta?
“L'hai lavata, Rob?”
“Certo che l'ho lavata.”
“Ti ha lavato il papà?” chiesi a Joy che scosse il capo con sguardo birichino.
“Rob!”
“Kristen!” rise a metà tra l'incredulo e l'indignato. “Ti giuro che l'ho lavata. Insomma, credi più a tua figlia di quattro anni che a me? Dici la verità, brutta monella!” iniziò a prendersela con Joy estorcendole la verità con il solletico.
“Ti, ti. Okay, okay. Mi tono lavata... hahaha batta papiiiiiiiiii”
Avrei quasi voluto gettarmi su di loro e unirmi alla mischia ma ormai dovevo stare particolarmente attenta. Già afferrare Joy da terra quella mattina era stata una mossa avventata.
La macchina ci aspettava fuori, con una guardia del corpo senza la quale né io né Rob avevamo ancora il coraggio di uscire se eravamo da soli. Soprattutto io. Mi sentivo così fragile quando ero incinta e dopo tutti gli sforzi per arrivare di nuovo a questo punto temevo che anche una sola spinta da un paparazzo o un matto per strada potesse rovinare tutto. Cercai di convincere Rob a stare a casa, non c'era alcun bisogno che venisse anche lui ma fu irremovibile e in fondo non mi dispiacque.
“Come torni ora a casa, geniaccio?” gli chiesi quando fummo fermi dentro il parcheggio del centro.
“Prendo un taxi.” sorrise mentre mi attirava tra le sue braccia per baciarmi. “Tu fai la brava, mi raccomando. Non far stancare la mamma.” disse poi rivolgendosi a Joy che gli scoccò un bacio sulla guancia.
“Okay papi. Ci vedamo più taldi.”
Ci salutammo un'ultima volta mentre ancora cercavo di capire il senso di tutto ciò, dopo di che presi la mano di Joy e scortate dal nostro fidato JB, meglio conosciuto come HBG, ci dirigemmo all'ingresso.
“Mamma, anche Hottie viene co noi?”
Non potei proprio evitare di scoppiare a ridere per l'uscita di Joy.
Dovevo ammettere che ero rimasta un po' scioccata dal sapere che anche il mio bodyguard avesse un suo fan-site e che gli avessero affibbiato quel nomignolo che non poteva non far ridere. Hot BodyGuard. Quando ne avevamo parlato aveva fatto finta di non saperne nulla ma sapevo che era impossibile non sentire come le ragazzine lo chiamassero ogni volta che ci vedevano in giro.
Era una situazione alquanto esilarante.
“Non lo so tesoro. Chiedilo a lui.” continuai a divertirmi.
Joy allungò una manina e strattonò un po' la giacca del nostro omone che si voltò a guardarla facendo finta di niente.
“Hottie anche tu ti fai bello co noi?”
Oddio, ma da dove le uscivano certe cose? Di certo non aveva mai sentito me e Rob chiamarlo in quel modo. Speravo solo che non si fosse trovata a guardare qualche stupido programma in TV. Maledette CrispyNews di Mtv.
“No, piccola. Io vi guardo solo...”
“Ma papà non è geloso, mami?”
Tasto dolente, pensai tra me e me. Quando avevamo assunto la nuova guardia del corpo Rob non era stato del tutto contento di notare la sua avvenenza ma la cosa si era affievolita quando era stato testimone della sua professionalità in diverse occasioni per cui non era più un problema.
Una signorina ci accolse con ogni tipo di cerimonia possibile e immaginabile e ci mostrò il programma della giornata. Massaggi, fanghi, capelli, unghie...
Un inferno.
Ti uccido. Sappilo.
Mandai l'sms a Rob prima di essere invitata a spegnere il cellulare. E che diamine.
Mi dispiaceva che JB dovesse stare in sala d'aspetto tutta la giornata. Cercai anche di tranquillizzarlo e dargli la possibilità di farsi un giro in città ma fu irremovibile.
“Faccio solo il mio lavoro.” rispose quando gli dissi che si sarebbe annoiato a morte.
Caso volle che presto non fu l'unico.
“Mami, quanto tempo ancola?”
“Non lo so, tesoro...”
“E ola?”
“Ancora un po'?”
“Mmm...e ola?”
“Amore, ti stai annoiando per caso?”
Dopo la prima ora chiuse in una stanza con due cetrioli sugli occhi, la mia adorata bambina, che aveva insistito tanto nel venire con me e provare il brivido del Centro Benessere, si era giustamente stufata.
Rob aveva tentato di dissuaderla dal venire e restare a casa con lui così che io non dovessi pensare a nulla, ma lei aveva così insistito che non me l'ero sentita di dirle di no, sebbene avessi previsto che si sarebbe presto scocciata.
Sapevo che non potevo tornare a casa o Rob mi avrebbe rispedito indietro per preparare la sua sorpresa, non potevo chiedere a JB di accompagnare Joy da Rob perché sapevo che non mi avrebbe mai lasciata da sola. Se mi fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato, diceva.
“Bene, allora vuol dire che te la tieni tu...” conclusi infine non vedendo altra soluzione.
“Cosa? No... No, Kristen. Non ho figli, non so...”
“Oh ma lei  tranquillissima. Vedrai che non ti darà problemi... Vero, amore?”
Joy annuì un po' timida. Per qualche motivo era sempre stata intimorita da lui ma non sapevo proprio come altro fare ed era evidente che per accettare di separarsi da me e restare con lui doveva davvero essersi annoiata parecchio.
“Faccio la blava, Hottie...” gli disse mentre, contemporaneamente, mi stringeva la mano senza avere alcuna intenzione di lasciarla andare.
“Amore, torno tra poco, okay?” le dissi chinandomi con un po' di fatica e lasciandole un bacio sulla guancia.
“Mami ma se mi luba poi mi tolvate?”
Rimasi un po' atterrita da una domanda del genere che, inevitabilmente, mi provocò un tuffo al cuore e per un secondo solo mi fece mancare il respiro.
A volte mi chiedevo se Joy potesse avere un qualche vago ricordo di quello che le era successo.
“Tesoro, certo che ti troviamo. Ti troviamo sempre. Ma Hottie è bravo e non ti ruberà, okay? Stai tranquilla, va bene?”
“Okay... tao mami...”
E lasciandomi perplessa corse da JB che l'afferrò tra le sue braccia. Sembrava così piccola in braccio a lui che ebbi quasi timore a lasciarla da sola, temendo che avrebbe avuto paura e sarebbe corsa urlando per tutto il centro.
Fortunatamente non fu così e dovetti ammettere che, in effetti, era davvero rilassante. Non dover pensare a nulla, ascoltare musica soft mentre una qualche sostanza non ben identificata veniva spalmata sul tuo corpo, sentire il bambino scalciare di tanto in tanto sotto le mani. Il silenzio regnava così sovrano che mi sembrava quasi di sentire il rumore dei suoi calci e la forza che aveva nel darli. Sembrava quasi che chiedesse di uscire.
Incontrai Joy e JB per il pranzo e la mia bambina aveva cambiato totalmente atteggiamento nei confronti di quello che le era sempre sembrato l'uomo nero.
“Hottie mi ha potato a fale un gilo tutto qua intolno. C'è un gialdino glandissimooo, devi vedello, mami! E poi ci sono i laghetti e le papele dentlo e abbiamo pleso il pane e gli abbiamo dato a lolo...”
Così dopo pranzo decidemmo di fare una passeggiata tutti e tre e, con mia enorme sorpresa, Joy rifiutò la mia mano per godersi lo spettacolo comodamente seduta sulle spalle di JB che, per quanto non avesse figli, se la cavava perfettamente. D'altronde con Joy ognuno avrebbe potuto cavarsela perfettamente. Se all'inizio sembrava un po' timida, una volta conquistata la sua fiducia, cosa che accadeva di solito dopo i primi cinque minuti, era una bambina accomodante e accontentabile con poco.
Nel pomeriggio decise di stare con me e farsi fare la manicure. Scelse uno smalto verde acqua che si intonava bene con il colore dei suoi occhi mentre io optai per quello trasparente. Non amavo molto lo smalto se non era nero, ma ogni volta Rob diceva che gli sembrava un po' macabro perciò evitai.
Il parrucchiere fu la tappa che ci tenne impegnate più a lungo. Joy era rimasta affascinata dal modo in cui vedeva le ciocche dei capelli tagliati cadere a terra con tanta grazia e aveva deciso di voler farlo anche lei ai suoi capelli.
“Scusa, me li puoi talliale così pule a me?” aveva detto al parrucchiere indicando una ragazza con i capelli a caschetto e mi era quasi venuto un infarto.
L'uomo si era voltato verso di me, non sapendo che fare; lo avevo fatto avvicinare chiedendo un secondo di tempo prima che lavassero i miei, e gli avevo raccomandato di tagliarle solo le punte.
Per quanto lasciassi che Joy esprimesse il suo pensiero e si vestisse con quello che più le piaceva e le andava comodo non le avrei permesso di lasciarsi tagliare quei bei boccoli biondi solo perché era divertente vedere i capelli cadere.
Decisamente no!
Io scalai i miei di poco ed entrambe li asciugammo lisci, tanto per cambiare look.
Nel giro di un paio di giorni ci saremmo stancate e saremmo tornate al mosso, ma nel frattempo mi piaceva vedere Joy con i capelli lisci. Le stavano davvero bene.
Quando uscimmo dal centro e guardai l'orologio rimasi sconvolta dal vedere che erano le sette di sera. Dove diavolo era finito il tempo?
Rob ci aspettava a casa già da un po'. Lo chiamai ma non rispose così gli mandai un messaggio per tranquillizzarlo.
Dove sei? Comunque nella vaga ipotesi che la paranoia si sia impossessata di te, stiamo tornando. Tranquillo. x
Non potevo sapere, però, che i paparazzi erano in agguato e per non metterli sotto fummo costretti a camminare a passo d'uomo per un bel tratto.
Attirai Joy verso di me, abbracciandola. “Nascondi il viso, amore.” le dissi mentre lei lo faceva automaticamente. Non era stato facile spiegarle perché nascondersi. Molte volte era così tranquilla da salutarli e mandare loro qualche bacio quando glieli chiedevano; spiegarle che, per una questione di etica e di comportamento, non avrebbe dovuto far vedere il suo faccino per dare a quei bastardi una busta paga ricavata dall'invasione della nostra privacy, non era del tutto semplice. Per lo più lasciavamo che si comportasse come volesse ma quando ero da sola, senza di Rob, mi sentivo maggiormente violata.
“Stronzi di merda...” mugugnai tra me e me quando fummo finalmente liberi di procedere normalmente.
Rob ci aspettava fuori casa e Joy saltò letteralmente in braccio a lui appena scese dalla macchina.
“Amoreeee, fatti vedereeee! Ma come siamo belle! Ti sei tagliata i capelli?”
“Ti, pochino pelò pecchè mamma non voleva.”
E io che credevo che non se ne fosse accorta. Decisamente sottovalutavo troppo l'intelligenza di mia figlia.
Lui sorrise e le scoccò un bacio sulla guancia, mentre io invece attiravo la sua bocca alla mia per un bacio decisamente troppo passionale.
“Mi sei mancato...” sussurrai in preda agli ormoni.
Dio, quanto mi era mancato.
“Wow, e io che credevo di dover organizzare il mio funerale...”
Sorrisi. “No, devo ammettere che sono stata bene. Ci voleva, in effetti.”
“Visto?” disse con aria vincente per poi accennare un saluto a JB che stava per andare via. Per quanto volessimo essere sicuri e protetti, sapevamo di poterlo essere a casa nostra. Dopo l'incidente di circa due anni prima avevamo rivoluzionato ancora il sistema di sicurezza e poi c'era Bear che, per quanto fosse solo un cane, era una grande garanzia almeno nel sapere se si avvicinasse o entrasse in casa qualche estraneo.
“Come stai? La scottatura?”
“Sto bene, Rob. Non brucia.”
“Come mai ci avete messo tanto?” chiese  mentre camminavamo verso casa.
“C'elano gli stonzi di medda.” Joy mi precedette.
Oh cazzo.
“JOY!” la riprese Rob, indignato.
“Cota? Mamma lo dice semple.” disse lei scrollando le spalle con aria ovvia.
Rob si voltò per lanciarmi un'occhiata denigratoria.
Storsi le labbra e strinsi la fronte. “Sì, tesoro. Ma tu non devi ripeterlo. È una brutta parola!”
“Pecchè tu lo dici allola?”
“La mamma lo dice solo quando è tanto incazz...”
“Kristen!”
“Arrabbiata! La mamma lo dice solo quando è arrabbiata. Ma lei lo può dire, okay? Tu non le devi ripetere certe cose...”
Lei scrollò le spalle non del tutto convinta e lasciammo cadere la cosa per il momento.
“Perché la casa è al buio?” chiesi mentre ci avvicinavamo alla porta.
“Sono appena tornato...”
“Davvero? Dove sei stato?”
Dio, era così ovvio che aveva organizzato una festa a sorpresa, ma non volevo dirgli che lo sapevo perfettamente.
“Oh, solo ad organizzare una...”
“SORPRESAAAAAAAAAAAA!!!”
Nello stesso momento in cui entrammo in casa le luci si accesero e rivelarono una piccola e modesta folla di amici che uscivano da dietro colonne, tavoli e divani e ci vennero incontro.
Mi fingevo totalmente sorpresa mentre ognuno si avvicinava per abbracciarmi e riempirmi di regali di cui metà erano anche per il bambino. Regali neutrali più che altro, visto che il sesso ancora non si conosceva.
Aprii giocattoli, CD, DVD, tutine, magliette...
Rob aveva organizzato tutto alla perfezione. La casa era arredata per l'occasione, un festone con scritto “BUON COMPLEANNO MAMI!” regnava sul salone, i tavoli erano pieni di roba.
C'erano i nostri amici più stretti e i miei fratelli.
“Grazie per la sorpresa... Forse avrei dovuto immaginarlo...” dissi a Rob quando fummo liberi dalla massa di gente che si era creata attorno a noi.
“Sembra che, dopotutto, non conosci le tua tasche così bene quanto credi...” sorrise dandomi un bacio sulla guancia.
“Già, forse no...” acconsentii ma lui rise ancora di più.
“So che lo sapevi, Kristen.” rise. “Da un canto mi fa quasi piacere. Vuol dire che davvero mi conosci bene... e che sono un pessimo attore...”
Risi anche io. “Scusa...”
“Non scusarti. Anche tu sei una pessima attrice quando si tratta della realtà.”
“Non ero molto sorpresa, eh?”
“Non proprio.” sorrise scuotendo il capo. “Ma sono sicuro che di una cosa sarai sorpresa davvero...”Lo guardai per un secondo ma non ebbi il tempo di chiedere nulla perché Joy si avvicinò a Rob attirando la sua attenzione. Entrambi ci voltammo a sentire cosa voleva e, forse, se avessimo saputo quello che le passava per la testa, l'avremmo sicuramente ignorata.
“Papi, ma allola ela questo l'oggasmo che dovevi dale alla mamma stasela?”
Oh.mio.dio.
Terra, ti prego, mangiami in questo istante.
Perché ognuno fermava quello che stava facendo e spostava l'attenzione su Joy quando diceva qualcosa?
Rob sgranò gli occhi, io divenni rossa come un peperone mentre l'intera stanza scoppiava in una fragorosa risata e in commenti e domande oscene.
Fummo salvati dal suono del telefono. Bè, almeno io fui salvata visto che mi offrii per rispondere prima che potesse farlo Rob.
“E meno male che nel giro di due minuti avrebbe dimenticato la parola, eh?” non mancai di dire a Rob all'orecchio quando mi aiutò ad alzarmi dal divano ma di tutta risposta mi diede un pizzico sul sedere.
Parlai al telefono con i miei genitori che erano fuori città, con la famiglia di Rob che non era venuta per ovvi motivi, infine arrivò la chiamata di Tom... che non vedevamo da tanto, da circa tre mesi, cioè da quando si era lasciato con Sienna ed era partito per un viaggio on the road in Europa nel tentativo di disintossicarsi dalla sua influenza.
“Non mi sarai diventato uno zingaro per caso? Non fraintendermi, il look da barbone ti donava, però...”
“Ah-ah. Divertente. Come stai, Kristen?”
“Sto bene. Certo, starei meglio se il mio migliore amico fosse qui, ma non si può avere tutto, no?”
Lo sentii ridere attraverso la cornetta e mi resi davvero conto di quanto mi mancasse. C'era un periodo, ancora prima dell'arrivo di Joy, ancora prima di essere sicura che le cose tra me e Rob sarebbero funzionate, in cui Tom mi era stato così vicino, nell'aiutarmi a capire cosa fare, cosa scegliere, senza mostrare cenni di favoreggiamento per Rob, senza cercare di convincermi che lui fosse la cosa giusta per me, che legare con lui fu inevitabile. Parlavamo, così tanto e così a lungo che avevo paura di fare mosse sbagliate anche per il terrore di perdere lui...
Parlammo per un bel po' e mi sorpresi solo che ancora non avesse chiesto di parlare con Joy. Era sempre stata il primo pensiero di ogni sua chiamata.
“Mi manchi, Tom...” sussurrai nello stesso istante in cui suonò il campanello.
“Mi manchi anche tu, Kris...”
“Vuoi che ti passi Rob?”
“Ma sì, dai. Tu rispondi alla porta.”
“Che ne sai che hanno suonato?”
“Ho sentito attraverso la cornetta...”
“Oh, okay. Allora, ci sentiamo presto. Fatti vivo.”
“Quanto prima, stai sicura.”
“Ciao...”
“Ciao, Kristen. Auguri ancora...”
Passai il telefono a Rob, ignorando il perché del suo sorriso idiota sul viso, e mi diressi all'entrata.
Lanciai una veloce occhiata a Joy che giocava con Dakota e con i miei fratelli e, distrattamente, aprii la porta.
“Oh mio dio!” riuscii ad esclamare quando Tom apparve davanti a me, ancora con il telefono all'orecchio.
“Sì, direi che è sorpresa...” disse a Rob che sentii subito dietro di me, un secondo prima di buttarmi tra le braccia del mio amico.
“Oddio, non ci credo che sei qui!” continuavo ad esclamare, incredula, mentre lo abbracciavo.
“Tanti auguri, tesoro. Wow, sei diventata enorme!”
“Grazie...” dissi con finto tono seccato.
“Dai, entra!” disse Rob mentre si scambiavano un abbraccio veloce, subito interrotto dalle urla di Joy.
“Tiooooo Tooooooooooooom” corse attraverso la stanza finendo perfettamente ad incastro tra le braccia di Tom che si era accovacciato per prenderla.
“Puclino miooooo!” esclamò stringendola e baciandola ovunque.
I convenevoli durarono ancora qualche minuto finché non ci rendemmo conto di essere ancora sulla porta di casa.
“Entriamo, su...”
“Ehm... veramente avrei anche io una sorpresa per voi...”
Io e Rob ci scambiammo un'occhiata e poi tornammo a guardare lui invogliandolo a parlare. Ma lui non parlò. Fece un passo indietro e tornò fuori la porta per qualche secondo per presentarsi di nuovo davanti a noi, non solo.
Una ragazza, sui venticinque anni, capelli corti, occhi chiari e sguardo sbarazzino, era accanto a lui.
Non ci aveva detto che avrebbe portato una ragazza... Bè non lo aveva detto a Rob a giudicare dalla sorpresa sul suo viso.
“Vorrei presentarvi Alyson.”
Io e Rob sorridemmo e allungammo le mani per presentarci.
“Mia moglie.”
Io e Rob tornammo seri e le nostre mascelle raggiunsero il pavimento in due secondi.

POV Rob

“...allora non so come sono finito in questo bar alternativo. Cioè il tizio che mi aveva invitato non sembrava gay! Ma a Roma sono un po' tutti così... Ovunque ti giri trovi bar e feste del genere... Quando sono arrivato e mi sono reso conto di dov'ero, volevo sotterrarmi io stesso! Volevo andare via subito ma avevo una consumazione gratis così... mi sono seduto al bancone e... ed è allora che ho visto Alyson... Tanto spaesata quanto me... Ci siamo messi a parlare e poi il resto è storia...”
Storia? Ma quale storia? Una storia di tre settimane non è storia. Un matrimonio di due settimane non è storia.
Avrei voluto che qualcuno mi venisse vicino e mi confidasse che il mio amico era stato rapito dagli alieni e quello che era di fronte a me, e stava raccontando la romanticissima storia di come aveva conosciuto sua moglie e se n'era innamorato a prima vista in un locale alternativo, fosse solo un cartonato mandato sulla terra per rimpiazzare la sua figura.
Lanciai uno sguardo a Kristen, seduta accanto a me sul divano, e capii perfettamente che era scioccata quanto me. Tutti sembravano interessati, chiedevano del matrimonio, del perché avessero fatto tutto così di fretta ma io non ascoltavo nemmeno le risposte.
Avevo smesso di ascoltare quando aveva raccontato di come erano tornati a Londra insieme e avevano passato stesso lì la loro luna di miele.
“Anche Alyson e inglese, era in viaggio di piacere, entrambi mancavamo da casa da un po', perciò... perché no?”
Strinsi la mano sulla spalla di Kristen e lei la sua sulla mia coscia.
“Tom mi ha parlato tantissimo di voi... Mi sembra quasi di conoscervi!”
“Davvero?”
Oh-oh. Il tono di Kristen non preannunciava nulla di buono.
“Tom invece non ci ha detto proprio nulla di te...”
“Sì, lo so. Voleva che fosse una sorpresa.”
“Direi che c'è riuscito...” commentai io sottovoce.
“Adoro il modo in cui parla di voi... Sembrate davvero due persone interessanti e poi è innamorato della piccola Joy...”
Si, okay, queste cose le sapevamo. Perché non parlare di qualcosa di più informativo?
“Oh, lo sappiamo. Tu cosa fai, Alyson?” disse Kristen leggendomi nel pensiero.
“Oh, io gestisco una galleria d'arte a Londra.”
“Sei un'artista?” chiesi io, andando dritto al dunque.
“Sì, bè, mi diverto a fare un po' di tutto. A proposito! Ho portato una cosa per Joy!”
“Davvelo?” chiese la piccola, subito attenta.
“Sì, vuoi vederla?”
Sembrava una brava ragazza. Era carina, solare, gentile. L'unica pecca era che era la moglie del mio migliore amico e noi l'avevamo appena scoperto.
Guardai Tom per vedere se si fosse accorto delle nostre reazioni ma lui era totalmente preso da Alyson, e ora lo era anche Joy.
Si era fermata tra le ginocchia della ragazza che le stava cedendo un bel pacco di media grandezza.
“E' mobbidoooo” esclamò mia figlia prima ancora di aprirlo.
“Sì, è morbidissimo. Dai, aprilo. Vedi cos'è. Se non ti piace ti faccio qualcos'altro.”
Come se davvero Joy avesse detto che un regalo non le piaceva. Le avevamo insegnato a ringraziare per ogni cosa che riceveva e lei lo faceva ed era davvero felice di ogni tipo di regalo che le veniva fatto.
“Che bellaaaaaaa” esclamò, infatti, quando scartò il regalo e aprì la grande coperta che ne uscì.
“E' mobbidissimaaaa!”
“Ti piace?”
“Tiiii...”
“Guarda, qui c'è scritto il tuo nome e... ci sono disegnati Bear e Cake così quando non sono con te puoi portare la coperta e abbracciarli così...”
Incredibile. Quella ragazza sapeva tutto di noi, anche i nomi dei nostri animali, e noi nemmeno il suo cognome. Più ci pensavo più mi sentivo arrabbiato. Con lei e con Tom.
“Glazieeeee!” esclamò Joy buttandosi tra le sue braccia. “Tio ma quindi se ola Aly è tua moglie, vuol dile che è mia tia?”
Oh, perfetto. Ora anche Joy era caduta ai suoi piedi.
“Certo, amore.” acconsentì Tom.
“E potto chiamalla tia?”
“Se lei vuole, certo.”
“Potto chiamalti tia, Aly? Tia Aly?”
“Certo che puoi, piccolina.”
Oddio, era davvero troppo da assimilare nel giro di un'ora sola.
“Okay, scusatemi. Vado a preparare la torta!” Kristen davvero mi anticipò di qualche secondo, qualche minuto al massimo.
“Ti aiuto!” risposi prontamente alzandomi per aiutare anche lei ad alzarsi.
Non sarei rimasto ad ascoltare da solo un minuto di più.
“Non ci credo. Non ci posso credere!” esclamò Kristen quando fummo in cucina, porte chiuse.
“Sì, lo so.”
“Come ha potuto non dirci niente?”
“Non lo so!”
“Con... con che coraggio si presenta qui, dopo tre mesi, con una ragazza conosciuta in un bar e se ne esce con 'Oh a proposito, questa è mia moglie!'? Idiota! Come? Perché? Perché non ci ha detto niente? E cosa sappiamo di questa tipa? Un bel niente! Okay, è carina, sembra simpatica, sa fare le coperte e ora Joy la chiama zia, ma per il resto?”
“Non la conosce nemmeno lui!”
“Giuro, se non fossi incinta avrei fatto una strage!”
“Respira, Kristen.” intervenni avvicinandomi a lei che continuava a camminare avanti e dietro. Doveva calmarsi. La bloccai e le massaggiai le spalle. “Respira... Va tutto bene. Andrà tutto bene... Non è niente di che... non c'è nessun problema...”
Continuai a tranquillizzarla e farla rilassare. Infine aprì gli occhi e riprese un respiro normale.
“Meglio?”
“Sì...” confermò.
Io mi passai le mani tra i capelli cercando di fare mente locale. “Magari è una tossica...”
“Non ti sembra di stare esagerando ora?”
“Scusa, ma tu da che parte stai?”
“Bè, ora che mi sono calmata, non lo so.”
Grande.
“Ma fino a un secondo fa eri furiosa quanto me!”
“Sì ma io ho gli ormoni in subbuglio! Sono giustificata. Tu, invece, hai un'innata propensione al melodramma quando si tratta di queste cose.”
“Melodramma?!” non potevo credere alle mie orecchie. “Kristen, si è lasciato con Sienna tre mesi fa!”
“Grazie a dio, Rob! Lo stava rovinando! Ricordi la barba?!”
“E ora è sposato! Cioè, è un marito!”
“Sì, ma un marito rasato! Non ci hai fatto caso?”
“Ma perché sono circondato da gente affetta dalla sindrome di matrimonio-lampo? Prima Lizzie, ora Tom...”
“Ecco, appunto. Stai facendo la stessa cosa che hai fatto con tua sorella e, se non sbaglio, in quella occasione ti sei dovuto ritirare con la coda tra le gambe...”
“Perché ero preoccupato per lei e ora lo sono per lui! Quanto saprà di questa tizia?” non potevo credere di aver perso il sostegno di Kristen.
“Per come ragioni tu non avrei nemmeno dovuto scegliere te al provino!”
“Che c'entra questo ora?”
“C'entra perché non capisco come puoi fare ragionamenti del genere quando noi siamo la prova vivente del colpo di fulmine.”
“E' diverso.” scossi il capo.
“Lo è sempre quando ti riguarda.”
“No, Kristen. No! Noi ci siamo conosciuti, ci siamo piaciuti, ci siamo amati, siamo cresciuti e poi ci siamo sposati. Non dopo tre settimane scarse...”
“Rob, mi hai chiesto di sposarti quattro volte mentre giravamo Twilight! E non ti facevi nemmeno scrupolo di andare a dirlo in giro nonostante io fossi impegnata con un altro...”
“Che vuol dire? Sai che scherzavo...”
Mi rispose alzando un sopracciglio.
“Okay, forse non scherzavo ma solo perché sapevo che avresti detto di no. E, ti prego, non tocchiamo il tasto Michael ora.”
“Non voglio toccare proprio nessun tasto. Anzi, non c'è proprio nessun tasto da toccare. Sto solo cercando di farti ragionare.”
“Non capisco come fai a non essere delusa!”
“Non ho detto che non sono delusa!” esclamò e potei leggere l'esasperazione nei suoi occhi. “Sarebbe piaciuto anche a me andare al suo matrimonio, stargli vicino nel giorno più bello della sua vita, cosa credi? Sto solo cercando di dargli un po' di fiducia, perché lo conosco, e lo conosci anche tu. E sai che non avrebbe mai fatto una cosa del genere se non fosse stato sicuro.”
“Non l'hai mai visto ubriaco.”
“Sì che l'ho visto ubriaco.”
“Con ubriaco intendo ubriaco ubriaco. Fradicio, incapace di intendere e di volere. Quasi morto. Magari l'ha ricattato! O drogato! O portato a Las Vegas! O tutte e tre!”
“O magari si sono conosciuti in un bar, si sono visti e si sono innamorati. Perché devi essere così negativo?Dai una possibilità a quella poverina prima di mandarla in prigione...”
Fui costretto a sospirare e riflettere sulle parole della mia riflessiva moglie incinta.
“E tu da quando sei così saggia?” le chiesi stringendola in un abbraccio.
“Sarà la gravidanza.”
“Prima o poi questa scusa non varrà più.”
Sorrise. “Parlagli, e fallo prima che non ci inviti al battesimo di suo figlio...”
“Non...” oh mio dio. “Aspetta, è incinta? Oddio, questo spiegherebbe tutto! È incinta!”
Kristen alzò gli occhi al cielo, oltre l'esasperazione. “Non è incinta, Rob. Smettila.”
Cercai di rilassarmi. “Sono solo preoccupato...”
“Anche io, ma se non dovesse avere intenzioni serie saggerà i miei calci in culo, tranquillo.”
Sorrisi e le diedi un bacio a fior di labbra, presto interrotto dalla porta della cucina che si apriva e dalla voce di Tom.
“Scusate, ragazzi. Allora, che ne pensate?” disse quasi emozionato di avere la nostra opinione. “Lo so, lo so che è stata una carognata non dirvi nulla ma... davvero sentivo che era la cosa giusta da fare... Non avevo intenzione di escludervi dalla mia vita. L'ho solo afferrata, così come mi si è presentata davanti in un secondo...”
Kristen mi carezzò la schiena come ad avvertirmi di continuare a stare calmo.
“Bè... siamo un po' scioccati in effetti... e magari dobbiamo ancora conoscerla bene... Ma se tu sei felice, siamo felici per te.”
Tom sorrise alle parole di mia moglie che aveva parlato al plurale come una grande stratega.
“Porti tu la torta?”
“Certo.” annuii e lei si avvicinò al nostro amico.
“E' molto carina, Tom.” gli diede un bacio sulla guancia e uscì richiudendo la porta alle sue spalle.
Restammo in silenzio per qualche secondo, forse qualche minuto, finché non fu lui a parlare per primo.
“Allora, cosa ne pensi?”
Mi massaggiai le tempie con le mani prima di rispondere. “Penso...” respirai e cacciai tutto fuori. “Penso che avresti potuto dircelo. Penso che mi avrebbe fatto piacere conoscere la tua ragazza prima che diventasse tua moglie e magari farti da testimone. Penso che avresti potuto pensarci meglio, conoscerla di più. Penso che avresti potuto usare un po' di cervello in più, se ne hai ancora.”
Lui annuì mortificato. “Lo so, Rob. Credimi, mi dispiace.”
“Insomma, io ti ho fatto una testa enorme con tutti i miei dubbi su Kristen quando ancora nemmeno la conoscevo e tu ti presenti a casa nostra con tua moglie e...”
“Ma è proprio questo il punto! Ricordi quando hai visto Kristen, su quella piccola TV, per soli due minuti e hai detto 'Tom, un giorno sposerò quella ragazza'? Così, senza conoscerla, senza sapere nulla di lei... Solo che l'avresti sposata perché lo sentivi...”
E' diverso... stavo per dire ma poi ricordai le parole di Kristen e mi resi conto che aveva ragione. Non era per niente diverso. Magari era davvero amore e se il mio migliore amico aveva finalmente sentito quello che aveva attraversato me quella lontana sera di anni fa, non potevo che essere felice per lui.
“Sei davvero sicuro?”
“Non sono mai stato così sicuro di qualcosa in vita mia. La amo, Rob. E... e lei mi ama. Non so perché ma è così...”
Dovetti abbandonare, con qualche sforzo, ogni dubbio e ogni rancore consapevole che continuare ad averne non avrebbe portato a nulla. Sospirai e sorrisi.
“D'accordo allora... congratulazioni fratello!” dissi infine e ci scambiammo un abbraccio.
Portammo la torta di là, davanti a Kristen.
“Esprimi un desiderio...” le sussurrai ad un orecchio qualche secondo prima che spegnesse le candeline.
Non so cosa espresse né volevo saperlo. Volevo solo che si avverasse se l'avrebbe resa felice.
La baciai, facemmo le foto, mangiammo la torta, restammo soli.
Soli con Tom ed Alyson e una casa da riordinare, ma l'avrei fatto domani.
“Allora, quando finisci i conti?” chiese Alyson a Kristen che stava appena stendendo le gambe sul tavolino di fronte al divano.
“A inizio maggio, ma non mi sorprenderei se venisse fuori prima. Joy è nata davvero in un momento inaspettato. Rob era fuori città quando mi si ruppero le acque...”
“Già... trovai duemila chiamate e messaggi e poi ebbi quell'incidente...”
“Sì, me l'ha raccontato.” Alyson rise verso Tom che si stava coccolando Joy che stava per crollare.
“Ma ha parlato di lui in queste settimane o solo di noi?” scherzò Kristen mentre io mi sedevo accanto a lei.
“Ha parlato molto di voi.” ammise. “Anche della sua gaffe agli Mtv Movie Awards.”
“Sì, guarda. Stendiamo un velo pietoso.” dicemmo io e Kristen quasi all'unisono ricordando della grande uscita del nostro amico che aveva avuto la brillante idea di salire sul palco e ringraziare i suoi cari amici che stavano per renderlo zio una seconda volta, mettendo il mondo a conoscenza dello stato interessante di Kristen.
Se non era essere scemi non sapevo come definirlo.
Tom assunse un'aria colpevole e lanciò ad Alyson un'occhiata alla dovevi-proprio-ricordarglielo?
“Comunque, Kristen, ho portato una cosa anche a te. Insomma... per il tuo compleanno...” disse la ragazza salvando il marito (non potevo credere di aver appena pensato a Tom in quei termini) dalla situazione.
Kristen fu davvero sorpresa di quella uscita e del pacco che Alyson le mise in mano.
Era un libro di ricette.
“Non è un ricettario tradizionale. Era di mia nonna... Cioè ho dovuto farne una copia perché a stento mi ha lasciato prendere in prestito l'originale ma... Ci sono tante ricette inglesi, anche molto antiche... e, bè... Tom mi ha detto che ami cucinare, per cui...”
Gli occhi di Kristen si illuminarono mentre sfogliava il libro e la ringraziava davvero con tutto il cuore.
Forse, dopotutto, eravamo davvero troppo prevenuti nei confronti di quella ragazza. Potevo solo sperare che non me ne sarei pentito in futuro.
“Apri il mio regalo!” disse Tom chiedendo ad Aly di passare a Kristen la busta visto che lui era impossibilitato a muoversi per Joy.
Kristen aprì la busta e ne uscì una maglia con la scritta “BE A MOM AND FUCK EVERYONE!”
Entrambi ridemmo e non riuscivamo a smettere di guardarla.
“Grazie mille, Tom. Ma perché è così enorme?”
“E' premaman, così puoi metterla ogni volta che sei incinta.”
Risi di tutto cuore mentre Kristen già sgranava gli occhi.
“Ogni volta? Ma mi hai preso per un forno per caso?”
Ridemmo tutti, parlammo e scherzammo fino alle due. Avremmo dovuto smetterla di andare a letto così tardi.
“La metto io a letto...” disse Tom alzandosi con calma per non far svegliare Joy. “Vestita com'è?” chiese.
“Ma sì, toglile solo le scarpe...”
“Potete restare, se volete.” riproposi la nostra offerta anche ad Alyson.
“Grazie ma non vogliamo approfittare. Abbiamo già un posto. Penso che resteremo per qualche settimana. Tom non vuole perdersi la nascita del bambino.”
“D'accordo.” sorrisi non sentendo di dover insistere e immaginando che volessero la loro privacy.
Quando Tom scese, quasi più di un quarto d'ora dopo, ci informò che Joy si era svegliata mentre la metteva a letto e aveva approfittato per infilarle anche il pigiama e farla riaddormentare.
Sarebbe stato un bravo padre quando avrebbe avuto figli, ma preferii non dirlo ad alta voce per non metterlo in imbarazzo, immaginando e sperando che non avessero ancora affrontato quell'argomento perché quello sì che sarebbe stato davvero prematuro.
Li salutammo sulla porta e restammo di nuovo soli. Nel silenzio del salone, nel silenzio della nostra casa. Anche Bear e Cake avevano preso posizione nelle loro cucce e sembravano non dare minimamente peso alla nostra presenza.
“Puliamo domani, no?”
“Io pulisco domani, sì.”
Kristen sorrise e alzò gli occhi al cielo.
“E' stata una bella serata, grazie...” chinò il viso  stringendomi le braccia al collo e alzandosi sulle punte per baciarmi.
“E non è ancora finita...”
“Ah no?”
“Sbaglio o ti devo ancora qualcosa? Qualcosa che aspetti da stamattina...”
“Pensavo te ne fossi dimenticato...” ammise lei, ammiccando.
“Oh, Mrs. Pattinson... dovrebbe sapere che suo marito mantiene sempre le sue promesse.”
“Lo spero davvero, Mr. Pattinson. Perché non vedo l'ora...”


Chi vuole essere la moglie di Tom alzi la mano ahahahahah.
Io, io,iooooooooooooooooooo

Cmq non è giusto U____U cioè Tom era interessato alla tata Cloe e adesso l'ha dimenticata ??? Cioè mi ha dimenticata?? T___T Cloe si getta dal ponte vedendo evaporare la sua possibilità di essere zia di Joy T___T
Vabbè almeno si è mollato con quella
cessa di Sienna *vomito*. Vecchia, cessa, zoccola, scarto di Jude Law U__U allontanati da Tom u__u. Speriamo lo faccia pure nella vita reale u__u
Alla prox week e grazie a tt per il vostro supporto costante sia qui sia su fb *----*

P.S= Joy tra porno ed orgasmi vari  O______O ci preoccupa O__O
   
 
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