Mi sedetti sospirando sulla solita panchina al molo, tirai su i piedi portando le ginocchia al petto. Mi stringi nella felpa che fortunatamente Joseph aveva lasciato in macchina, faceva piuttosto freddino quella sera. Spostai piano lo sguardo verso Kevin, ma nessuno dei due fiatava. Appoggiai la testa alla sua spalla e lui portò un braccio intorno a me sospirando.
«Forse è meglio se torniamo a casa invece che stare qua... fa freschino» disse infine, ma io scossi la testa, non avevo voglia di tornare a casa e soprattutto non volevo che lui stesse solo.
«Andiamo solo se tu hai freddo Kev, io sono al caldo ora...»
«Allora stiamo qui» guardò di nuovo verso il mare.
«Mi dispiace per come è andata la serata... un po' mi sento responsabile, ma Joseph... è...» lasciai la frase in sospeso, non sicura di come terminarla.
«Un cretino? Uno che... se vede una bella ragazza deve essere sua per forza? Un fratello del cavolo? Che se ne frega di tutto e di tutti? Sì Katie, puoi dirlo... tanto lo sappiamo tutti...»
«Io non... intendevo proprio quello... però...»
«Non farti colpire da lui, non pensare nemmeno che potresti interessargli, ti potrebbe solo spezzare il cuore...»
Mi stringi un po' di più a lui, «magari... l'ha fatto senza neanche pensarci... c'è... avrebbe dovuto dirti qualcosa però...»
Scosse la testa, «tu non lo conosci...» sospirò, «poi ovvio... chi si interesserebbe del povero fratello sfigato, quando c'è quello affascinante che ti fa ridere?»
«Hei» lo guardai, «non ti permetto di darti dello sfigato, proprio no... e per me stasera il “fratello affascinante” può anche andarsene a quel paese».
Mi guardò anche lui, «ti voglio bene piccola Katie, lo sai?»
Annuii sorridendo, «anche io».
Tolse il braccio e si tirò su, «forza ora, torniamo a casa che non voglio che ti congeli» mi tese la mano per farmi alzare, io la afferrai e mi alzai in piedi. Mi strinsi a lui mentre camminavamo verso la macchina.
Ripensai alla serata: un vero disastro. Lucy era ubriaca dopo i primi due drink. Scoprimmo che lei e Joe erano stati a letto insieme tempo prima e alla fine era crollata tra le sue braccia quasi addormentata. L'aveva quindi riportata a casa. Io avevo portato Kevin al pontile per provare a distrarlo un po', senza successo.
Arrivati davanti a casa degli Smith mi tolsi la felpa lasciandola in macchina e mi feci accompagnare alla porta.
«Grazie ancora Katherine...»
«Kevin... mettitelo in testa, non ho fatto niente di che».
«Per me sì» mi abbracciò e feci lo stesso.
Sfiorai la sua guancia con la mia, per un attimo chiusi gli occhi. Poi quasi senza pensarci cercai le sue labbra e gli lasciai un piccolo bacio.
Mi allontanai subito, imbarazzata. «Scusa...» sussurrai.
Quasi non mi lasciò finire la parola che mi ribaciò. Ricambiai sorridendo.
Quando ci staccammo mi diede la buonanotte e si allontò.
Mi morsi il labbro e entrai in casa. All'ingresso trovai Taylor che mi guardava a braccia incrociate.
La guardai un attimo.
«C'è qualcosa che non va?»
«Non eri con il Jonas sbagliato?»