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Autore: JMG    27/10/2011    1 recensioni
Questa FF è stata scritta e completata nell'arco di un anno, e abbiamo deciso di riproporla riprendendo a postarla dall'inizio su un account comune.
I personaggi sono principalmente: I Panic at the Disco (che entrano nella narrazione a partire dal terzo capitolo, diventando in assoluto i protagonisti insieme alla nostra band inventata) e in particolare si parla di Ryan Ross e Brendon Urie, Gabe Saporta (che arriverà nel capitolo otto) , William Beckett (Gabilliam inclusa), Pete Wentz (Da subito) e Patrick Stump. Sono incluse tutte le band della DecayDance in quanto questa FF è un escursus di tutta la storia dei Panic at the Disco e della stessa casa discografica dal 2006 ad oggi (date dei tour esatte comprese, si, siamo pazze e non abbiamo un c***o da fare xD).
La storia è reale, abbiamo preso fonti certe su ogni avvenimento (CD,Tour e altro) riadattando solo in alcuni casi alcune situazioni. Abbiamo inoltre deciso di far ruotare tutto attorno ad un ipotetica nuova band presa in Decay, inventata da noi.
Se vi va diteci che ne pensate, è stato un lavorone e ci terremo molto xD AGGIORNAMENTI COSTANTI OGNI LUNEDì E GIOVEDì.
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Cobra Starship, Fall Out Boy, Panic at the Disco, The Academy Is
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Expect the Unexpected

Expect the Unexpected

is Smarter than

Trust in Possible Things.

 

Third Act: To Discover

 

Chapter fourteen: Love is not like anything, exept a Tour of you Heart that one day might end

 

 

Jill pov.

 Dicembre 2010 (Presente)

 

Casa è immersa nel silenzio totale. Accendo le luci mentre Brendon prende in braccio Hobo che inizia a leccargli la faccia scodinzolante. May si guarda attorno un po’ a disagio e la capisco, conoscendola per lei non è ancora facile rendersi conto che si, tutto è a posto. Più o meno. Ryan va a prendere Kylian dalla vicina mentre la rossa si accomoda su uno dei divanetti “Hai il colletto della camicia macchiato” fa notare al suo ragazzo.
“Lo so” risponde lui un po’ non curante “Ma non importa… mi è solo uscito un po’ di sangue dal naso quando Pat mi ha colpito…”
“Intendi dire quando ha risposto alla tua aggressione?” ribatte May beccandosi un’occhiataccia.
“Se vuoi provo a smacchiarlo…” dico io portandomi una ciocca di capelli dietro al orecchio e subito il mio cantante mi segue giù per le scale, dritti nella lavanderia della casa, sotto lo sguardo di May… non so cosa sta pensando ma un’ideuzza me la posso anche fare…. “Attendo a dove metti i piedi” gli dico mentre si chiude la porta alle spalle, prima di inciamparsi in uno scalone vuoto facendomi ridere. Le ultime parole famose eh, Urie? “Vieni qui dai” gli dico costringendolo a sedersi su uno sgabello o vista l’altezza non ci arrerei mai. Da seduto su questo coso è alto quasi quanto me.
Forse lo sta pensando, perché gli scappa un sorrisetto prima di sussurrare un ‘nana’ a mo di schermo la mia risposta è “Sei scemo, ecco cosa…”
Lui ridacchia, portando una mano sui miei fianchi “Hai le idee chiare!”
“Ora stai fermo” dico prendendo un pezzo di carta igenica e immergendolo nella candeggina “O ti decoloro la faccia”
“Non lo faresti mai” mi dice sorridendo mentre io inizio a togliere il sangue, inclinando di lato il collo e facendo scivolare la mano dietro, sulle reni, per tenermi a se “Sono troppo importante per i Panic grazie alla mia bellezza. Se mi deturbi il bel visino nessuno verrà più ai nostri concerti JillyLove!” Il sorriso sul mio volto cambia di significato mentre getto via la carta igienica e lui, con naturalezza, torna a mettersi drittro prima di appoggiare il capo sul mio seno “Finalmente abbiamo un paio di minuti per stare soli” mormora chiudendo gli occhi “Non ce la facevo più… in mezzo a tutta quell’ipocrisia, come posso calmarmi?”
Gli passo una mano fra i capelli mori e lo sento sospirare “Lo so, ho pensato la stessa cosa…”
“Avvolte vorrei che tutti smettessero di preoccuparsi per me… e pensassero di più a Pete. Vorrei che tutti smettessero di credermi pazzo… io voglio solo essere lasciato in pace…” alza il capo per guardarmi negli occhi, mentre i nostri visi sono così vicini che posso sentire il suo respiro sulle labbra “Non mi capisce nessuno, eccetto te…”
“Nemmeno May?” chiedo, a mo di scerno.
“Ti prego, sii realista…” le nostre labbra si sfiorano delicatamente, mentre mi regala il più prezioso e sentito dei baci.
Con Brendon è sempre stato qualcosa di diverso, di importante e profondo.
Solo nostro ed unico.
Da quando è successo quel che è successo non posso più fare a meno di lui e lui non può fare a meno di me.
Vivere questa cosa di nascosto dalle persone che dovremmo realmente amare è routine… un qualcosa che noi non consideriamo un tradimento perché no, un tradimento dovrebbe implicare quel rimorso che noi non proviamo.
Io ci tengo davvero moltissimo a lui, così come lui a me.
Siamo come due anime legate da un filo sottile di raso.
Più tentano di spezzarlo più si fortifica…
E poi se dovessimo mettere su una bilancia quello che hanno fatto a noi May e Ryan allora l’ago penderebbe così tanto dalla nostra parte che nemmeno una vera e propria relazione clandestina sarebbe poi così abietta…

 

 

 

May pov.

 Dicembre 2010 (Presente)

 

La porta di casa Ross si apre dopo circa tre minuti che sono rimasta sola… Forse dovevo impedire che Jilliahn mi portasse via Brendon. Dovevo alzare la voce e fermarmi. Ma a quale scopo? Non ne sarebbe valsa la pena, avrei solo fatto la figura della pazza gelosa ed oggi non mi pare affatto il caso…  Ryan entra con in braccio suo figlio. Li guardo un attimo prima di alzarmi ed accarezzare i capelli di Kylian, allontanandomi quando mi accorgo di essere troppo vicina a Ryro.

-…è cresciuto.-

Dico stupidamente, tornando a sedermi in preda all’imbarazzo. Lui sorride appena e bacia la testa del bambino, prima di guardarsi in giro e poi fissare lo sguardo dritto nel mio.

-Dove sono Jill e Brendon?-

-Sono scesi… Qualche minuto fa.-

Lui piega le labbra come se fosse disgustato dalla cosa e poi si accomoda sull’altro divanetto.

-Ah, ma pensa… Tu non hai detto nulla? Non hai impedito la cosa in qualche modo?-

Scuoto la testa e poi concentro la mia attenzione sulla cornice appesa al muro. Una foto scattata tre anni prima, Panic at the Disco e Killer Peaches al completo. Io ero in groppa a Brend e Jill mi stava scherzosamente tirando giù la gonna.

-No. Io non ho voglia di parlare.-

-Mi pare che ultimamente non hai voglia di fare proprio niente e prendi la vita come viene… Ma sai, non mi pare il caso di lasciar scorrere certe cose.-

Mi dice lui, cullando suo figlio mentre ancora io cerco di ricordare com’era quando tutti eravamo insieme.

-Non sono l’unica…-

Mi volto a guardalo e lui alza un sopracciglio irritato. Mi metto a ridacchiare in modo meschino per la desolazione e poi mi passo una mano fra i capelli.

-Parlo di Olly… Non esisti solo tu al mondo, Ross.-

Lui non pare convinto, ma non ribatte sapendo che potrei benissimo sviare il discorso in mille modi diversi. Beh, oppure potrei dirgli benissimo in faccia la peggior merda veritiera senza fare una piega. Non mi farei così tanti problemi… Fatto sta che veramente Olly sta passando un periodo molto simile al mio e continua a lasciar scorrere ogni cosa. Vedi come stanno andando i Clout Clover…

-Dovresti cercare di cambiare.-

-Le persone come me non cambiano mai.-

Con la mia frecciatina-citazione si conclude la conversazione e cala il silenzio totale. Non so quanto duri, solo quando Kylian fa un versetto, Ryan pare riprendersi. Lo guardo e noto che c’è sempre qualcosa di strano quando lo vedo con suo figlio… è come se non fosse lo stesso Ryan con cui ho condiviso il divano per anni. Allora forse le persone possono cambiare?

-Oh, no… Penso proprio che anche tu cambierai per forza di cose se non ti dai una mossa. Ma tranquilla, non pretendo che tu ascolti le mie supposizioni, ormai.-

 Per fortuna in quel momento i due scomparsi ricompaiono magicamente e Jill va dritta a prendere suo figlio.

-Ah, Kylian…Ciao!-

Dice allungando le braccia per prenderlo, ma suo marito indugia un secondo guardandola scazzatissimo. Non mi stupisco che non le dica nulla nemmeno lui… Fa tanto il gradasso poi fa lo zerbino se c’è Bden attorno. Tipico… D’altronde è un uomo sposato.

Io perlomeno non ho una fede al dito che mi da il diritto di impormi più di così sul comportamento di Brendon… E non sono più così sicura di volerla.

Appena la chitarrista riesce a prendere il bambino fra le braccia va a sedersi accanto a Brendon e lui subito inizia a fare il solletico al bimbo.

-Oh ma come sei bello! Aww… Se non fossi vegetariano ti mangerei!-

Inizia a parlare in falsetto come una vecchia zia e su quel divanetto prende vita un vivido e brillante quadretto familiare. Qualcosa di veramente sbagliato…

Il mio sguardo vaga per la sala finchè rimane infangato in quello di Ryan… Il peso di alcune azioni si fa sentire, in certe occasioni più che mai. Lui lo sa quanto me, anche se pretende di poter cancellare tutto quanto e ripartire ancora.

Ma se mi dessero la possibilità di cambiare una cosa nel mio passato… Una sola… Non sarebbe comunque quella che sta pensando Ryan adesso.

 

 

Jill pov.

 Luglio 2006 (Passato)

 

 

Luglio era iniziato da una settimana, una delle più dure della mia vita…
Mi lasciai cadere sfinita sul letto mentre Ryan parlava con Brendon del concerto che si sarebbe tenuto quella sera “Dobbiamo trovarci per le sette e mezzo nella all” gli stava dicendo mentre lui sbuffava scocciato guardando il cielo azzurro sopra a Milwaukee.
“Io voglio dormire Ryro!”
“Dormi la notte invece di far festa no- stop!”
“Ma Simon mi tenta!”
Io alzai la testa dal cuscino facendo due calcoli veloci. Eravamo appena arrivati in Wisconsin e dopo nemmeno 20 ore avevamo pronto il bus tour, alla volta del Minnesota.
“Io non credo di farcela più…” dissi mentre sentivo i nervi sul punto di saltarmi. Una data diversa giorno dopo giorno… spostamenti di centinai di chilometri… era una corsa, non un tour.
“Anche io JillyKitty!” disse il cantante dei Panic portandosi le mani al viso mentre Spence entrava nella nostra stanza, che ormai era come solito il ritrovo per tutti, affiancato da Dam. Era incredibile quando erano diventati amici quei due, e di solito con loro c’era sempre anche John.
“Siamo appena al inizio” disse non curante il mio ragazzo mentre io mi coprivo il viso con il cuscino per mascherare le lacrime. Ero stanca, stanca da morire. Ma almeno non ero la sola visto che Phill, Spence, May, Brendon e Dam sembravano sul punto di collassare assieme a me. Simon era sorretto solo dall’alcool che ingurgitava a barili e John c’era abituato essendo nel giro da anni ed anni. Solo Ryan non si spiegava proprio… forse il segreto era adattarsi a dormire sempre e su qualsiasi superifice piana…
May entro nella stanza, anche lei con le lacrime agli occhi, seguita da Phill che si grattava la testa isterico “Io non ce l’ha faccio più!” disse la rossa ricalcando le mie parole “è appena arrivo Pete e mi ha detto che dobbiamo andare a fare il suond check!!! Siamo arrivati in questo maledetto albergo da due minuti io non ce l’ha posso fare a correre così!!”
“c’è Pete?” chiedemmo io e Brendon in coro prima di schizzare in piedi e correre, senza scarpe, verso l’ascensore dal quale uscì il nostro capo al telefono, trascinandosi dietro una piccola trolley nera. Appena ci vide riattaccò abbracciandoci “Pete io sto per morire!” disse Brendon puntando sulla pena “credo di avere la febbre! Sono troppo stanco! Possono andare solo gli altri a fare il sound check??”
“Non possiamo proprio non farlo?” dissi io guardando minacciosa Brendon che cercava di salvare solo se stesso.
“Siete stanchi?” chiese dispiaciuto lui “Oh ma allora riposatevi pure! Farò io il chech per te, JillyKitty, e per il tuo microfono lo faccio fare a Ryan!”
Un grosso ‘Col Cazzo!’ tuonò nel corridoio mentre Phil, May e Spence si avvicinavano sul piede di guerra pretendendo anche loro di poter dormire almeno un paio di ore.
Alla fine della guerra sia io, che May, che Brendon ottenemmo il benestare di Pete per potercene stare in albergo a riposare per un paio di orette. Ne avevo decisamente bisogno, mi sentivo sempre più stanca e ero certa che non sarei stata in grado di fare nulla se non avessi dormito decentemente.
Phill e Simon mi fecero sentire non poco in colpa mentre Dam smise proprio di parlare sia a me che a May ma mi sarei fatta perdonare dopo. Uscì dal bagno dopo una doccia veloce mentre Ryan prendeva il cellulare pronto per uscire. Venne verso di me dandomi un bacio sulle labbra, inveendo poi contro Brendon e la sua voglia di non far nulla “Posso capire voi ragazze… fa caldo… siete deboli… ma lui no!”
“Deboli?” chiesi alzando il sopracciglio.
“Il punto è uno solo” disse Ryan facendo spallucce “siamo una squadra e se non si ci riposa tutti nessuno dovrebbe per giustizia…” disse prima di darmi un altro bacio veloce ed uscire dalla stanza lasciandomi addosso un senso di colpa assurdo. Stronzo.
Il senso di colpa fu sostituito dallo sfinimento appena mi appoggiai al cuscino addormentandomi immediatamente. Non dormì due ore. Ne dormì quasi quattro.
Mi svegliai che erano le sette e dieci con accanto Ryan che, vestito, si era a sua volta addormentato sopra alle coperte “Ryro alzati, è tardissimo” dissi schizzando giù dal letto “Abbiamo venti minuti poi ci portano al palco”
Lui si alzò di scatto afferrando dalla valigia aperta una camicia bianca a balze, i solito pantaloni neri, un foulard rosso da mettersi in vita e il solito gilet con le rose. Lo trovavo di una bellezza impressionate quando si vestiva così, pronto per suonare, decorandosi anche la faccia con disegni sempre diversi e bellissimi che gli facevano risaltare gli occhi del colore del cioccolato. Il fatto è che Ryan è bello, lo è sempre stato, ma di una bellezza pura, antica quasi, che risaltava meglio in quel look vintage che lo costrastingueva nei primi-Panic.
Mi avvicinai a lui con in mano la gonna e la canottiera tutta canette e strappi tenuti assieme da delle spille da baglia (che avevo ovviamente distrutto io) appoggiandogli una mano sul petto lasciato scoperto dalla camicia ancora aperta e baciandolo piano sulle labbra. Il problema di margine e che avevamo tutti era che il tour era così caotico e eravamo sempre così di fretta che non riuscivamo a ritagliarci del tempo per noi… per stare insieme. E la cosa era frustrante, avere accanto una persona che si ama e ci attrae molto ma non poterla avere… e non valeva solo per me ma anche, e soppratutto per May.
Ma non ci fu altro se non quel bacio perché si, mi spogliai rapidamente, ma solo per potermi mettere i vestiti per suonare. Poi mi accostai a Ryan che si stava disegnando una stella tutt’attorno all’occhio con eyeliner e presi a caso l’ombretto nero diventando il solito panda-Pete.
Lui mi guardò con disappunto “Dovrò insegnarti a truccarti…”
“Tutte le donne sognano di sentirselo dire dal proprio uomo…”
Arrivammo in ritardo ma poco male, anche Simon non si trovava. Il concerto era l’unica parte del giorno in cui ci agitavamo tutti come sotto effetto di sostanze stupefacenti: il calore del pubblico, l’adrenalina che trasmettono le persone gridando il tuo nome… Suonare per tutta quella gente mi rendeva felice.
Appagata. Trovarmi sul palco era anche un’ottima occasione per sconfiggere almeno in parte quell’insicurezza che mi aveva sempre accompagnata, giorno dopo giorno, durante la mia vita. Voltando lo sguardo alla mia destra scorsi poi le due figure più di tutta mi davano sicurezza, sorridenti, da dietro alla quindi.
Ryro e Pete.
Il secondo mi salutò anche mentre io continuavo ad infierire pesantemente sul basso prima di sussurrare qualcosa a Ryan che lo spinse via da se scherzosamente, arrossendo appena e facendo quindi arrossire anche me, povera ignara.
May fece un buffo inchino, forse troppo profondo “Buona notte!” urlò nel microfono scendendo dal palco mentre io mi avvicinavo al mio togliendomi il basso dalle spalle.
“Vi lasciamo ora alle note fiabesche dei Panic! at the Disco!” voltai le spalle al pubblico salutando mentre Simon mandava molti bacetti e dopo aver lasciato gli strumenti nella rastrelliera mi sbrigai a raggiungere gli altri.
“Good job guys” ci disse Pete battendo il cinque a tutti tranne May, che si era già appicciata come una ventosa sulle labbra carnose del cantante dei Panic.
Ryan mi avvolse in un abbraccio prima di staccarsi scazzato e fulminare Zach che li chiamava “Cazzo il palco è li!” disse indicandolo “posso darmi un paio di secondi di cazzi miei o no?”
Decisamente stava iniziando a svalvorare anche lui, nonostante la sua terapia del sonno. Il body guard iniziò a farfugliare riguardo all’ingratitudime mentre Brendon gli saltava letteralmente fra le braccia “Io sono coccolo, ZachPuff… lui è infame…”
“Per l’ultima volta” disse l’uomo lasciandolo cadere a terra sul sedere “Non porterò le tue due valigie per tutto il tuor, smettila di rufianneggiare e porta il culetto d’oro sul palco!”
Scene ridicole del genere erano all’ordine del giorno. In tour si assisteva a tutto…

Avevo anche iniziato il lavoro distruttivo che avrebbe portato il mio braccio a ritrovarsi coperto di tatuaggi. Ne avevo già fatti due, tutti rigorosamente con Pete: la scritta Made in Wyoming sul polso destro e… si lo ammetto che cedetti al fascino e mi tatuai il logo di Pete, dietro alla spalla sinistra.
Secondo Phill con quel gesto mi ero appena auto identificata come proprietà del signor Wentz che invece fu più che felice della cosa. La sera del concerto di Millwaukee io e Pete comunque esagerammo e non poco quando ci ritrovammo tatuati addosso il nome una dell’altro.
Ryan si infastidì al punto tale che per me fu davvero difficile calmarlo.
“Ma è così per gioco”gli dissi correndogli dietro mentre mi fasciavo la scritta con un pezzo di carta lucida, asciugandomi malamente il sangue.
Lui si fermò di scatto guardandomi così duramente da stroncarmi in due l’anima “Perché Pete e non Ryan?” mi chiese afferrando il polso per leggere ancora, come se sperasse di essersi sbagliato.
Io mi morsi le labbra, senza rispondere. Non che credessi che tra noi due non ci sarebbe stato futuro ma Pete lo sentivo una certezza mentre con Ryan era ancora molto vago e i contorni della nostra storia stavano ancora delineandosi.
“Sparisci” mi disse secco “visto che stai diventando come lui, riempiendoti di inchiostro, vai con lui”
Ci volle proprio l’intervendo di Wentz in una combo con un paio di belle parole spese da John per far tornare Ryan, sempre acido, da me.
Mi lavai il nuovo tatuaggio sotto al getto di acqua tiepida mentre Ryan mi aspettava già sotto alle coperte più silenzioso del solito. Lo raggiunsi nel giro di pochi minuti, abbracciandogli il busto ma lui si comportava come se io nemmeno ci fossi.
“Senti” gli dissi sedendomi e prendendogli una mano, portandomela al petto “Preferisci avere il tuo nome tatuato sulla mia pelle o inciso nel mio cuore?”
Lui rimase zitto un attimo prima di dire “Secondo te?”
“No, non secondo me, devi dirmelo te”
Lui sospirò “Lo sai che mi da fastidio se parli con Gabe… e poi ti tatui il nome di un altro uomo sul braccio?”
“Non l’ho fatto per far arrabbiare te…”
“Avvolte mi sembra di si”
Lo guardai male, lasciandogli andare la mano che lui si portò alle tempie per massaggiarsele “Se pensi davvero che io ti faccia arrabbiare di proposito allora buona notte”
Spensi la luce e la sola cosa che vagamente illuminava la stanza era la televisione, che proitettava uno dei film in bianco e nero che amava tanto il mio stupido ragazzo “Jilly?” mi chiamò ad un certo punto. Io non gli diedi la soddisfazione di dire o fare nulla, ma aspettai che fosse lui per una volta a chiedermi scusa e a rompere quel silenzio fastidioso.
Infatti non ci volle poi molto prima di sentire la tv spegnersi del tutto e avvertire il suo corpo caldo a contatto col mio “Non volevo..” mi sussurrò in un orecchio mentre mi stringevo al suo petto con un sorrisetto.
“Non importa…”
Stavo quasi per proporre a Ryan di tornare almeno un po’ all’intimità di un tempo quando qualcuno bussò alla porta “Chi cazzo rompe??” chiese Ryan scazzato forse della mia stessa idea.
“Sono io!” rispose Brendon “Non è che per caso avete un’aspirina? A May scoppia la testa e non riesce a dormire…”
Ryan si alzò esasperato per andare ad aprire mentre io mi alzavo a sedere accendendo la luce.
Non fece quasi in tempo ad aprire che si ritrovò coperto da capo a piedi d’acqua, mentre Brendon se la dava a gambe levate con un secchio in mano e una risata spacca timpani “IO LO AMMAZZO!”
“Oddio non vedevo queste cose dalle gite scolastiche” dissi ridendo mentre Ryan chiudeva la porta inviperito con i capelli grondanti. Si infilò in bagno uscendone poi con la schiuma da barba fra le mani.
“Adesso vediamo chi ride per ultimo!”e detto questo uscì fuori, alla caccia di Brendon.
Io, che non volevo perdermi la scena, uscii in corridoio afferrando al volo la chiave della stanza ed incontrando Simon piegato in due dalle risate e Phill fradicio “Brendon?” chiesi mentre lui scuoteva il capo.
“May…”
“Si sono proprio trovati quei due” constatai io divertita “La stessa deficienza!”
Prima di poter dire altro fui coinvolta io stessa in una battaglia di schiuma da barba e secchiate di acqua fredda che ci aveva coinvolti tutti tranne Dam che si era chiuso di corsa in bagno. Il proprietario del albergo diede di matto, chiamando Pete e non accorgendosi che c’era anche lui nella mischia e che, anzi, era stato lui ad incitare Brendon e May a iniziare per movimentare le cose…
“Andiamo a letto per piacere?” si lamentò Phill mentre Simon scivolava sulla schiuma da barba cadendo a terra e facendoci ridere tutti, lui compreso “Io non ho dormito tutto il pomeriggio” disse poi alludendo a me, May e Brendon.
“Che palle PhillyBoy” gli disse Pete abbracciandogli le spalle mentre si avviavano alla stanza “sei un vecchio nonno infelice! Cazzo divertiti anche tu!”
Io sorrisi prendendo la mano di Ryan che sembrava quello conciato peggio assieme a Brendon e Simon e ci avviammo verso la nostra stanza “Siete una branco di scimmie” constatai mentre Brendon abbracciava May un po’ per scaldarla dall’acqua fredda e un po’ per coprirla visto che la maglietta che indossava si era fatta non poco trasparente.
“Io cosa centro?” chiese il mio ragazzo sbuffando “è partito tutto dai due stronzi e da Wentz!”
“Tu hai preso la armi di distruzione di massa per primo” disse Brendon “prima c’era solo acqua in giro!”
Trascinai Ryan in camera prima che iniziasse a ribattere e lo coinvolsi in un bacio appassionato mentre sbattevo la porta in faccia a Bden che applaudiva .
“Adesso vogliamo fare una doccia?” chiesi maliziosa accarezzandogli il petto. Lui mi prese in braccio ma non fece in tempo ad arrivare in bagno e scivolò cadendo sul culo e facendomi tirare un piccolo urlo “Oddio mio!”
“Ryan cerca di essere più delicato coraggio!” si sentì ancora la voce di Brendon e, mentre mi alzavo e aiutavo Ryro questi aggiunse “Jilly è delicata come un piccolo giglio bianco… non sfondarla o Pete ti fa del male!”
“Vattene in stanza Brendon!” disse il mio ragazzo appoggiandosi al muro e portandosi una mano al sedere prima di imprecare e dire “Dio che male al culo!”
“Non immaginavo che ti piacessero certe cose” proseguì Urie ridacchiando “Comunque sono in camera mia… ma si sente tutto!”
“Quindi fate poco rumore se volete scopare o saremo costretti a coprirvi gemendo più forte” aggiunse la rossa mentre sia lei che Brendon prendevano a ridacchiare.
“Che due coglioni” disse Ross scuotendo il capo facendomi ridacchiare “Nel senso che loro due sono due coglioni… ma un po’ anche nel senso di che palle… penso di essermi fratturato il coccige comunque” aggiunse un po’ dolorante sedendosi sul letto.
“Hai picchiato il ginocchio?” chiese Brendon “eh si… fa sempre male quando prendi qualcosa con la gamba e picchi il coccige…”
“Sei un pirla” ribattè la sua ragazza “Lo sanno tutti che il coccige è un osso del braccio!”
“Siete due mostri anatomici” ricantò Ryan mentre io praticamente piangevo dal ridere.
“è solo caduto sulle chiappette ossute” dissi io accarezzando i capelli bagnati di Ryan “e ho urlato perché mi aveva in braccio e quindi mi sono presa un colpo” aggiunsi mentre lui mi guardava male perché stavo svelando troppo.
“che imbecille” fu il solo commento di Urie “Ora noi dormiamo… o ci proviamo… voi fate i bravi!”
Alla fine il tour è servito un po’ a tutti per capire fino a che punto potevano spingersi i rapporti di amore e di amicizia… Lo stress è alto, la stanchezza pesante… ma condividere certe emozioni è così grande e coinvolgente ma sconvolgere del tutto i rapporti umani.
E anche tra me e Ryan era così perché ero sempre più convinta che lui fosse l’uomo della mia vita e lo capivo ogni giorno di più… anche solo dormendo fra le sue braccia senza spingersi oltre.
Ne ero convinta… ma forse l’amore era come l’euforia da concerto… è forte e travolgente ma dopo un po’ passa e lascia spazio al senso di vuoto e di sonno…
Buona notte anche a te, Ryro.

 

 

May pov.

Luglio 2006  (Passato)

 

 

La carica iniziale del tour avava abbandonato un po’ tutti, anche me devo ammettere… Era risaputo che non fossi poi l’attività fatta in persona, ma mi pareva che quando mettevo piede in una nuova città l’energia aumentasse a dismisura. Non l’ho detto a molti, forse sempre perché non mi va quasi mai di parlare di me, ma il tour era la mia fonte di forza. Era la sorgente da cui attingere energia continua per andare avanti e cantare come una pazza sul palco. Avevo momenti di stanchezza pesante, ma poi per magia riuscivo sempre a riprendermi… Lontano da casa, circondata da quella che consideravo una famiglia, potevo continuare a vivere al pieno delle mie forze. Non l’avevo ancora capito bene, lo posso spiegare meglio ora probabilmente…

Dopo un bel po’ di tour mi sono resa conto che avrei vissuto solo per poter viaggiare e stare su un palco. Certo, a quel tempo mi piaceva soprattutto perché c’era Brendon con me. Ora è tutta un’altra cosa…

Scesi veloce gli scalini che portavano alla platea e sorrisi nel ritrovarci un Brendon sudaticcio e sghignazzante che provava una coreografia con le ballerine. Lui mi vide e allargò le braccia, dimenticandosi dei suoi doveri e venendomi incontro saltellando.

-La mia compagna di ballo preferita in assoluto…-

-Ah sì? Quando abbiamo ballato insieme noi?-

Domandai prima che mi baciasse le labbra sorridendo e passandomi le mani lungo la schiena.

-Questa notte…-

-Quello non si chiama ballare…-

Mi aggrappai al suo collo ed iniziai a dondolare a ritmo della canzone che Ryan stava provando sul palco. Brend ridacchiò e seguì i miei movimenti, sotto lo sguardo perplesso delle ballerine che decisero così di andare a prendersi un caffè e lasciar perdere il cantante. Ovviamente io avevo precedenza su chiunque e qualunque cosa… Non mi pare ci dovessero essere dubbi a riguardo. In quel periodo pure per me niente era più importante di Brendon, davvero… Lo giuro.

-MayMoon… Stasera ce la facciamo una cenetta a lume di candela post-concerto?-

-Che festeggiamo? Il nostro primo appuntamento? Manca ancora una settimana per il sesto mesiversario…-

Dissi pensierosa, seguendo Brend in una giravolta strana prima che si fermasse a fare un urletto felice e stringermi.

-Che memoria! Ti amo per questo… Ma festeggiamo la prima volta in cui mi hai parlato seriamente nel giardino di casa!-

-In verità parlavo della luna e tu eri lì a caso… Ma okay!-

Ryro smise di suonare e ci lanciò uno sguardo allucinato, mentre Jill al suo fianco non smetteva di fissarci.

-Vi ricordate anche la prima volta che avete mangiato un’insalata russa insieme?-

-L’otto febbraio!-

Urlammo in coro noi, per poi batterci il cinque e abbracciarci più forte. Tenere a mente le date più insulse è sempre stato il mio forte, ma non servono le date per rendere solido un rapporto… è inutile ricordarsele tutte e poi dimenticare quello che hanno significato.

Spence arrivò sul palco e guardò un attimo noi poi il chitarrista che scosse la testa ed alzò le spalle.

-Sono felici perché si ricordano quando hanno mangiato un’insalata.-

-Ah. Capisco…-

Concluse il batterista grattandosi i capelli preoccupato, intanto che io e Brendon eravamo occupati a fare i deficienti in mezzo alla platea improvvisando un valzer senza musica. Non c’era nulla da fare… Ormai ci avevano perso del tutto e noi eravamo contenti così. Ero davvero felice in quei giorni… Seriamente. Per questo un altro live andò da dio e mi ritrovai ad aspettare che Brendon uscisse dalla doccia seduta sul letto con indosso un bel vestito manco dovessimo andare ad una serata di gala. Lui saltò fuori dalla porta con indosso una camicia bianca ed un -mio- foulard nero al collo e ammiccò in mia direzione allargando le braccia.

-Non vorresti stuprarmi?-

-Mh… Magari dopo cena. Ho una fame bestiale… Mi sbranerei più volentieri una costata piuttosto che te.-

Mormorai alzandomi con lo stomaco che brontolava in modo assurdo, per poi infilarmi un coprispalle.

-Vedi di metterti i pantaloni o ti arrestano se vai in giro con quei boxer con le stelline.-

Conclusi prima di appoggiarmi alla porta, mentre lui si lanciava ad obbedire. Mi raggiunse e mi prese a braccetto, così uscimmo in corridoio dove incontrammo Phill, Simon e John che stavano per entrare nelle loro stanza. Li salutammo velocemente prima di infilarci nell’ascensore, sperando che nessuna fan si fosse appostata di sotto. Sperai invano, ma perlomeno il gruppetto era innocuo e riuscimmo a cavarcela con un paio di autografi e dediche a caso, prima di sparire sul taxi che avevamo chiamato.

Era la prima volta che riuscivamo a sfuggire dall’hotel e stare da soli, mi sembrava quasi un miracolo che potessimo passare davvero una serata lontano da tutti. Brendon probabilmente stava pensando alla stessa cosa dato che ad un certo punto mi baciò la testa e sospirò quasi come se gli mancassi. Volevo godermi ogni minuto di quella serata in modo da esser tranquilla per un po’… A dirla tutta non avevo mai avuto tanta voglia di passare tempo con qualcuno come quella sera.

-Allora, dove andiamo a mangiare luce dei miei occhi?-

-Ovunque… Anche lì!-

Affermai indicando un piccolo furgoncino di hot-dog parcheggiato davanti ad un parchetto. Lui fece fermare il taxi e pagò velocemente, così andammo da questo tizio che ci guardò stranito senza capire perché una coppietta elegante dovesse andare a mangiare proprio lì. In effetti era strano, ma non importava dove andassimo… L’importante era sfruttare ogni minuto di libertà e godercelo.

Ci accomodammo sulla prima panchina che trovammo, davanti ad una fontana illuminata, dove iniziammo a divorare velocemente i panini. Mi sentivo quasi come se fossimo una normalissima coppietta che se la girava per la città. Ripensando a come avrei desiderato vivere fino a qualche mese prima, quello mi pareva una cosa che credevo succedeva solo nei film. Una bella relazione felice con un ragazzo perfetto in una vita spettacolare. Doveva essere davvero un bel sogno… Ma volevo continuare a sognare per un po’, concedendomi uno strappo alla mia solita mancanza di romanticismo.

-Ci vorrebbe una canzone di sottofondo… Di solito in momenti come questi parte una chitarra con tanto di campanellini ad accompagnarlo, mentre una vocina canticchia parole come “I'm on my feet… I’m on my feet….This isn't like us anyway. This isn’t like us anyway…”-

-Se Beckett sa quello che hai appena detto ti uccide, lo sai?-

Ridacchiò lui, appallottolando la carta dei panini e facendo poi canestro nel cestino. Io alzai un sopracciglio convincendomi che quel ragazzo non aveva nessun difetto davvero…

-Will non mi ucciderà mai… Sono sua complice nella conquista di Saporta.-

-Eh? Che volete conquistare di Gabe?-

Chiese lui ignaro della situazione, così lo abbracciai per cambiare discorso. Era meglio che continuasse a non sapere o tutto sarebbe diventato di dominio pubblico nel live della sera dopo.

-Brend, te l’ho mai detto che ti voglio seriamente bene?-

-Sì… Troppe volte in effetti. E dato che nessuno ci vede e sei in vena di tenerezza, perché non pomiciamo un po’ come due giovani adolescenti?-

Dicendolo mi prese in braccio a lui e gli abbracciai il collo ridendo. Lui iniziò a baciarmi piano le labbra mentre gli accarezzavo i capelli e poi si staccò.

-Mmh… Li tieni bene i tuoi 83 anni, signor Urie.-

Mormorai sul suo collo, appoggiando poi la testa sulla sua spalla ed immobilizzandomi. Lui gonfiò il petto e poi mi solleticò il fianco, mettendosi a parlare con uno strano accento sbiascicato da vecchio.

-Lei signora McLean ne dimostra ancora 17! Ma qual è il suo segreto?-

-Brend, sei sicuro che vuoi che io risponda nel pieno della mia sincerità?-

Chiesi ridendo e facendo scoppiare pure lui in una risata. Scosse la testa ed alzò le mani arrendevole.

-No, MayMoon… Se è un altro aneddoto su esperienze sessuali strane meglio evitarlo!-

-E io che volevo dirti che è perché sono innamorata…-

Risposi curvando poi le labbra in un’espressione offesa, ma lui le catturò velocemente in un bacio che mi prese alla sprovvista. Mi allontanai per guardarlo negli occhi neri e lui mi sorrise dolcemente, lasciandomi un bacio a stampo.

-Me lo ripeti?-

-No. Se vuoi ora ti racconto di quando George ed io siamo stati sgamati dalla sua ragazza…-

Spalancò le palpebre e mi fissò stupito per qualche secondo, dimenticandosi di quello che doveva farmi dire.

-Sei stata con uno che era fidanzato?-

-Tre o quattro volte… Che io sapessi. Dato che conoscevo la loro tipa!-

Mi beccai uno sguardo inquietato, ma rimediai immediatamente alzandomi in piedi e porgendo la mano a Brend. Era facile distrarlo e fargli scordare il discorso precedente, per mia fortuna…

-Ci facciamo un giro per le vie?-

Lui annuì e si alzò prendendomi per un fianco ed iniziando a camminare verso le vie illuminate del centro. Solo dopo qualche minuto, fermi ad un semaforo, si voltò a guardarmi ancora.

-May… Comunque non c’è seriamente bisogno che tu me lo dica, se non te lo senti. Credo che i fatti contino di più delle parole, sai?-

Per risposta gli strinsi la mano e sorrisi, prima di alzarmi appena per baciargli la fronte. Il verde scattò ma nessuno dei due ci fece caso e mentre una moto rombante passava di fianco a noi sussurrai quello che voleva sentirsi dire.

13 Luglio 2006… Bden, mi ricordo ancora la prima volta in cui ho pronunciato “ti amo” a qualcuno, tu ricorda sempre che sei stato il solo che se l’è sentito dire.

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

Ecco qui anche il capitolo 14!!! <3

 

Nel presente non si capisce bene che cosa sta succedendo, ma lo scoprirete!!!

È una promessa U__U

 

Per quanto riguarda il passato, la deficienza continua a dilagare! Ma non è una novità… XD

Il tour va avanti e Panic e Pesche sono sempre tutti felici e idioti!!!

Con Pete che incita May e Brend –sì, si sono trovati- a fare stronzate!!!! XD

Ryro fa le scenate a Jill, ma è sempre puccioso anche da geloso… è un amore!!

 

A lunedì!!!!! <3

 

Fangs up!

 

Jess & Miky

  
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